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Pittime reali e combattenti di Enrico. Di Gregorio commento di gparrac |
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Enrico. Di Gregorio ha scritto: | Il cielo era molto nuvoloso e il vento forte alzava la sabbia, meglio di così non sono riuscito a fare.(...) |
Sarà anche vero ... ma a me sembra veramente una splendida fotografia!
Può anche essere che questo mio giudizio sia da profano, almeno per quanto attiene la fotografia naturalistica, ma l'effetto corale di queste Pittime mi sembra veramente valido!
Mi ha veramente colpito ...
Un saluto! |
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... di gparrac commento di gparrac |
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GiovanniQ
essedi
robocop
Anche una compattina a saponetta, in certe condizioni di luce, riesce a fare miracoli ... nell'originale solo una domnante blu abbastanza accentuata, ma pulita.
E' stato sufficiente bilanciare il bianco puntando su un lettino di plastica, poi escluso dall'inquadrature e ... miracolo, i colori sono tornati quelli giusti.
Praticamente nessun vero intervento in post-produzione, oltre all'aggiustare un po' l'inquadratura.
La ragazza merita qualche foto in più?
Io e sono convinto, mi fa piacere non essere il solo a pensarlo.
Grazie per il commento! |
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... di gparrac commento di gparrac |
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Più che una vera fotografia (della scorsa estate ...) questo è da considersi come un omaggio ad una simpatica amica.
Che mi piacerebbe veramente fotografare con molta più calma, se solo riuscissi a convincerla che non è così piccola (in effetti è solo di pochissimo sopra al metro e settanta ...) ed insignificante.
A me non lo sembra proprio, non fosse altro che per il bellissimo sorriso e gli occhi azzurri ...
Per la cronaca è stata un'atleta molto promettente nei 110 ostacoli, ma ha lasciato molto presto lo sport attivo per lo stress delle gare.
Adesso allena i giovani.
Suggerimenti e critiche sempre ben accetti |
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Foto ricordo in corso a Londra. di CICCA57 commento di gparrac |
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Noin mi dispiace ... la vedo come inserita nella categoria delle Street leggere ed ironiche, anche se di un umorismo di lana piuttosto (troppo?) fine.
Pur rendendomi conto delle difficoltà di scattare ed inquadrare in pochi attimi trovo un po' sbagliato il taglio dell'angolo a destra (guardando) del cartello, lo avrei visto molto meglio completamente inquadrato.
Così come è rischia di essere recepito come un elemento di disturbo e non parte essenziale della composizione, tanto più che la parte a sinistra del gruppetto inquadrato mi sembra anche eccessiva.
E ruotare di pochi gradi la fotocamera era probabilmente possibile ...
Mi viene in mente l'espressione onesti badilanti della fotografia utilizzata in contrapposizione all'attività dei photographi impegnati, mi riferisco - a titolo di esempio - a quei fotografi che tira(vano) quattro paghe per il lesso fotografando i turisti in Piazza San Marco con i piccioni (Ma esistono ancora? spero di si, ne sentirei la mancanza!).
Mi immagino l'album delle fotografie dei tre ... dico tutti e tre perché non escludo che il fotografo, dopo lo scatto, si metta lui in posa cedendo la compattina ad un amico.
Io ... con dietro la torre Eiffel, le piramidi ... e magari il sarcofago di Chernobyl ed adesso il relitto della Costa Concordia, sempre con lo stesso, identico sorriso e l'aria di dire
Vedete? Io ci sono stato ed ho visto.
Lavori in corso ...
Ma la fotografia è anche questo ... ed in fondo a volte mi sembra avere, nella sua ingenuità, una ancora maggiore dignità di troppi lavori di autentici photographi.
Forse sono andato un po' oltre, anche oltre le tue intenzioni, ma resta a mio avviso il fatto che l'associazione fra il lavoro esclusivamente manuale utilizzato nel segnale ben si collega all'atto di fotografare nel più scontato dei modi possibili (anche se con la fotocamera rigorosamente in automatico).
Un saluto ... ed un sorriso! |
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... di gparrac commento di gparrac |
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Liliana R., visto ... ma devo leggerlo con più calma!
Grazie! |
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... di gparrac commento di gparrac |
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robocop ha scritto: | (...)un ultima domanda: tutte le foto che hai fatto alla fine per chi le hai fatte?(...) |
Non ho mai avuto il tempo (o la voglia?) di organizzare un archivio ... ogni tanto scopro uno scatolone piendo di diapositive, a volte le scatolette non sono neppure state aperte ...
