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passeggiando di damianop commento di pamar |
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Bella idea. Uno scatto semplice e pulito, basato su forme, contrasti e direttrici efficaci. La strada stessa pur sviluppandosi linearmente verso il fondo è colta nella sua completezza nella parte iniziale del fotogramma. Questo la rende direttrice che "disegna" e riempie il frame, donando profondità e disegnando un percorso che risulta evidente ed immancabile grazie al suo tono scuro esaltato dal controluce, con il cielo ben piu' chiaro. ottimo anche il cielo, variegato e non piatto nonostante la direzione difficile della luce (bellissimo l'effetto del sole fra i rami degli alberi). punto di interesse che rafforza la scena è la figura dell'uomo che percorre la strada. risalta abbastanza bene grazie soprattutto alla sua metà superiore che si stagli su uno sfondo chiaro. Forse se proprio devo dire qualcosa accentuerei un pelino il contrasto dell'intera figura umana....ma sono piccoli dettagli. Alla fine ne deriva una buonissima costruzione che ha il merito di introdurre varie interpretazioni concettuali che ciascuno puo' sottendere secondo la propria personale sensibilità e visione.
Marco |
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Stradina..nella Pioppeta di Arnaldo A commento di pamar |
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Un grande classico. Un muro laterale, un passaggio di alberi che conduce ad un passaggio in lontananza. Bello ma secondo me perfettibile in alcuni dettagli compositivi. questa scena si regge e gioca sulla simmetria. I due lati della scena sono similari e conducono per mano a un punto centrale a loro in lontananza. Essendo, come detto, una scena che rappresenta una sorta di tunnel o passaggio obbligato, dove i due fianchi sono identici servirebbe una completa simmetria. allo stesso modo la parte alta degli alberi non risulta strettamente necessaria poiché sono i tronchi a costruire il passaggio e la scena. Forse il cielo, se meno uniforme poteva essere elemento di spicco. Io personalmente leverei la parte alta e "centrerei" il tutto. Se permetti ti posto un esempio di quello che intendo. Poiché è una tua foto scusa se mi permetto e nel caso dimmelo che la levo. Cosi' risulterebbe piu' essenziale esaltando la simmetria e valorizzando il senso di claustrofobia e di passaggio a senso unico ed obbligato.
Marco |
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Please mamy,tell me a story.... di Harma commento di pamar |
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bella idea, mi piace. Mi piace perché si tratta di uno scatto pensato, voluto e costruito. Nasce dall'idea di raccontare e trasmettere un messaggio. Non è semplicemente una scena esistente. Si è vero, anche una scena esistente puo' e deve essere immortalata in modi e con accortezze atte a veicolare un messaggio o uno stato d'animo. Il come si traduce sempre nel perché. Ma in un caso come questo il soggetto è stato costruito per arrivare ad una interpretazione. Non è solo un qualcosa di esistente interpretato secondo il proprio fine. Differenza non banale.
Marco |
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Il Vesuvio di Massimo Tolardo commento di pamar |
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questa fotografia mi piace molto. Racchiude una "rivisitazione" della prospettiva aerea. La prospettiva chiamata aerea è una resa della profondità attuata grazie a colori e toni diversi e quasi velati degli elementi in lontananza rispetto a quelli più vicini all'osservatore. Questo è dovuto alla maggiore "quantità" di atmosfera che si ha fra noi e gli elementi piu' essi sono lontani. In questo scatto possiamo vedere che il Vesuvio assume toni piu' sfumati rispetto al primo piano, ed ancora piu' evidente è il fenomeno guardando i promontori sullo sfondo. Prima ho chiamato questa prospettiva aerea "rivisitazione". L'ho fatto perché in primissimo piano (in particolare sulla destra) è raffigurata una porzione di terreno ricca di dettagli e che sfugge al semplice concetto di prospettiva aerea. questo elemento è un pregio perché fornisce un elemento concreto e dettagliato che rende ancora piu' tangibile la profondità e la resa molto piacevole e "diversa" del Vesuvio. Completa efficacemente l'insieme un cielo interessante ed accattivante costellato di nubi a strisce che disegnano dei frame molto efficaci graficamente e che sono capaci di incentrare lo sguardo sul monte sottostante. Direi proprio uno scatto capace di rappresentare un paesaggio stra fotografato in modo diverso e molto efficace.
