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Rami d'inverno di pulchrum commento di pamar |
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sicuramente non si tratta di una novità. Foto di questo genere ce ne sono. Tuttavia, tolta questa considerazione, la trovo veramente bella. ben fatta e con uno sfondo efficace ed affascinante con le sue tonalità pastello ed il loro degradare l’una l’altra in modo graduale e piacevole. Forse pecca la resa dei rami scuri, ma penso sia dovuto alla compressione WEB.
Marco |
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Vagamente di liviux commento di pamar |
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Questa fotografia ha in sé l’elemento che immancabilmente rende un’immagine intrigante. Quando vi è un qualcosa, un’azione, persona, luogo di non chiaro e che si “spiega” nella sua interezza semplicemente mostrandosi allora l’interrogativo che nasce ha sempre un'attrattiva particolare. A mio avviso la scelta di questo B&N granuloso si adatta bene alla scena.
Marco |
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Mind di Magh commento di pamar |
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Una scena uniforme e ripetitiva. Una serie di tronchi d’albero dalle tonalità spente e non brillanti, seppure “impreziosite” dalla bella texture della corteccia. Una base uniforme dove magicamente spicca e diviene centro di attenzione quel piccolo arbusto carico di foglie rosso dorate che è inquadrato spalleggiato da due tronchi (che fanno da cornice) ai due lati e proprio davanti ad un altro tronco che, per la sua tinta spenta esalta ancora maggiormente il suo cromatismo vivace. A mio avviso ottimo.
Marco |
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St di Tia commento di pamar |
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Le foto “nebbiose” sono sempre affascinanti. A me, ma penso sia una caratteristica generale, piacciono molto. Immancabilmente tuttavia la bellezza di una scena nebbiosa acquista fascino ed impatto positivo se soddisfa alcuni requisiti di “confezionamento” che dal livello di “buona scena” ritratta la fanno passare a quello di “efficace ed appagante esteticamente”. La nebbia avvolge e maschera ogni cosa rendendola eterea e poco definita. In una fotografia, che è parte di uno scenario delimitato da un frame se tutto è etereo e indefinito si perdono i riferimenti e non si ha un punto di ancoraggio per lo sguardo dal quale partire e spaziare lungo la scena. Questa proposta direi che è invece ottimale. vi sono elementi definiti e “ben presenti” : alcuni alberi ed anche una striscia del pendio. Questi elementi aiutano a definire e caratterizzare il paesaggio ed “accolgono” tutto quanto è nebbia e superfici ovattate. Inoltre anche il cielo uniformemente grigio chiaro e nebbioso aiuta a modellare la pendenza del crinale alberato. Per me ottima.
Marco |
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St di littlefà commento di pamar |
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Una bella immagine che, come ti è stato detto si fa apprezzare per i colori e le tonalità del paesaggio. tuttavia il suo punto di forza si rivela, per assurdo, anche il suo lato debole. Mi riferisco ai due ragazzi che “dovrebbero essere” il dettaglio in più in una foto di paesaggio bellissima ma abbastanza comune 8se comune può definirsi questo stupendo scorcio di Sardegna). Intendo dire che i due ragazzi non spiccano immediatamente. Non solo per le dimensioni ma perché come tonalità risultano immersi fra le pietre, poco visibili. Quindi una bella foto alla quale manca l’evidenza di quell’elemento che sarebbe stato la ciliegina sulla torta.
Marco |
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Nella nebbia.. di Arnaldo A commento di pamar |
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Sai perché trovo che sia un’immagine riuscita? Per un connotato secondo il quale è costruita: la fascia nebbiosa “protagonista” e soggetto dello scatto si trova in posizione centrale ed arriva subito, come prima cosa a chi la guarda. Le fasce inferiori e superiori, prato e cielo la delimitano ad hoc. Costruzione ineccepibile che contribuisce a rafforzare e sottolineare l’atmosfera dello scatto.