Per chi fotografavo?
Più che altro per me, per il piacere di farlo ...
Ho partecipato in quegli anni ad un certo numero di Concorsi Fotografici, ma in quelli di una certa importanza (intendo quelli con patrocinio FIAF) non ho mai ottenuto risultati di rilievo, credo che in un solo anno sono stato incluso nella Statistica anche se una mia fotografia è stata pubblicata su un Annuario.
Il fatto è che non mi sono mai curato delle mode del momento ed ancor meno dell'aspetto tecnico: ho provato a fare un po' di tutto (e quindi tutto male) ed ho sempre cercato di utilizzare i brutti anatroccoli, le fotocamere che per un motivo o per l'altro (quasi sempre giustificato) sono state i maggiori fallimenti dal punto di vista commerciale.
Portando al limite il discorso che non è la macchina fotografica che ha importanza ma ... il fotografo!
Ed adesso ... ho ancora troppe cose da imparare ma ormai quello che manca è il tempo per farlo!
E qui, su questo sito, credo di poter essere utile: come esempio da non seguire e - se è vero che si impara dai propri errori - credo di essere il miglior docente in questo campo.
Ma ... preferirei lasciar parlare le fotografie, credo sia più opportuno fare così.
E naturalmente ... un saluto. |
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Natural Women (II) di Viola Lorenza Savarese commento di gparrac |
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lorenzo12375 ha scritto: | Io ci vedo una pantera...pronta ad assalirti...in un senso o nell'altro... |
Può essere una corretta chiave di lettura ... se non fosse per il fatto che l'albero dovrebbe essere un ulivo (forse secolare, forse no ... ma non è educato chiedere l'età agli alberi), albero non propriamente caratteristico della savana quanto piuttosto dell'area mediterranea.
Al riguardo la prima cosa che mi è venuta in mente vedendo la fotografia è collegata ai frutti dell'albero in questione e prodotti derivati, ma queste mie istintive considerazioni mi fanno pensare di essere in qualche modo imparentato con quel Pietro Aretino la cui maldicenza è più che nota.
Soprassediamo ...
No, non ce la vedo proprio ad emulare l'eleganza della Panthera pardus (Linnaeus, 1758) ... non fosse altro per le unghie smaltate, l'istoriata fanciulla proprio non mi convince assolutamente in tale ruolo.
Ed in tali circostanze mi chiedo se ci sia davvero motivo di criticare la mastoplastica additiva quando ci si trova davanti a tali invasivi interventi del tatuatore che ricoprono buona parte del corpo ... se da un lato il seno finto altro non è che un esaltare, forse esagerare una caratteristica naturale della donna (mi sembra indubbio che la femmina possiede naturalmente un seno ...) non è che la donna vera nasca con un po' di scritte ed il tatuatore semplicemente ne aggiunga altre!
Mi chiedo cosa penserebbe della femmina della razza umana un alieno su un lontano pianeta se - per qualche strano fatto di collegamento spaziale - si trovasse ad avere come unica informazione sui terrestri questa sezione di Photo4u ... forse che le nostre donne vengono fornite di un manuale di istruzione per l'uso?
Sempre che il nostro alieno non risolva felicemente il problema della propagazione della specie con il metodo adottato dal Paramecium ...
Perché da un po' di tempo a questa parte sembra così difficile trovare una modella da fotografare e non da ... leggere?
Per me che considero anche un piccolo tatuaggio alla stessa stregua di un paio di baffi aggiunti alla Gioconda è veramente sgradevole vedere un corpo ricoperto di disegni che nulla hanno a che vedere con la situazione, già di per se stessa assurda ..
In conclusione ... si, forse questa potrebbe essere la chiave di lettura della fotografia, ma mi sembra che il tema sia trattato - tornando un po' alle scuole medie se non alle elementari, alle proporzioni - in un modo che sta alla rappresentazione della donna-felino esattamente come il calendario di Cuore sta al tema del binomio donna-motori.
Sai? Quel mitico calendario in cui la bella auto era la FIAT Duna, la donna ... di conseguenza!
Un saluto  |
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... di gparrac commento di gparrac |
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GiovanniQ
robocop
opisso
Vi ringrazio per la visita ed il commento ...
