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Commenti da pamar
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
books
books di Guido_Romanelli commento di pamar

GiovanniQ ha scritto:
@Marco, ok per le ante, ma dovevano essere meglio riprese, in questo modo e' meglio, per me, senza Smile


Certo, l'ho ben detto che dovevano essere piu' accurate....ma per me meglio cosi' che assenti. Si perde tutto il bello senza. Certo ti capisco quando sostieni che fatte cosi' non sono il massimo.

Marco
books
books di Guido_Romanelli commento di pamar

Un’immagine che secondo me è capace di “dire” oltre a quanto illustra la scena. Io ho un’idea diversa da quella di GiovanniQ, Io ci vedo una sorta di scrigno che si dischiude su un mondo di storie, racconti e scritti del passato. Per questo motivo trovo che sia importante la presenza delle due ante dell’armadietto perché con il loro esserci ed essere aperte fanno immaginare che il contenuto dell’armadietto, prima celato, ora sia disponibile, quasi apparso dal nulla. Forse la presenza delle due ante aperte avrebbe potuto essere immortalata con maggiore accuratezza, ma la cosa importante in fondo è il loro esserci ed essere aperte.

Marco
st
st di ant64 commento di pamar

Un bell’esempio di come, con i giusti accorgimenti, da una veduta a suo modo comune, possa nascere un’interpretazione che nulla ha di comune ma riesce a fare emergere connotati particolari e sfocia in una lettura originale e non banale. Vincenti, a mio giudizio, due scelte che rendono il tutto quasi surreale: la rinuncia ai colori e l’inquadratura/composizione adottata. Entrambi hanno il fine di sottolineare solo alcuni aspetti esaltandone pochi altri. Il non necessario viene eliminato e rimangono forme, toni contrapposti (quindi ben evidenti) e una buonissima presenza e disposizione di spazi pieni e vuoti. Certamente una scena che non si immagina di poter trovare comunemente tutti i giorni, ma che in realtà è presente…la particolarità è che l’autore dello scatto ha saputo “vederla” ed immortalarla con oculate scelte. Probabilmente questa scena è stata “guardata” da centinaia di persone ma è stata “vista” cosi’ solo dall’autore. c’è una bella differenza fra guardare e vedere….o se volete previsualizzare (come si dice in fotografia). Complimenti.

Marco
Mare01
Mare01 di Antonio Mercadante commento di pamar

Bella idea. Mi soffermo solo su un dettaglio che reputo fondamentale per rendere questo scatto ottimo: la scelta del B&N. Dolo forme e toni che (senza il colore in questo caso non essenziale e forse d’intralcio) e porre così l’accento sulla scacchiera, seguita dalla balaustra poi dalla linea del mare/cielo. Geometrie pure e loro bella evidenziazione. Cosa avrebbe potuto dare il blu’ del mare o l’azzurro del cielo o ancora i toni della balaustra che sarebbe stato basilare e non una distrazione ? Io dico nulla. Ottima scelta il B&N.

Marco
s.t.
s.t. di liut766 commento di pamar

A volte sono piccoli elementi che “danno” un qualcosa ad uno scatto e lo differenziano da altri in tutto simili; lo differenziano nel bene e nel male (qui’ in positivo). Vedi in questo caso lo sbuffo di nuvola in basso a destra che è evidente per forma, colore e posizione.

Marco
Nel bosco
Nel bosco di pulchrum commento di pamar

Bella idea. Mi piace quasi tutto: modo di rappresentare il soggetto, colori, fuoco selettivo ed annesso sfocato dello sfondo, la presenza delle due fasce sfocate sullo sfondo che richiamano i due rametti., il formato scelto. unica cosa che, secondo me, balza da subito all’attenzione ed inficia l’armonia generale è l’accostamento al bordo del fotogramma del rametto a sinistra. Con aria come nel rametto a dx sarebbe stata una scena ottimale in tutto.

Marco
tronchi
tronchi di pamar commento di pamar

Un bianco e nero "sui generis"
Ghost in the woods
Ghost in the woods di Magh commento di pamar

Lo ammetto, ho un debole per le scene di paesaggi naturali uggiose o nebbiose e questa mi piace. Non solo per la tipologia ma anche per la costruzione. Sarebbe semplice immergere una scena nella nebbia che ovatta tutto ma qui’ c’è un elemento (fondamentale) che risalta nella leggibilità e funge da “piede” per lo sguardo: mi riferisco alla base dei tronchi in primo piano ed al tappeto di foglie rosse/marroni.

