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St di batstef commento di pamar |
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Di questo scatto risalta l'atmosfera che è conseguenza del tempo atmosferico (chiaramente elemento fondamentale) ma anche è conseguenza del come la scena è stata costruita. I due elementi, tempo e costruzione della scena vanno a braccetto e si associano nel "fare" la fotografia. Soggetto primario (la costruzione) sulla sfondo; resa abbastanza grande da permetterne la piena leggibilità ma spazio antistante capace di lasciare vedere buona parte del viale/zona di accesso....e ci si accorge quasi subito che tale viale è da un certo tempo in disuso: erbe incolte e siepi lasciate crescere liberamente. Allora si è portati a focalizzarsi sulla facciata e per prime si notano le finestre tutte immancabilmente chiuse e ci si rende conto che quello che la nebbia tentava di celare emerge dai vari dettagli: la casa è chiusa e disabitata. Per quanto sarà cosi? Da quanto è cosi? Domande senza risposta certa. Forse è anche questo alone di non chiaro ed ambiguo a rendere lo scatto affascinante.
Marco |
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s.t. di Arpal commento di pamar |
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Ciao, la foto ritrarrebbe una bella situazione.....ma.....mio limite, mia pecca, un'immagine con un muro pendente non riesco ad accettarla e non riesco ad immedesimarmi e a parlarne coerentemente. Scusa, mio limite.
Marco |
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Reinterpretation - asymmetric diptych di pamar commento di pamar |
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Fotografie macro (obiettivo macro e tubi di prolunga) che formano dei dittici composti da un'immagine 3:2 più una 1:1.
Non delle macro puramente "tecniche" ma la volontà di soffermarsi su forme e strutture e di associare particolari esteticamente affini. Nessuna elaborazione grafica, anche le fotografie piu' sui generis derivano da sovrapposizioni o frammischiamenti di scatti reali.
Marco |
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Gentrificazione di manuels commento di pamar |
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un lavoro che ha molti elementi che apprezzo. Prima di tutto, cosa fondamentale in un portfolio, la coerenza stilistica all'interno del lavoro. Scatti di uguale fattura, non solo per quello che riguarda i soggetti, ma anche (ed in tale caso) soprattutto per l'uniformità della resa e realizzazione. Uguali tinte dei soggetti, uguali tinte e tipologia di sfondo, uguale tipo di rappresentazione sia del soggetto che dell'insieme della scena. Secondo il mio parere gia questo rende il lavoro coerente e ottimale. E poi, salvo la dicotomia colore vs B&N mi rimanda al lavoro dei Becher ed alla scuola di Dusseldorf; soprattutto per la prassi di immortalare il soggetto in modo lineare e schematico/pulito e per la sua unicità ed assenza di altri elementi nel fotogramma; inoltre ci vedo anche un parallelismo nel modo di rappresentare gli sfondi: puliti e chiari, senza nulla d'altro, neppure qualche nuvoletta. diverso dai Becher il voler "escludere" la base delle costruzioni, ma in fondo il fine raggiunto è comparabile: isolare il soggetto dal resto ed incentrare tutto su di lui. Foto con rigore architettonico e quasi maniacale, soggetti rappresentati univocamente e solitari. Scopo pienamente centrato.
Marco |
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Sulla metro di paolo cadeddu commento di pamar |
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uno scatto che apprezzo. Luci ed ombre. chiazze di luce che "costruiscono" e delineano l'ambiente, disegnando i connotati della scena. Le zone luminose sulle pareti delimitano la larghezza della visuale (che poi è la larghezza stessa della galleria), ed i binari, chiari e perfettamente leggibili, disegnano il percorso ed il suo estendersi fino in lontananza dopo la curva. Sono d'accordo con Antonio sullo spostare leggermente il punto di ripresa per seguire meglio la curva. Invece penso che sia ottimale il B&N (sacrificando il colore delle luci) perché penso che il tutto sia disegnato dalle luci stesse che costruiscono gli spazi dimensionali ed il percorso contrapponendosi agli scuri. Molto granulosa (ISO alti per forza di cose) ma secondo me è un dettaglio che non stona ed aiuta a percepire la scurezza dell'ambiente dove è stata scattata la fotografia. Forse (e dico forse) sarebbe stata meglio anche piu' scura, visto che quello che conta sono le zone illuminate del fotogramma che disegnano gli spazi.
