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Amore di papà di Emanuela53 commento di pamar |
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in questo caso, devo proprio dirlo, le valutazioni circa composizione, framing, toni e quant’altro sono superflue (peraltro in questa foto mi paiono ineccepibilmente eseguiti). Quello che “è” la fotografia sta tutto nel soggetto e nella scena ritratta. Per chi si rivede in una situazione del genere non manca nulla di nulla.
Marco |
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Ombrellone di Paranda commento di pamar |
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Dico la mia. Ho letto i vari commenti e le valutazioni circa la non perfetta precisione geometrica dell’ombrellone. a mio parere (non voglio andare contro nessuno, si tratta solo di come la vedo io), in una fitografia di questo genere la cosa non ha il minimo peso. Questo perché il soggetto non è un manufatto architettonico che ha nel reale accuratezza geometrica e quindi vuole una resa ineccepibile, ma un arnese che di suo, nella realtà, non possiede una rigidità che crea una precisione geometrica perfetta (sfido a trovare un ombrellone geometricamente perfetto nella realtà). Fatta questa premessa io ritengo che comunque in questa foto non vi sia una non-precisione tale da risultare visivamente fastidiosa. La foto si regge su altri connotati quali pulizia, semplicità, contrasti fra due tinte opposte, scelta del formato quadrato che raccoglie…..
Per me ottima così come è.
Marco |
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Siesta di PieroF commento di pamar |
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Certe immagini giocano e hanno come punto di forza il grafismo ed i colori o le forme. Altre si basano sulle sensazioni che vogliono comunicare. Questa la classifico senza ombra di dubbio nel secondo gruppo. Tuttavia, sempre, le sensazioni ed il messaggio che una fotografia vorrebbe veicolare si regge “anche” sul come un’immagine è costruita, sulla composizione, i toni e le tinte. Intendiamoci, se il soggetto è forte esso riesce ad emergere comunque ma lo fa in modo più efficace e diretto ove è sorretto da una buona costruzione dell’immagine. In questo caso, come detto, è preponderante il lato comunicativo dell’immagine, ed esso si regge ed è veicolato da una costruzione e realizzazione molto buona. La medesima aula illuminata dalla luce del giorno, con colori vivi e tono vivaci avrebbe comunicato “altro” invece che quanto detto dal titolo. L’autore ha avuto l’intelligenza di associare in modo indissolubile la grafica, con l’atmosfera desiderata. Bella prova.
Marco |
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St di littlefà commento di pamar |
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Questo scatto, devo dirlo, è sui generis. Mi riferisco al suo essere in B&N. Si tratta di una scelta non comune per tale soggetto. Un paesaggio marino, una spiaggia, una costa ed un cielo con veli di nubi. Se provo ad immaginarlo a colori, immagino delle tinte stupende. Eppure, ne sono stra-convinto, la rinuncia al colore si rivela azzeccata. si rivela essere una aggiunta invece che una perdita. Col monocromatismo emergono tutta una serie di dettagli e connotati che sarebbero risultati “mascherati” dai colori stupendi del paesaggio. forme, texture, direttrici…..emergono e diventano protagoniste in ogni dove: il cielo solcato dalle nubi, la sabbia della spiaggia, la spuma del mare e l’acqua del mare ora in movimento ora capace di disegnare pozze piatte ed immobili…..e decine di altri dettagli.
Marco |
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st di ant64 commento di pamar |
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trovo sia una bella proposta. Un percorso obbligato verso il fondo ed una figura umana come punto di arrivo. A mio gusto trovo che “sporchi” il susseguirsi verso il fondo lo spazio che consente la vista del luogo esterno fra le prime due colonne. Provando a levarlo rimane un’alternanza piu’ uniforme e che non mostre il luogo esterno che a mio parere risulta superfluo e non possiede fini espressivi. Anzi, non localizzando il dove permane una certa aria di anonimo mistero sul luogo e cosa c’è fuori incentrando ancora maggiormente la scena sul percorso interno ed il continuo susseguirsi delle colonne fino allo spiraglio sul fono e l’uomo.
