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il lavoro sugli alpeggi di AleZan commento di AleZan |
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Grazie a tutti per i commenti.
Sì, l'albero in basso a sx dà noia anche a me, ma non potevo spostarmi causa pendio...
Il formato quadrato? Non l'ho mai potuto sopportare...
Non è da molto che l'ho "scoperto" e adesso mi pare quello che sulle inquadrature di paesaggio riesce darmi il miglior equilibrio tra i vari elementi. Quello con cui trovo meglio la "giusta distanza". |
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Il Sassolungo di AleZan commento di AleZan |
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Ecco sì, su questo proprio la pensiamo molto diversamente.
Premetto che io non difendo affatto questa foto come fosse un capolavoro assoluto. È una foto come tante altre...
Stiamo facendo un discorso più generale.
Io non mi faccio "distrarre" dalla qualità tecnica di una fotografia mentre cerco di valutarne tutti gli aspetti interessanti.
La storia della fotografia è piena di "pietre miliari" assolutamente imperfette dal punto di vista tecnico. Eppure...
Sono molto più "severo" su altri aspetti formali che fanno riferimento ad esempio all'inquadratura o alla luce o al colore.... Quelli sì mi sembrano determinanti.
Poi Giovanni capisco benissimo che la foto possa essere insignificante per te. E non è un problema, va benissimo così.
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Il Sassolungo di AleZan commento di AleZan |
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Sempre grazie per i commenti che non mi fanno pentire di aver pubblicato questa foto.
Mi viene in mente un episodio dell'autobiografia di Ansel Adams dove lui racconta di aver visto una volta una luce spettacolare su una spiaggia, mentre in auto stava ritornando a casa e non aveva con se il suo banco ottico.
Dice che per anni è ripassato occasionalmente da quel luogo con tutta l'attrezzatura alla ricerca di quella luce, senza mai ritrovarla. Quella foto non è mai stata fatta e nel suo racconto si sente un certo rammarico.
Cosa avrebbe fatto se avesse avuto con se l'iPhone? Non avrebbe scattato sapendo di produrre un'immagine spappolata? Avrebbe scattato per tenerla nel cassetto?
Non lo sapremo mai.
Il fotografo che si muove nel mondo reale (fuori dalle condizioni riproducibili dello studio) affronta un flusso continuo di stimoli, una specie di schiacciamento nel presente.
Da questo presente estrae dei frammenti che immediatamente diventano "il passato" e quindi divengono per definizione irripetibili e perduti per sempre se non congelati in una foto.
Se questi attimi dicono a qualcun altro le stesse cose che hanno detto al fotografo al momento dello scatto, allora credo che valga la pena di registrarli e di mostrarli.
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Il Sassolungo di AleZan commento di AleZan |
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Non incolpate l'iPhone Lo spappolamento è dovuto ad un vistoso crop che ho fatto "in macchina" per postarla al volo su Fb e Instagram.
Quello che mi ha colpito di questa scena vagamente metafisica sono le cose che leggo nei vostri commenti. E vi ringrazio.
Purtroppo non avevo il banco ottico nello zaino e l'atmosfera colta al volo è svanita pochi secondi dopo...
Meglio catturarla o perderla per sempre? |
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una notte in salita ...a cercare la luce di principessa commento di AleZan |
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Mi pare che l'atmosfera del luogo e del momento sia ben resa. Mi sono piaciute anche le più "notturne".
Mi fa piacere trovare qui qualcuno che condivide la passione per la montagna.
Per curiosità, qual è il cavalletto che ti sei dimenticata a casa?
Lo chiedo nella mia permanente ricerca di riduzione dei "pesi fotografici" da portare sulle spalle in salita.... |
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Periferia urbana di Daniela Loconte commento di AleZan |
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Ciao Daniela,
non volevo dire che esseri umani e ambiente non si devono miscelare e non possono apparire insieme in un'immagine. Non penso questo.
