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Commenti da pamar
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
Old sadness
Old sadness di pamar commento di pamar

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
...
... di Claudia Costantino commento di pamar

Penso che alla base di questo scatto ci sia una bella idea alla quale corrisponde una buona realizzazione.
Per prima cosa a mio avviso azzeccata e basilare la scelta del B&N. Solitamente il B&N ha risvolti diversi dal colore su una immagine. Sembrerebbe che con la rinuncia ai colori si perde qualcosa…..in fondo qualcosa manca; i colori se ben dosati e ben messi in relazione forniscono dei risvolti vincenti. Di contro la loro assenza pone in risalto altre caratteristiche degli oggetti raffigurati che altrimenti sarebbero meno evidenti: forme, textures, contorni ed ombre. In un’immagine come questa, giocata sui rapporti grafici fra forme delle persone e sagome disegnate, ritengo che il B&N abbia molto da offrire a fronte dei colori che toglie. Tutti i connotati della fotografia risiedono nell’effetto di “confusione” e perdita momentanea di sicurezza nel riconoscere immediatamente cosa è persona e cosa è figura. certo basta pochissimo per raccapezzarsi, ma quel minuscolo lasso di tempo è sufficiente per porre un accento particolare sulla fotografia. Che dire della scelta grafica/compositiva? Inizialmente sono rimasto in dubbio sul voler includere delle zone ampie a destra e sinistra del passaggio delle persone….in fondo è quella la zona fulcro dell’immagine. Forse allora troppo spazio intorno e vero soggetto troppo esiguo? Ho provato quindi a visualizzare l’immagine senza gli spazi destro e sinistro. devo dire che in massima parte ho cambiato idea: le zone dove il tutto è immerso permettono di contestualizzare la scena e forniscono elementi concreti che fanno da contrapposizione alla scena della parte centrale esaltando (per contrasto) la sua caratteristica ambigua. Quindi per me ok cosi’, al limite un tantino di spazio in meno sui lati ma poco per non perdere l’ambientazione.

Marco
composizione in grigio
composizione in grigio di randagino commento di pamar

randagino ha scritto:
.....la foto è a colori e tutto era proprio così, bianco e nero naturale… Ciao


Caspita, non l'avevo proprio notato.

Marco
composizione in grigio
composizione in grigio di randagino commento di pamar

Efficace. Maniacalmente precisa. Vedi ombra triangolare con i vertici che terminano uno nell'angolo del fotogramma e l'altro nella fuga della fila di piastrelle. Spazi ben sfruttati con pieni e vuoti ad hoc. Strutture + ombre che formano un evidente ed azzeccato raddoppio di forme. Scelta del B&N efficace. Protagoniste sono forme ed ombre e non vi è nulla come il B&N per esaltare.

Marco
FS
FS di Antonio Mercadante commento di pamar

Non male. Un bel lavoro. B&N efficace ed un'ottima scelta, evidenzia spazi e forme senza distrazioni. In fondo di veramente essenziale qui sono le strutture e gli spazi ed i colori non sono basilari. Ottima l'idea di mettere una presenza umana. Essa, come detto dall'autore, contestualizzare il luogo e le sue dimensioni. Personalmente apprezzo le ombre, evidenti in taluni scatti, che modellano e disegnano i luoghi.
Bella prova.

Marco
C'è un uomo che cammina nella nebbia
C'è un uomo che cammina nella nebbia di pamar commento di pamar

