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Commenti
La persecuzione degli ebrei di Cracovia
La persecuzione degli ebrei di Cracovia di Marty McFly commento di Paolo Dalprato

molto bello dal punto di vista fotografico.
ben fatto il lavoro di presentazione.
complimenti per il tutto, forma e contenuto
La persecuzione degli ebrei di Cracovia
La persecuzione degli ebrei di Cracovia di Marty McFly commento di BIANCOENERO

Che dire...un eccellente reportage come solitamente ci hai abituati.
Il BN è d'obbligo e se fatto bene, e così lo è, pone la ciliegina sulla torta.
Ancora complimenti per il tuo lavoro Wink

Ciao
La persecuzione degli ebrei di Cracovia
La persecuzione degli ebrei di Cracovia di Marty McFly commento di Marty McFly

    “La persecuzione degli ebrei di Cracovia”

    Cracovia (Polonia) • Lunedì 25 gennaio 2010
    Sono tornato a Cracovia dopo la bella esperienza dello scorso anno con l’intento di integrare ed espandere il lavoro fatto nel 2009 sul campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Questa volta ho voluto affrontare il tema della persecuzione degli ebrei di Cracovia da parte dei nazisti. Per prepararmi ad affrontare questo viaggio fotografico ho passato molte ore a completare i miei studi sull’argomento attraverso internet. Ho raccolto ulteriori informazioni che ho cercato di sintetizzare nelle didascalie associate alle singole immagini in modo da far assumere a questo piccolo reportage un carattere documentaristico, proprio come quello dell’anno scorso.
    Stavolta sono partito da Roma completamente solo, i miei unici compagni di viaggio in quel freddissimo lunedì polacco (-18°C con sole a picco a mezzogiorno!) sono stati il GPS, la Canon EOS 5D Mark II e il Canon EF 17-40mm f/4L USM. Nelle didascalie ho inserito gli indirizzi e le coordinate geografiche per aiutare chi eventualmente intendesse recarsi a Cracovia per visitare i luoghi rappresentati in questo mini-reportage (o magari fare più semplicemente un viaggio virtuale attraverso Google Maps, Google Earth o Panoramio).






www.davidelena.itIl quartiere Kazimierz

    Kazimierz fu fondata come città separata, rispetto a Cracovia, da Casimiro III di Polonia, detto Casimiro il Grande, nel 1335. Egli aveva accolto gli ebrei accordando loro grandi privilegi e in seguito la città fu chiamata proprio come il re. Fu costruita su di un'isola, sul fiume Wisła, appena a sud di Cracovia quando ancora era capitale della Polonia. Oggi non esiste più il ramo a nord del fiume quindi non c'è più alcun confine fisico tra Kazimierz e la Città Vecchia di Cracovia. Nel XIX secolo gli ebrei si trasferirono in massa a Kazimierz che divenne un quartiere tipicamente ebraico, anche se i cristiani erano ancora presenti. Da allora in avanti Kazimierz fu divisa in due parti: una cristiana ad ovest e una ebrea ad est. Una topografia sociale e confessionale perché l’elite ebraica e integrata risiedeva nei bei quartieri di Cracovia mentre gli ebrei più poveri e più ortodossi si concentrarono a Kazimierz insieme ai polacchi meno abbienti. Questa diversità costituirà un ostacolo alla ghettizzazione e alla distruzione del quartiere da parte dei nazisti che espulsero gli ebrei per confinarli in un apposito ghetto creato a Podgórze, un quartiere di fronte a Kazimierz, sulla riva opposta del fiume Wisła. Alla fine la città divenne il principale centro spirituale e culturale degli ebrei polacchi. Per secoli fu un luogo pieno di chiese e sinagoghe in cui i polacchi e gli ebrei vissero pacificamente l'uno accanto all'altro. Nel 1800 furono ingranditi i confini amministrativi di Cracovia e Kazimierz divenne uno dei quartieri della città. Quello raffigurato nella fotografia è uno scorcio tipico di questo quartiere. Si tratta di un cortile che collega via Józefa con via Beera Meiselsa. L'ingresso si trova su via Józefa, approssimativamente all’altezza del numero civico 16.

