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Summer's almost gone di pamar commento di pamar |
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Summer’s almost gone
Summer’s almost gone
Almost gone
Yeah, it’s almost gone
Where will we be
When the summer’s gone?
Morning found us calmly unaware
Noon burned gold into our hair
At night, we swim the laughin’ sea
When summer’s gone
Where will we be?
Where will we be?
Where will we be?
Morning found us calmly unaware
Noon burned gold into our hair
At night, we swim the laughin’ sea
When summer’s gone
Where will we be?
Summer’s almost gone
Summer’s almost gone
We had some good times
But they’re gone
The winter’s comin’ on
Summer’s almost gone
summer's almost gone - The Doors |
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moon_27082020 di GiovanniQ commento di pamar |
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GiovanniQ ha scritto: | Grazie Daniele e Marco per il passaggio, si una prova, per il risultato inservibile non so, a me serve per emozionarmi nello scattare cosi ravvicinato, volevo condividere questa cosa con voi, ovviamente il mezzo utilizzato non e' dei piu' professionali o indicati  |
No, no non vorrei passare per rompone. Il termine inservibile è riferito alla qualità globale. Certo la soddisfazione nel farla è senza dubbio impagabile
Marco |
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B2 di opisso commento di pamar |
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Ciao Marco,
ho letto con interesse il tuo intervento. Probabilmente non sono stato chiaro nell’esprimere il mio pensiero, o forse l’ho fatto troppo di fretta senza precisare bene il concetto che intendevo esprimere. forse è il termine “accattivante” che ha portato fuori strada. quello di cui sono convinto è che talune tematiche estetiche e concettuali difficilmente si esplicano in modo pienamente comprensibile tramite una singola immagine. Prendo come esempio (permetti ?) la tua immagine. Si tratta di una raffigurazione di un paesaggio comune che non presenta attrattive particolari. Luogo comune, dettaglio ripreso che non presenta un quid che colpisce chi la guarda. Messa a fianco con una scena di un panorama montano idilliaco sono certo che il favore della maggioranza dei fruitori andrebbe a quest’ultimo. qualcuno penserebbe che l’autore della tua foto non aveva nulla da fotografare e preso dalla voglia di usare la nuova reflex è uscito dalla porta di casa e ha scattato quello che c’era. Diverso, e immancabilmente diverso, sarebbe l’impatto se la fotografia non fosse sola ma parte di un portfolio. Il tutto porterebbe a pensare ad un lavoro pensato e voluto (attenzione, non ho detto bello, ma immancabilmente non frutto dell’improvvisazione ma di un preciso volere dell’autore. Un fotografia singola deve essere supportata da “anche” altre qualità per interessare il pubblico. Difficilmente il racchiudere un messaggio anche dirompente la rende capace di esplicitarlo in pieno. Non sempre è cosi’ beninteso, ma in linea di massima dico di si. Quindi il termine accattivante non è il massimo. Volevo dire che un pezzo singolo deve essere capace di esprimere da solo un determinato connotato, che sarà quello che lo caratterizzerà. Passami il paragone ma è come esprimere un concetto con una parola sola o con una frase compiuta. La frase “c’è un fiore dietro la casa” risulta chiara. Se prendo la parola “dietro” essa da sola non dice molto. Ma la parola “dietro” risulta fondamentale nella frase ed è capace di esprimere la sua completezza.
Marco |
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B2 di opisso commento di pamar |
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Sono profondamente convinto che, in casi del genere, una fotografia da sola non riesce a veicolare l’intento dell’autore ed il suo fine. Uno scatto singolo, se non coglie l’attenzione e non smuove l’interesse del fruitore corre il rischio di venire subiti e senza riserve bollato come mediocre ed insulso. Uno scatto singolo per primeggiare deve contare su un soggetto accattivante, un’estetica che rimane impressa o immortalare un soggetto/momento/ situazione degno di nota. Lavori che sottendono una ricerca e/o uno sviluppo tematico o concettuale che non hanno connotati immediatamente espliciti ed accattivanti devono poter contare su un insieme che sviscera e sviluppa il tutto. Un portfolio in questi frangenti è un male (male?) necessario ed atto ad esplicitare la ricerca ed il messaggio/fine del lavoro.
