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St di littlefà commento di Clara Ravaglia |
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La solidità scura della roccia ,come ferma cornice naturale . e poi, oltre il "portale" , ecco la liquidità del mare, reso soffice ed avvolgente dal tempo lungo, a compenetrare illusoriamente le due presenze, che assumono così la forza evocativa di un ricordo ,rubato al presente. Arrivò tardi ,ma mi complimento sinceramente.
Ciao
Clara  |
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St di littlefà commento di essedi |
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Ho letto Fabiana,veramente impressionante la storia e la foto assume una valenza maggiore. Ciao,Sergio. |
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St di littlefà commento di littlefà |
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Grazie Francesco! eh si,la storia aggiunge un velo di inquietudine all'immagine! |
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St di littlefà commento di Tropico |
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Che storia Fabiana, alla luce del racconto la foto diventa ancora più interessante...  |
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St di littlefà commento di littlefà |
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Sergio grazie di essere passato e doppiamente grazie per la preferenza! Mi fa piacere che abbia trovato convincente anche l'aspetto cromatico,perché ti confesso che è uno degli aspetti che mi lasciava più perplessa,nonostante l abbia trovata più convincente rispetto alle tante altre piccole variazioni provate!
Approfitto della tua lettura per raccontare un qualcosa di più sulla location e su questo scatto.Sebbene sia nato un poco per caso, ha assunto una valenza particolare proprio perché queste due figure che sembrano come detto dei fantasmi,si affacciano da un rudere che tanti anni fa è stato lo scenario di un brutto fatto di cronaca. Infatti all'ombra di quella casa diroccata vennero uccise due persone,una coppia di turisti. Da allora infatti quel rudere sulla costa verde è conosciuto come "la casetta dei tedeschi". Anche se tutt'ora molte persone non ne conoscono l'esistenza o non conoscono la storia che c'è dietro!
Grazie ancora.. buona serata
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St di littlefà commento di essedi |
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Immagine molto suggestiva.L'ectoplasma esce dalla casa diroccata materializzandosi in questa doppia apparizione in avanzamento verso il mare.Ottima realizzazione anche nella scelta del colore.Tra le mie preferite.  |
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Il richiamo degli angeli di littlefà commento di littlefà |
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Clara,sono felice che abbia recepito in pieno il messaggio del mio scatto.Ti ringrazio per il tempo dedicato e per le belle parole spese,e soprattutto sono onarata e ti ringrazio per la preferenza!
Buona giornata  |
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Il richiamo degli angeli di littlefà commento di Clara Ravaglia |
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A me spiace sempre contraddire in qualche modo gli altri, ma questa foto mi piace moltissimo e voglio dirlo.
Non è uno scatto da studio, non è asettico e tendente al massimo di risultanza estetica.
E' uno scatto spontaneo, disarmante, e comunque molto molto efficace nella decisione dei tratti e dei soggetti.
La tenerezza , la emotività del contenuto, sono forti comunque.
Quelle mani di lui, più intense nella tonalità restituita, si sovrappongono brune e ben nettamente distinte da quelle di lei , ma per accarezzare insieme quella vita che cresce. E il giacchino così casual, sembra dirci quanto quel gesto, in fondo così classico, anche fotograficamente, possa essere stato irresistibile, non premeditato, spontaneo e sentito.
Un bianco tutto da scrivere a sinistra, simbolicamente, davanti a tutti loro..
Commento emotivo il mio, più che tecnico, ma sincero e rispettoso delle precedenti osservazioni. E metto la stellina...
Ciao
Clara  |
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St di littlefà commento di littlefà |
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Francesco,Daniele,Carlo grazie per il vostro passaggio e per i vostri apprezzamenti!
Aggiungo i dati exif che, mi accorgo solo ora non son inclusi come altre volte..Ho scattato con un 18-105 a 45mm , f16,ISO 100 e con un tempo di 3 secondi.
L'effetto fantasma è dovuto al tempo lungo. La foto in realtà è nata quasi per gioco, ma il risultato mi ha colpita per svariati motivi ed ho deciso di sottoporla ai vostri giudizi!  |
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St di littlefà commento di Tropico |
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Non capisco come hai ottenuto l'effetto fantasma (vetro? ) ma comunque molto bella...  |
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Il richiamo degli angeli di littlefà commento di BIANCOENERO |
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Ricorda una cosa fondamentale nella fotografia:
inquadra solo il soggetto principale, per questi generi s'intende, il resto è solo motivo di distrazione e di lettura della fotografia.
Potrebbe essere anche solo un flare dovuto ad un controluce ad esempio, che per qualcuno è fascino per qualcuno motivo di distrazione, ma ciò che importa maggiormente è ciò che tu vuoi trasmettere, quindi tutto il resto è di aiuto per realizzare al meglio la tua foto.