Per quanto riguarda la domanda di robocop ho già risposto qui, ma è un discorso molto lungo, difficile fare una sintetisi ...
Ancora un saluto |
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... di gparrac commento di gparrac |
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robocop ha scritto: | ma ti posso chiedere una curiosità? |
Certo ... ti avevo già risposto, poi mentre inserivo la risposta il sito ha avuto dei problemi ed ho perso quanto avevo scritto.
robocop ha scritto: | ma queste ragazze sono reclutate in loco? cioè sono modelle del posto o cose simili? |
Non mi è capitato quasi mai di fotografare una ragazza appena conosciuta sul posto, a mano che incontrare quella persona non sia stato il motivo del viaggio.
Quella che vedi qui fotografata è la modella con cui ho lavorato più a lungo, mi ha accompagnato una decina di volte nell'arco di un bel po' di anni, siamo stati su quelle isole sempre in inverno, sia perché la luce è molto migliore e la temperatura è piacevole, sia perché fuori stagiome è possibile trovare più facilmente negli Hotel camere singole senza spendere una cifra esagerata.
Ed è anche l'unica che ha lavorato abbastanza come modella, più che altro nel campo della pubblicità, ai tempi dell'Università, per pagarsi in parte gli studi ma - credo - soprattutto per girare un po' il mondo.
Non è italiana, suo padre è tedesco e sua madre polacca ... una ragazza veramente intelligente e simpatica, che oltre a farmi da modella si occupava dell'organizzazione dei viaggi (voli, Hotel, auto a noleggio) conoscendo bene un bel po' di lingue.
Fra l'altro è quella che compare fotografata da me sulle dune di Fuerteventura sulla copertina di un numero di Reflex del 1996.
E' un po' troppo lungo spiegarti quella che è stata la mia filosofia nel fotografare ... non è mai stato un lavoro ma un semplice hobby, anche se ha assorbito praticamente tutto il tempo (poco) lasciato libero dal lavoro vero.
Per questo motivo ho avuto la possibilità di fotografare quando e come volevo, senza essere obbligato a portare a casa qualche cosa di decente, ed ho fotografato soltanto persone che in qualche modo mi hanno colpito, cercando sempre di raccontare il soggetto per come è ...
L'altra modella con cui ho molto lavorato in quegli anni è oggi un'artista abbastanza affermata negli USA (pittura e scultura), siamo sempre in contatto ed un giorno mi deciderò ad andarla a trovare, ormai sono quasi 10 anni che non la vedo di persona.
In altri casi ho fotografato modelle conosciute nel corso di Workshop o concorsi per aspiranti modelle, sempre però prestando più attenzione alla loro personalità che al solo aspetto fisico.
Per spiegarti meglio cosa intendo dire ho più recentemente realizzato una serie di immagini in ambiente aereonautico con una modella che realmente ama volare, anche se la prudenza non è la sua maggiore dote quando è ai comandi di un piccolo Cessna ...
Ma ormai non fotografo quasi più, per vari motivi ed il principale è che non mi ritrovo nel modo con cui è intesa oggi la fotografia.
L'avvento della fotografia digitale mi ha colto impreparato, non mi piace e non mi diverte.
Beh ... qualce cosa ti ho detto!
Un saluto. |
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... di gparrac commento di gparrac |
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GiovanniQ ha scritto: | (...)è un ordine! |
Il fatto è che molte di queste fotografie su cui adesso sto lavorando (o fotografie simili ...) le ho già presentate negli anni passati come scansione effettuata partendo dalle stampe ...
Lasciatemi cercare qualche cosa di inedito (o quasi ...).
Grazie comunque ... ed un saluto!  |
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... di gparrac commento di gparrac |
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robocop
GiovanniQ
Più che altro ... sto cercando di mettere a punto il lavoro di post-produzione delle scansioni di vecchie fotografie.
Nessuna altra pretesa ...
Grazie ed un saluto! |
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... di gparrac commento di gparrac |
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Anni '90 - Scansione da diapositiva - Tenerife
Suggerimenti e critiche sempre ben accetti |
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... di gparrac commento di gparrac |
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Anni '90 - Scansione da Negativo Colore - Fuerteventura
Suggerimenti e critiche sempre ben accetti |
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Genova - Chiesa dell'Annunziata di themommi commento di gparrac |
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Mario Cappello ha scritto: | Ma se ghe penso allua mi veddo u mâ,
veddu i mæ monti e a ciassa da Nunsiâ,
riveddu u Righi e me s'astrenze u chêu ... |
Se ben ricordo anche in questa chiesa il disegno della pavimentazione indica il punto esattamente sotto al centro della cupola.