Marco |
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S.T. 441 di Dorian Gray commento di pamar |
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Uno scatto emblematico. Dimostra come, in fotografia, non serva “il molto” per rendere avvincente ed interessante una scena, se quanto c’è è immortalato in modo coerente ed efficace. Questo scatto si basa su pochi elementi sia costruttivi che cromatici capaci di sottolineare l’ambiente ritratto, facendo emergere la sua brulla desolazione e sottolineandone le caratteristiche. Elemento che attira l’attenzione è senza alcun dubbio quel pezzo bianco sulla destra che “rompe” la monotonia della distesa, al pari della diagonale di sassolini bianchi e la diagonale scura data dal rialzarsi del suolo verso il fondo. Poi ci sono le collinette di terra che “chiudono” la scena sullo sfondo. Vi è infine una porzione di cielo grigio e spento, plumbeo, che direi si adatta efficacemente all’ambientazione complessiva…un cielo vivo e variegato di nubi male si sarebbe adattato alla scena. Avevo un solo dubbio circa l’estensione del cielo. Forse una porzione minore sarebbe stata piu’ efficace; cosi’ ho provato a toglierne una buona porzione: il risultato non mi ha soddisfatto; non apportava miglioramenti ed anzi forse il risultato è meno efficace. Quindi direi ottima cosi’. Complimenti.
Marco |
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Roma di GiovanniQ commento di pamar |
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Una fotografia non standard. Una fotografia fatta con alcuni canoni realizzativi che hanno la capacità di focalizzare l’attenzione su quanto vorrebbe illustrare. Questo scatto sgambetta tutti i canoni comuni che sovente vengono ricercati in uno scatto (in particolare in quelli paesaggistici ma non solo). il “bello” estetico non c’è e non vuole esserci. Quanto è raffigurato è una casa popolare, una facciata di un condominio che mostra alcuni segni della cura non eccelsa e del passare del tempo. Il tutto con una vista chiusa e sincopata che non lascia spazio allo sguardo per cercare oltre. Si, vi è il primo piano ma esso risulta essere una via obbligata ed illustra come il giardino o simile, la zona dirimpettaia sia sulla falsariga dello stabile….poca cura, erbacce incolte e un vialetto lastricato da beole in mezzo alle quali cresce l’erba, segno che il prato non viene curato e rimane basso solo per il passaggio delle persone. Il titolo è in fondo una scusa. Potremmo essere ovunque, nulla indica il posto. La fotografia di una condizione, non di un luogo.
Marco |
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Disturbing of quiet di Magh commento di pamar |
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Magh ha scritto: | Pamar, non è mia intenzione fotografare la realtà, perchè sarebbe impossibile rappresentare qualcosa di astratto e che si evolve nel tempo. Sarebbe impossibile con i nostri mezzi, e non c è obiettivo, macchina, ma ancor di più, ''mente'', che potrebbe immortalare la realtà. A tal proposito ti invito a leggere questo mio articolo:
[url]https://www.antonioaleo.it/post/e-possibile-fotografare-la-realtà[/url]
Oltretutto la scena aveva gli elementi che descrivi, e la differenza di colori tra l'albero in questione e tutto il resto, ha attirato la mia attenzione. Ripeto, senza quest'albero non ci sarebbe stato alcun interesse. Non costringermi a mandarti il raw per zittirti scherzo |
Ma hai letto la frase che ho in firma?
Leggero' comunque il tuo articolo. Per concludere direi che non ti è chiaro il mio pensiero. Non affermò che l'albero non appare reale o come è dal vero o che è diverso, quello non conta perché la foto non deve e non può rispecchiare la realtà. Dico che nella foto la sua resa appare finta come se manchi di tridimensionalità rispetto al resto. Appare come applicato a posteriori. Quindi non contesto il suo essere così dal vero ma contesto la sua resa e come appare esclusivamente nel fotogramma. Poi questo è il mio libero (e non per forza condivisibile) pensiero, la mia sensazione visiva.
Marco |
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ponte Visconteo di 1962 commento di pamar |
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Un bel B&N, pulito ed efficace. La composizione è buona con il soggetto in primo piano e la scena che si estende a destra conferendo spazialità. L’unico elemento che un poco stona è la parte superiore del lampione in primo piano a sx che essendo deformato rivela che hai (di un po’) raddrizzato le linee in pp.
