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cervo nobile 2 di Svetly commento di Svetly |
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Grazie Francesco, apprezzo molto la tua valutazione,sei sempre molto gentile...
Grazie anche a Gianluca e Nicola per aver espresso i loro punti di vista.
La foto sicuramente non è perfetta, forse per la posizione dell'animale e la ripresa da parte mia in quell' istante,(e di istanti il cervo me ne ha concessi veramente pochi ), io ho cercato di valorizzare lo scatto con il taglio orizzontale in quanto le corna si confondevano con la corona dell'albero e il taglio delle gambe mi sembrava non solo simmetrico, ma sottolineava sopratutto l'espressione del volto del cervo!
Questo è ciò che penso solo io ovviamente  |
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cervo nobile 2 di Svetly commento di Nicola Di Sario |
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Concordo con Gianluca, il taglio verticale ci starebbe meglio anche se forse ad occhio non so se il bel cervo ci stia tutto in formato 2:3
In ogni caso ...  |
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cervo nobile 2 di Svetly commento di One_more_time |
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Veramente molto bella, ambientazione perfetta, stupenda l'espressione altezzosa del cervo.
Complimenti, gran bello scatto!
Francesco |
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cervo nobile di Svetly commento di Svetly |
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Grazie, in effetti è stata una sorpresa anche per me e non so come mi è venuta a fuoco perchè mi tremavano le mani e il cuore era come impazzito... Un'emozione pura!  |
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cervo nobile di Svetly commento di One_more_time |
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Molto bella e ben ambientata, sara' che stavo leggendo qualcosa sui cervi e questa foto e' caduta proprio a fagiolo, mi piace proprio un sacco
Complimenti
Francesco |
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S. Galgano di Svetly commento di tiziano_c |
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scusa se mi permetto...
ma è una bella storia ed un'ottima occasione per raccontarla...
P.S. gran bella foto
Il giovane cavaliere si è fatto eremita, rinunciando per sempre a usare le armi: estrae la spada dal fodero per l’ultima volta e la pianta dritta in terra facendone una croce, davanti alla quale s’inginocchia a pregare. La spada rimane poi prodigiosamente infissa nella terra, e nessuno riuscirà più a estrarla.
Questa leggenda, simile ad altre dei grandi cicli cavallereschi medievali, colorisce poeticamente la vicenda reale di un giovane senese del XII secolo: Galgano Guidotti, nato in una famiglia importante, orfano di padre già da piccolo, educato dalla madre Dionigia. Vive la sua gioventù, appunto, da “cavaliere”: come tanti altri del suo rango, dediti alla bella vita e all’avventura. Un biografo lo descrive donnaiolo e violento; come un po’ tutti.
Ma ha qualcosa di più, lui. Ha un sogno, che risale ai suoi primi anni e che più tardi ritornerà, sempre con lo stesso personaggio: l’arcangelo Michele, patrono della pieve di Chiusdino, dove Galgano è nato; Michele, che «con i suoi angeli combatteva contro il drago» (Apocalisse 12,7). Verso i trent’anni, quel sogno ritorna, con Michele arcangelo che sul Monte Siepi, presso Siena, lo presenta agli apostoli di Gesù, riuniti in una casa rotonda. Ed essi gli comandano di ritirarsi per sempre su quel monte, costruendovi una chiesa, anch’essa rotonda.
Dopo il sogno, Galgano si sente via via più attratto verso quel monte, e infine ci si va a stabilire. Pianta in terra la spada, si costruisce una baracca di legno, ed eccolo eremita per sempre, nutrendosi delle erbe che raccoglie e del pane che qualcuno gli offre. Non fa in tempo a costruire la chiesa, non fonda alcuna comunità; non ha discepoli, ma soltanto qualche temporaneo penitente, qualche malato: un ossesso, per esempio, che egli guarisce. Arrivano pure visitatori sospettosi, a indagare vanamente. Una storia tutta in minuscolo: poca gente, un po’ di fatterelli, nessun evento straordinario. Ma quando Galgano muore, per l’intera diocesi di Volterra lo si proclama già santo. Un coro inaspettato di voci, che forse si spiega con l’ammirazione spontanea per l’autenticità del suo ascetismo sottovoce, quasi clandestino.
Ed ecco le notivà: quattro anni dopo (agosto 1185) arriva sul posto una commissione pontificia, guidata da un tedesco: il cardinale Conrad di Wittelsbach, che fa indagini sulla vita di Galgano, ascolta una ventina di testimoni tra i quali Dionigia, madre di Galgano. E tutto poi registra e verbalizza, facendone un dossier che è il più antico “processo di canonizzazione” giunto fino a noi (A. Vauchez, La santità nel Medioevo, ed. Il Mulino). Papa Lucio III lo proclamerà santo nello stesso 1185, appena quattro anni dopo la morte.
Sul Monte Siepi verrà poi costruita la chiesa rotonda di cui gli apostoli avevano parlato a Galgano. Vicino al suo eremo, nel Trecento, i monaci cistercensi fonderanno una loro abbazia. |
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composizione 2 di Svetly commento di Canopus |
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Non te la prendere Svetly, non trovi che il becco sia fuori fuoco, non lo vedo molto nitido, magari è la compressione I bianchi sono esposti benissimo, il colore dell' acqua è molto bello, ma cè quel " soft " che non mi convince  |
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cenerino in volo di Svetly commento di maudic |
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assolutamente splendida..messa a fuoco perfetta e lo sfondo è davvero incisivo con un punto di ripresa che completa il tutto...a presto... |
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