Io da molto tempo sono solito fotografare in questi casi mettendo la fotocamera sul pavimento, utilizzando un supporto (pacchetto di sigarette, piccolo libro ...) per ovviare al fatto che il mirino sporge sempre un po' e quindi appoggiandola semplicemente l'obiettivo non guarda esattamente verso l'alto.
E naturalmente uso l'autoscatto per non essere incluso nell'inqudratura.
La tua fotografia mi sembra decisamente buona ... forse la luce era davvero quella giusta e ti ha aiutato, ma l'immagine è veramente leggibile ed equilibrata in una chiesa che non è certo facile da fotografare (che - detto fra noi - non è che mi piaccia particolarmente ...).
Sulla simmetria potremmo discutere all'infinito ... ricercarla come fine solo ed ultimo mi sembra spesso un inutile gioco, d'altro canto se appare come ricercata ma non raggiunta la fotografia può dare l'impressione di un tentativo non riuscito.
Ma in questo caso ... mi va bene così, non faccio parte della schiera dei raddrizzatori della torre di Pisa!
Oltre tutto la tua fotografia (penso all'uso di una focale piuttosto corta ...) mostra una buona porzione della volta, non si limita alla sola cupola affrescata (con non eccessiva originalità ...) da Andrea Ansaldo come nelle fotografie - per così dire - ufficiali ...
Il soggetto - nel bene e nel male - merita di essere fotografato ... vuoi per l'aspetto storico (il nome è Basilica della Santissima Annunziata del Vastato, pensa un po' al significato dell'ultima parola), vuoi per il ricordo del'ultima guerra e dei danni riportati e dei notevoli affreschi andati perduti per sempre.
Mi piacerebbe veramente sapere un po' di più della storia e dell'arte, almeno della mia città, ma ignoro troppe cose ed ormai non ho più il tempo per impararle.
La fotografia (mia e di altri ...) è per me una spinta a documentarmi, a conoscere ... e sono convinto che questo sia il modo migliore di intenderla ...
Scusa per la lunga chiaccherata ... ed un saluto! |
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Tibet, 1995 di frank66 commento di gparrac |
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In effetti la versione a colori non convince del tutto neppure me, anche se mi convince ancora di più del fatto che - con una resa cromatica appena un po' migliore sarebbe stata la scelta giusta.
Non mi aspettavo fra le coperte quel bell'azzurro che spicca piacevolmente fra tonalità prevalenti di marrone ...
Ma i se lasciano il tempo che trocano e restando nel reale non mi resta che condividere quanto scritto da Liliana R., anche perché la resa dei volti nel colore è la prima cosa che ho notato, prima ancora di leggere il suo commento.
Che dirti ancora? Tecnicamente ammetto di non conoscere molto del comportamento della Fujifilm Velvia 50 ASA ma penso che anche per questo materiale valga quanto già verificato in altre 50 ASA, cioè che una sottoesposizione appena un po' pesante porta oltre ad immagini scure ad un diverso comportamento degli strati sensibili ai colori (parlerei di diversa latitudine di posa, ma temo che non sia la parola esatta) per cui utilizzando lo scanner per cercare di recuperare in luminosità il bilanciamento dei colori si perde del tutto.
A parità di densità ho trovato le 100 ASA sottoesposte un po' più facili da recuperare in scansione.
Chiaramente era un problema non sentito, a quei tempi ... il destino di una diapositiva sottoesposta era allora quasi sempre il cestino, il recupero con il duplicatore sull'apposita pellicola o la stampa erano operazioni davvero poco comuni.
E 20 anni sono già abbastanza per peggiorare ancora la situazione.
Quindi la tua diapositiva era veramente uno scarto, inguardabile in proiezione (in senso letterale, se inserita fra altre correttamente esposte).
Anche se la fotografia (come immagine) è esattamente l'opposto della foto da buttare.