Marco |
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Muro di pulchrum commento di pamar |
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Un’immagine apparentemente “facile”. Non serve un super autofocus predittivo oppure uno scatto a raffica sopra la media. Non bisogna inseguire un soggetto in movimento o avere un’estrema prontezza di riflessi. Non è una scena che dura 1 secondo e poi non si ripresenta più’…c’è tutto il tempo a disposizione, si può provare e riprovare, scattare e riscattare, cestinare e scegliere. allora tutto facile vero? A mio parere no. A mio parere è uno scatto semplice da fare, è vero, ma una cosa è farlo, un’altra è farlo “bene”. Certo, io parlo per me e per il mio gusto ed il mio essere (e lungi da me sminuire altri generi) ma penso che una fotografia di tal genere parta da un presupposto imprescindibile che è alla base del suo essere un’immagine accattivante: deve essere “vista”. Come diceva A.Adams occorre saper previsualizzare. occorre insomma essere consci e sapere estrapolare la scena da un contesto ampio. Estrapolare, isolare “un qualcosa” da un insieme piu’ ampio, ed estrapolarlo rendendolo ad hoc, non semplicemente prendere una parte “a caso” dall’insieme. Questa immnagine per esempio ha tutto al posto giusto. Potrei parlare per minuti descrivendo la bontà del formato quadrato o la sua matericità o i suoi toni e colori e la loro alternanza……potrei andare avanti per un pezzo, ma a che servirebbe poi? e una bella e piacevole scena. E’ questo che conta. Punto.
Marco |
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Voglia d'Estate di Anna Marogna commento di pamar |
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Anna Marogna ha scritto: | @Marco ti ringrazio per la bella lettura, fine o inizio fa differenza? No, per me davvero nessuna
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Ciao Anna. Lungi da me mettere in dubbio le altrui convinzioni, ma sei davvero convinta di questo?
Marco |
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Voglia d'Estate di Anna Marogna commento di pamar |
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Klizio ha scritto: | Una bella e argomentata spiegazione della foto Anna, ora la osservo con uno spirito diverso, ma il problema è proprio questo: è la foto che doveva raccontare te e non tu la foto.
Ps ... la sabbia di noi isolani è comunque anni luce meglio di quella graniglia.
Un caro saluto |
Sottoscrivo.
Marco |
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s.t. di liut766 commento di pamar |
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immagine molto piacevole, l’idea di fondo trovo sia buona. Personalmente penso che ci sono dettagli sulla composizione che avrebbero potuto essere ottimizzati rendendo lo scatto da buono ad ottimo. Ho letto gli appunti di gfalco che trovo condivisibili, tuttavia io varierei in primis un certo dettaglio dell’inquadratura. Mi riferisco al lato chiaro ed illuminato della poltrona. Attira grandemente l’attenzione e lo sguardo e quasi (almeno a me…) pare un braccio della lettrice. Ci vuole poco a svelare l’arcano ma immediatamente trae quasi in inganno e solo in seguito emergono i contorni della donna. Forse perché i tono chiari su sfondo scuro emergono per primi ed i dettagli della persona sono molto esigui come superficie occupata (viso in alto a destra, parte del seno ecc.). Insomma la mano che regge il libro (solo inizialmente) pare che spunti dal nulla.
Marco |
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Voglia d'Estate di Anna Marogna commento di pamar |
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Una bella fotografia che definirei double-face. Si perché ciò che vuole esprimere la fotografia è biunivoco: in attesa dell’estate oppure fine dell’estate. Lettini ripiegati ed accatastati pronti per essere allineati ed aperti o chiusi in attesa di essere riposti per tutto l’inverno. Se posso dire la mia personale impressione la vedo più orientata verso la fine della bella stagione vacanziera e verso l’inverno, con quel pizzico di lieta tristezza che vede terminare le cose pur consci del futuro risorgere. Direi che questo è probabilmente dovuto ad un’atmosfera un pochino triste che rifugge l’allegria, data dai colori e la luce tendenti a tonalità spente ed invernali.
Marco |
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sub di GiovanniQ commento di pamar |
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Ciao Giovanni,
capisco le tue intenzioni ed il perché dell’inquadratura. Se tu avessi tolto la parte sinistra avresti nascosto il fatto che si tratta di un furgoncino. Ti racconto in cosa sono incappato io vedendo lo scatto. Io non ho capito che si tratta di un furgone. Pensavo ad una parete in lamiera o ad una carrozza ferroviaria di un treno merci. Capito l’arcano a mio avviso il dettaglio incluso è troppo esiguo (almeno per il mio comprendonio limitato…). l’idea c’è, e comprendo la voglia di incentrare il tutto solo sul disegno e i suoi cromatismi blu/giallo. Certo, il fatto che sia su un furgone rende la scena meno comune. Manca però un dettaglio che faccia capire senza ombra di dubbio che si tratta di un furgone. Se non una parte maggiore a sinistra che so, magari la parte inferiore con le ruote…..