Marco |
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Disturbing of quiet di Magh commento di pamar |
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Magh ha scritto: | grazie pamar per la tua analisi, ma aimè devo un po' contraddirti. Il selettore saturazione non lo tocco quasi mai, ed in questo caso non mi è sfiorata minimamente l'idea. Sarebbe stato un pugno in un occhio. Il tronco di quest'albero, probabilmente morto per via di funghi o qualche altro batterio, era di un rosso intenso, da distinguersi anche ad 1 km di distanza. La cosa che ha attirato ancor di più la mia attenzione, è proprio il suo contrapporsi con il resto della vegetazione, principalmente per le sue cromie, da renderlo surreale. Non amo stravolgere le palette cromatiche o altro. La mia post produzione si basa tutto su piccole regolazioni di colore e di contrasti. |
Ciao, torno sull’argomento in conseguenza delle risposte al mio precedente intervento. Ho riguardato lo scatto in questione su un altro monitor. Un poco meno evidente rispetto alla prima osservazione ma le cose non cambiano più di tanto. Non mi permetto di mettere in dubbio le parole di Magh che dice non esserci la minima saturazione. probabilmente la scena, dal vero, presentava di suo una propensione a quell’effetto. Tuttavia non è solo un saturazione a dare un certo effetto ma anche un certo bilanciamento dei colori ad hoc con le curve o i livelli. Non ci vedo un effetto solo di saturazione ma il soggetto "stacca" in modo quasi artificiale (anche una parte di definizione/fuoco/bilanciamento cromatico ecc.). Comunque sia, rimango concorde con la mia precedente valutazione e ribadisco che la foto è bella e valida ma quell’albero va oltre lo spiccare confronto gli altri. Intendo dire che la foto si basa sulla sua “distinguibilità” e diversità dagli altri ed è giustissimo che quell’albero sia diverso in modo evidente; ma, ripeto, tale diversità sfocia in un’impressione di “falso” (scusa la parola ma è solo per essere chiaro. Con falso non intendo le tue intenzioni ma l’effetto). Un qualcosa che nella realtà non è tanto evidente, mentre appare tale su un file.
Marco |
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Ultimo Spettacolo di batstef commento di pamar |
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Questo è un portfolio che mi piace veramente molto. Mi piace fondamentalmente perché non è semplicemente un gruppo di fotografie con tematica comune e coerente ma è capace di passare ad un livello successivo: riesce a trasmettere qualcosa che è oltre il semplice racconto o concetto. Oltre la coerenza stilistica e concettuale o tematica è capace di raccontare, comunicare e rendere partecipe il fruitore (almeno è così nel mio caso). Un ambiente che era ma non è più in utilizzato (come molti lavori proposti da Stefano) ma in questo caso non una semplice illustrazione di qualche cosa che era e che non è piu’. Non solo un luogo ma tutto un insieme di avvenimenti, abitudini e modi di svago di un mondo che c’era ma non c’è più. Una sala cinematografica forse non recentissima (stilisticamente diversa dai moderni cinema multisala) che ha visto passare i suoi anni d’oro, densi di persone, amici, famiglie e divertimento o svago. Emerge allora una sorta di malinconia scorrendo le immagini e pensando come è ora e come era prima, tutte le vite e vicende prima ospitate ed ora assenti….quasi un luogo orfano dove l’abbandono non si vede solamente come in altri portfoli sul tema, ma si vede e si sente. A cercare il pelo nell’uovo forse non è sempre ottimale nella scelta della sequenza delle immagini (sequenza alternata sala/cabina/proiezione/bar/sala/altri ambienti), ma sono elementi che non riescono ad inficiare la bontà del lavoro. Complimenti.
Marco |
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nuvole di albo49 commento di pamar |
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Ci credi, appena ho visto questa proposta ho pensato a due foto diverse, un dittico e sono partito a cercare connessioni fra le due immagini, magari un qualcosa di concettuale. e invece non avevo capito una beata fava…ci sono arrivato dopo qualche istante. Scena riflessa in una parete vetrata ma non semplicemente specchiata pari pari ma colta in un momento cromaticamente e strutturalmente diverso. Ne deriva una porzione specchiata chiara dove risaltano la figura umana ed i due lampioni. Contrapposizione netta specchi e cielo nuvoloso. E poi esecuzione impeccabile e pulita. Bella.
Marco |
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peacefully di DaveEf commento di pamar |
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DaveEf ha scritto: | Forse perchè, per deformazione e tua soggettiva preferenza, gli "occhi" della tua mente ti fanno percepire come dominante tutto ciò che fa riferimento all'architettura.
Di pianificato non c'è stato assolutamente nulla.
E' andata così: ho finto di allacciarmi le scarpe, per non esser visto, ed ho scattato.
Ecco spiegato il PDV
Ciao e grazie per il tuo passaggio e messaggio. |
ciao e grazie per avermi dato del deformato.. …scherzo naturalmente.
