La fotografia d'architettura: Radek Brunecky
Questo vuole essere un piccolo memo, una fonte dalla quale attingere informazioni sui fotografi di uno specifico genere, un esempio di come fotografare grandi e piccole strutture traendo ispirazione dai fotografi professionisti.
Sceglierò per ogni fotografo quattro immagini rappresentative, ne esaminerò i punti di forza e vi dirò perché, secondo me, funzionano. Infine proveremo insieme a discutere di volta in volta i lavori presentati, a sciogliere i nostri dubbi, ad impegnarci per ottenere risultati sempre migliori.
Questa volta vi presento un ragazzo pieno di iniziative ed attivo su moltissimi fronti:
Radek Brunecky. Una laurea in
Architettura e urban design all’Università di Brno, nella Repubblica Cieca, moltissime esperienze lavorative in vari studi di architettura ed interior design sia a Brno che ad Amsterdam, per poi approdare in Svizzera. Inizia prestissimo ad ottenere consensi nel campo fotografico, tanto da vedere pubblicati i suoi lavori su varie riviste del settore.
Sintetizzando sino all’essenziale il lavoro di questo bravo fotografo, osserviamo insieme le immagini proposte.
1. Un’immagine a dir poco perfetta. Ecco una minuziosa descrizione dell’architettura, la migliore presentazione che l’architetto ed il committente possano avere contemporaneamente.
Allenare l’occhio è fondamentale, e prestare attenzione alla composizione vuol dire presentare il lavoro nel modo più convincente possibile. E’ questo ciò che gli occhi ci chiedono.
Infine, la gestione delle luci è un elemento per niente trascurabile al fine di ottenere tali risultati e qui, nonostante le luci fredde ed il monocromatismo della scena, il fotografo è riuscita perfettamente ad ottenere le giuste ombre.
2. Avere occhio vuol dire cogliere un attimo raramente ripetibile e specialmente in quell'attimo inserire nel fotogramma tutti gli elementi a nostra disposizione come fossero pezzi di un puzzle che incastrati nel modo sbagliato non rendono il prodotto finito corretto.
Come non notare la precisione delle linee e la maniacale attenzione alla prospettiva? Come non notare che pur da un punto di vista non ottimale, il fotografo ci presenta esattamente ogni livello dell'architettura?
Il soggetto ha un peso fondamentale, e l'inquadratura ha saputo sicuramente rendergli giustizia al meglio.
3. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un connubio tra paesaggio ed architettura. Vi farò notare spesso tale inevitabile accostamento tra le due materie.
L'ora di scatto e la zona poco frequentata, hanno fatto di questa foto un lavoro pulito ed ordinato, tanto da far notare all'osservatore piccoli ma deliziosi dettagli del soggetto.
Inquadratura per niente scelta a caso: si possono addirittura percepire i punti delle fughe prospettiche..
4. Come ultima immagine ho scelto questa, perché la ritengo quasi un’architettura che sconfina nel genere street photography.
Il colore è stato gestito sapientemente dosando con cura e delicatezza il primo piano per poi affondare lo sguardo in una forte esplosione di arancio e magenta.
Notare come sia perfetto il posizionamento dell’albero sulla destra: il primo piano non viene invaso dal filare che ci si aspetterebbe di trovare, ma nel riflesso troviamo quella continuità che infine ci appaga.
Chi vuole approfondire l’argomento può farlo qui:
A cura di
Eruyomë.