Molto interessante invece il tuo racconto: la fotografia (dico in generale) a volte racconta, ma non può farlo sulle circostanze concrete, lascia solo intendere (sia pure in modo puntuale, relativo al momento dello scatto) quale tipo di rapporto ci sia stato fra fotografo e soggetto fotografato.
Qui ho apprezzato molto il tuo lavoro proprio per questa sensazione, difficile da spiegare e razionalizzare, ma che ritengo personalmente bel più importante dell'aspetto puramente tecnico.
Ed in sede di commenti e critiche penso si debba affrontare questo difficile tema, necessariamente quando il soggetto è - per così dire - umano.
Altra lunga chiaccherata ... ma personalmente la ritengo del tutto attinente all'argomento.
Ancora un saluto. |
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Tibet, 1995 di frank66 commento di gparrac |
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Foto singolla ... Mi sfogo un po' con l'alibi che tu hai lasciato la scritta Suggerimenti e critiche sempre ben accetti sotto la tua didascalia.
Che sia una fotografia che veramente vale molto non credo sia solo una mia opinione, mi sembra un concetto abbstanza oggettivo.
La madre guarda verso di te, il bimbo guarda la madre, lo sento un po' interdetto, forse non è abituato a vedere qualcno al di fuori della cerchia di parenti e conoscenti, ti sente forse diverso.
E probabilmente lo sei davvero ... nei vestiti e nell'armeggiare con una reflex che - seppure quelle di un tempo erano ben più discrete ed esibizioniste delle nuove digitali - può apparire al bimbo un oggetto sconosciuto, forse minaccioso.
Il caos di abiti, coperte ed oggetti che ho difficoltà ad identificare caratterizzal'ambiente ed i personaggi, il loro modo di vivere, penso quasi che questo che per me è solo un grande disordine sia in realtà frutto di un razionale comportamento per avere tutto a portata di mano, senza curarsi dell'effetto scenico.
Come già rilevato in altre occasioni parlando di altre fotografie mi sembra rappresentare un'entrata nella realtà della vita di persone diverse con grande discrezione e rispetto, tanta simpatia (uso il termine sempre nel suo significato etiologico, in luogo dell'adesso abusato condivisione).
Ma non mi convince del tutto la resa del B&N ... l'angolo destro in basso mi sembra un po' troppo scuro.
Nel '95 l'invertibile colore ad alta sensibilità era ancora carente in fatto di sensibilità, lo si usava solo se non c'era altra via per portare a casa una fotografia e non c'era modo di alzare la sensibilità con un pulsantino, per cui mi viene da ipotizzare un tempo di scatto piuttosto lungo, i volti mi sembrano carenti sul piano della nitidezza e la tua mano ferma non ha potuto far molto, sono a mio avviso definite meglio le coperte piegate sullo stesso piano.
Mi viende così da pensare che tu avevi in macchina una pellicola più adatta a fotografare all'esterno ...
Ma se devo essere sincero fino in fondo ... non mi convince il B&N come scelta!
Potrebbe essere una scelta obbligata ... dopo 20 anni mi sono trovato in mano troppe diapositive con un equilibrio cromatico già pesantemente alterato, non ho ancora capito se dipende solo dalla marca (ma le mitiche Kodachrome sono sempre un discorso a parte) o - ed è l'ipotesi più probabile - dalla cura con cui il laboratorio ha effettuto il lavaggio e la stabilizzazione ... certo spesso la colpa è da ricercarsi in quei plasticoni economici, usati perché quelli in carta con pH neutro (attenti a non confondere pH con i Ph ...) costavano veramente troppo.
Ma il colore - un colore discreto, non urlato - per me avrebbe aggiunto ancora qalche cosa ad una fotografia già molto buona, tanto buona da meritare un bel po' di lavoro per riportarla all'antico splendore.
Raffrontandola al tuo precedente reportage - senza con questo voler sminuire un ottimo lavoro - trovo questa tua nuova proposta almeno alla pari di quelle che ti sono state indicate come migliori, e - anche se non mi piace molto parlare di classifiche - anche un piccolo gradino sopra!
Spero di non averti annoiato ... ed ancora un saluto. |
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02-02-2013 di Liliana R. commento di gparrac |
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Buonaluce ha scritto: | sbaglio o sta camminando sui carboni ardenti ?  |
Direi ex-ardenti ...
La festa è finita ... non c'è più nessuno che guarda, il vecchio rito forse ormai ripetuto solo ad uso dei turisti in una commistione di antico e di moderno (l'impianto di amplificazione ...) è termitato.