Guarda, non è una questione di rispetto dei parametri architettonici in una foto che, fra le altre cose, non ha un soggetto architettonico. E non sono gli “occhi” della mia mente (qualsiasi cosa tu intenda con questa definizione). Semplicemente quando guardo la tua foto (e non vado, te lo assicuri, come prima cosa a misurare con un calibro la ortogonalità delle strutture) mi balza all’attenzione immediatamente un qualcosa che “mi disturba” e che fa perdere centralità e primo piano alla protagonista. Ed è un peccato perché un soggetto interessante e ben reso (mi) perde qualcosa per il contesto reso non al meglio nel quale è inserito. In poche parole nessuna maniacalità (non rientra proprio nelle mie corde) ma pura e semplice esposizione di semplici impressioni visive.
Marco |
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Disturbing of quiet di Magh commento di pamar |
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Non mi convince nell’esecuzione. Premesso che l’idea è buona, ossia un elemento uguale come tipologia ma diverso per come appare rispetto agli altri, probabilmente il volerlo distinguere come intensità cromatica e saturazione si è tradotto in un effetto che è “oltre” all’essere formalmente coerente. Mi pare (mia impressione beninteso) un elemento a sé stante dalla fotografia, quasi in rilievo rispetto al piano dell’immagine, come se fosse applicato sopra ad essa. Perdona la sincerità ma a me fa questa impressione.
Per concludere dico ottima idea ma pecca per come viene tradotta.
Marco |
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Mondeval di Davidik commento di pamar |
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per me la composizione è ottimale in questo modo (dico la mia e mi permetto di esporre la mia idea che non è concorde con quella dell’amico Franco, ma è questo in fondo il bello di discutere e confrontare le idee). Non c’è molto da fare, a volte bisogna scegliere se includere nell’inquadratura questo o quello nella loro estensione completa. In questo caso trovo che il manto nevoso sia accattivante per la sua variegata tridimensionalità ed includa in primissimo piano le due scie degli sci che conferiscono una grande spazialità e profondità alla scena. Il cielo secondo me basta e avanza per caratterizzare e definire la scena ed in piu’, a parte la zona a sinistra che presenta delle nubi, il cielo è di un azzurro uniforme e senza particolari attrattive.
Marco |
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001-Monti, nubi, acqua di pamar commento di pamar |
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Ciao Antonio e grazie del passaggio. La post? Si indubbiamente c’è, forse risulta piu’ evidente in queste riduzioni per il web. Ho provato a stamparle e su carta rendono bene senza evidenze eclatanti di post.
Marco |
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La magia dell'Adda di Fuma commento di pamar |
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Bellissima. Ola primissima cosa che mi ha colpito di questo scatto sono le sue tonalità che, sottolineate ancora maggiormente dalla nebbia sullo sfondo, lo rendo simile ad un dipinto ad olio. Tra le altre cose spicca in modo ottimale la barca in primo piano, maggiormente “pulita” e definita rispetto allo sfondo. Tra le altre cose la zona d’acqua dove vi è la barca assume tutta un’altra connotazione. Appare quasi riservata ad essa, quasi maggiormente ferma e placida…in fondo è solamente libera dai colori scuri dovuti alla vegetazione che si specchia nell’acqua nelle altre zone, ma questo basta a creare un effetto di “zona diversa” dal restante lago.
Marco |
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|^| di maurovettese commento di pamar |
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maurovettese ha scritto: | ....Marco ho postato la foto a colori, da li puoi capire dove sono intervenuto in post.....
Mauro  |
Ciao,
si ho visto l’immagine a colori. Ora è tutto chiaro. Si tratta di luce del sole. Ero io che non avevo intuito e mi sono fatto ingannare pensando che fosse notte/sera tardi e che la luce provenisse da una fonte artificiale (lampione ?). Per quello non capivo la logica dell’illuminazione. Hai quindi reso piu’ scura la scena conservando la luminosità di parte di essa.
Comunque ribadisco, ottimo risultato. A mio parere molto piu’ affascinante della pur bella versione a colori. In bianco e nero e con quel trattamento acquista quel quid in piu’.
Marco |
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|^| di maurovettese commento di pamar |
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Veramente bello questo scatto. Poche linee luminose che disegnano la scena e focalizzano sui punti salienti. Si ha allora, grazie a pochi elementi chiari una efficace visione che conferisce sia tridimensionalità sia accentra l’attenzione sugli elementi cardine. Ciliegina l’uccellino in volo. Perdona la domanda: hai giocato con la postproduzione per rendere particolarmente luminosi taluni elementi (o scurire il resto), per esempio l’uccellino in volo vero? Altrimenti non mi spiego la sua ottima visibilità nel cielo completamente scuro. Idem per le luci sulla casa. Beninteso solo curiosità la mia, non ci vedo nulla di negativo visto che il risultato è molto accattivante.
Marco |
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