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Commenti
Gente Di Venezia
Gente Di Venezia di DamianoPignatti commento di pamar

Ciao,
vado contro corrente. Il fatto che il cane abbia il muso coperto non lo reputo importante. Perché? Semplicemente perché è palese che si tratta di un cane….forse congettura banale ma per me l’assenza del muso non inficia il senso e significato della scena. E’ un turista che porta a spasso il cane. Forse, se vuoi, esteticamente non è ottimale, ma neppure poi molto. Quanto non mi esalta è invece la postura dell’uomo. ..non saprei ma quella gamba sollevata a quel modo nell’atto di salire il gradino conferisce una posa innaturale e troppo fissa, quasi imbalsamata, come da manichino in equilibrio forzato. Chiaramente è una mia sensazione personale. Per il resto reputo lo scatto molto valido.

Marco
Una Notte a Venezia
Una Notte a Venezia di DamianoPignatti commento di pamar

Ho visto con piacere questo tuo portfolio su Venezia. Come ti avevo detto precedentemente commentando un tuo scatto (quello con i gabbiani in primo piano ed una veduta fuori fuoco di Venezia come sfondo) stai affrontando un lavoro impegnativo: quello di immortalare una città stra-fotografata cercando di proporre una visione diversa e non comune. come ti dissi il rischio è quello di debordare nell’astratto o di raffigurare elementi irriconoscibili o non facilmente interpretabili che, come conseguenza, portano al non ricondurre la fotografia al soggetto che è Venezia. Nello scatto citato eri riuscito ottimamente a rendere la veduta “sui generis” ma pienamente riconoscibile. In questo lavoro percorri invece una strada diversa. Si tratta di un insieme di viste più ampie o di dettagli di un ambiente non sempre che ricercano la diversità (a volte si, altre meno) ma in orari non usuali, sfruttando orari non comuni. Emergono allora situazioni “diverse” dalla prassi. Con diverse intendo fotografie che non solo raffigurano situazioni ambientali non comunemente standardizzate come orario di ripresa ma soprattutto (e di conseguenza) capaci di sottendere atmosfere ed un mood al quale (io personalmente ma penso molti altri) non sono avvezzo pensando a Venezia.
Venendo al portfolio esso è costruito in modo da essere, per forza di cose, omogeneo dal punto di vista del tipo di atmosfera. Vi è una buona alternanza di scatti con viste più ampie e scatti di elementi e particolari. Le viste più ampie hanno sempre il pregio di non essere troppo comuni, mentre quelle meno ampie consentono sempre di identificarsi immediatamente con Venezia. Ottimo l’inizio con la foto delle prue delle gondole allineate ed il loro riflesso nel canale che formano un bello schema. Tale fotografia è un’ottima introduzione perché “dice” senza ombra di dubbio “questa è Venezia ed il portfolio che segue è ambientato a Venezia”. Poi arriva il dettaglio di alcuni scalini che conducono ad un ponte, quasi un volere portare il fruitore dentro il portfolio e dentro Venezia. Si prosegue poi con viste di edifici che, essendo lambiti dall’acqua, non lasciano dubbi. Arriva quindi un’immagine che personalmente ritengo stoni. Mi riferisco a quella della via con le saracinesche abbassate. La trovo abbastanza anonima e priva dei connotati tipici di Venezia (magari mi sbaglio…l’insegna luminosa ha un significato ?). Potrei continuare descrivendole tutte ma il concetto è che sono immagini efficaci, non troppo comuni e rese uniche dall’orario di scatto. Venezia senza persone? Unica. Atmosfera magica ed indefinita. Sembra quasi di essere fuori dal tempo, quasi irreale. Come detto io leverei solo l’immagine con le saracinesche. Tutto il resto benissimo.

Marco
Mani in pasta
Mani in pasta di Claudia Costantino commento di pamar

Claudia Costantino ha scritto:
Avevo dimenticato il fatto che tra di voi i viraggi non erano molto graditi.
leggo con molto piacere tutte le vs interpretazioni, e sono lieta che questa foto abbia aperto un confronto, non di fotografia nel vero senso della parola, ma puramente in base ai diversi gusti che abbiamo di post produrre.


Perdona, ma non si tratta di piacere o meno o gusti ecc. Si tratta solo di valutare la bontà (non la bellezza) del risultato finale.
E se questo non è "fotografia nel vero senso della parola".....cosa é allora fotografia ???