Marco
st
st di pamar commento di pamar

Grazie a gfalco, ant64, Arnaldo A, littlefà,pulchrum per il passaggio ed i commenti positivi che mi fanno indubbiamente piacere.
Non sono solito, per lo stesso file, “fare” sia il colore che il B&N. O uno o l’altro. Fondamentalmente perché penso che sia meglio partire con in mente cosa si vuole già al momento dello scatto. scattare una scena a colori presuppone scelte tecniche, compositive e di tipologia di soggetto/inquadratura diverse…. e perché non sempre quanto è ottimale a colori lo è anche in B&N. E poi io ho iniziato da piccolo con la pellicola e con quella o caricavi un rullo colore o B&N.
In questo caso ho voluto provare quanto non sono solito fare un poco per gioco. La fotografia è nata a colori e la “prova” in B&N nasce dalla voglia di vedere come sarebbe uscita e perché avevo l’impressione che sarebbe uscita bene.
Il B&N in ogni ambito fotografico ha dei connotati di indubbio fascino. toglie i cromatismi ma per assurdo “aggiunge”. Aggiunge perché pone l’accento su forme, texture, dettagli che paiono mascherati dal colore. E’ un mondo a parte e vive perché è capace di dare qualcosa di diverso ed imprescindibile. Basta pensare che il B&N è nato in fotografia prima del colore. Sembrerebbe un qualcosa soppiantato dalla successiva nascita della fotografia a colori, ma non è stato cosi’. Mi sorge spontaneo un raffronto con la televisione. Prima i televisori erano tutti in B&N. Poi sono nati gli apparecchi a colori. Chi oggi si guarda una TV in B&N? Il progresso e l’evoluzione hanno soppiantato e sostituito il vecchio. In fotografia è l’opposto: la fotografia è nata in B&N, poi è arrivato il colore, ma il B&N è vivo e vegeto. Il B&N in fotografia è “altro”.
Scusatemi, sono partito per la tangente e preso dal discorso mi sono perso via e dilungato.
Grazie ancora a tutti per il passaggio.

Marco
...
... di gattapilar commento di pamar

Ho sempre avuto un debole per i dittici e se non erro tu ne stai proponendo vari; alcuni molto interessanti. Questo è uno che reputo tale. Quello che balza all’occhio immediatamente è la sua immediatezza, il legame fra le due immagini che lo compongono. Spesse volte i dittici si basano fra una corrispondenza grafica o di tipologia del soggetto. Altre volte vi è un legame non grafico ma concettuale che richiede una lettura non immediata. In questo caso io ci vedo sia una corrispondenza (a suo modo) grafica che di significato. Hai saputo simboleggiare un elemento non “visibile” come l’aria grazie ad elementi estetici tangibili che la richiamano in modo palese ed abbastanza immediato, per poi passare ad un piano concettuale richiamando l’effetto dell’aria e la sua presenza dovuta agli elementi concreti presenti. Un bel lavoro.

Marco
st
st di pamar commento di pamar

dimenticavo......

Magari ci siamo pure incrociati.....

https://www.photo4u.it/viewcomment.php?t=712497


Marco
st
st di pamar commento di pamar

eccola la stessa che ho messo a colori ,in B&N
st
st di pamar commento di pamar

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
aria
aria di randagino commento di pamar

L’emblema della semplicità. E potrei fermarmi qui, avrei detto tutto quanto c’è da dire.
Si, perché “semplicità” è un termine che dice tutto. Non voglio essere frainteso con l’uso di questa parola, perché essa può avere connotati positivi e pure negativi. Semplice può avere un senso diminutivo e quasi banalizzante, dare un connotato capace di sminuire. Non è per nulla quanto intendo con “semplicità” riferito a questa fotografia. Pulita, lineare, efficace, senza fronzoli, priva di dettagli superflui, capace di colpire e di arrivare dritta all’obbiettivo….questo intendo con “semplicità”. Dal formato quadrato che racchiude la scena, ai soli due colori presenti, dalla composizione agli elementi presenti capaci di stagliarsi senza sovrapposizioni e capaci di conservare la loro siluette. C’è tutto quanto serve e nulla è di troppo. una scena armoniosa ma non banale o troppo statica (grazie anche agli uccelli in volo).

