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Commenti da Luca Spagnolo
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
Commenti
la partita del cuore
la partita del cuore di stregamatta commento di Luca Spagnolo

stregamatta ha scritto:

Questo progetto, se vogliamo chiamarlo cosi e' stato fatto per raccontare l evoluzione che c'è dal momento Dell iscizione fino ad arrivare al podio.Ora mi piacerebbe sapere che effetto fa questa sequenza narrativa concentrata sulle mani ed i tavoli di gioco e non sulle facce Spero di essermi spiegata meglio


Per quello che è il mio parere, molto personale e abbastanza modesto, direi che è un obiettivo poco ambizioso e interessante, al di la del risultato.

Come ho scritto prima, esulando da tutti i discorsi sulla natura del campionato, ho capito che si compila un modulo, si pulisce il calcio balilla, si gioca, se si fa goal si segna il punto, e alla fine qualcuno vince e qualcuno perde...

se il tuo intento era questo, ci sei riuscita
se il tuo intento era emozionarmi (me inteso come generico spettatore), mi sono emozionato come quando guardo il manuale d'uso illustrato del mio frullatore
Smile
naturalmente questo non è un giudizio sul valore del tuo lavoro in generale, ma l'effetto che ha sortito su di me
la partita del cuore
la partita del cuore di stregamatta commento di Luca Spagnolo

Credo che un progetto fotografico non possa mai svincolarsi dal contesto da cui prende vita.
La presentazione del progetto è un momento propedeutico ad ogni lettura, e in questo caso vi sono diverse contraddizioni.
La prima foto e il primo commento sono direttamente tesi ad evidenziare il contesto, ed esprimono anche il tentativo di giustificare/suffragare una particolare scelta narrativa, che resta ambigua sul fatto che possa essere voluta o subita.

Il discorso sulla privacy ha già fatto discutere molto in post precedenti, e onestamente penso che sia più un alibi che un ostacolo reale. Pur apprezzando tutte le sensibilità (anche se non le condivido dal punto di vista della costruzione e il mantenimento dello stigma sociale sul disagio psichiatrico),il problema si sarebbe risolto con una semplice richiesta di liberatoria, tanto più che mi sembra che le persone che hanno partecipato all'evento non siano estranei a chi ha realizzato il progetto.

Non si può aspirare a fare fotografia sociale se poi ci si ferma di fronte ad una liberatoria.

La questione dell'intenzionalità narrativa è fondamentale. Cambia totalmente il modo in cui mi approccio alle foto.

Voglio rappresentare il gioco del calciobalillla o un particolare momento di questo gioco? perfetto... ma diventa inutile e fuorviante precisare che si tratta di un campionato di utenti dei CSM

Voglio rappresentare il gioco del calciobalilla senza far apparire le persone per mia precisa scelta stilistica? perfetto... ma è inutile è fuorviante precisare che non si sono ritratte persone perchè ci è vietato da limiti legali o etici

Chiarito questo, personalmente trovo arduo realizzare un racconto denaturato dalla sua contestualizzazione. Molte foto sembrano più da catalogo pubblicitario, una presentazione anatomica dell'attrezzo calciobalilla che non i paragrafi di un racconto.

Se lo sterilizzo da ogni connaturazione, cosa mi racconta questo servizio? Che per partecipare ad un torneo di calciobalilla occorre compilare dei moduli, indossare una pettorina, giocare, segnare sul segnapunti i gol fatti? Mi fa pensare ad un manuale di istruzioni.

Manca dinamismo ed emozione. Una narrazione che non dice fondamentalmente nulla sul perchè è stata fatta.
la partita del cuore
la partita del cuore di stregamatta commento di Luca Spagnolo

Chiedo scusa se ho saltato i preamboli della buona educazione, rimedierò quanto prima...
Mario, hai toccato un punto fondamentale Smile. Sono iper sensibile al discorso sulla salute mentale per ragioni professionali e familiari e l'argomento mi ha "preso" soprattutto per questo versante, piuttosto che sulla critica fotografica, anche se pure la fotografia appartiene ai miei piaceri

Il primo appunto in realtà non era riferito a quanto scritto da te. L'autrice ha più volte espresso il fatto di essere "dell'ambiente" e appunto mi sorprende che una persona vicina alla dimensione della psichiatria identifichi gli utenti come malati.