Marco
Mani in pasta
Mani in pasta di Claudia Costantino commento di pamar

vittorione ha scritto:


Mettiamola così: se gestissi una pizzeria e mi proponessero di usare questa foto per dei volantini da distribuire nel quartiere la rifiuterei senza un dubbio: l'immagine non accattiva, non avvicina, non mette appetito, anzi al contrario.

E proprio per queste stesse ragioni, come copertina per un libro, per esempio, sulle mafie delle sofisticazioni alimentari magari la troverei più adatta, perfino conservando il titolo (ripenso alla famosa mozzarella blu di cui tanto si parlò qualche anno fa).

V


ottimo. Questo esempio chiarisce il concetto piu' di mille parole.

Marco
Mani in pasta
Mani in pasta di Claudia Costantino commento di pamar

Premesso che le scelte personali vanno rispettate, bisogna valutare se tali scelte portano ad un risultato che ha un significato o no. Non intendo dire un risultato che piace o meno perché le scelte autoriali possono o meno abbracciare le le attese del fruitore. Intendo proprio dire se la scelta dell'autore ha un connotato che può portare ad una estetica che riconduce ad un messaggio degno di nota. A mio avviso l'uso di una caratteristica "sui generis" quale una dominante slegata da una situazione nota, deve essere molto evidente e saltare subito all'occhio. Deve arrivare lampante e senza esitazioni (ripeto: poi può piacere o meno ma questo non è basilare e dipende da ciascuno). Nella tua fotografia ci vedo una dominante non evidente ma che si nota non da subito. Viene quindi percepita come una imprecisione, anche perché si tratta di un colore freddo e avulso dalla situazione rappresentata. Una dominante voluta ma troppo timida per sembrare voluta e ricercata.

Marco
L'apparenza
L'apparenza di sanmoi commento di pamar

https://youtu.be/1-oGv-BG-mI

E adesso ditemi se non mette i brividi. Io questa serie l'ho vista decine di volte, la conosco a memoria eppure ogni volta che la guardo un brivido mi percorre la schiena.....

Marco
gli uomini invisibili di pianura padana
gli uomini invisibili di pianura padana di fabiopollio27 commento di pamar

Bella idea, buonissima progettazione dello scatto. Spazi ottimamente gestiti e interessante punto di ripresa. Il colore della giubba fa spiccare la persona che, di suo, risalta grazie alla posizione ed al punto di ripresa adottato. Bella scelta il fuoco sul terreno in primo piano a discapito della maf sul soggetto. Pero’….mi permetto, secondo me la fotografia risulta rovinata dall’eccessiva saturazione data al rosso della giubba dell’uomo. Bastava un rosso meno dirompente perché spiccasse in mezzo all’ambiente bianco/grigio e grazie alla posizione dell’uomo. La giubba, (complice la sfocature) pare una macchia di tempera rossa piatta senza la minima tridimensionalità. Comunque complimenti per l’ottima idea.

Marco
Primo giorno
Primo giorno di Flavia Daneo commento di pamar

Un grande classico, nulla di nuovo…..ma a me piace un casino questa maniera di rappresentare un landscape con la prospettiva aerea. Prospettiva rappresentata con i colori che divengono meno saturi e gradazioni che variano con il crescere della distanza. pulita e semplice, niente costruzioni niente di troppo. Alture, cielo e sole e gradazioni cromatiche fino al pastello tenue. Per me fantastica.

Marco
Com'è triste Venezia
Com'è triste Venezia di DamianoPignatti commento di pamar

Stai intraprendendo un percorso veramente impegnativo. Fotografare un luogo o una situazione ultra-stra-fotografata cercando di ottenere un qualche cosa di nuovo non è per nulla facile e non è un lavoro fattibile senza un’idea di base ma sperando in un colpo di fortuna. A mio avviso (lo dico per esperienza personale) si corre il rischio, per fare qualcosa di “nuovo” di cadere nel rischio di propendere troppo verso l’astratto ed irreale……cosa che ci starebbe, ma si perderebbe l’identificabilità del soggetto, e forse non è quanto vorresti fare. In questo scatto ci trovo una “modalità” di rappresentazione per nulla comune che tuttavia conserva ottimamente, non mascherandola, l’identificabilità del luogo. Scommetto che se mostri la foto a 100 persone almeno 99 ti direbbero subito che quella rappresentata è Venezia. Quei gabbiani a fuoco in primo piano sono elementi che tolgono peso alla città fuori fuoco sullo sfondo, non la fanno essere elemento troppo comune. Tuttavia il vero soggetto dello scatto è Venezia. Non è la fotografia di due gabbiani con uno sfondo “qualsiasi” ma una fotografia di Venezia con due elementi in primo piano. Senza dubbio una realizzazione che ha il grande merito di essere una foto di una vista di Venezia ma non troppo comune. dico non troppo comune e non rivoluzionariamente originale perché sono rimasto favorevolmente colpito da un’altra tua foto di Venezia. Mi riferisco a quella di un dettaglio di una gondola (il pettine) che ha la cote di richiamare immediatamente l’intera città e tutto quanto ad essa è collegato. Secondo me quella di rappresentare dettagli per il tutto potrebbe essere una strada molto valida. Sicuramente impegnativa ma valida.