    Nota cinematografica: nel 1993, quando è stato girato il film "Schindler's List", Steven Spielberg aveva bisogno di un autentico quartiere ebraico per le scene raffiguranti il ghetto di Podgórze a Cracovia. Ha scelto il quartiere Kazimierz perché questa zona non era cambiata dopo la seconda guerra mondiale mentre il quartiere Podgórze era stato parzialmente ricostruito con edifici moderni. In particolare la location raffigurata nella fotografia è quella utilizzata in una scena del film (tratto dal romanzo intitolato "Schindler's Ark" di Thomas Keneally) in cui la signora Dresner si nasconde sotto la scala quando i nazisti vengono a radunare gli ebrei del ghetto, nel giugno 1942, per portarli al campo di sterminio di Bełżec. Nel film, la data della scena in cui la signora Dresner si nasconde è stata modificata, rispetto al romanzo, nel giorno della liquidazione del ghetto, il 13 marzo 1943.

    Coordinate geografiche: N50.050690° - E19.944450°


























www.davidelena.itIl ponte Marszałka Józefa Piłsudskiego

    Durante l’esodo verso la segregazione razziale la popolazione ebraica di Cracovia attraversò il grande ponte Marszałka Józefa Piłsudskie che passa sopra al fiume Wisła e collega la città al quartiere Podgórze in cui fu creato il ghetto dai nazisti. Migliaia di famiglie percorsero questo ponte sotto il controllo attento e severo delle SS tedesche e umiliate, durante il loro cammino disperato, dalle ingiurie dei polacchi che fino a qualche tempo prima erano stati loro cordiali concittadini. Abbandonarono le proprie case, la propria vita e i propri averi, cercando di trasportare quello che riuscivano senza troppa scelta, utilizzando dei carretti nel migliore dei casi. Per la quasi totalità delle famiglie si trattava di un viaggio senza ritorno e pertanto non avrebbero mai più rivisto la propria città.
    Per il trasferimento della comunità ebraica da Cracovia al ghetto venne utilizzato anche il ponte Powstańców Śląskich che collega direttamente il quartiere Kazimierz al quartiere Podgórze.

    Coordinate geografiche: N50.045490° - E19.944990°

























www.davidelena.itIl ghetto di Cracovia

    La città di Cracovia venne occupata dall'esercito tedesco il 6 settembre 1939. Le azioni contro la comunità ebraica furono immediate. Gli ebrei vennero immediatamente obbligati a prendere parte a lavori forzati imposti dalle truppe naziste. Dal novembre 1939 tutti gli ebrei di oltre dodici anni furono obbligati a portare un bracciale di identificazione. In tutta Cracovia le sinagoghe vennero chiuse e le reliquie e oggetti di valore che contenevano vennero confiscati dalle autorità tedesche. Entro il maggio 1940 le autorità d'occupazione tedesche annunciarono che Cracovia sarebbe diventata la città più "pulita" del Governatorato Generale (comprendente tutte le zone occupate della Polonia ma non annesse direttamente al Reich) ed ordinarono una massiccia deportazione degli ebrei dalla città. Degli oltre 68.000 ebrei presenti a Cracovia solo 15.000 lavoratori e le loro famiglie ebbero il permesso di rimanere in città; tutti gli altri ricevettero ordine di abbandonarla e vennero "reinsediati" nelle aree circostanti. Il 3 marzo 1941 venne creato il ghetto di Cracovia nel quartiere di Podgórze, a sud della città. Il 20 marzo l'intera area, che misurava 600 metri per 400 metri, venne circondata da un muro e da filo spinato che la isolarono completamente dalla città circostante. Vi furono concentrati tutti gli ebrei della città e quelli rastrellati nei vicini villaggi. Prima della creazione del ghetto il quartiere di Podgórze era abitato da 3.000 persone; in quest'area vennero stipati inizialmente 15.000 ebrei che occupavano 30 strade, 320 edifici e 3.167 stanze. Come risultato venne assegnato un appartamento ogni quattro famiglie e molti sfortunati furono costretti a vivere per strada. Alla fine del 1941 nel ghetto erano rinchiuse 18.000 persone. Tutte le finestre e porte che erano rivolte verso il lato "ariano" della città vennero murate, esclusi quattro passaggi presidiati che permettevano il traffico attraverso il ghetto. Come oscuro presagio del futuro imminente i muri di cinta furono costruiti con le lapidi demolite dal cimitero ebraico della città. Il tratto di muro raffigurato nella fotografia si trova in via Lwowska 25-29.