La bimba corre sulla cenere ormai fredda (o quasi ... ) forse riproponendosi, in futuro, di essere una protagonista.
Che dirti, Liliana R.?
Vedo un'altra tua fotografia, raffinata, rispettosa ... educata e curiosa.
Mi piace molto ... ma soprattutto mi piace ciò che traspare dalle tue immagini, il rispetto verso i soggetti che ritrai come tuoi simili, indipendentemente dalle differenze di razza, cultura, religione ...
La Reflex non ti autorizza a guardare il resto dell'umanità dall'alto in basso, come sempre più spesso accade, mi sembra evidente ancora una volta la simpatia verso il soggetto ripreso.
Homo sum, humani nihil a me alienum puto.
Tecnicamente ... beh, un piccolo appunto: la cassa acustica che si intuisce a sinistra avrei preferito vederla tutta o ... non vederla per nulla!
Ma tanto per trovare qualche cosa che non va ... e per non limitarmi alle sole considerazioni emotive.
Un saluto. |
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XX di DocAl commento di gparrac |
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GiovanniQ ha scritto: | Manca....
non fotografare chi fotografa chi non deve essere fotografato...
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Più o meno lo stesso discorso mi è stato fatto quando ho fotografato un branco di turisti intenti a fotografare il sarcofago che racciude(va) il reattore 4 del NPP di Chornobyl.
Quello che resta del reattore è diventato - intorno alla seconda metà del precedente decennio - una sorta di attrazione turistica ... Turisti amanti dell'estremo, che nulla sanno delle problematiche connesse all'episodio, lo stesso meccanismo che porta ad andare a vedere l'incidente, anche quando non c'è più la possibilità di portare aiuto.
Ho fatto fare ad un mio ospite il giro del porto di Genova ... sul battello il numero delle persone impegnate nel selfie con sullo sfondo il relitto della Costa Concordia ha sconcertato ambedue ... ed il percorso del battello era stato modificato proprio per passare lì vicino.
Io sono stato fra i primi occidentali ad andare a Chornobyl ... era il 2003, cominciavano a dare i primi permessi per la visita!
Ma praticamente quella volta non ho fotografato: ero troppo impegnato a fare domande tecniche alla persona del Chernobylinterfom che mi accompagnava per cercare di capire l'evoluzione della situazione.
Scontrandomi platealmente con un muro di gomma ... e non certo perché la mia interprete non era in grado di tradurre correttamente all'ineffabile funzionario ciò che chiedevo.
Poi l'ho fatto (intendo le fotografie) ... ho pensato che valesse la pena portare a conoscenza di questa realtà, la tragedia che diventa divertimento ...
Ma in un certo senso quanto mi è stato fatto rilevare non è privo di logica, effettivamente facendo quella fotografia mi accodavo al malcostume, sia pure per confannarlo ...
Però in tale circostanza, come battuta, ci poteva anche stare ... qui veramente mi sembra di pessimo gusto.
Sopratutto quando di fronte ad un'immagine estremamente significativa di un malcostume fotografico il commento si limita a considerazioni tecniche ed estetiche.
Fra le bellezze della nostra civiltà c'è un fatto che non è molto noto: durante lo sterminio dei nativi americani era d'uso ricavare dallo scroto degli indiani uccisi delle borse per il tabacco.
Di fronte a questi oggetti di alto artigianato si può commentare solamente parlando della abilità del conciatore e del geniale riciclo della parte anatomica?
Io non credo ... io prima di essere un fotografo (rigorosamente senza Ph) sono un essere umano e Homo sum, humani nihil a me alienum puto ...
Non credo si possa inquadrare questa fotografia nel diffuso filone della caccia allo sfigato ... la posizione critica nei confronti di questo tipo di phtographi (con il Ph) mi sembra evidente!
Ma probabilmente sono io in errore, per questa ragione non interverrò più nella discussione.
Mi sembra evidente l'inutilità di farlo, così come sono evidenti i buoni motivi che consigliano di non farlo.
Ancora un saluto. |
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XX di DocAl commento di gparrac |
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renzodid ha scritto: | (...)non ho capito cosa vuoi dire per "malcostume fotografico" |
Con la consapevolezza di riproporre un discorso già fatto e ripetuto ed accettando il rischio delle solite polemiche al riguardo ...