Marco
Cyclop
Cyclop di DavideBianchini commento di pamar

Mmmm…..un lavoro senza dubbio interessante. Come ti è stato precedentemente detto da altri anch’io ci vedo due parti ben distinte concettualmente, le prime tre immagini costituiscono un corpo che si distingue dalle ultime due.
inizialmente parlo dei primi tre. Comunque, di sicuro l’impatto grafico e di conseguenza l’impatto e l’impressione visiva è notevole. inquadrature abbastanza strette e sfondo nero. il tutto accentra l’attenzione solo sul soggetto. scelta di avvalersi del B&N. Un B&N abbastanza granuloso che non toglie nulla del necessario ma ha una sua funzione molto interessante. il fulcro delle scene sono gli elementi del viso resi attraverso il display di uno smartphone. anche essi in B&N ma un B&N ben più chiaro del resto della scena e quasi privi della granulosità del volto (non saprei dire se realmente meno granulosi o con granulosità meno evidente per la chiarezza….ma tant’è, lo scopo è raggiunto). Questi elementi fanno risaltare il dettaglio raffigurato sugli schermi dello smartphone. Elementi del viso sovrapposti a quelli reali del viso. Il loro tono rende evidente la loro natura “artificiale” palese, dove altrimenti sarebbero stati quasi mascherati dalla corrispondenza della posizione (anche l’occhio solo, seppure anomalo). ne emerge un legame con il telefonino che non è solamente di necessità legata all’uso, magari esagerato, ma il concetto che oggigiorno spesso esso oltrepassa il concetto di strumento e diviene quasi parte di noi stessi. Non più un semplice oggetto ma elemento irrinunciabile e profondamente legato al nostro io fino quasi a diventare una parte stessa di noi, alla quale rinunciare avrebbe le stesse conseguenze traumatiche del perdere un nostro organo di senso. Rinuncia dolorosa e perdita di una capacità sensoriale…e perdere un senso vorrebbe significare essere in difficoltà o tagliato fuori dal mondo che ci è intorno.
Le ultime due foto le ho inquadrate come “qualcosa di altro” perché, pur essendo graficamente identiche, mostrano un rapporto diverso viso(io)/smartphone. Il telefono non
è parte del nostro essere “corporeo” ma diventa oggetto quasi umano con il quale stringere un rapporto fisico ed un legame affettivo. Il legame io/telefono non è quello dove il telefono diventa parte di noi, ma si passa ad un piano diverso che vede un rapporto io/altro dove l’altro non è una persona di carne ma un oggetto elettronico.
Concludendo le 5 fotografie presentate penso siano da suddividere in due progetti diversi e concettualmente separati, pur avendo una comune ed identica base grafica. A mio avviso sono opere molto ma molto significative e azzeccate dal punto di vista grafico e soprattutto concettuale. Io personalmente trovo veramente ottima la prima parte e lasvilupperei ulteriormente. Anche la seconda parte è notevole e meriterebbe un proseguimento. Comunque veramente un ottimo lavoro.

Marco
Reinterpretation - asymmetric diptych
Reinterpretation - asymmetric diptych di pamar commento di pamar

Mauro, AarnMunro, Giovanni grazie per il passaggio e l’apprezzamento.
e grazie mille a P4U per vetrina e fds.

Marco
Tramonto sulla passeggiata..Lido di Camaiore.
Tramonto sulla passeggiata..Lido di Camaiore. di Arnaldo A commento di pamar

Ho postato la battuta senza prima aver letto i commenti altrui ma vedo che la medesima sensazione che ho avuto l’hanno avuta molti altri.
Perché? A parte elementi grafici come le palme direi che c’entrano alcuni fattori grafici e cromatici. Viale rappresentato nella sua lunghezza e che partendo in tutta larghezza arriva fino al fondo del frame. L’accortezza di averlo fatto apparire preponderante e piu’ grande di quanto è in realtà lo rende molto USA fatti di spazi grandi. E poi il tempo con qualche nube ma sereno e per nulla incerto, quasi sereno ma con colori in cielo (specie sullo sfondo) quasi estivi e da tramonto piu’ che mite. Ed infine, fondamentale, colori vivi e saturi il giusto. Colori che sono associati al modus grafico di certe vedute americane.