Marco |
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Mare d'inverno:passeggiata in riva di fiore blu commento di pamar |
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Quasi ottimo. Trovo che la scelta del B&N sia azzeccata. Il colore forse sarebbe stato superfluo. In uno scatto come questo gli elementi salienti sono le direttrici e le forme e le due figure umane. Esse sono rese essenziali e caratterizzate grazie alla loro presenza come forme. I colori avrebbero introdotto dei connotati che, senza aggiungere elementi di interesse, avrebbero reso meno efficaci i giochi disegnati dalle varie forme. elementi scuri, quasi neri, su uno sfondo chiaro. Basta questo, ulteriori dettagli e particolari sarebbero stati superflui. Certo, è questione di preferenze, ma a mio avviso in tale scatto sono basilari pulizia e semplicità e probabilmente l'uso del B&N, un B&N abbastanza secco e senza troppi toni intermedi, rende bene. E' vero, le direttici del suolo sono di un grigio, ma contrastano bene col bianco della neve. le due figure sono quasi nere e si distinguono bene dal terreno. Niente colore, un grigio del terreno che disegna direttrici e il quasi nero delle due figure. Basta cosi'. Forse la parte destra del fotogramma è un pelino eccessiva come estensione nel suo biancore ed è priva dei segni del terreno che "disegnano" e riempiono il frame (come avviene a sinistra) conferendo profondità alla scena. nel complesso uno scatto che reputo molto efficace.
Marco |
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Reinterpretation 01 - asymmetric diptych di pamar commento di pamar |
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sempre parte di questo portfolio
http://www.photo4u.it/viewcomment.php?t=703527
PS
nessun fotoritocco, solo porzioni di fotogramma sovrapposte.
Scatti ottenuti con 100 mm macro e tubi di prolunga. |
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Nebbie sul crinale di pulchrum commento di pamar |
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Bella. Molto bella. Oltre alla scena indubbiamente affascinante il tutto è incentrato su scelte compositive efficaci. Scelte che pongono nel fotogramma il giusto numero di elementi e vedono la loro disposizione in maniera azzeccata. Prima di tutto trovo ottimo il taglio verticale. Si, adesso vedendo lo scatto sembrerebbe l'unico adatto, ma probabilmente al momento dello scatto non è stato subito lampante. Il pregio del verticale è, secondo me, l'essere riuscito ad immortalare tre costoni di suolo che "compaiono, ricchi di dettagli (gli alberi) ma paiono quasi autonomi. Questo grazie alla coltre nebbiosa che li separa e rende graficamente indipendenti. Si sviluppano allora tre forme distinte e disposte lungo una leggera diagonale verso la lontananza, riempiendo quasi tutto il frame. e poi il numero tre vuol dire molto. In uno scatto basato du elementi simili il numero è importantissimo. Solitamente sono preferibili numeri dispari di elementi simili (3, 5, 7) invece che pari. Questo perché visivamente donano maggior equilibrio, bilanciamento e dinamicità visiva...insomma sono rendono lo scatto "piu' bello da vedere".
Marco |
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Castelluccio 2018 di luca7777 commento di pamar |
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Sono d'accordo con chi mi ha preceduto circa la bontà di questo scatto dal punto di vista dell'originalità realizzativa. trovo che sia una raffigurazione diversa dalla prassi e con l'indubbia dote di rimanere impressa. Qualcosa d'altro rispetto alle innumerevoli viste di questo luogo o di paesaggi simili.
Detto questo devo dire che l'indubbio punto di forza è, a mio avviso, anche un punto di debolezza dello scatto....anzi, un elemento che introduce un fattore un tantino migliorabile a livello compositivo. Quello a cui mi riferisco è il primo piano occupato dalla groppa del cavallo. La pecca risiede nella sua massa e al fatto che lo sfondo è "pieno" per la presenza delle rocce e della nebbia. Sullo sfondo non vi sono settori liberi dove (che so) si vede il cielo o l'orizzonte. Lo sguardo rimane quindi "imprigionato" e rimbalza fra due settori pieni in primo piano e sullo sfondo. Non vi è una via di fuga e la vista rimane bloccata e "rimbalza" fra due elementi che rinchiudono lo sguardo. quindi direi che è uno scatto senza dubbio non banale e pensato ed affascinante ma, come detto, concettualmente il suo punto saliente introduce un elemento non positivo compositivamente.