Marco |
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ST di pamar commento di pamar |
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Grazie Bruno, Franco, AarnMunro e Arnaldo per il passaggio ed i giudizi.
Marco |
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La foglia più grande di pulchrum commento di pamar |
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Una fotografia abbastanza comune, nulla di nuovo. Tuttavia l’apprezzo perché progettata e realizzata in modo molto accattivante ed impeccabile. La prima cosa che salta all’occhio è la contrapposizione molto efficace fra foglia grande e letto di foglioline. grandezza e soprattutto colori diversi. Nello sfondo vi sono i gialli, i marroni chiari e scuri, i grigi ma nulla di verde. anche la disposizione nel frame mi pare azzeccata, con la nervatura principale della foglia che segue la diagonale del fotogramma. Quindi nulla di eclatante come novità ma il tutto è costruito ottimamente per ottenere un effetto grafico molto piacevole.
Marco |
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Tex Willer di Harma commento di pamar |
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Bello, una testimonianza di un’occasione particolare ed un momento sui generis. L’atmosfera che emerge è quella di un momento quasi intimo e di un gesto non pianificato ma occasionale che capitata quasi per caso, su una tavola utilizzata per mangiare (si capisce chiaramente dalle briciole sulla tovaglia in alto).
Dal punto di vista puramente formale costruttivo buona l’idea del fuoco sul disegno, incorniciato dall’autore (capo + braccio) nell’atto di disegnare. Tuttavia personalmente cambierei qualche elemento (ma sono miei pensieri, non critiche esplicite). Prima di tutto taglierei la parte superiore dove sono presenti la parte superiore del capo del disegnatore coperta dai capelli; non troppo, magari qualche centimetro, perché penso che sia una zona troppo vuota e non sia essenziale ma, di contro, levandola la zona fulcro ossia il disegno si verrebbe a trovare in un punto verticale maggiormente armonico e il tutto sarebbe meglio bilanciato. Approvp l’idea di inquadrare solo una porzione del capo della persona. Invece taglierei qualcosa anche in basso perché la spalla mi pare eccessiva come superficie occupata. In tal modo, tagliando una porzione sopra ed una sotto verrebbe ancora maggiormente bilanciato l’intera scena ed il fotogramma come ho descritto precedentemente. Comunque, nel complesso, trovo che sia una prova veramente buona sia dal punto di vista grafico che del momento immortalato.
Marco |
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st di albo49 commento di pamar |
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Guardando ieri questa fotografia ho tirato dritto pensando che era una delle tante che ci sono in giro con quel soggetto. Visto che ho una memoria ridicola oggi l’ho riaperta per vedere cosa fosse e una volta rivista stavo per passare avanti quando…..qualcosa mi ha fermato. Un particolare che mi stava sfuggendo ma che rende lo scatto particolare. mi riferisco alle ombre. sono tre, ma di primo acchito ci sono solamente due soggetti. Essendo le persone ridotte a siluette nere una delle tre persone “scompare” dietro ad un’altra. Non immediatamente si capisce che le persone sono in realtà tre; si nota poi il piede destro della terza persona che sbuca dalla gamba della persona davanti a lui…(peccato per quel piede, non si fosse visto era una scena impeccabile). Contribuiscono all’effetto il taglio delle persone ad altezza della vita e la buona disposizione delle ombre che si disegnano a terra lungo la diagonale del fotogramma, inoltre la ripresa semplice e pulita: persone + ombre + suolo, nulla d’altro. Molto valida.
Marco |
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ST di pamar commento di pamar |
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Colonnato di una cappella del Sacro Monte di Varese |
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Il Santuario di batstef commento di pamar |
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questa fotografia è diversa per alcuni aspetti rispetto le solite che attualmente posti. Si tratta sempre di un’immagine di un luogo abbandonato. I segni del tempo sono evidenti , ma c’è un qualcosa di particolare, un qualcosa che me la rende particolarmente affascinante. L’ho notato quasi da subito…un locale dove l’abbandono è evidente, con infissi divelti ed abbandonati a terra, muri semi diroccati e scrostati. e poi i soffitti affrescati e decorati, quasi fosse un luogo con un certo prestigio a suo tempo e poi, prima dell’abbandono, ha perso la sua iniziale funzione per diventare una sorta di deposito o cantina. una sorta di nobile decaduto e poi lasciato andare in malora. Comunque, dicevo, l’elemento che mi ha colpito sono le due poltrone ed il divano. Soli arredi in un locale vuoto. Spiccano nella loro solitudine di arredi quasi fuori posto, perché il locale sembrerebbe essere stato usato per altro prima dell’abbandono. domende senza risposte. Elementi quali il soffitto affrescato e il divano che sembrano fare a pugni con l’ambientazione….o forse vogliono raccontare un passato, ora incedibile di quel luogo.