    Coordinate geografiche: N50.044668° - E19.957550°














www.davidelena.itApteka Pod Orłem

    La farmacia “Apteka Pod Orłem” (farmacia sotto l’aquila) è oggi un museo che racconta la storia del ghetto. Si trova in piazza Bohaterów Getta 13, proprio di fronte al monumento in memoria agli eroi del ghetto di Cracovia.
    Prima della guerra entro i confini del ghetto c’erano quattro farmacie di proprietà di non ebrei. L’unico che rifiutò l’offerta tedesca di trasferirsi nella parte ariana fu Tadeusz Pankiewicz il quale fu autorizzato a risiedere all’interno del ghetto e continuare la gestione della farmacia. Ai suoi collaboratori furono concessi dei permessi per entrare ed uscire dal ghetto per motivi di lavoro. Tadeusz Pankiewicz, che gestì la farmacia sia prima che dopo la seconda guerra mondiale, divenne un punto di riferimento per gli ebrei segregati nel ghetto fornendo gratuitamente loro cibo, medicine e aiuti di altro tipo. Pankiewicz e i suoi collaboratori, Irena Drozdzikowska, Helena Krywaniuk e Aurelia Danek, fecero di tutto per soccorrere gli ebrei durante quei momenti drammatici e rischiarono la vita per svolgere numerose operazioni clandestine come il contrabbando di prodotti alimentari e lo scambio di informazioni con l’esterno del ghetto. E’ da ricordare che l’odio razziale verso gli ebrei era così esacerbato che i tedeschi istituirono la pena di morte per chiunque li avesse aiutati. Il timore per la pena massima ha contribuito alla ghettizzazione sociale della comunità ebraica anche da parte di chi non aveva nessun pregiudizio nei loro confronti. Pankiewicz e il suo staff quindi sarebbero sicuramente morti se li avessero scoperti ma continuarono lo stesso ad aiutarli fino alla fine. Nelle sue testimonianze, poi pubblicate, Pankiewicz fa menzione particolare a delle tinture per capelli usate per mascherare l’identità degli ebrei e a tranquillanti somministrati ai bambini agitati per mantenere il silenzio durante le incursioni della Gestapo. Ogni anno i sopravvissuti e i cittadini compiono una marcia che parte dalla farmacia per deporre fiori sulle rovine del ghetto. Tadeusz Pankiewicz fu onorato dall'apposita commissione israeliana Yad Vashem del titolo di "Giusto tra le Nazioni" nel 1983.

    Coordinate geografiche: N50.046262° - E19.954138°































www.davidelena.itLa liquidazione del ghetto

    Alla fine del maggio 1942 i tedeschi cominciarono a pianificare la liquidazione del ghetto e il trasporto degli ebrei nei campi di sterminio. L'azione partì il 28 maggio e si protrasse sino all'8 giugno. Al termine di tale operazione circa 6.000 ebrei erano stati catturati e trasportati al campo di sterminio di Bełżec; 300 persone vennero uccise nel ghetto durante l'azione. Erano rimasti poco meno di 12.000 ebrei nel ghetto ed ebbero una relativa tranquillità soltanto sino al 27 ottobre 1942 giorno in cui partì una seconda azione che fu condotta con una bestialità ancora più sanguinaria della precedente; 7.000 ebrei furono catturati e deportati a Bełżec e Auschwitz-Birkenau e 600 vennero uccisi sul posto durante il rastrellamento. Vennero uccisi i malati dell'ospedale, gli anziani della casa di riposo e i bambini dell'orfanotrofio. Il ghetto divenuto ancora più piccolo venne diviso in due parti: l'area A e l'area B. Il 13 e il 14 marzo 1943 i nazisti, per ordine dello Sturmbannführer Willi Haase, operarono la "liquidazione" finale del ghetto effettuata dalle SS al comando dello SS-Hauptsturmführer Amon Göth; 2.000 ebrei dell’area A reputati abili al lavoro vennero deportati il 13 marzo 1943 al campo di concentramento di Kraków-Plaszów. Il giorno seguente circa 2.000 ebrei dell’area B, considerati inabili, vennero inviati a morire al campo di Auschwitz-Birkenau dove furono gassati. I rimanenti 700 ebrei furono uccisi sul posto nelle strade del ghetto. Un altro tratto del muro perimetrale rimasto ancora in piedi, quello raffigurato nella fotografia, si trova in via Bolesława Limanowskiego 62.