Ando Gilardi ha scritto: | “NON FOTOGRAFARE…”
Non fotografare gli straccioni, i senza lavoro, gli affamati.
Non fotografare le prostitute, i mendicanti sui gradini delle chiese, i pensionati sulle panchine solitarie che aspettano la morte come un treno nella notte.
Non fotografare i neri umiliati, i giovani vittime della droga, gli alcolizzati che dormono i loro orribili sogni.
La società gli ha già preso tutto, non prendergli anche la fotografia.
Non fotografare chi ha lo manette ai polsi, quelli messi con le spalle al muro, quelli con le braccia alzate, perché non possono respingerti.
Non fotografare il suicida, l’omicida e la sua vittima.
Non fotografare l’imputato dietro le sbarre, chi entra o esce di prigione, il condannato che va verso il patibolo.
Non fotografare il carceriere, il giudice e nessuno che indossi una toga o una divisa. Hanno già sopportato la violenza, non aggiungere la tua. Loro debbono usare la violenza tu puoi farne a meno.
Non fotografare il malato di mente, il paralitico, i gobbi e gli storpi. Lascia in pace chi arranca con le stampelle e chi si ostina a salutare militarmente con l’eroico moncherino. Non ritrarre un uomo, solo perché la sua testa è troppo grossa, o troppo piccola, o in qualche modo deforme. Non perseguitare con il flash la ragazza sfigurata dall’incidente, la vecchia mascherata dalle rughe, l’attrice imbruttita dal tempo. Per loro gli specchi sono un incubo, non aggiungervi le tue fotografie.
Non fotografare la madre dell’assassino e nemmeno quella della vittima.
Non fotografare il figli di chi ha ucciso l’amante, e nemmeno gli orfani dell’amante. Non fotografare che subì ingiuria: la ragazza violentata, il bambino percosso. Le peggiori infamie fotografiche si commettono in nome del “diritto all’informazione”. Se è davvero l’umana solidarietà quella che ti conduce a visitare l’ospizio dei vecchi, il manicomio, il carcere, provalo lasciando a casa la macchina fotografica.
Come giudicheremmo un pittore in costume bohemienne seduto con pennelli, tavolozza e cavalletto a fare un bel quadro davanti alla gabbia del condannato all’ergastolo, all’impiccato che dondola, alla puttana che trema di freddo, a un corpo lacerato che affiora dalle rovine? Perché presumi che il costume da free-lance, una borsa di accessori, tre macchine appese al collo un flash sparato in faccia, possano giustificarti? |
Un saluto. |
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mare d'inverno... di giovanni schiavoni commento di gparrac |
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Non è che mi metto ad ululare di piacere ... ma credo che la tua fotografia meriti un po' di più di un solo commento.
Ben costruita e descittiva, pur rientrando in un filone un po' inflazionato.
Ma ... se dovessimo criticare tutte le fotografie perché già viste queste pagine sarebbero desolatamente vuote e poi l'importante è di affrontare il tema cercando di fare un po' meglio ed anche con un punticino minimo di novità.
Che qui - a mio avviso - c'è e questo è nel mio modo di intendere la fotografia un merito non da poco.
Lo trovo nell'atteggiamento e nell'interazione fra i membri della famiglia a sinistra guardando ... un momento particolare che forse si presta a diverse interpretazioni fra noia e divertimento.
Non è che il bimbo piccolo stia dicendo - più con l'atteggiamento che con la voce - Mi sto annoiando, fa anche freddo ... perché non torniamo a casa?
Manca un po' di spazio a sinistra? Da parte mia è un si che assomiglia ad un ni ... per me è difficile immaginare come sarebbe la fotografia inquadrata come suggerito ma rilevo che quasi esattamente nell'angolo a sinistra in basso parte la linea che guida nella lettura della fotografia.
Però è anche vero che si poteva utilizzare un'altra linea (quella del bordo superiore su cui il terzo personaggio sta muovendosi) allo stesso modo ...
Un appunto poi per il colore: trovo i colori un po' (non troppo ...) accentuati, la cosa nel complesso dell'immagine mi piace anche ma nello stesso tempo non mi convince completamente la resa del volto dell'uomo e della sua mano destra.
Però ... dettagli insignificanti, con sempre il dubbio che la resa del mio monitor non sia quella propriamente corretta.
Un saluto. |
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