Marco |
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SFeliceCirceo_Gen19 di GiovanniQ commento di pamar |
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grafismo puro ed accattivante. Pochi elementi che creano un disegno geometrico dove la luce gioca un ruolo fondamentale disegnando la linea verticale sull’acqua; linea che parte dal sole. Bene il sole centrale orizzontalmente. In uno scatto del genere metterlo laterale avrebbe levato quanto vi è di notevole, ossia le geometre ed i simmetrismi. Proprio perché giocata sulle linee simmetriche necessita di precisione estrema. Sono io che vedo male o l’orizzonte dell’acqua pende decisamente? Oppure è l’obiettivo che rende un effetto molto curvo?
Marco |
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Riflessioni di brunomar commento di pamar |
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Foto che sono “altro” rispetto ad una consona rappresentazione del reale mi hanno sempre affascinato. Il concettuale in fotografia, se ben strutturato e realizzato ha comunque un fascino tutto suo. A mio parere comunque un lavoro di questo genere deve essere a suo modo strutturato, ossia deve avere un punto focalizzabile che si dipana poi verso una rappresentazione anche ambigua o non immediatamente lampante. Affrontare argomenti di questo tipo è arduo con un singolo scatto che, spesso, risulta troppo oscuro o vice versa troppo palese. Per questo penso che un lavoro o una tematica del genere difficilmente possano “esistere” ed essere complete con uno scatto singolo. Un portfolio, un gruppo di scatti tematici sarebbe il meglio. Il tuo scatto, sebbene affascinante, ha il rischio di essere male interpretato o non-capito. Questo per il suo essere oscuro nel perché e come. Il pericolo è che non sia capito e passi per un operazione puramente grafica o un errore spacciato per altro, quando magari nelle intenzioni dell’autore vuole essere “altro” e rappresentare un concetto.
Marco |
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Old sadness di pamar commento di pamar |
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Grazie essedi, I.K. e Harma per il passaggio e le parole.
Si tratta di uno scatto digitale rivisto e rielaborato per dargli una parvenza di vecchio più che di grana vera e propria (aggiunta di grana e vignettatura). Con i software attuali esistono anche dei modi per ricreare la resa della pellicola e addirittura scegliere quale pellicola per marca, modello e sensibilità.
Certo che l’atto di scattare con una macchina caricata a pellicola, magari una medio formato, è tutta una altra cosa…..come anche il risultato a livello di grana ottenuto.
Marco |
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Stairs di carcat commento di pamar |
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Ciao Mario,
ho visto la prova che hai fatto. Dimostra, come sostenevi, che la cornice grafica della struttura è ottenibile senza troppo penare lavorando uno scatto ampio in post. Su questo punto, ossia che era fattibilissimo, non avevo dubbi anche prima dell’esempio. Tralasciando momentaneamente, la questione dello scatto nato così o ottenuto così in post, ne deriva l’assoluta consapevolezza del poter creare a posteriori una situazione che non è presente originariamente. penso che all’incirca diamo la stessa importanza concettuale alla creazione al momento dello scatto o a posteriori sul PC. da questo punto di vista mi avvalgo di due elementi per essere certo che l’autore lo scatto l’ha previsualizzato in questo modo: primariamente la sua testimonianza; e poi anche un’analisi del risultato grafico (NB solo grafico): nella versione da te postata ed elaborata noto una diversità circa gli accorgimenti grafici presenti. Per esempio i vertici delle parti superiori dei corrimano delle scale che terminano negli angoli del fotogramma. Questo mi fa propendere per ritenere che lo scatto sia stato voluto in questo modo e che poi sia stato ottimizzato al PC. Partire da uno scatto generico e ricavare in toto una costruzione grafica a posteriori non sempre ü palese e facile se non si è appunto partiti da una idea all’atto dello scatto. E poi, cosa basilare e fondamentale ai fini della particolarità e fascino della fotografia postata è la presenza delle due persone. L’autore li ha “visti” e immortalati in quelle posizioni, con quell’atteggiamento. Io penso che non è cosa (almeno, non per me) semplice o fattibile ottenere una immagine del genere rimaneggiando uno scatto generico, un calderone dove c’è di tutto ed essere convinti che scattando senza un piano poi a casa tanto qualcosa di decente ottengo. Comunque a mio parere lo scatto dell’autore carcat ü particolare e sopra la media perché è oltre rispetto ad una semplice rappresentazione grafica/architettonica pure impeccabile. Oltre l’esempio che hai postato. Magari un grafismo è ottenibile rimaneggiando un file generico, ma a mio avviso la presenza delle persone in quei punti sottende tutto un insieme di congetture ed ipotesi e pensieri che sono “oltre” la semplice impeccabilità e pulizia strutturale.