    Coordinate geografiche: N50.042900° - E19.959190°



































www.davidelena.itGhetto Memorial

    In piazza Bohaterów Getta si trova il monumento che commemora gli eroi del ghetto e le vittime della Shoah. Sedie in metallo di grandi dimensioni ricordano i momenti drammatici vissuti in questa piazza in cui gli ebrei venivano radunati e aspettavano di essere trasportati a bordo dei treni che li avrebbero portati nei campi di sterminio di Bełżec, Auschwitz e Birkenau. Gli veniva detto di prendere tutti i loro averi ma, nel caos dovuto all’arrivo dei camion per il trasporto e con la scusa di imbarcare i bagagli successivamente su altri camion, i loro beni venivano abbandonati tra mucchi di sedie e mobili.
    Gli artisti che hanno realizzato questo monumento si sono ispirati anche ad alcune foto di quel tempo che ritraevano dei bambini respinti dalla scuola che portavano ciascuno una propria sedia.
    La piazza in cui si trova questo monumento, piazza Bohaterów Getta, è proprio di fronte al museo “Apteka Pod Orłem”.

    Coordinate geografiche: N50.046754° - E19.954414°







































www.davidelena.itLa fabbrica di Schindler

    Oskar Schindler è stato un personaggio determinante durante la persecuzione degli ebrei di Cracovia. Egli infatti è famoso per averne salvati circa 1.100 dallo sterminio con il pretesto di impiegarli come personale necessario allo sforzo bellico presso la sua fabbrica di oggetti smaltati, la D.E.F. (Deutsche Emaillewaren-Fabrik), sita in via Lipowa 4, nel distretto industriale di Zabłocie.
    Alcuni dicono che, almeno inizialmente, abbia agito a scopo di lucro sfruttando il lavoro sottopagato di persone in stato di bisogno, come molti altri imprenditori in tutta la Germania. In seguito, tuttavia, iniziò a difendere attivamente i suoi operai. Egli avrebbe sostenuto che alcuni lavoratori incompetenti erano in realtà essenziali per il buon andamento della fabbrica e qualsiasi danno che veniva loro fatto risultava nelle sue proteste e richieste di risarcimento al governo.
    Il 18 luglio 1967 l'apposita commissione israeliana Yad Vashem decise di riconoscere Oskar Schindler “Giusto tra le Nazioni”. Tale decisione fu confermata però solo il 24 giugno 1993, lo stesso anno in cui uscì il famoso film di Steven Spielberg “Schindler’s List”, ed estesa alla moglie di Schindler, Emilie Schindler.

    Coordinate geografiche: N50.047430° - E19.961456°





































www.davidelena.itL’appartamento di Schindler

    Al terzo piano di questo edificio, situato in via Straszewskiego 7, c’è il moderno appartamento in cui ha vissuto Oskar Schindler durante la sua permanenza a Cracovia. Le autorità del Reich preposte all'assegnazione delle case avevano concesso questo alloggio a Schindler nonostante fosse proprietà di una famiglia ebrea, i Nussbaum. Le assegnazioni di case venivano predisposte senza il benché minimo compenso al precedente proprietario. Molto spesso si trattava di sfratti esecutivi con effetto immediato, senza nessun preavviso, usurpazioni nel vero senso della parola.
    Molti amici di Schindler avrebbero successivamente dichiarato, anche se non è possibile provarlo, che Oskar era andato in cerca degli spodestati Nussbaum nella loro casa di Podgórze e aveva dato loro un compenso di circa 50.000 złoty. Con quella somma, stando a quanto si dice, i Nussbaum si erano comperati una fuga in Jugoslavia.