Per quello che riguarda il tuo esempio, è indiscutibile se diamo come premesse che l'evento si strettamente riservato a persone caratterizzate da disagio psichico e interdetto agli altri (quindi vale l'equazione per cui appari in foto, sei disabile) e che non vi sia consenso da parte delle persone ritratte, ma non mi sembra che questo sia il caso nello specifico di questo forum e successivamente anche questo aspetto è stato reso evidente dagli altri tuoi interventi a seguire.

Per il resto, hai riportato degli esempi eccellenti, qualcuno lo conoscevo meno e sarò contento di approfondire e te ne ringrazio. Oggi però la Salute Mentale ha bisogno di fronteggiare altre sfide rispetto a quelle proposte da questi autori, e la Fotografia può sicuramente essere un importante strumento di veicolazione di cultura diversa, proprio rappresentando le persone con disagio psichico nelle loro potenzialità e abilità.
Mi permetto di dissentire sul punto di vista finale, perchè pensare che celare il volto di una persona con disagio psichico, al di là delle specifiche volontà personali, sia una sensibilità che tutela e rispetta gli utenti psichiatirici, significa relegare ancora una volta il disagio nel campo della "vergogna sociale"

Chiedo scusa per questo off topic, ma sono convinto che anche la Fotografia possa costruire cultura e, a volte, divagare dal semplice intento fotografico possa comunque essere utile ed importante Smile Smile Smile
la partita del cuore
la partita del cuore di stregamatta commento di Luca Spagnolo

Mi sorprende e dispiace che persone che sono nell'ambito, si riferiscano a persone con disagio psichico identificandoli come "malati" e che pensino che rappresentarli in una dinamica positiva di vita sociale sia una lesione della loro immagine. Chiedo scusa per questo sfogo, ma da operatore psichiatrico e familiare, mi piacerebbe che si facesse attenzione anche al linguaggio.
Premesso questo vorrei permettermi di contraddire l'intervento del signor mario
il signor mario ha scritto:
Hai fatto benissimo a non inquadrare i volti, e purtroppo questo ha distrutto tutto il messaggio che volevi trasmettere, non solo per un questione di rispetto ma anche strettamente legale.
La pubblicazione di fotografie ritraenti soggetti che partecipano ad un "campionato" riservato a persone afferenti ai centri di salute mentale di fatto le indicherebbe come "malati mentali" e quindi diverrebbe grave lesione del diritto alla privacy e potrebbe addirittura divenire dannosa in ambito lavorativo e sociale. Immagino che tu abbia correttamente valutato anche che in molti casi non sarebbe bastata la sola liberatoria del soggetto fotografato essendo in molti casi questo sottoposto a controlli e tutele specifiche, (amministrazione di tutela ad esempio). In questo quadro trovo perfettamente condivisibile la scelta di non mostrare persone riconoscibili sia per motivi di sensibilità personale, che nel tuo caso è ben presente e forte, che per motivi legali (fra l'altro i giudici in questi casi spesso ci vanno giù pesanti).

Non esiste alcuna legislazione speciale che deprivi le persone con disagio psichico in età adulta dalla facoltà di autodeterminarsi. Solo una bassissima percentuale di persone è dichiarata incapace di intendere e di volere e pertanto senza potere legale di decidere sulla propria immagine. Le amministrazioni di sostegno affiancano la persona in alcuni atti e dinamiche, ma non li deprivano della capacità di autodeterminarsi in relazione alla propria immagine.
Immagine che comunque non può considerarsi lesa, nell'essere fotografato durante un evento che è organizzato da un ente di salute mentale, ma che è aperto alla partecipazione pubblica. La persona fotografata potrebbe essere un utente, ma anche un operatore, un medico, un volontario, un avventore.
Le disposizioni sulla privacy sono esclusivamente legate al consenso.
Esistono molti lavori fotografici di documentazione sulla salute mentale (ti consiglio Ulano Lucas e Giovanni Marrozzini) che vedono protagonisti utenti dei servizi nei contesti terapeutici e non.
Il tuo discorso sarebbe applicabile solo a ritratti senza consenso in contesti caratterizzati e non a carattere di evento pubblico

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