Marco |
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Stairs di carcat commento di pamar |
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ciao Mario,
mi fa piacere proseguire lo scambio di opinioni. Hai ragione, il bello di un forum é la possibilità di discutere e scambiare idee e vedute. Certo spesso non è semplice accettare critiche o idee diverse. Solitamente ciascuno è convinto della validità del suo. Intervenire solo con lodi è piu' semplice e sicuro. Se si pone una diversa interpretazione, una critica o visione si rischia spesso di urtare. Io per esempio ne so qualcosa perché spesso ho avuto contrasti di questo tipo e di carattere sono soggetto a credere di essere sempre nel giusto quando si puntualizza su una mia fotografia, e a dire che la critica arriva da uno che non capisce un caz......salvo poi valutare le cose con calma e riconoscere la fondatezza di talune altrui ragioni. Per questo motivo mi sono imposto di evitare risposte immediate ma di lasciare scorrere un poco di acqua sotto il ponte prima di rispondere....altrimenti diciamo che "corrosivo" è il mio secondo nome.
Comunque, bando alle ciance. Riguardo i tagli, di massima concordo. E' diverso avere in mente un progetto prima di scattare e ricavare un qualcosa a posteriori partendo da tutt'altro. E' diverso perfezionare qualcosa che nasce sui binari giusti da trasformare delle mele in pere a posteriori. La semplicità di farlo con gli strumenti attuali è abbastanza semplice un po' per tutti. Circa la fotografia in questione io sono convinto che sia stata resa impeccabile con un lavoro post scatto. Basta vedere la precisione della costruzione, le diagonali che puntano perfettamente ai vertici, l'ortogonalità dell'insieme, la posizione delle due persone.....parliamoci chiaro, azzeccare tutto al momento dello scatto senza una successiva ottimizzazione è roba da Mandrake. Allo stesso modo io sono convinto che l'autore aveva in mente, voleva, ottenere uno scatto con queste caratteristiche. insomma ha previsualizzato il tutto. Ritaglio di uno scatto rettangolare? potrebbe essere, ma a mio avviso non conta se l'idea era di ottenere poi un quadrato. sarebbe in fondo anche troppo complicato partire dalla volontà di scattare rettangolare e poi avere gli elementi per rimaneggiare il tutto in un quadrato con tali connotati finali. Se scatti rettangolare fai delle scelte automatiche ed inconsapevoli che vertono verso il meglio ottenibile al momento dello scatto (rettangolare. Se parti con la consapevolezza di ottenere poi un quadrato e scatti rettangolare incentri tutti gli elementi chiave e basilari verso il quadrato, e lo spazio in piu' serve come margine su cui giocare e zona di sicurezza. Certo poi ci sono le eccezioni fortunose che possono smentire il mio ragionamento. Da parte mia posso dirti che amo il quadrato, e scatto comunque rettangolare (a meno che non usi la 6x6 medio formato), ma con la consapevolezza che quella foto sarà quadrata e ragiono ed opero sapendo che sarà un quadrato e "vedo" la scena come quadrato. Poi, come detto, mi ritrovo un rettangolo ma i lati sono solo roba da scartare e sempre margini di sicurezza; una sorta di salvagente per rimediare ad errori o imprecisioni. Io ragiono così e, salvo smentite, sono portato a credere che sia cosi' anche in questo caso. penso inoltre che ci sia una differenza concettuale palese fra partire da un'idea ed ottenerla poi casualmente sul PC.