    Coordinate geografiche: N50.056120° - E19.934270°

























www.davidelena.itIl campo di concentramento di Kraków-Plaszów

    Plaszów era un sobborgo situato a circa 10 chilometri da Cracovia, nella parte meridionale della città, dove nel dicembre 1942 venne aperto un campo di lavoro forzato nazista. Si allargò progressivamente e nel 1944 aveva raggiunto un'estensione di 81 ettari. Il campo sorgeva in corrispondenza di due cimiteri israelitici e i proprietari del terreno furono espropriati. Anche se le cave di pietra del sito rendevano prontamente disponibili i materiali per le costruzioni i nazisti profanarono le tombe ebraiche dei due cimiteri, distruggendone le lapidi e utilizzando le lastre di pietra rotte ricavate dalle tombe per lastricare le strade del campo e i viali di accesso. Plaszów fu inizialmente un campo di lavoro forzato che forniva manodopera a diverse fabbriche di armamenti e ad una cava di pietra che si trovava nelle immediate vicinanze. Trattandosi di un campo di lavoro era sottoposto alla giurisdizione del locale comando delle SS presso il Governatorato Generale della parte centrale della Polonia occupata e controllato da guardie ucraine. La percentuale di morte era altissima; molti prigionieri, compresi donne e bambini, morirono di tifo o di fame e molti altri per le esecuzioni. Il campo era noto per le fucilazioni singole e di massa che vi avevano luogo. Nella fotografia è raffigurato il monumento per ricordare gli orrori che si svolgevano all’interno del campo. E’ stato eretto sull’altopiano in cui avevano luogo le esecuzioni di massa secondo quanto stabilito da un tribunale polacco in base alle testimonianze nel processo contro Amon Göth del 1946. Nella parte posteriore del monumento c’è un’iscrizione in lingua polacca: “w hołdzie męczennikom po mordowanym przez hitlerowskich ludobójców w latach 1943-1945”. In italiano si può tradurre così: “In memoria dei martiri uccisi dagli assassini nazisti negli anni 1943-1945”. La scalinata che porta davanti al memoriale si trova su via Henryka Kamieńskiego.

    Coordinate geografiche: N50.029030° - E19.961364°

















www.davidelena.itPlaszów Memorial

    Il comandante del campo fu, dal febbraio del 1943, Amon Göth; il suo staff comprendeva anche membri femminili tra cui Gertrud Heise, Luise Danz, Alice Orlowski e Anna Gerwing, delle quali i sopravvissuti riportarono più tardi le torture subite. Precedentemente avevano comandato il campo Horst Pilarzik e Franz Müller. Nel campo di Plaszów la speranza di vita era in media di 4 settimane e con l'arrivo di Göth come comandante i prigionieri subirono i trattamenti peggiori, sottomessi e uccisi in modi brutali ed indescrivibili. Nel luglio del 1943 fu aggiunta una sezione per i prigionieri polacchi che avevano infranto le leggi del governo di occupazione. A differenza degli ebrei i prigionieri polacchi venivano rilasciati dopo aver scontato la propria pena. Nella sezione polacca erano state internate anche diverse famiglie di zingari, compresi i bambini. Alla metà del 1944 i prigionieri permanenti avevano raggiunto un numero di circa 24.000 compresi circa 6-8.000 ebrei cecoslovacchi. Nel gennaio del 1944 divenne un campo di concentramento e vi furono trasferite circa 600 SS delle SS-Totenkopfverbände.
    Nel gennaio 1945 gli ultimi prigionieri e le guardie delle SS lasciarono il campo per una "marcia della morte" fino ad Auschwitz. Molti dei prigionieri che sopravvissero alla marcia furono quindi uccisi all'arrivo. Per nascondere le prove dei crimini compiuti Himmler aveva dato ordine di organizzare una serie di unità speciali (le "Unità 10051") che dovevano disseppellire i corpi dei prigionieri uccisi e bruciarli. Una di queste unità esumò a Plaszów circa 9.000 corpi che erano stati seppelliti in 11 fosse comuni.
    Il monumento commemorativo del campo Plaszów è stato eretto nel 1964 e raffigura simbolicamente cinque prigionieri con la testa bassa e lo sguardo rivolto verso il terreno a causa dei mali incredibilmente demoralizzanti che hanno vissuto. La frattura del monumento all’altezza del petto dei prigionieri e il conseguente vuoto che si viene a formare è intenzionale e sta a significare che i loro cuori siano stati strappati via dalle oppressioni ingiustamente subite.