Marco
Riflessi di Vita
Riflessi di Vita di batstef commento di pamar

Mi piace. E molto. Questo è un modo “diverso” ed avvincente di rappresentare un’ambientazione. di descrivere un luogo e le sue caratteristiche. trovo siano ben fatte le inquadrature, tutte con la caratteristica di non essere completamente incentrate sull’immagine riflessa negli specchi. Vi è sempre una cornice del luogo dove é fissato lo specchio ed essa lo contestualizza fornendo una traccia più o meno ampia, (comunque sempre chiara) del contesto di dove esso è collocato. Di base questa caratteristica, poi una sorta di “presenza” diversa delle immagini riflesse, probabilmente date dalla natura stessa degli specchi. Una evidenza dovuta ad una sorta diversa luminosità delle immagini in essi riflesse. Una diversa evidenza quasi si trattasse di scene evidenziate rispetto al contesto nel quale sono inserite. Diverse non per tipologia di ambientazione ma per il loro avere un’intensità e “presenza” particolare. D’altronde questa ö una caratteristica delle immagini riflesse allo specchio, dovuta anche al mostrarci quanto è normalmente alle nostre spalle. Le immagini mi intrigano tutte; forse non mi esalta l’ultima, non tanto per il suo essere minuscola (l’immagine riflessa); ma per la scarsa leggibilità della scena nello specchio.
Un’ottima serie. Vincente sia per l’idea che ne è alla base sia per la realizzazione.

Marco
Puzzles - Same topic different subjects 06
Puzzles - Same topic different subjects 06 di pamar commento di pamar

Emanuela53 ha scritto:
Bellissima!! Vorrei poterla appendere al muro di casa mia!!! Mi piace l'idea! chissà se un giorno potrò provare anch'io a fare una cosa simile ! Grazie anche per le spiegazioni che hai dato!!! Ciao !! Ciao

Stellina !!!


Grazie mille Emanuela.

Marco
Castelmezzano under the moon light
Castelmezzano under the moon light di Michelangelo Ambrosini commento di pamar

Ciao a tutti. Rispondo a SandroAmos. Personalmente non sono un estimatore dell’effetto WOW. Fondamentalmente perché reputo che un trattamento per ottenere un look che suscita meraviglia ad un primo sguardo non abbia poi i connotati per rendere lo scatto sopra la media nel proseguo. Intendo dire che l’immagine appare superlativa e suscita emozioni al momento ma non conserva questi connotati a lungo. Se mi passi l’esempio è come paragonare uno spavento provocato da una persona che balza di fronte a noi da dietro un muro ad un sentimento di affetto. Uno spavento è una sensazione dirompente, forte ed improvvisa ma dura un istante. Se arriviamo a provare affetto per una persona il sentimento non è dirompente nell’immediato appena conosciamo la persona ma è passibile di nascere, crescere, solidificarsi e “durare” nel tempo (sicuramente più di uno spavento momentaneo). Ecco, una fotografia WOW usa il suo look per colpire nell’immediato, ma tale parvenza estetica non ha connotati salienti oltre ad essa; è una sorta di patina (spesso, non voglio generalizzare) sotto la quale “manca qualcosa”. Si arriva poi a fotografie che alla lunga sono tutte uguali e delle quali non rimane traccia nella mente. Non vi è (spesso) l’aggiunta di un quid oltre alla semplice meraviglia da primo impatto. Una foto come quella postata da Michelangelo non la inserisco nel filone effetto WOW. La scelta estetica non ha il solo scopo di creare meraviglia estetica. La volontà di rendere giallo intenso le luci attribuisce dei connotati al paesaggio che vanno oltre il mero estetismo ma che hanno una precisa motivazione espressiva esposta precedentemente dall’autore stesso. Un scelta legata alla sua volontà di trasmettere il suo stato d’animo all’atto dello scatto. Quindi non semplice look fine a sé stesso.