Marco
Tramonto sulla passeggiata..Lido di Camaiore.
Tramonto sulla passeggiata..Lido di Camaiore. di Arnaldo A commento di pamar

Dreamin' California.....sei sicuro che siamo a Camaiore....?

Marco
Esselunga_DSC6552
Esselunga_DSC6552 di Mausan commento di pamar

Una bella prova. Due elementi che “fanno” l’immagine: la scia nella neve che riempie la scena prolungandosi in profondità, seguendo una direzione accattivante lungo una diagonale. In tal modo tale scia bilancia i vuoti della superficie nevosa non solo verso il fondo ma anche in larghezza. Molto bello poi il prolungamento fella scia che punta in direzione dell’ombra in alto a destra…l’ombra sembra quasi un prolungamento naturale della scia. Trovo valida anche la porzione ridotta d8i cielo inquadrata ed il suo essere di un colore tenue e spento tale da non rubare l’attenzione risaltando visivamente sul resto dominato dal solo bianco del manto nevoso (addirittura secondo me il cielo non è essenziale e poteva essere escluso). Quello che penso penalizzi lo scatto è il tono della neve che trovo abbastanza discordante dal reale bianco nevoso…..a dirla tutta è ben lontana come tinta dal bianco neve. Comunque graficamente un’ottima prova.

Marco.
Stato d'animo
Stato d'animo di Bruno Tortarolo commento di pamar

Domanda: se il titolo fosse stato "la nonna va a mangiare a casa dei nipotini"?
Non poteva forse adattarsi? Avreste visto ed interpretato in modo opposto i dettagli dell'immagine. Per esempio le borse non sarebbero state viste come fardello ma piene di regali....

Chiedo ancora scusa all'autore se mi approfitto. Non voglio sminuire questo ottimo scatto. Mi serve per intavolare un discorso circa il rapporto immagine-parole.

Marco
Stato d'animo
Stato d'animo di Bruno Tortarolo commento di pamar

Faccio il bastian contrario. Perdonami Bruno, la mia è solo una provocazione, un sasso nello stagno.
Premetto che sottoscrivo quello detto da tutti quelli che mi hanno preceduto, senza dubbio un’immagine toccante ed efficace, ma….senza le tue parole che specificavano che si tratta di un ospedale, se tutti lo avessero ignorato, avrebbe avuto la stessa forza dirompente? Voglio dire: sarebbe stata questa immagine capace di comunicare esaustivamente senza il supporto di quella singola parola scritta?

Marco
L'apparenza
L'apparenza di sanmoi commento di pamar

per me una gran bella fotografia. Appena l’ho vista mi ha richiamato un lavoro del grandissimo fotografo Duane Michals intitolata “The bogeyman”. Certo, quella è una sequenza ed i protagonisti sono un appendiabiti con vestito ed una bambina (e fa venire i brividi…) ma lo spirito del tuo scatto in qualche piccola cosa è affine. Anche i vestiti sono affini con il cappello….la conosci come serie?
Comunque, tutto contribuisce a creare l’atmosfera della scena: un B&N non “squillante”, vignettatura accentuata. Vi è in tutto un grande merito, il sapere ed essere in grado di veicolare sensazioni attraverso una figura.

Marco
Reinterpretation - asymmetric diptych
Reinterpretation - asymmetric diptych di pamar commento di pamar