    Coordinate geografiche: N50.029030° - E19.961364°














www.davidelena.itLa villa di Amon Göth

    Amon Göth, ufficiale nazista viennese, fu SS-Hauptsturmführer (capitano) e comandante del campo di concentramento di Plaszów nel febbraio 1943; ha ricoperto questa posizione fino al settembre 1944 quando fu arrestato dalle SS per aver rubato dai magazzini del campo. Nella sua carriera militare Göth vantava già nel 1941 l'esperienza dei campi di sterminio di Bełżec, Sobibór e Treblinka.
    Il 13 e 14 marzo del 1943 il comandante Göth supervisionò personalmente la liquidazione del ghetto di Cracovia trasferendone tutti gli abitanti abili al lavoro a Plaszów.
    Poldek Pfefferberg, uno degli ebrei salvati dall'industriale Oskar Schindler, testimonia con questa espressione la presenza di Göth: «Vedere Göth, era come vedere la morte».
    Per capire la crudeltà estrema e la totale assenza di empatia che caratterizzava il comandante di Plaszów è utile leggere un estratto della testimonianza di Henryk Bloch durante il processo Göth del 1946: «Göth ordinava che ciascuno ricevesse 100 colpi di frusta, ma tutti ricevevano più di 200/300 colpi. Ciascun prigioniero doveva contare i colpi a voce alta, se faceva un errore allora i colpi ricominciavano da zero. (...) Dopo essere stato tolto dal tavolo, chiunque era ridotto letteralmente ad una massa sanguinante di carne da taglio. (...) Per tutto questo tempo, un uomo gridava terribilmente, Göth gli urlò di calmarsi e di contare, ma l'uomo non si calmò. Göth si avvicinò, prese un mezzo mattone, andò al tavolo dove l'uomo era stato picchiato e gli assestò un colpo tale da aprirgli la testa in due. (...) Coperto di sangue, il cranio spaccato, l'uomo si alzò e si avvicinò a Göth e gli disse di aver ricevuto la sua punizione. Göth gli ordinò di andare ma appena l'uomo si girò, tirò fuori il suo revolver e gli sparò dritto in testa».
    Quella raffigurata nella fotografia è la villa di Amon Göth nelle sue condizioni attuali, in via Wiktora Heltmana 22. Non può essere abbattuta ma comprensibilmente nessuno vuole viverci o trasformare questo luogo in un posto da visitare. E’ tuttora abbandonata.