Marco
Castelmezzano under the moon light
Castelmezzano under the moon light di Michelangelo Ambrosini commento di pamar

Dal post di questa foto è nata un’interessante discussione circa l’attinenza o meno al vero di questa fotografia, dove ciascuno ha espresso le proprie idee. Da parte mia dico che questa immagine non è pienamente attinente alla realtà come la vediamo e percepiamo dal vivo. Tuttavia sono stra-convinto che questo non inficia minimamente la bellezza di questo scatto; anzi, a dirla tutta (a mio avviso) rende lo scatto sopra le righe in positivo. Immagino questa scena con le luci meno gialle e ci trovo un qualcosa di più banale….non capite male, forse il termine banale non è appropriato, forse sarebbe meglio dire “conson” o “comune”. Ho usato la parola “banale” per sottolineare fortemente che tale interpretazione si discosta grandemente dalla prassi fornendo un connotato capace di rendere lo scatto particolare e differente dal comune. Tale differenza fornisce una visione che è intrigante e colpisce nel segno. Rende un atmosfera vincente e capace di introdurre visioni ed interpretazioni non consone che si discostano dalla prassi e rendono il paesaggio vincente. E poi tutto dipende da come ci si accosta alla fotografia di paesaggio. Deve essere sempre una riproduzione del reale o una sua interpretazione? Allora la fotografia in B&N è fedele alla realtà? Basta un minimo intervento per discostarsi dalla realtà dei fatti. Se aumento un poco il contrasto? se intervengo con curve e livelli? se faccio scorrere un centinaio di foto postate nel forum non ne trovo nessuna che posso classificare in pieno come riproduzione fedele e pari pari del reale. E non cambia nulla col digitale, era così anche con la pellicola. Un uguale paesaggio ripreso con la Provia o la Velvia o l’Astia dava risultati diversi. Quale era più “vero”?
A mio parere NON esiste una fotografia che riproduce sempre e comunque la realtà. Si può avvicinare ad essa, raggiungerla al 100% no.

Marco
Colori d'Islanda
Colori d'Islanda di pierlu commento di pamar

Vedo in ritardo e commento solo ora questo bel lavoro. L’hai intitolato colori d’Islanda, e mi pare sia un nome veramente appropriato. Probabilmente oltre i colori sono ancora più concordanti le tonalità delle varie scene che hai ripreso e di conseguenza l’atmosfera che permea l’insieme delle fotografie. Grande fascino è dato dal luogo immortalato; località che hanno un grande appeal e vedute non comuni per noi. Tuttavia quanto rende veramente avvincente il portfolio è il suo essere stato realizzato ottimamente, sia come singole immagini che giudicando il loro insieme a formare un portfolio. Esso risulta veramente omogeneo e vede le immagini che si susseguono strettamente legate l’una l’altra per stile e modalità di realizzazione e confezionamento finale. Penso che questo non sia elemento facile o di poco conto; spesso un insieme di immagini stupende singolarmente, non si amalgamano l’una l’altra in modo fluido, pur rappresentando lo stesso soggetto. Qui invece tutto “scorre” e si dipana in modo fluido e senza intoppi o tentennamenti e sembra estremamente naturale il passaggio lungo le immagini da l’una all’altra. il lavoro vede alternarsi ora vedute piu’ ampie ora strette o dettagli, senza alcuna sensazione di eccesso dell’una o dell’altra componente. Quanto secondo me rende comuni le varie immagini è la presenza di un elemento “protagonista” in ognuna di esse; un dettaglio che (in un certo senso) focalizza l’attenzione sia in vedute ampie che inquadrature di singoli elementi. strisce di terreno con colore evidente, pozze d’acqua o simili ecc. nelle vedute panoramiche; segni nel terreno, forme , nebbie ecc. nelle viste piu’ dettagliate. Insomma, concludendo, un portfolio che reputo notevole sia come singole immagini ma soprattutto per l’omogeneità che lega i singoli tasselli a dare un insieme veramente ottimo.

Marco
i Guardia...ali...
i Guardia...ali... di giubbarossa commento di pamar

Le tonalità complessive dell’immagine sono poco buone. ma hai colto un momento bellissimo per la posa dei tre volatili. Quindi lo reputo un buono scatto. Immagino cosa sarebbe stato con una luce e tonalità ottimali. Da 7 a 10 e lode…..

Marco
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