Thank you Gianni. Smile

Marco
L'irruzione del Reale
L'irruzione del Reale di MC82 commento di pamar

Impegnativo. Mi viene in mente questa parola nell’approcciarmi a questo lavoro. ho usato la parola “approcciarmi” non casualmente. Anche il termine approccio non è dei migliori, ma mi serve per differenziare il semplice “vedere” con il desiderio di capire (anche se solo in parte) un lavoro e quello che è alla sua base; i suoi connotati concettuali, quanto vuole comunicare e i postulati sottesi. In lavori di questo tipo vi è un mondo di congetture, collegamenti e rimandi non semplici da cogliere. E ‘un lavoro al quale non basta una semplice e veloce analisi ma è necessaria una buona conoscenza di quanto vi è alla sua base. Di sicuro all’autore un lavoro del genere non è scaturito in un pomeriggio, ma (mi corregga l’autore se sbaglio) sono stati necessari innumerevoli momenti di pianificazione, progettazione “senza” impugnare fisicamente la macchina fotografica. Proprio come dice il grandissimo fotografo Duane Michals: "I'm not a photographer the moment I pick up the camera. When I pick one up, the hard work's already been done". Detto questo io posso solamente avvicinarmi cercando di ricordare il poco che sapevo circa le teorie di Lacan e in parallelo valutare l’estetica del lavoro, dapprima solo per essa, poi anche in relazione con il suffisso filosofico che è alla basa del portfolio.
Allora, faccio una valutazione iniziale che riguarda la natura puramente grafica del portfolio e la sua omogeneità e capacità di dipanarsi fluidamente e senza intoppi od ostacoli.
Mi viene naturale partire, proseguire dal tuo precedente lavoro che hai qui proposto, “L’informe”, senza la pretesa di poter dire che sono legati dal lato del significato ma puramente dal lato grafico. li vedo molto simili, sebbene uno sia in B&N e l’altro a colori. Ci trovo la stessa veste grafica delle immagini con l’uso di una veste grafica morbida e granulosa. Quanto è profondamente diverso e balza da subito all’occhio riguarda la scurezza estrema di questo lavoro, con le figure su uno sfondo scurissimo mente in “L’informe” gli sfondi sono sempre bianchi. Questo crea una sensazione di pesantezza ed oppressione e lascia intuire il diverso e quasi antitetico spirito che anima i due lavori. Come di consueto la grafica riconduce immancabilmente a significati che sono oltra una semplice veste e rimanda al concettualismo del lavoro. in questo caso cupo non si rifà solo alla veste grafica ma veicola l’atmosfera che permea il lavoro. Mano mano che mi soffermo sulle immagini poi tendo ad associare il colore con una sorta di B&N….nel senso che il colore presente è solo una singola tonalità. Tonalità ocra scurissimo/carne. Un monocromatismo assimilabile ad un B&N, ma che unita ai toni particolarmente scuri e conferisce un’aria più cupa e pesante quasi mancasse una ventata di aria. altra caratteristica che ho notato sono gli occhi. Spesso celati nell’ombra ma quando visibili lo sono in modo quasi completo, bulbi oculari neri e resi vivi da dei riflessi luminosi che li rendono inquietanti e pervasi da una sorta di panico, quasi paura o consapevolezza della propria condizione dellla quale ci si è resi conto dopo il rendersi conto della propria condizione interna, prima della successiva accettazione dello stato delle cose e la capacità di ascoltare e capire il proprio inconscio (non è tutta farina del mio sacco….sono andato a rivedermi velocemente le idee di Lacan). Ed allora, capendo o cercando di comprendere l’idea che sottende questo portfolio, addentrandosi e facendo proprio il filo conduttore che passa attraverso il lavoro, forse acquista un significato interpretabile e comprensibile l’ultima fotografia, quella che chiude la serie. Un volto fermo e non squassato come quelli precedenti. Reso fermo e stabile dall’avere raggiunto una prima negata consapevolezza. Un volto di persona ormai matura, adulta come età. persona che si è resa conto del proprio essere e calma, ferma, con lo sguardo titubante che esprime un interrogativo; ora consapevole ma conscio di potersi perdere e portato a spegnersi e perdere ogni iniziativa…quello che potrebbe essere insito nella vita di oggi: la perdita del desiderio a fronte del soddisfare l’impulso del tutto subito che porta alla sua cancellazione.

Marco
La città che si sveglia
La città che si sveglia di reddo commento di pamar

Trovo sia un ottimo scatto. Non è una rappresentazione troppo comune di una veduta di una cittadina da lontano che giunge ad uno sfondo paesaggistico. C’è qualcosa in più. Mi riferisco al primo piano con gli edifici. Grazie alla presenza di tali elementi, che per la loro vicinanza, risultano più grandi e ben tangibili, essi formano una sorta di piede d’appoggio visivo che introduce a tutta la scena. Non solo, ma anche la loro tipologia ha un significato: campanili, basiliche e torri, strutture ben diverse rispetto al mare di case minuscole che formano il successivo tessuto urbano. Tra le altre cose anche grazie a tale primo piano la scena risulta divisa in tre zone univoche e ben differenziate. Il primo piano con i suoi edifici storici e rappresentati in modo voluminoso. Il centro formato da un mare di case piccole per la lontananza e quasi indistinguibili. Lo sfondo paesaggistico e naturale senza ogni sorta di edifici. Tre fasce diverse sia per loro natura che come oggetti contenuti, sia anche per le proporzioni. I colori? A mio avviso la dominante blu’ in questo caso ci sta. Senza dubbio non è la tonalità reale del momento fotografato, ma serve a rappresentare in modo efficace la situazione e l’ora immortalata. In fondo la fotografia non puo’ essere ridotta ad una mera raffigurazione della realtà dei fatti e a volte (come in questo caso) una dominante serve a simboleggiare e rappresentare una situazione. E poi la foto rivista postata in seguito ha un qualcosa di irreale e finto laddove invece la versione originale viene accettata dal nostro io anche se ci si rende conto del molto blu’.