    Coordinate geografiche: N50.031794° - E19.968004°






























www.davidelena.itIl balcone di Amon Göth

    Nella fotografia è raffigurato il balcone situato al primo piano della villa di Amon Göth, nella parte posteriore dell’abitazione. Nel romanzo “Schindler's Ark”, su cui si basa il film “Schindler’s List”, c’è scritto che Göth era solito affacciarsi su questo balcone con un potente fucile di precisione e sparare ai prigionieri per i più futili motivi. Se un detenuto lavorava troppo lentamente o si prendeva una pausa dall’estenuante lavoro e veniva sorpreso, poteva essere ucciso dal comandante del campo direttamente dal balcone della propria casa. Molto più probabilmente egli sparava per il puro gusto di uccidere. Si divertiva a colpire con precisione bersagli in movimento che lui considerava, come la propaganda nazista gli aveva inculcato, esseri inferiori.
    Il comandante Göth fu arrestato il 13 settembre del 1944 dalle SS per aver sottratto i beni di valore dei prigionieri e fu internato in un ospedale in quanto sofferente di diabete. Qui fu arrestato dopo la guerra dalle truppe americane che lo estradarono in Polonia dove subì un processo, nel 1946, nel quale fu considerato responsabile della morte di circa 2.000 ebrei uccisi durante la liquidazione del ghetto di Cracovia e di altri 8.000 uccisi nel campo di Plaszów. Fu condannato a morte e impiccato a Cracovia il 13 settembre 1946, esattamente a due anni dal giorno che ha lasciò il campo Plaszów dopo essere stato arrestato. Il suo corpo fu cremato e le ceneri furono gettate nel fiume Wisła.

    Coordinate geografiche: N50.031794° - E19.968004°
Oratorio di Santa Maria della Pietà
Oratorio di Santa Maria della Pietà di Marty McFly commento di big_foto

Mi piace la composizione, esce un po' dagli schemi usati da altri per fotografare questa chiesa.
A mio parere, va bene la decisione di sbilanciare includendo più cielo, ma a questo punto avrei evitato di tagliar via quella nuvola in alto.
Anche i colori sono gradevoli.
Arbeit Macht Frei - Reportage Auschwitz-Birkenau
Arbeit Macht Frei - Reportage Auschwitz-Birkenau di Marty McFly commento di Mario Tarello

Oltre al buon aspetto comunicativo, le foto sono ottime anche dal punto di vista tecnico, belle rigorose le composizioni e adeguata la conversione.
Nel reportage la mancanza di elementi umani spesso si fa sentire, non in questo caso, dove hai fatto parlare da soli i posti, per quello che erano e che sono.

Complimenti,
mario
Arbeit Macht Frei - Reportage Auschwitz-Birkenau
Arbeit Macht Frei - Reportage Auschwitz-Birkenau di Marty McFly commento di Marty McFly

cacabruci ha scritto:
se una persona non ha mai calpestato con i propri piedi la terra di Auschwitz, non potrà mai arrivare a capire al 100% l'atmosfera che si respira...

E posso aggiungere che anche andandolo a visitare personalmente non si potrà mai arrivare a capire, neanche lontanamente grazie a Dio, le sensazioni vissute in quell'inferno da persone innocenti come noi, espropriate di una vita normale, come la nostra.
Conto anche io di riandarci, nel 2010, salvo imprevisti Ok!
Grazie del commento cacabruci Ok!
Arbeit Macht Frei - Reportage Auschwitz-Birkenau
Arbeit Macht Frei - Reportage Auschwitz-Birkenau di Marty McFly commento di cacabruci

Ciao, hai perfettamente rappresentato con i tuoi scatti un luogo di una drammaticità enorme...
Ma devo dirti che se una persona non ha mai calpestato con i propri piedi la terra di Auschwitz, non potrà mai arrivare a capire al 100% l'atmosfera che si respira...
Io ci sono stato nel 2004, e conto di ritornarci perchè nella mia mente rimane una bella esperienza di vita.
Complimenti per la gestione di tutti gli scatti....
Un saluto
Daniele
Arbeit Macht Frei - Reportage Auschwitz-Birkenau
Arbeit Macht Frei - Reportage Auschwitz-Birkenau di Marty McFly commento di Marty McFly

Grazie anche a te lordbye. Il mio intento era proprio quello di creare un mini-documentario come quelli che ho sempre visto in TV, proprio perché sono cresciuto "imparando" Auschwitz e Birkenau in bianco e nero, attraverso filmati e fotografie dell'epoca. I colori ci sono adesso, li possono vedere i visitatori, ma credo che nessun colore possa essere stato visto dagli occhi di un prigioniero in quel periodo.
Per quanto riguarda Rudolf Höss lo considero un essere totalmente privo di empatia verso la sua stessa specie, incapace di provare pietà al punto tale da pensare di istaurare nel detenuto una falsa speranza, attraverso la famosa scritta, che lui stesso sapeva sarebbe stata disattesa, solo per garantire tranquillità ed ottenere lavoro con meno problemi possibile.
Restauro Digitale
Restauro Digitale di Marty McFly commento di mrave

veramente incredibile, complimenti!!
Restauro Digitale
Restauro Digitale di Marty McFly commento di Marty McFly