Marco |
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st di elis bolis commento di pamar |
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Bellissimo scorcio e buona realizzazione. un’immagine che ha un’indubbia dote: rende benissimo le sensazioni che si proverebbero in quel luogo e a quelle condizioni. La fotografia è una disciplina visiva. Un’indubbia dote degli scatti “riusciti” è quella di trasmettere sensazioni di altro genere piuttosto che solo legate alla vista. Per esempio una fotografia con un paesaggio invernale può trasmettere la sensazione di freddo; oppure un’immagine di un oggetto se con una texture evidente può trasmettere una sensazione tattile; o ancora uno scatto di food vuole comunicare voglia di assaggiare e fame. se uno scatto riesce a provocare sensazioni che sono altro rispetto alla vista allora significa che tale scatto è ottimale. Ben progettato dal lato della costruzione che dei colori/tinte, che della disposizione degli elementi sia dal lato piu’ propriamente concettuale.
io personalmente la renderei maggiormente incentrata sugli elementi che la "costruiscono", quindi eliminerei la parte sinistra e l'acqua nella parte bassa. In tal modo vorrei "concentrare" il tutto, lasciando via quanto non è essenziale.
Ti posto cosa intendo. Chiaramente lo scatto è tuo e forse ti infastidisce la mia rivisitazione. Nel caso dimmelo e la elimino.
Marco |
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Silenzio Nevoso di Tia commento di pamar |
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Ci ho messo un poco per decidere se parlare di questo scatto. ero combattuto fra il volerlo esaltare per il suo essere sopra le righe e a suo modo provocatorio e il volerlo stroncare per il suo essere eccessivo nella sua costante non-interpretabilità. Dopo avere visto la sua versione con maggiore contrasto che ci mostra il vero soggetto, sono giunto ad una mia personale conclusione. La versione con piu' contrasto svela la fotografia e in tal modo toglie forse la magia dello scatto. Svela l'interrogativo che permea lo scatto. D'altronde la prima versione è a suo modo eccessivamente....misteriosa, nel senso che non mostra nulla, non vi è qualcosa di non interpretabile ma a tratti intuibile. A mio avviso una versione mostra troppo e l'altra niente o se vuoi troppo poco. Forse sarebbe stato meglio mostrare un pelino di piu', ma poco poco in modo tale da lasciare intuire degli sprazzi di risposta che pero' non sarebbero stati sufficienti per dare una risposta sicura. Non saprei se sono stato chiaro ma intendo dire che fra il nulla ed il troppo vi è la giusta via di mezzo capace di non svelare ma di far nascere ancora piu' interrogativi.
Marco |
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Bianco autunno di Anna Marogna commento di pamar |
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ciao,
uno scatto senza dubbio affascinante e non banale. un modo diverso e non comune di rappresentare un rametto in autunno; anzi, direi che in questo caso hai simboleggiato l’idea stessa di autunno tramite un oggetto che vuole richiamarlo. Pensando all’autunno infatti una delle cose in natura ad esso legate sono le foglie degli alberi ed il loro divenire prima rosse e gialle per poi tingersi di marrone. Così come un simbolo dell’inverno è la neve, dell’estate il mare e della primavera i prati fioriti, un emblema che richiama l’autunno sono le tinte delle foglie. Hai espresso l’idea stessa di una stagione tramite un singolo oggetto. Ma c’è altro: la resa di questo oggetto “simbolico” è stata resa con una caratteristica capace di illustrare il passare del tempo legato al divenire e modificarsi delle cose. mi riferisco all’avere reso il ramo con le foglie a tratti trasparente, indefinito, ovattato. questo dettaglio simboleggia l’idea stessa di un rametto autunnale e si traduce con ancora maggiore efficacia nel concetto stesso di autunno. non vediamo un rametto qualsiasi ma l’idea stessa di rametto autunnale e, di conseguenza, di stagione in divenire. Dal punto di vista puramente grafico e compositivo trovo che la scelta dello sfondo sia efficace grazie al suo assecondare il soggetto e di non interferire con esso. L’unica cosa che, secondo il mio parere, stona un poco è l’aver troncato la foglia sul lato sinistro. le strisce “disegnate” dalla fila di foglie infatti si unificano in una sola linea su quel lato e pare che seguano questa direzione. Forse sarebbe piu’ piacevole ed efficace la completezza dell’elemento di testa. Ma sono comunque inezie di uno scatto indubbiamente efficace.