Harma, Claudio, Antonio, Fabiana, Giacomo, Giuseppe, Marco grazie per i vostri apprezzamenti e le gentili parole. Felice che questo lavoro venga apprezzato. Vi racconto due cosette: questo lavoro è nato quasi per caso, nel senso che l’avvio era dovuto alla voglia di provare delle fotografie macro con obiettivo macro e, a volte, tubi di prolunga abbinati all’obiettivo macro e soggetti sufficientemente sottili da essere retro-illuminati per trasparenza. Nel corso delle cose e vedendo i primi risultati, mi è venuta l’idea di ottenere delle immagini non puramente accurate a livello scientifico, ma di ottenere risultati giocati su evidenziazione delle forme, textures, colorazioni che a volte sfuggono ad uno sguardo normale. Da qui la voglia e l’idea di ottenere sovrapposizioni, costruzioni, desaturazioni ecc. Inizialmente il portfolio era costituito da immagini singole, quadrate e 3:2 alternate. Poi su suggerimento di un amico artista/fotografo ho provato a comporre dei dittici asimmetrici formati da un’immagine quadrata+una rettangolare. Il lavoro è stampato inkjet su carta matte cotone con leggerissima texture. E poi, un poco per gioco ho sottoposto questo portfolio a Critical Mass di Photolucida a Portland ed è addirittura rientrato nei top 200. Il lavoro che ho presentato è quello inviato a Portland. il completo è formato da 15 dittici. Prossimamente penso di postare anche gli altri. Ancora un grazie a tutti quanti hanno visto e lasciato una testimonianza.

Marco

P.S. Harma, l’ultimo dittico: la parte rettangolare è costituita da due macro dove quella verde scura divisa in 3 ritagli è stata poi sovrapposta (in PP) a quella chiara. La parte quadrata invece è uno scatto intero semplicemente desaturato in mezzo e convertito in B&N nella zona finale.
Venice
Venice di DamianoPignatti commento di pamar

Giusto quanto detto da Teresa. Una parte per il tutto. Basta un singolo elemento o dettaglio per richiamare immediatamente una intera cosa o concetto. In questo caso basta una parte di imbarcazione per richiamare l’imbarcazione intera. Ma non basta perché di conseguenza, essendo quell’imbarcazione tipica e unica e simbolica di una città, Venezia viene subito richiamata. Incredibile se ci si pensa, è sufficiente un dettaglio di un’imbarcazione perché esso venga immancabilmente associato ad una città e di conseguenza la “tiri in ballo”. Tra le altre cose trovo che lo scatto sia costruito in modo intelligente. Se, come assodato, è sufficiente solo un singolo elemento per pensare a Venezia, bene ha fatto l’autore a non “sporcare” la scena con altro. isolare un dettaglio non è sempre facile, spesso la scena risulta sporcata da particolari che sono di troppo. In questo caso, adottando uno sfondo nero e vuoto, si elimina tutto ed il soggetto chiaro è unico e spicca nelle sue forme. Bella resa.

Marco
St
St di littlefà commento di pamar

Un’immagine che potrebbe essere letta in modi diversi. Partendo da una maggiore concretezza si sarebbe portati a dire che un bambino ha perso o lasciato in giro il suo orsacchiotto. Magari l’ha smarrito in un bosco…..anzi, no, è il giardino di casa sua e l’ha dimenticato lì, vicino ad una siepe. Stasera quando sarà nel suo letto farà diventare matti i suoi genitori perché non lo trova. Ma guardando meglio, soffermandosi sulla scena, si è portati ad escludere questa versione. Non sembra un giocattolo smarrito nel giardino di casa…insomma potrebbe esserlo ma vari elementi non ci fanno propendere per questa versione. L’orsetto non pare caduto li per caso; sembra essere trattenuto li, quasi fossa prigioniero. Con quel ramo di fronte a lui sul quale ha la zampetta posata che lo “trattiene” li. E poi (lo so è solo un giocattolo, non ha molto senso quanto dico…) i suoi occhietti sembrano quasi tristi per l’impedimento al quale è sottoposto.
Ho corso troppo con la fantasia e l’immaginazione? Si, senza dubbio. L’immagine mi ha spinto a questo. Un’analisi asettica e puramente formale mi avrebbe indotto a parlare di toni, costruzione, disposizione delle masse ecc. Certamente tutti questi elementi ci sono e sono ben fatti. Essi sono basilari e contribuiscono, anzi “fanno” emergere il mood dell’immagine e danno alla fotografia la capacità di comunicare sensazioni . Il migliore soggetto senza una costruzione efficace risulta immancabilmente penalizzato. Un’automobile con un motore potente ha prestazioni mediocri senza un telaio ottimale e con delle sospensioni scariche.
Comunque mi stavo chiedendo se questa fotografia ha “spinto” la mia fantasia ed immaginazione. Ho detto che è vero. questa penso sia una dote non da poco. in fondo una fotografia non è altro che un’immagine bidimensionale…ma se riesce a trasmettere “altro” rispetto a quello che graficamente rappresenta, vuole dire che ha in sé potenzialità e connotati non banali e scontati. Complimenti.

Marco
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