Un istante molto importante che verrà ricordato per tutta la vita soprattutto grazie a te e a come lo hai rappresentato.
Vedrai che il giacchino passerà in secondo piano
Complimenti  |
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Argo di littlefà commento di vittorione |
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littlefà ha scritto: | ...Non mi trovi d'accordo però sul fatto che un animale debba assumere delle "pose umane" per elevarsi da un anonimato che susciterebbe niente di più che un sorriso... |
Non ho inteso dire questo, Fabiana, e mi dispiace di non essere stato sufficientemente chiaro.
Nel caso di Zenobia però (ed in quello nello specifico, senza necessariamente generalizzare, dato che ogni caso, e foto, fanno storia a sé) l'atteggiamento... "umano" contribuisce a qualificare l'animale al di là della sua pura fenilità con quell'effetto che sì, strappa anche un sorriso, ma che, soprattutto, sancisce l'imporsi di Zenobia sull'ambiente circostante (e forse anche sul suo amorevole proprietario).
Zenobia nella foto di jus "assume un ruolo", quando invece, nel caso dello scatto fatto al tuo Argo, si rimane alla pura esteriorità, ovviamente con tutti i naturali segni di caninità che Klizio elenca, ma (sempre secondo me) rimanendo ben al di qua del recinto che separa la Foto di cane dal Ritratto di cane.
Ovviamente poi tutto è opinabile quando i confini sono sottili.
Il piacere è questo scambiarsi civilmente opinioni differenti.
Ciao, V.
P.S. - A scanso di equivoci amo gli animali tutti e convivo piacevolmente con un paio di gatti. |
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Argo di littlefà commento di littlefà |
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Vittorio, rispetto e in parte condivido la tua analisi.Non mi trovi d'accordo però sul fatto che un animale debba assumere delle "pose umane" per elevarsi da un anonimato che susciterebbe niente di più che un sorriso. Non tutti gli animali sono caratterizzati da indole austera e superba o da atteggiamenti umanizzati,molti, come ad esempio Argo,sono meglio descritti da espressioni che indichino la loro dolcezza,goffaggine o simpatia e che li rendono comunque "quel cane o quel gatto" non "un cane o un gatto".
A mio parere una delle diifficoltà maggiori per il fotografo in questo caso sta nel far cogliere questa differenza a chi non è influenzato dall'affetto e la conoscenza dell'animale!Credo che questo sia il problema di fondo.Evidentemente io con questa foto non son riuscita a stuzzicare la tua curiosità nei confronti di un soggetto che è rimasto "banale"ai tuoi occhi.Grazie comunque per aver espresso il tuo utile punto di vista!
Nico, grazie anche a te per l'analisi dettagliata e gli apprezzamenti .Felice di essere riuscita a trasmetterti delle sensazioni attraverso il linguaggio del corpo di Argo!
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Argo di littlefà commento di Klizio |
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Forse si, manca un' espressione interessante, secondo le tipiche categorie umanizzanti ( curioso/ superbo/nobile/austero ecc.). I post incrociati di V. però, paradossalmente, mi hanno fatto riflettere sulla soggettiva del ritratto animale. Togliendo per un attimo quelle categorie, infatti, resta il lunguaggio dell" animale, come natura lo ha fatto. Che secondo me in questa foto è ben rappresentato: orecchie abbassate, lingua a penzoloni, posizione del corpo. Ma soprattutto la coda, l' unico mosso della foto che però dice tanto dello stato d' animo di Argo. Per il resto mi sembra sufficientemente nitida e i fiori che costeggiano Argo armonizzano il momento.
Sul dibattito aperto da V. , sarebbe interessante aprire un topic apposito.
Per me un buon ritratto di cane, da cane. Felice. |
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Argo di littlefà commento di vittorione |
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Tornandoci su.
Cani e gatti, al di là del suscitare simpatia in chiunque ami gli animali, c'è il rischio (fotograficamente parlando) che vengano banalmente ripresi nello svolgimento delle loro anonime funzioni di cane o gatto.
E' quello che qui accade con Argo: indubbiamente un bel cane, in posa da cane, sguardo da cane, con la sua bella lingua di fuori, ecc. ecc.
Il racconto comincia, per esempio, quando, come nella foto di jus, l'animale, Zenobia, assume quella postura che la eleva a padrona del territorio, perfettamente a suo agio nell'ambiente, con quella posa umana che (al di là di muovere al sorriso) le assegna una dignità "superiore".
Non è più un qualunque gatto, speciale solo per il suo padrone, ma diviene quel particolare gatto riuscendo a distinguersi così dalla... massa.
V. |
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