Marco
Ho visto la luce
Ho visto la luce di Antonio Mercadante commento di pamar

Mio gusto personale, non vuole essere una critica, ma se fosse mia opterei per un tutto racchiuso e quasi simmetrico in un bel fotogramma quadrato. Toglierei tutta la parte della strada e metà del marciapiede. La statua elle due mani la posizionerei proprio al centro ed allo stesso modo la persona la disporrei centrale proprio sotto alle due mani. Sarebbe tutto maggiormente armonico e bilanciato. Scatto interessante.

Marco
'''
''' di opeio commento di pamar

Ciao,

immagine a suo modo interessante e particolare. Continui ad immortalare dettagli o particolari di elementi comuni e non eclatanti., con l’uso del B&N. Noto tuttavia un cambiamento nel tuo modus operandi. Lo vedo in questa immagine ma in parte anche in quella che hai postato che raffigura una ringhiera di un balcone. Manca l’uso 8sempre assiduo) dello sfocato, un piccolo dettaglio a fuoco che fa da piede d’appoggio introduttivo al grosso della scena fuori fuoco e a suo modo resa per elementi non chiari e definiti. Nell’immagine dell’inferriata essa è preponderante per estensione e zona coperta del fotogramma ed a fuoco perfetto. qui addirittura tutto pare a fuoco. Forse anche i toni che caratterizzano il tutto sono più decisi e la scena risulta molto meglio definita nei suoi elementi. Non è una critica, ci mancherebbe, solo una mia personale valutazione di cambiamento che noto.

Marco
Specchio delle mie brame ...
Specchio delle mie brame ... di gianpilux commento di pamar

ciao,

Prima di tutto parto col dire che l’uso di una maf selettiva reputo sia un connotato fondamentale in questo tipo di fotografia. Nella figura ci sono due elementi che insieme “costruiscono” la storia sottesa. Il rapporto fra persona ed immagine, la loro diversità estetica, il fatto che uno specchietto di quel genere probabilmente lo vedremmo in mano ad una ragazzina e non ad una donna anziana. La posa stessa dell’anziana che sembra una ragazza vanitosa che si rimira. Tutte e due a fuoco secondo me non ci sarebbero state bene (troppo densa di elementi la foto). Comunque tutto si gioca fra il legame fra donna e specchio; legame che a tratti appare divertente, a tratti straniante, a tratti intimo.
io la penso in modo diverso da Giovanni circa la zona a fuoco e quella sfocata., per me la scelta della messa a fuoco sullo specchietto è vincente. Dico questo immaginando la donna a fuoco e lo specchio sfocato: troppo piccolo lo specchietto per risultare evidente nei suoi dettagli salienti. Fondamentale ü la piena interpretabilità della figura sul suo dorso perché qui’ si gioca molto del rapporto fra le due figure. Il grado di fuori fuoco della donna è sufficiente per interpretare i suoi connotati fondamentali: età, vestiario e provenienza, espressione ecc. vengono colti di lei tutti i connotati essenziali e non c’è niente di misterioso o non capace di trovare risposta.
una bella prova a mio parere.

Marco
reinterpretation 07 - asymmetric diptych
reinterpretation 07 - asymmetric diptych di pamar commento di pamar

Smile grazie.