Marco |
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7296 di -Max- commento di pamar |
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Un bello scatto, indubbiamente. si basa sul procedimento sottrattivo, ossia scegliere un soggetto e togliere da esso quello che è di troppo e che inficia l'efficacia del risultato. cosa che è facile a dirsi ma meno a farsi. bisogna trovare il giusto bilanciamento fra quanto si lascia e quanto si togli. il rischio è lasciare dettagli inutili che "interferiscono" con la pulizia della fotografia oppure togliere troppo con il rischio di decontestualizzare il soggetto facendogli perdere i riferimenti necessari per avere uno scatto completo. Per esempio questo scatto trovo che sia impeccabile dal punto di vista di quanto è presente e quanto non c'è. La mia valutazione si basa prima di tutto nel valutare la tipologia del soggetto. Si tratta di rami spogli sui quali sono appollaiati degli uccelli. Sia i rami che i volatili hanno dei dettagli ben distinguibili, tuttavia, di base, essendo scuri, possono essere tradotti in forme ed è questo che li caratterizza. I loro contorni/profili sono il dettaglio che maggiormente è evidente e balza da subito all'occhio. Cosa ottimale è l'assenza di sovrapposizioni tra gli elementi presenti che renderebbe meno efficace la resa grafica. ogni singolo elemento e soggetto è ben distinguibile ed identificabile anche grazie alla sua forma e profilo. ed è qui che entra in gioco la scelta di uno sfondo "vuoto" senza elementi e senza nemmeno un orizzonte o delle nubi. Tali elementi si sarebbero sovrapposti alle linee dei soggetti inficiando la loro resa. Anche una semplice linea come quella dell'orizzonte avrebbe spezzato la pulizia e linearità dei profili degli elementi in primo piano....e forse sarebbe stato anche peggio con delle nubi. quindi direi ottimo così com'è.
Se proprio dovessi trovare un qualcosa che modificherei è, a livello compositivo, l'orientamento della foto. Io la vedrei megkio specchiata. Mi baso nel dirlo osservando l'uccello piu' in alto ed il suo sguardo rivolto verso sinistra. E' consuetudine di noi occidentali orientarci da sinistra e destra (non per niente scriviamo da sinistra a destra, mentre gli orientali fanno il contrario). avendo uno spazio vuoto ampio a sinistra e lo sguardo dell'uccello dominante in tale direzione forse sarebbe piu' naturale se il tutto fosse rivolto verso destra. ma sono dettagli. Gran bello ed efficace scatto.
Marco
PS quindi? Tutto bene? |
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Verso la vetta di damianop commento di pamar |
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Una bella fotografia, indubbiamente. Monocromatismo che rafforza l'ambientazione, la coltre nevosa e il cielo coperto e carico di nubi. Predomina il biancore dato da neve e nubi. Viene tracciato il percorso, il crinale della montagna, grazie alla sua "introduzione", a destra, data dall'ombra del crinale che lo sottolinea e traccia il la sua forma facendo poi percepire bene il percorso che risalta nonostante i toni omogenei dello scatto. Un mare di neve e di toni bianchi/grigi/chiari ma capaci di conservare forme e connotati. Ma vi è un elemento che rende la fotografia "completa" ed esalta la maestosità del luogo. Chiaramente mi riferisco all'uomo immortalato nella sua ascesa. Importante, anzi elemento fondamentale. Esso ricopre forse l1% della scena, ma svolge un ruolo basilare: esso fornisce un riferimento concreto e sicuro della maestosità e grandezza dell'ambiente. Non ci fosse intuiremmo le dimensioni del monte e crinale, ma non potremmo avere la certezza della sua estensione. Esso ci regala un confronto sicuro e senza dubbi. L'uomo poi spicca (nonostante le sue dimensioni minime) da subito; io l'ho notato subito, merito soprattutto della finezza della sua collocazione, lui tutto nero su una porzione completamente chiara. Apprezzo anche l'averlo collocato a destra, all'inizio dell'ascesa con lo sguardo del fruitore libero di esplorare tutta la salita, immedesimandosi con lui e con la fatica che lo aspetta. Ed emergono quindi sensazioni personali che vanno oltre la semplice analisi formale dello scatto, ma che grazie a questo sapiente insieme di dettagli grafici/compositivi hanno modo di emergere ed essere assecondati. Il voler trasmettere sensazioni con una fotografia ha bisogno di accortezze realizzative che sostengano tale volere. E in questo scatto direi che l'obiettivo è pienamente centrato.