Circa iltuo discorso sulla fotografia zen......non sono totalmente affine al tuo ragionamento. A mio avviso non è semplicemente una questione di padronanza dello strumento e della tecnica. Sarebbe troppo semplice. Togliere invece di aggiungere, disporre in modo armonico, dare il giusto peso ai vari elementi.....non è banale e non è per nulla facile. se devo mettermi in gioco posso sostenere che una fotografia del genere (parlo di quella di carcat) avrei avuto non poche difficoltà ad ottenerla, a pensarla. Secondo me non è basata solo su precisione geometrica della struttura ma la presenza delle due persone è elemento fondamentale. Se invece delle persone ci fossero stati due piloni o qualche oggetto fisico la foto sarebbe risultata molto piu' anonima e fondata solo su abilità di pulizia geometrica. e cavolo, raffigurare due persone in quei punti, con lo postura quasi identica ecc. non è roba che reputo da tutti o semplice. Certo poi vi sono fotografie con sfaccettature diverse, con connotati e piani diversi, ma questa opera zen non la trovo per nulla facile o basata solo su precisione tecnica e ripeto, non saprei dire se scatti simili sono comuni sul forum ma penso siano pochissimi quelli con i connotati di questo e con la presenza non banale delle due persone.
Marco
PS conoscevo Shore e lo scatto che hai proposto, scavando nella memoria, l'ho ricondotto a lui. Invece Friedlander non mi era noto......ma san Google fa miracoli. |
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Stairs di carcat commento di pamar |
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fmongili ha scritto: | Ciao Marco, innanzi tutto ho letto le riflessioni Tue e di Mario con interesse ( non se ne leggono abbastanza purtroppo), detto questo, facendo seguito a quello che avete scritto, mi sono ispirato al “WOW pensiero”.
Credo ce ne siano 2 tipi in fotografia, il primo è Wow che bella foto! dove il contenuto fa emergere emozioni, ricordi ecc.….. ed il secondo è Wow che bel lavoro! dove il contenuto appaga i nostri sensi riportandoci alle capacità tecnico creative dell’autore stesso.
Sicuramente questo scatto fa parte del secondo tipo
Il fatto poi che possa rimanere impressa nella nostra memoria o meno, è un aspetto difficilmente decodificabile per quanto mi riguarda.
Un caro saluto a tutti e di nuovo un grande bravo al nostro Carcat |
Ciao fmongili,
il riferimento all'elemento wow, o se vogliamo meraviglia, di fronte ad una fotografia era un semplice esempio per sostenere che non sempre questo iniziale effetto, tale reazione è seguita da altro ma che questo stupore poi finisce. Altre fotografie pur rifuggendo un effetto meravigli iniziale conducono ad un profondo immedesimarsi e capire, fare propri i suoi connotati. Certo il TOP è l'essere avvincenti e coinvolgenti da subito ma poi essere in grado di svilupparsi nel tempo e di rimanere impressi per ulteriori motivi. Certo, quest'ultimo caso è raro e li risiede la dote di non cadere nel dimenticatoio. E' insomma la capacità di una fotografia di non venire sommersa da mille altre immagini con le quali nel tempo veniamo a contatto.
Marco |
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S.t. di Flavia Daneo commento di pamar |
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Molto molto bella. Particolare, come è già stato rilevato l'espressione del piccolo. E poi una chicca: la fascia viola sulla tende "continua" con la porzione blu di tessuto sulla fronte del bambino. Questo crea linearità ed armonia grafica. Perdonami se mi permetto, ma io adoro il formato quadrato.....se ti scoccia fallo levare senza problemi. L'ho messo per proporti una variante ancora maggiormente raccolta, intima e bilanciata.
Marco |
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Stairs di carcat commento di pamar |
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Mario, ho letto con interesse il tuo intervento. Ti rispondo riguardo alcune valutazioni che hai intavolato. Valutazioni che mi vedono in disaccordo. D'altronde é questo il bello di una discussione. Se tutti la pensassimo allo stesso modo sai che pizza.