Il suggerimento di "eliminare il gatto" era riferito al fatto che nella serie che hai presentato, le due immagini con il felino sono fortemente sbilanciate rispetto alle altre. Non per la presenza umana/animale, ma perché questa è totalizzante e quasi cancella l'ambiente per non parlare delle eventuali architetture. Più che "ritratti ambientati" (come quello al link che hai indicato) sono ritratti e basta.
Sono immagini che ci si aspetta di trovare in una serie che racconta la vita di quella donna, insomma in un lavoro più a reportage.
Vanno benissimo "esseri viventi" insieme all'ambiente dove vivono ma con il giusto "peso".
In generale penso che dovresti provare ad analizzare (ma forse lo hai già fatto) il lavoro di altri fotografi che hanno operato sul tuo soggetto.
La prima cosa che viene in mente ė il lavoro giovanile di Basilico sulle fabbriche milanesi. Ma ci sono anche altri "fondamentali" come il libro Viaggio in Italia di Ghirri e compagni, oppure alcuni New Topographics come Stephen Shore, Lewis Baltz e Robert Adams.
Guarda anche Francesco Jodice, Paola De Pietri e Fault Lines di George Georgiou.
Se poi vuoi usare il gasometro come "perno" attorno a cui ruotare, dovresti assolutamente vedere la serie sull'Empire State Building di Joel Meyerowitz (forse non si trova tutta in rete).
Tutte immagini da guardare con calma e attenzione.
Poi ne parliamo....  |
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... di Mr.500mm commento di AleZan |
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Il lavoro secondo me è interessante e potresti svilupparlo ulteriormente. Anche per sostituire alcune immagini che a mio modesto parere sono meno forti. Mi riferisco alla seconda e alla quarta.
Se posso darti un suggerimento, rivedrei l'ordine della sequenza. Le foto verso la fine sono quelle dov'è il tuo tema appare più chiaro. Se le metti in apertura, chiarisci subito a chi guarda cosa vuoi raccontare. |
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Il mercato all'alba di Tropico commento di AleZan |
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Fondamentale la tua ottima scelta della luce che ti ha permesso di avere una coerenza notevole tra i vari scatti. Scorrendo la striscia della serie sembra quasi di attraversare un'unica lunghissima immagine.
Con il sole a picco questo effetto sarebbe stato impossibile da ottenere. |
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Periferia urbana di Daniela Loconte commento di AleZan |
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Commento volentieri essendo il paesaggio di periferia e periurbano un tema di mio interesse fotografico.
Nelle tue foto ci sono diversi spunti: permanenze di insediamenti rurali o delle vecchie periferie come la casa a ballatoio, i "muri che parlano", la nuova architettura, il "nuovo" e il "vecchio" che si contendono il territorio a cavallo tra città e campagna.
Se questi sono i tuoi interessi prevalenti, via subito le foto con il gatto. Altrimenti puoi lavorare sulle persone che "resistono" in questi spazi incerti e allora il tuo lavoro cambia completamente.
L'impressione è di un lavoro all'inizio che non ha ancora preso una piega precisa.
Mi pare che tu non abbia messo ancora a fuoco qual sia il centro del tuo lavoro. E su un tema come le periferie dove è già stato detto, scritto e fotografato tutto, questa è una questione importante che ti devi chiarire.
Cosa ti interessa davvero tra gli spunti che le tue foto suggeriscono?
Perché senti che questo soggetto così ampio e variegato, come è la periferia, ti "chiede" di essere fotografato da te?
Capito questo, ti concentrerai su come sia più opportuno renderlo visivamente.
In linea di massima, lavori di questo tipo richiederebbero un certo rigore formale. Ad esempio sarebbe opportuno che tu usassi sempre la stessa focale (in genere un grandangolo) in modo da avere una certa coerenza nel rapporto soggetto/sfondo in tutto il lavoro.