Marco |
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Tegole di gfalco commento di pamar |
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Mi piace, e anche molto. Trovo che questo scatto abbia dei connotati che lo rendono particolarmente affascinante. Il soggetto è quasi banale: un tetto, una serie di tegole tutte uguali e ripetitive; è il modo col quale è stato ripreso a rendere il tutto originale e sui generis. Se guardiamo il tetto come è in realtà (grazie al link postato dall’autore) vediamo che la resa finale è tutt’altra cosa rispetto a come realmente è il soggetto. nello scatto di ora esso è “plasmato” in modo da perdere i suoi connotati reali ed acquisisce una nuova identità che lo trasforma da dettaglio comune in soggetto particolare. Lo sgambettamento della sua normale geometrica linearità grazie all’uso di un grandangolo, la trasformazione in susseguirsi quasi infinito di forme grazie al punto di ripresa ed all’intelligente rinuncia al colore. Lo sfocato del primo piano che fa cadere un punto stabile di “appoggio” per lo sguardo….rende l’insieme quasi onirico (e che lo sfocato iniziale sia pienamente voluto o dovuto per le condizioni ambientali poco importa. l’importante è che ci sta bene). Per me concludendo molto molto valida.
Marco |
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sub di GiovanniQ commento di pamar |
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Perché quella piccola porzione di parte a sinistra? A mio avviso o tutto o niente.
Marco |
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Quasi in cima di Gexgex commento di pamar |
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Harma ha scritto: | Marco me hai confusa E già una fortuna aver trovato una persona al posto giusto! Te pretendi troppo  |
ciao,
vero, sarebbe pretendere troppo avere l’uomo vestito in altro modo, cosa non fattibile a meno di non costruire lo scatto con un modello. infatti io ho detto che per me è ottimale cosi’ come è, anzi ho pure detto che la persona vestita di giallo (trovata vestita di quel colore per caso) è addirittura ottimale. Poi ho ipotizzato come sarebbe stato vestito di altro colore ed ho lanciato tale ipotesi. Non ho mai detto che la foto sarebbe stata migliore con la persona vestita in modo diverso. quindi non ho mosso critiche sul colore del giubbotto, sapendo benissimo che non è sta in piedi una critica su tale aspetto in una foto del genere….non mi sognerei mai di essere tanto pretenzioso. E poi, ripeto, il colore “trovato” è pure ottimale così come è. Non farmi passare per criticone dai……
Marco |
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nubi di gattapilar commento di pamar |
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che bel dittico. Possiede un insieme di caratteristiche realizzative azzeccate. un dittico non sempre è cosa facile da realizzare bene. Le due immagini devono dialogare fra di loro e possono farlo sia dal lato più immediato, ossia quello grafico, che dal punto di vista temporale, che da quello concettuale. Se puntiamo al concettuale spesso la corrispondenza puo’ essere difficile da afferrare ed intuire. qui’ siamo di fronte ad un dialogo grafico fra le due parti. Oggetti completamente diversi ma forme omologhe che immancabilmente si richiamano l’una l’altra. Azzeccato il B&N. I colori, magari discordanti, avrebbero tolto immediatezza di corrispondenza ai due fotogrammi. Cosi’ invece è tutto basato ed incentrato sulle forme…..tanto che vedendo la miniatura io personalmente mai avrei detto che la seconda immagine era un muro scrostato e non un cielo. Non vi è corrispondenza fra la posizione della nube nel cielo e quella della zona scrostata sul muro ? Vero, ma non lo reputo un connotato fondamentale. Per me buonissima così.