Prima di tutto vorrei chiarire la mia affermazione riguardo l'effetto wow. Questo scatto NON si basa su tale effetto. Come avevo scritto ci sono altre immagini che colpiscono all'istante con meraviglia. quanto avevo detto è che a volte tale wow iniziale non ha conseguenze nel tempo e porta all'oblio. Questa immagine rifugge dall'effetto meraviglia istantaneo, indubbiamente per il genere e tipo di soggetto rappresentato. Ha invece la dote di farsi apprezzare poco per volta e di rimanere viva nella mente. Rimanere viva nella mente vuole dire che pur non avendo un effetto di meraviglia istantaneo, di stupore, riesce a vincere di fronte a molte altre immagini che ci circondano e che non lasciano traccia in noi. L'esempio del bambino e dei palloncini non ha la stessa valenza. Per un bambino i palloncini sono qualcosa che colpisce la sua fantasia ma che forse sarà rimosso al cospetto di un altro evento per lui fantastico. La forza di una immagine di fare breccia in noi nel tempo risiede nella sua capacità di colpirci gradualmente e permanentemente. Non è un evento eccezionale ma un evento capace di toccare certe corde (certamente dovute a cultura, soggetto, sensibilità ecc.) che sono capaci di lasciare una traccia in noi. Non semplicemente un qualcosa che deriva dalla meraviglia, che essendo tale può essere momentanea ma da connotati che arrivano gradualmente e vengono assimilati. Io personalmente oggi ho passato un'oretta sul forum guardando ora questo ora quello. Forse ho visto una trentina di fotografie. Ebbene ho ricordo vivo di questa, le altre viste (ad eccezione di una manciata) se ci torno sopra ho il ricordo di averle viste prima, ma se mi chiedi di dire quali sono non sono in grado di farlo (senza nessuna offesa per i vari autori, è puramente un esempio di quello che intendo) Tu definisci questa fotografia semplice e nulla di nuovo e basata su contrasti e di semplice lettura. Certamente, ed è questo che fa la sua forza: tutto semplice ma di una semplicità ottimale. Non è per nulla facile o banale ottenere una costruzione semplice, pulita, senza fronzoli, Geometricamente semplice e precisamente semplice. Non mi pare banale e neppure facile. Ordine, pulizia e rigore costruttivo sovente sono connotati che se mancano possono stroncare una fotografia, soprattutto perché chi la guarda riesce a percepire come evidenti tali mancanze....esse saltano subito all'occhio. Tu la definisci banale. Io separerei i termini semplice da banale. Semplice per me in fotografia è una dote. Banale è altra cosa, lo sento come un termine negativo. Se ci pensi nell'arte allora alcuni delle più grandi opere hanno soggetti raffigurati in maniera banale. Prendiamo alcuni dei ritratti piu' celebri. Raffigurazioni di una persona come ci sono migliaia di altre raffigurazioni. allora perché non possono talune opere essere bollate come banali? Perché non si potrebbe dire "nulla di nuovo"? ultima cosa, vedo che insisti nel rimarcare la non originalità dello scatto quadrato e che lo vedi come un ritaglio di un uno scatto originariamente rettangolare. Potrebbe benissimo essere vero, non conosco le possibilità della macchina in questione. E anche se l'originale fosse quadrato senza dubbio è stato rivisto in post; troppo precisi gli angoli con le diagonali, il framing in generale ecc. Ma questo fa una differenza fondamentale? L'idea dell'immagine finita deriva dal suo autore, eventuali tagli compresi. Non è arrivato un Deus ex machina nel momento in cui scattava o tagliava l'immagine. Guardiamo l'effetto finale senza elucubrazioni sulla sua genesi. Io quando vado a vedere dei quadri in un museo non mi chiedo in quanto tempo ha dipinto un quadro l'autore o che modello o marca di pennelli usava. Non sono d'accordo nel bollare la fotografia come banale e priva di retropensiero. A me pone comunque interrogativi e sorgono congetture e supposizioni legate ai due personaggi, cosa vogliono, perchè e mille altre domende (dovute anche al non vedere esplicitata una fine o un inizio fisico del loro percorso). E per finire torno sulla tua definizione di banale, senza retropensiero e non sopra le righe. Perdonami ma è troppo semplice definire cosi' un manufatto quando è ormai compiuto e ce lo troviamo di fronte. Se ci pensi tutte le piu' grandi invenzioni o opere del mondo sembrano semplici una volta fatte. Peccato che prima nessun'altro aveva pensato o fatto quella cosa che poi sembra scontata.
