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Go! di Paolo Dalprato commento di Paolo Dalprato |
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matteoganora ha scritto: | Se fotografi la persona non la fotografi di spalle... |
Sicuro? Ma sicuro, sicuro, sicuro? |
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Respiro di Laki85 commento di Paolo Dalprato |
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La bocca del mostro! Forse una creatura degli abissi forse un mostro dei cieli, magari là in fondo c'è un buco nero! Complimenti  |
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Go! di Paolo Dalprato commento di Paolo Dalprato |
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matteoganora ha scritto: | Per l'appunto, e complimenti per lo "scarabocchio" che è tutt'altro che abbozzato.
Le regole, scritte e non scritte, per fotografare lo sport sono sempre le stesse, che si segua un evento di disabili o meno, ho scattato con sciatori disabili per due anni e la ricerca del gesto atletico e della perfetta esecuzione dello stesso è sempre il punto cardine.
Non esiste che si trascenda da quel che è il bilanciamento compositivo dell'immagine e il racconto di un'azione sportiva per concentrarsi sull'atleta, altrimenti, come detto, siamo nel campo del ritratto in azione, e in quel caso, per lo meno sarebbe bene vedere il volto dell'atleta.
Il basket, così come il tennis o qualsiasi altro sport in cui si usi una palla, ha sempre due soggetti, chi colpisce la palla, e la palla... |
Non sono d'accordo, ma va bene così.
Sulle regole, in generale, non sono scritte sulle sacre tavole di pietra. Non sto dicendo che vanno rotte a prescindere, per nulla, sto dicendo che le regole vanno conosciute e pure molto bene ma va anche capito quando si può andare oltre. In caso contrario, di assoluta e cieca obbedienza alle regole mi verrebbe da dire che in realtà delle regole non s'è capito molto, perché le regole esistono perchè hanno una motivazione, se ci si attiene alla lettera e non al senso vuol dire che il senso non s'è capito. La stessa cosa (il non avere capito il senso di una regola) vale anche quando le regole si rompono a prescindere per fare quello fuori dal coro.
Lo sport, puoi fotografarlo da più punti di vista, non c'è solo il gesto atletico, c'è anche l'atleta e c'è anche la persona (che è qualcosa di diverso dall'atleta). E' come fotografare solo i vincitori, nello sport c'è anche chi perde, è come fotografare solo chi vuole vincere, c'è anche chi vuole solo partecipare.
Sulla palla, se per parlare di uno sport hai sempre bisogno che ci sia l'oggetto con cui si gioca ho l'impressione che ti stia perdendo qualcosa, opinione personale eh. |
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Esterni di Paolo Dalprato commento di Paolo Dalprato |
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Laki85 ha scritto: | Un gran classico milanese nella tua personalissima interpretazione. Ottima atmosfera  |
Non trovi che sia un bell'esercizio affrontare "classici"?
Grazie Giacomo  |
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Go! di Paolo Dalprato commento di Paolo Dalprato |
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Anna Marogna ha scritto: | Ciao Paolo , non mi piace tanto dire 'quoto' e quindi dirò che sottoscrivo le tue parole. La palla è un in più poichè l'intensità, la forza, lo sforzo sono qui ben colte e, per estensione, rappresentano le difficoltà contenute nel gesto che una persona disabile compie anche nelle azioni quotidiane che a noi paiono semplici . Una mia piccola opinione emozionale naturalmente, poi magari tecnicamente ............
Anna |
La tua piccola opinione mi ha fatto molto molto piacere, grazie Anna  |
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Go! di Paolo Dalprato commento di Paolo Dalprato |
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vittorione ha scritto: | Devo dire che l'appunto mosso da matteoganora a me pare fondato, e la foto così fatta, privata dell'oggetto dell'azione, la trovo depotenziata non solo dal punto di vista atletico-sportivo, ma secondo me anche da quello da te cercato, poiché separare il gesto e, non di meno, lo sguardo del secondo giocatore dal motore che li muove lascia fuori campo la "motivazione" che dà senso compiuto all'insieme.