Marco
Trieste Canal Grande
Trieste Canal Grande di essedi commento di pamar

Una fotografia sopra le righe, in senso positivissimo. A mio avviso molte fotografie stupende, curate, impeccabili, hanno una pecca: non riescono a rimanere impresse ed a colpire chi le vede. Non dico che non fanno dire “wow”, tuttavia la meraviglia si ha solamente al momento della prima visione, poi cadono nel dimenticatoio perché non hanno quel quid che permane dopo la visione iniziale. Questo probabilmente perché siamo circondati da innumerevoli immagini ogni giorno ed è difficile che qualcuna attiri il nostro interesse e rimanga nella mente per diverso tempo. Io penso che una delle caratteristiche che rende una foto efficace sia un connotato “particolare”, un dettaglio non subito palese e comune. …un qualcosa che è oltre i soliti schemi che siamo abituati a vedere nella realtà e poi rappresentato in fotografia. Questa immagine, per esempio, illustra una scena che non ha nulla di speciale; una scena di un canale e un edificio specchiato nell’acqua calma e poi una barca ormeggiata. Nulla di poco comune, nulla di “strano”, nulla che non ci aspetteremmo di trovare e vedere. Ma non è semplicemente il cosa è raffigurato, ma il come esso è raffigurato. Una scena dove elementi comuni sono disposti in modo tale da “costruire” una raffigurazione non comune, che quasi non ci aspetteremmo. Sembra quasi una scena non reale e serve qualche secondo per essere introdotti nel come e perché. Basta poco ma non é subito immediato. Ne deriva una sensazione di particolarità che rende lo scatto avvincente e sopra le righe. Per me bellissima idea e realizzazione. Bellissima realizzazione perché essa contribuisce alla sensazione ed effetto. I due elementi principali, il riflesso nell’acqua e la barca sono disposti con il giusto grado di sovrapposizione che non li maschera eccessivamente, li rende riconoscibili da subito. Essi sono poi inquadrati in modo stretto senza introdurre altri elementi che focalizzerebbero l’attenzione svelando da subito la tipologia della scena. Due elementi: immagine riflessa del caseggiato e barca. niente d’altro. Se per esempio ci fosse stato anche l’edificio o la zona di banchina dove la barca è ormeggiata sarebbe stata subito palese la situazione, cancellando l’iniziale effetto straniante. Invece così vengono a mancare certi riferimenti fisici che ci permettono da subito di inquadrare e decifrare la scena. pochi elementi, disposizione geometrica e pulita, assenza del non utile/essenziale.

Marco
s.t
s.t di Gianluca Riefolo commento di pamar

uno scatto particolare. La tipologia di scena immortalata, nebbiosa, conduce ad un mood molto particolare, un’atmosfera ovattata data dagli oggetti ed i contorni tenuemente impressionati. A mio avviso ci sarebbe un dettaglio che potrebbe rendere la fotografia ancora migliore: manca un singolo elemento o dettaglio maggiormente definito, magari piu’ in primo piano. Esso, fungerebbe da “punto di appoggio” per lo sguardo che si spingerebbe poi verso la scena piu’ nebbiosa. Non solo, ma la presenza di un elemento definito accentuerebbe anche la sensazione di calma ovattata della scena avvolta nella nebbia, quasi per contrapposizione.

Marco
Orizzonti padani (monotonie)
Orizzonti padani (monotonie) di jus commento di pamar