Se dovessi scattare io (quindi siamo su scelte soggettive) avrei penso un approccio più descrittivo. Eviterei certe luci che mi provocano ombre molto chiuse che nascondono parte della scena. I tuoi tagli di luce sono belli, ma bisogna capire se sono efficaci al tuo scopo.
Le mie preferite: la seconda e l'ultima. |
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Cervia, 8 gennaio di AleZan commento di AleZan |
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Grazie Clara, e che memoria... complimenti!
Fra l'altro mi sono accorto che la seconda foto di cui parlo nel mio post precedente (e che non ho messo qui) l'ho scattata a pochi metri dalla numero 4 della serie di nove anni fa....
Mi si dirà: ma vai sempre nello stesso posto?
Risposta: non ho mai detto di non essere noioso e ripetitivo....
In realtà mi piace andare a mangiare alla Cooperativa Pescatori e alla Casa delle Aie. Già da quando non avevo ancora vent'anni.  |
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Cervia, 8 gennaio di AleZan commento di AleZan |
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Non fatemi commentare la mia foto....
Ringrazio chi l'ha "sentita" perché naturalmente fa sempre molto piacere trovare affinità con altri, anch'essi (o anch'esse) "fotografanti".
Ringrazio anche chi la trova banale o insulsa, perché comunque ha sentito la necessità di esprimere un parere.
Il richiamo a questa foto che ho scritto nell'altra discussione è in effetti autoironico perché là si è partiti chiacchierando del perché si fanno (anche) foto di soggetti banali, con colori sbiaditi, ecc.
Ed è emerso che un certo codice estetico che c'è dietro evidentemente non ha ancora raggiunto gran parte del pubblico, nonostante si sia ormai diffuso da almeno quarant'anni.
La foto in sè non è affatto una provocazione ma il semplice risultato di un giretto invernale al mare. Ne ho fatta anche una seconda che trovate sul mio Facebook e Instagram, se proprio non resistete alla curiosità.
Sono quelle situazioni in cui cammini e incontri un soggetto che "chiede di essere fotografato" (citazione). Capita a tutti.
Il formato quadrato l'ho sempre rifiutato fino a pochissimi anni fa. Totalmente incompatibile con me.
Ultimamente, ponendomi diversamente il problema della "giusta distanza" e del rapporto figura/sfondo in questo genere di immagini, lo trovo invece particolarmente indicato.
Qui purtroppo sono stato troppo vicino perché non avevo più spazio alle spalle.
Fate un salto nell'altro thread. Ma solo se avete un po' di tempo, perché purtroppo va letto, non solo scorso.
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La Grande Paura di filippo1978 commento di AleZan |
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Della crudezza del racconto ormai ne ha già fatto una cifra efficace delle tue serie che funziona bene. E il flash sparato in asse accentua questo effetto.
Le immagini che mi piacciono sopra tutte sono quelle dei "non-protagonisti" o quelle che sembrano di "backstage", come la signora in pelliccia o i bicchieri vuoti sulla tavola rossa.
Ciao! |
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running di GiovanniQ commento di AleZan |
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Scusate se cambio registro.
Come ė già stato detto, nel forum la categorizzazione serve soprattutto a tenere organizzato un corpus di molte migliaia di foto.
L'attribuzione di una categoria come se fosse cosa "scolpita nel marmo" non è fra gli scopi del forum.
Del resto è universalmente noto che la categorizzazione rigida nell'ambito delle arti visive ha storicamente generato diatribe, conflitti, vere e proprie risse.
Ci interessa questo? Credo molto poco.
Lo staff può sbagliare a "categorizzare" una foto.
Anche il fotografo può sbagliare scegliendo una categoria. O forse ci vuole dire che gradirebbe che la sua fotografia fosse giudicata secondo una certa prospettiva.
Tutto questo può succedere, ma nella mia personale opinione non dovrebbe diventare il centro della discussione che credo debba rimanere sulla fotografia in sé.
IMHO. |
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