Secondo me, se posso disobbedire alla raccomandazione che porti in firma, un'inquadratura verticale tale da dare risalto alle tensioni verso l'alto, e che consentisse la piena visibilità del pallone avrebbe dato un miglior risultato.
Giusto per poter dare visivamente un'idea di massima di cosa intendo e poter fare un confronto allego un abbozzo, un po' scarabocchiato.
V |
Grazie Vittorione
Oramai è un anno e mezzo che seguo sport paralimpico, mi sono fatto una mia idea di come rappresentarlo, idea che continuo ad approfondire man mano che seguo questa attività. Ho fotografato Bebe Vio ed il ragazzo che si allena con la squadra locale, ho capito (almeno credo) che lo sport paralimpico vada guardato anche con occhi diversi da quelli con cui si guarda lo sport normodotato. Perché i limiti e gli obbiettivi sono diversi, a volte credo difficili da capire per chi non si è mai seduto su una carrozzina cercando di giocare a basket. Se sei legato, letteralmente e metaforicamente, ad una carrozzina che pesa 20 kg (nel rugby anche di più) già alzarsi di 10-20 cm è un obbiettivo ed un limite. La palla viene dopo. |
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s.t. di alessio tempestini commento di Paolo Dalprato |
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Mi piace molto questo lavoro, la materia è resa benissimo ed il nero di fondo esalta il soggetto (di più vista a pagina intera), complimenti  |
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Go! di Paolo Dalprato commento di Paolo Dalprato |
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matteoganora ha scritto: | La foto è una foto, non è la telecronaca di una partita, quindi ancor più se la foto va a rappresentare un momento cruciale della partita, va composta bene, questa foto è tagliata male, il gesto atletico perde forza a causa della composizione sbagliata.
Quando si fotografa lo sport, bisogna non farsi trainare dalla performance e rimanere concentrati sulla foto.
O si fotografa, o si guarda la partita, fare entrambe le cose non ti fa godere la partita e non ti fa fare belle foto. |
Ho detto che ho guardato la partita?
Grazie Matteo, terrò conto dei tuoi suggerimenti  |
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Go! di Paolo Dalprato commento di Paolo Dalprato |
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matteoganora ha scritto: | Una foto di azione senza l'oggetto dell'azione, nel caso la palla...
E non è nemmeno considerabile come primo piano del giocatore, che potrebbe avere senso in ottica di reportage dell'evento, ma il giocatore è di spalle...
Poi c'è quel pezzo di carrozzina che spunta a destra, molto fastidioso...
Mi spiace ma non vedo un solo elemento valido in grado di salvare lo scatto. |
Le tue considerazioni ci stanno eh, provo a dirti i miei ragionamenti.
Il soggetto, no non è la palla ma è il gesto dll'atleta. Stiamo parlando di basket in carrozzina, sport paralimpico. gli atleti sono tutti disabili, di vario grado anche decisamente gravi e non solo riguardanti gli arti inferiori (c'è un atleta che per un incidente ha solo il braccio sinistro intero ma è talmente bravo che è stabile in nazionale). Quel gesto, la mano ed il corpo tutto verso l'alto a raggiungere qualcosa che sembra fuori portata, lo trovo emblematico. ed è questo che ho fotografato.
Grazie Matteo  |
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Go! di Paolo Dalprato commento di Paolo Dalprato |
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Basket in carrozzina - Campionato di serie A
Briantea84 vs Santo Stefano
Seveso, 17/11/2018
Secondo me da vedere su fondo bianco |
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Non faccio foto di fiori di Paolo Dalprato commento di Paolo Dalprato |
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Mausan ha scritto: | vero, è la tua firma se così si può dire, e tal proposito mi domando come mai non hai stretto un poco di più ?
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Bella domanda, davvero. Per molte foto quando si tratta di piccole differenze non c'è una ragione per cui si inquadra in un certo modo se non il proprio gusto personale, in quei casi il "perché mi piaceva così" non è una risposta da maleducati ma è l'unico motivo vero. |
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