Marco |
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Invocation obscure di Magh commento di pamar |
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Ciao Magh. Ho usato il termine post produzione, non ritocco intendendo quanto dici che hai fatto tipo bilanciamento dei toni oppure curve di contrasto. Questo basta a "spingere" una foto in una certa direzione grafica. Furbo poi non vue essere un termine negativo ma descrivere la piena consapevolezza di quanto si intende ottenere... M
arco |
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Invocation obscure di Magh commento di pamar |
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Se analizziamo l’immagine valutando solamente il “cosa”, ossia cosa è rappresentato, diremmo che è uno scorcio quasi banale (perdona il termine, ma lo uso per spiegare la mia idea). Se invece esaminiamo il “come”, ossia in che modalità la scena è rappresentata, allora tutto cambia e ne deriva un’immagine sopra le righe. Molti alberi ma uno e solo uno diventa oggetto e protagonista. Soggetto in modo inconfutabile. L’albero in evidenza non è solo ma circondato da altri vegetali uguali. Essi sono tuttavia come appena accennati, ne percepiamo la presenza ma essa non risalta concretamente. Quanto rende l’albero in primo piano indiscusso elemento presente e protagonista, è il suo essere pervaso da una luminosità unica e diversa. Nessun colore, nessuna forma preponderante che lo distingue….sarebbero state caratteristiche marginali per farlo risaltare, i colori delle piante sono simili ed anche le forme. Quindi luminosità (ottenuta anche con una furba e sapiente post produzione) . Il resto viene “ridotto” a puro sfondo scuro; ma uno sfondo non nero, in modo che sia intuibile l’ambientazione dello scatto. bella realizzazione.
Marco |
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Dalla terrazza del Sacro Monte 3:2 di pamar commento di pamar |
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Bruno1986 ha scritto: | Più che altro l'impressione di una leggera pendenza orizzontale/verticale - che tuttavia potrebbe essere insita nella struttura - e il taglio delle colonnine. Ma mi rendo conto che volendo mantenere questo pdr non potevi fare molto di più. Per cui benissimo così!
Un saluto  |
Ciao e grazie per la risposta. Si, hai visto bene. La struttura originale presenta una leggerissima pendenza ma nella mia fotografia risulta accentuata. ho usato un grandangolo (16-35 mm a circa 18/20 mm) e sfortunatamente senza cavalletto. Ho cercato di rimanere in asse ma non ti dico i casini poi in post per raddrizzare il tutto…ok la ringhiera ma non il suolo….e poi ok il suolo ma pessima la ringhiera….alla fine ho trovato una via dimezzo non perfetta. Grazie ancora per la precisazione richiesta.
Marco |
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7401 di -Max- commento di pamar |
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Una fotografia....non riesco a trovare le parole giuste.
Ho aspettato nel commentarla, pur avendola vista da questa mattina. Vista diverse volte. Una descrizione formale....non direbbe molto. Semplice, forse questo è il termine che più si avvicina a definirla. Ma neppure semplice è il termine corretto. Forse scarna....parola che ha però un connotato negativo. "Pulita" forse? Io con pulita intendo uno scatto lineare, senza elementi superflui, con tutto quanto disposto al posto giusto. Qui c'è un unico elemento....cosa allora? La verità è che non riesco a capire quanto mi sento affine ad uno scatto come questo. sicuramente non è una fotografia fatta "a caso", ma è pensata. La sua essenza deriva allora dalla sua grafica ridotta ai minimi termini. Quanto vuole comunicare è uno stato d'animo ed esso deriva indissolubilmente dalla sua essenza. Essenza che scaturisce dal suo essere costruita (o de-costruita) per sottrazioni. Sottrazioni dei toni e degli elementi. Due colori e un elemento...si gli elementi sarebbero due: cielo e nuvola, ma il cielo non agisce forse come sfondo? Allora sono giunto ad una mia conclusione: piaccia o meno questo scatto ha in sé una indubbia dote: non passa inosservato e "costringe" a pensare e fare congetture (ho usato il termine costringe non a caso, perché questa foto semplicemente non "propone" ma "vuole" che ci si fermi un attimo) . Insomma non cade velocemente nel dimenticatoio. E' un esempio concreto di come le scelte grafiche, se coerenti, si traducano nelle sensazioni che vuole trasmettere e veicolare un'immagine fotografica. Non molte immagini hanno tale dote; questa indubbiamente si.
Marco |
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solitario.... di 1962 commento di pamar |
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Che bella fotografia. a mio giudizio ha tutto. Colori, toni, composizione, pulizia e semplicità. Ispira alla visione calma e un momento magico fatto di meditazione e rilassatezza. Il mood che “esce” da tale scatto è una diretta conseguenza dei suoi connotati grafici e cromatici. Essi insieme contribuiscono a raggiungere il fine espressivo dell’immagine. Per esempio non solo i toni/colori ma anche e soprattutto la composizione. Composizione lineare, tranquilla e senza sovrapposizioni ed accavallamenti di troppi e superflui elementi.
Marco |
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