Bello. Un portfolio coerente e ben strutturato e costruito. Io personalmente toglierei un paio di fotografie (poi ti dico). La cosa più impegnativa nella creazione di un portfolio fotografico è la scelta dei “pezzi” dal quale è composto….almeno per me è così, ma penso proprio che il discorso sia vero per chiunque. Non basta che il lavoro sia fatto da singole fotografie impeccabili e validissime ma occorre che queste si amalgamino e siano in una sequenza coerente, in numero adeguato e con sfaccettature che coprano gli aspetti che vogliono essere illustrati. Non basta che il lavoro sia composto da singoli tasselli impeccabili, essi devono avere la giusta amalgama ed essere nella giusta “quantità”. Passatemi il paragone: è come quando si cucina una pietanza…per fare un minestrone mi serve della pasta, verdure, brodo, sale, qualche aroma. ogni singolo ingrediente può essere della qualità migliore, ma se ci metto troppo sale verrà pessimo e stessa cosa se ci metto della marmellata o verdure insufficienti. Oppure una frase: mi servono delle parole, in numero corretto e disposte in un certo modo, altrimenti ottengo solo una sequenza senza senso con troppe o poche parole messe a caso.
Il tuo lavoro, come detto prima, trovo che sia ben fatto. composto da scatti coerenti e ben realizzati. Essi raccontano ed illustrano una certa tipologia di paesaggio Lombardo. Niente montagne o fiumi e laghi o boschi. Semplicemente i terreni della pianura, terreni che sovente si vedono percorrendo le autostrade e che si estendono per chilometri tutti simili. Terreni che sovente inframmezzano la regione e si vedono nelle zone fra una città o un paese e l’altro. Zone che sono “altro” rispetto al “bello a tutti i costi” e che spesso, soprattutto gli abitanti della zona, tendono ad ignorare o non dargli troppa importanza. sono tuttavia paesaggi che rientrano nel quotidiano degli abitanti e che “sono” e simboleggiano le zone ed il vissuto abituali e sono nelle corde degli abitanti. Visioni abituali e tranquillizzanti, punti fissi la cui presenza è data per scontata ma la loro assenza sarebbe dirompente, un cambiamento dirompente. In questo portfolio hai saputo rappresentare queste zone con il giusto spirito, creando col loro insieme un mood azzeccato e capace di rappresentare l’atmosfera che essi sottendono. Clima atmosferico abbastanza sereno, niente cieli coperti o plumbei, niente pioggia ma neppure sole splendente, il cielo è sempre un poco velato e dove piu’ dove meno non vi è mai un cielo sereno di festa. Questo dettaglio contribuisce, assieme all’ambientazione ad uniformare il lavoro. Fondamentale è poi la scelta della tipologia di ripresa dei soggetti: scorci con il terreno piatto ed erba o coltivazioni già dal primo piano ed alberi e tralicci o cavalcavia o qualche costruzione sullo sfondo. quei fotogrammi che 8come ti dicevo all’inizio) eliminerei, non perché non coerenti cromaticamente o stilisticamente, ma perché non ricalcano questo schema compositivo descritto sono l’ultimo (con i tre alberi in primo piano) e la 5 che presenta dei rami in primo piano che intralciano la vista. Si, è vero, anche la 1 ha degli alberi in primo piano ma essi non intralciano la vista del paesaggio e fanno quasi da cornice introduttiva ad esso. concludendo lo trovo un bel lavoro, coerente, con scatti uniformi stilisticamente che danno vita ad un portfolio ben dosato e costruito, capace di illustrare e trasmettere l’atmosfera e mostrare l’essenza dei luoghi illustrati.

Marco
C'è un uomo che cammina nella nebbia
C'è un uomo che cammina nella nebbia di pamar commento di pamar

grazie a tutti per il passaggio e le idee.

Marco
.....?
.....? di pamar commento di pamar

molte grazie Claudio e Fabiana per essere passati e aver detto la vostra.

Marco
alba nebbiosa al Castello di Torrechiara
alba nebbiosa al Castello di Torrechiara di paolodesa commento di pamar

sottoscrivo quanto detto dagli altri: gran bella luce. Anche la composizione globale la trovo buona. Non mi dilungo, ma ci tengo a sottolineare un accorgimento che rende questa foto vincente: si vedono in giro molte foto di paesaggi nebbiosi; questa ha una caratteristica che la pone sopra la media: nebbia c'è, ma vi è un elemento (o una zona) che ne è libera, ben ripresa, con colori non attutiti e ben evidente (parlo dei due alberelli in primo piano). Questo fornisce un punto di appoggio visivo ed in conseguenza evidenzia la zona retrostante avvolta dalla nebbia in modo ancora piu' efficace. Paesaggi tutti immersi nella nebbia o foschia mancano di un elemento nitido che svolge questa duplice funzione di "accogliere" lo sguardo e portarlo poi alla parte nebbiosa rendendo ancora maggiormente palese la sua caratteristica. Ottimo.

Marco
S.T. orizz.
S.T. orizz. di pamar commento di pamar

Grazie per le parole Claudio, Antonio, Elis.

Marco
C'è un uomo che cammina nella nebbia
C'è un uomo che cammina nella nebbia di pamar commento di pamar

Scattare una foto con queste biottiche ha per me un fascino impagabile: inquadrare e mettere a fuoco col mirino a pozzetto, poi usare un esposimetro esterno e regolare tempi e diaframmi...ricontrollare tutto....e infine...controllare ancora ed infine scattare. Molto piu' tempo dedicato a previsualizzare ed a pensare. D'altronde un rullo 120 ha solo 12 fotogrammi. Non è possibile fare xx scatti ad un soggetto come con le digitali, vederli subito e "scegliere" il migliore. Scatti, immagini (e non vedi nulla in diretta) ed aspetti fino allo sviluppo. Meno veloce, meno comodo e pratico.....ma le sensazioni che hai sono magiche ed uniche.

Marco
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