Marco |
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Stairs di carcat commento di pamar |
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Domanda: come mai questa fotografia ha ricevuto tanti commenti ed apprezzamenti? in fondo ci sono altri scatti sopra le righe e molto belli per luoghi, situazioni, colori rappresentati ecc. Siamo di fronte ad una situazione che è oltre certe dinamiche di un forum dove capita che io sono solito commentare un tuo scatto perché tu sei solito commentare i miei (cosa normale perché nascono rapporti di stima ed amicizia).
Come dicevo questa fotografia è oltre certe dinamiche e certi connotati di “semplice” bellezza estetica. Nessun paesaggio o luogo super affascinante; addirittura uno scorcio di un ambiente quasi anonimo e banale….non siamo mica ai Caraibi o fra i ghiacci dell’Artico. Niente atmosfere sognanti e da fiaba. Niente colori accattivanti. perché allora? Perché questa fotografia ha raccolto tanto?
A mio avviso un’immagine, al di la della bellezza dell’oggetto immortalato, deve (o dovrebbe) avere una dote per emergere sulle altre. Oggi siamo sommersi da immagini. In un giorno ne vediamo a centinaia. Un bambino di 10 anni è sicuramente venuto in contatto con piu’ immagini di quante ne abbia incontrate il suo nonno di 80 anni. Media, social network, internet….una volta per vedere delle fotografie di un autore o compravi un libro o andavi ad una sua mostra, ora basta andare in rete e si puo’ vedere di tutto e di più.
Quello che differenzia una fotografia, una immagine dalle altre e la fa emergere dal resto è una sua caratteristica: la capacità di essere ricordata, il fatto di “rimanere” in mente a distanza di tempo. Ci sono miriadi di immagini e scene bellissime che però dopo l’effetto wow iniziale sbiadiscono fra i ricordi…alcune invece hanno la capacità di “rimanere” in un angolino della mente, pronte a tornare a fare capolino. Vi faccio una domanda: questa settimana quante immagini avete visto? Forse qualche centinaia…e di tutte queste, così su due piedi quante ne ricordate? Non dico nei dettagli ma solo come soggetto a grandi linee. Forse una decina? E fra queste quante sapreste descriverle a fondo? Tutto questo preambolo (mi scuso se l’ho presa larga e grazie a chi ha avuto la costanza di arrivare fino a qui’) per arrivare a dire che questo scatto ha la capacità di permanere nel tempo. Perché? Non posso dirlo con sicurezza, ma un insieme di sue caratteristiche contribuisce a questo. prima di tutto il soggetto. Non banale e non comune. Inoltre come esso è presentato, la “costruzione” del fotogramma. Il significante riconduce in modo diretto ed impeccabile al significato. Costruzione estremamente puntigliosa. Formato quadrato che racchiude la scena e si adatta ad essa in modo impeccabile. Rettangolare? Sarebbe superfluo ed invece di aggiungere informazioni utili apporterebbe zone dispersive. Ci sono infatti 4 diagonali (formate dalle scale disposte a zig zag e racchiuse in un quadrato conservano pari dimensioni e simmetrie. Fra le altre cose (elemento non banale per l’armonia dell’insieme) la lunghezza delle rampe è all’incirca equivalente alla lunghezza dei lati del fotogramma quadrato. Ne deriva che lo spazio del frame è suddiviso in modo armonico. Le due persone poi contribuiscono ancora maggiormente alla precisione simmetrica e linearità del tutto…pare quasi che l’autore abbia chiesto loro di fermarsi li dove sono, sulla diagonale che congiunge i vertici. Punti di equilibrio e strategici. Se per assurdo proviamo a ruotare il frame esso mantiene sempre un grande equilibrio formale. e poi un B&N essenziale con il giusto numero di gradazioni e fondamentalmente chiaro nelle strutture con invece le due persone scure che risultano evidenti e ben presenti.
Quindi concludendo costruzione impeccabilmente perfetta. Ottima scelta del B&N e dei toni generali e specifici. Correttissimo formato adottato…..e da questi elementi impeccabili deriva tutto il mood della fotografia e dell’immagine. Concetti e mood che si dipanano e “sgorgano” da questa immagine e portati e sostenuti in modo essenziale ed impeccabile. tangibili e liberamente riconducibili secondo la propria personale sensibilità, ma comunque supportati e veicolati da un suffisso progettuale impeccabile. Ottima.
Marco |
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