Marco |
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Quasi in cima di Gexgex commento di pamar |
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Bella scena. Doveva per forza di cose essere scattata con questa composizione. Intendo dire che sei stato intelligente a confezionarla cosi’ perché questa è la composizione migliore che si potesse decidere. Ce ne sarebbero altre ottimali ma probabilmente questa è quella che risulta piu’ armonica visivamente. Personalmente, detto della compo, il particolare che piu’ mi colpisce è la persona, non solo per la sua posizione (vedi discorso sulla composizione) ma anche e immancabilmente per il suo cromatismo. Il colore giallo del giubbotto secondo me è ottimale. Ha infatti un paio di connotati vincenti: spicca e si amalgama bene con il paesaggio. Anche un rosso o un blu’ sarebbero stati evidenti spiccando e forse (anzi sicuramente) l’avrebbero fatto maggiormente che un giallo. C’è da dire che il giallo è meno discordante dal pietra dei mattoni e pur evidenziandosi bene si amalgama meglio. Meglio giallo o rosso/blu’ allora? A naso il giallo ma è pur vero che un blu’ essendo profondamente “diverso” sarebbe stato ancora piu’ squillante…….diciamo che in questo caso quanto mette tutto d’accordo è quel berretto rosso. Un punto piccolo ma di peso. Quindi alla fine quale colore del giubbino sarebbe stato piu’ efficace? Apriamo le votazioni: giallo – rosso – blu’ – verde – bianco ? (me col giubbotto blu’ o verde via il berretto rosso però).
Marco |
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noir di filippo de marco commento di pamar |
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Ciao,
premetto che la fotografia mi piace. Mi piace dal punto di vista estetico/grafico. Trovo sia un bel B&N, una composizione semplice e pulita senza fronzoli. Sovviene poi tutta una serie di domande e congetture riguardo il perché di tale scatto. Cosa vorrebbe comunicare e come funziona concettualmente. Personalmente (ma immagino sia un aspetto comune) non sono in grado di spingermi oltre a semplici congetture. Questo perché un’opera di tal genere racchiude aspetti noti solo all’autore stesso. Servirebbe un lavoro completo, un portfolio, per dare la possibilità al fruitore di approcciarsi in modo maggiormente efficace a lavori concettuali di tale tipo.
Marco |
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Monte Zevola di pulchrum commento di pamar |
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Un modo non comune di raffigurare una montagna o una scena montana. Solitamente, vista anche la bellezza dei cieli montani ricchi di nubi, si tende ad includere una parte del cielo. Si é soliti poi riprendere le catene montuose cercando di includere la loro interezza, per mostrare il loro insieme ed includere i bordi o lati delle cime che hanno magari profili accattivanti. In questo caso invece tutto quello che ho descritto non c’è. Vi è unicamente una parete rocciosa piena e un piccolo settore di cielo. Eppure questa immagine funziona ed è molto accattivante. La scelta compositiva è funzionale al risultato estetico ottenuto. Esso nasce e deriva immancabilmente da tale scelta. Un muro pieno e fitto che sottolinea la presenza e sostanza della roccia della montagna. Niente vie di fuga ma solo esaltazione della fisicità e pienezza della parete. Questa sottolineatura tuttavia ha la capacità di non sfociare nella monotonia ed assenza di dettagli, grazie alle zone innevate che “spezzano” la roccia e disegnano un’accattivante alternarsi di zone difformi cromaticamente. Le rocce di conformazione frastagliata, ricche di ombreggiature che rifuggono la piattezza e la neve che rende variegata la scena hanno il merito, lavorando a braccetto con la scelta compositiva chiusa, di presentare una veduta che esalta la pienezza fisica e senza fughe della roccia ma non vuole sfociare nel monotono e tutto uniforme. Un gran bel lavoro a mio giudizio.
Marco |
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Toscana di doby1958 commento di pamar |
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littlefà ha scritto: | spesso releghiamo il cielo ad una minima parte del frame, a far da spalla a quant'altro di bello il paesaggio ad esso sottostante ci offre. Ma ci son volte in cui è il cielo stesso a dare spettacolo e allora tutto il resto lo completa, come in questo caso. |
Perfettamente d'accordo
Marco |
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Pitigliano di Flavia Daneo commento di pamar |
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Flavia Daneo ha scritto: | Marco, per una volta chiedo in anticipo perdono perchè vado contro la mia stessa natura, ma non posso farne a meno...quindi lo scrivo:
TI ADORO!
Ciao  |
Caspiterina, per un commentino.....ne sono lusingato
Marco |
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