Grazie anche a te Lord Miklaus Ok!
Restauro Digitale
Restauro Digitale di Marty McFly commento di Lord Miklaus

Quite a Job marty !!! Ok!
Restauro Digitale
Restauro Digitale di Marty McFly commento di Marty McFly

Grazie Historicus Smile
Sono contento di averti dato qualche spunto per cominciare a restaurare le fotografie di famiglia Ok!
Restauro Digitale
Restauro Digitale di Marty McFly commento di Historicus

Grande!
Me ne sono accorto solo ora, ma mi interessa moltissimo, ovviamente anche a me per recuperare vecchie foto di famiglia. Non immaginavo che si potesse fare così tanto. Mi guarderò la discussione, poi comincerò anch'io.
Grazie!

P.S.: Gran bella nonna! Ricordando la tua visita ad Auschwitz e sapendola morta nel 1943 avevo temuto che la causa di morte fosse stata ben altra.
Poster
Poster di Marty McFly commento di tiburonblanco84

mi piace molto, anche l'effetto
Oratorio di Santa Maria della Pietà
Oratorio di Santa Maria della Pietà di Marty McFly commento di Marty McFly

diegoloso e franchino, grazie anche a voi Ok!
E pensare che non ero tanto convinto sul postarla o meno perché mi dava l'idea di una foto "vista e stravista", complice anche il luogo abbastanza inflazionato.
Mi sembrava una bella immagine, quello si, ma la classica cartolina, priva di una propria originalità o identità in cui si potesse riconoscere il "marchio" del fotografo e in cui invece si riscontrava "solamente" molta cura negli aspetti tecnici (prima, durante e dopo lo scatto) che cerco di massimizzare in ogni fotografia al fine di ottenere sempre un prodotto finale di qualità. A quanto pare mi sbagliavo o quanto meno esageravo, meglio così Smile
Forse (anzi sicuramente) essendo per me un genere nuovo devo ancora imparare e capire molte cose, facendo pratica Ok!
Oratorio di Santa Maria della Pietà
Oratorio di Santa Maria della Pietà di Marty McFly commento di Francesco Ercolano

...il tuo esordio paesaggistico lo trovo eccellente...
...una splendida fotografia...
...il resto ti è già stato detto...
...per i miei gusti personali il cielo rappresentato in copiosa abbondanza è semplicemente perfetto...
...mi ricorda uno dei miei posti preferiti...la chiesetta di Monte S.Costanzo qui a Sorrento...
...complimenti davvero...
Franco
Smile
Oratorio di Santa Maria della Pietà
Oratorio di Santa Maria della Pietà di Marty McFly commento di diego campanelli

hai ripreso in modo eccellente uno dei luoghi che, personalmente, ritengo trai più affascinanti in abruzzo
Oratorio di Santa Maria della Pietà
Oratorio di Santa Maria della Pietà di Marty McFly commento di Marty McFly

yak, markondor, NEROAVORIO, emifa85, Gianpaolo La Paglia, Texasflood, grazie mille anche a voi Ok!
Sono contento che il primo test con il 17-40mm sia andato bene Imbarazzato
Oratorio di Santa Maria della Pietà
Oratorio di Santa Maria della Pietà di Marty McFly commento di Texasflood

Mi piace molto, sia per il cielo, che cosi ripreso, dona respiro all’immagine, che nei colori molto morbidi. Ottima la nitidezza e anche la cornice bianca è perfetta.

Ciao Fabrizio
Oratorio di Santa Maria della Pietà
Oratorio di Santa Maria della Pietà di Marty McFly commento di Gianpaolo La Paglia

bella.
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