Marco |
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moon_27082020 di GiovanniQ commento di pamar |
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Mmm....secondo me non ci siamo. Esperimento interessante per l'autore, l'uso di tale lente, ma il risultato è inservibile.
Marco |
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s.n. di pamar commento di pamar |
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Arnaldo A ha scritto: | Una bellissima immagine dove ci regala sensazioni meravigliose trasportandoci in un bel paesaggio.
Arnaldo |
Grazie del passaggio Arnaldo.
Marco |
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Baia Vallugola Ps. al sorgere del Sole.. di Arnaldo A commento di pamar |
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Ciao Arnaldo, prendi bene la mia valutazione. Tieni presente che hai a che fare con un fissato e maniaco del lineare e semplice (che a volte sfiora lo scabro…). La giudico una fotografia piacevole ed arricchita da tinte affascinanti. Tuttavia io, non so perché, ma trovo superflua tutta la parte destra. Io ci lascerei solo e soltanto la sinistra, escludendo tutta la costa. Solo ramo, sole, mare e cielo. Sono esagerato?
Marco |
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s.n. di pamar commento di pamar |
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Suggerimenti e critiche sempre ben accetti |
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S.T. 472 di Dorian Gray commento di pamar |
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Bella. Bella prima e dopo. Mi spiego. Sovente un’immagine ci colpisce dal primo sguardo che le diamo. Sono le cosiddette immagini wow, quelle che giocano con un effetto di stupore che colpisce chi la guarda da subiti, immediatamente. Non serve un’analisi approfondita per cogliere i connotati che, magari, emergono piano piano e devono essere “assimilati” e fatti propri. A volte, tali immagini wow, puntano tutto e solo sullo stupore iniziale ma analizzate con calma non mantengono le promesse e premesse iniziali. Questa fotografia senza dubbio colpisce da subito, ma riguardata con la dovuta calma mantiene le iniziali doti. Non stanca e non si ha certo noia o decadimento. Costruzione, luci, tonalità, colori. Trovo che tutto meriti di essere come è stato immortalato. un paesaggio accattivante ma che merita di essere illustrato non solo per la sua bellezza ma anche per come tale bellezza è stata colta.
Marco |
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St di littlefà commento di pamar |
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Le fotografie in controluce……
sembra una cosa ben piu’ semplice rispetto ad una fotografia “normale”. In fondo mancano tutti quegli elementi che vanno curati per rendere la scena ottimale. Non ci sono per esempio i colori ed il conseguente obbligo di dosarli come saturazione o il vincolo di abbinarli per un risultato visivamente accattivante. Non c’è neppure il pericolo di esagerare. E poi non bisogna curare i vari elementi presenti che sono caratterizzati da dettagli e particolari del loro volume e all’interno del loro volume. in fondo siamo di fronte a semplici forme completamente nere, no? Eppure, per me, non sempre è vero che un controluce è più semplice, anzi. Proprio perché tutto è ridotto a forme nere è facile, anzi facilissimo pasticciare e perdere l’identità delle cose. Se due elementi (forme) non conservano i loro perimetri puliti e nella loro interezza, congiungendosi con altre forme succede un disastro. Prendiamo per esempio due o tre figure umane, sovrapponiamole parzialmente; se sono illuminate non ho problemi a riconoscere cosa sono. se sono in controluce esse si riducono a forme nere. Se sovrapposte perdono i propri confini e succede un pasticcio. In fondo si tratta di macchie nere senza tridimensionalità o elementi interni. Perdendo i bordi nella loro interezza perdono anche l’unico elemento che le caratterizza ed identifica. Tutta questa pappardella per dire che il pregio di questo scatto è l’avere conservato i perimetri inalterati degli elementi, senza frammischiamenti degli oggetti o persone. guarda per esempio il pescatore accucciato. E’ davanti o dietro all’altura sabbiosa ? non vi è profondità nei controluce; si capisce bene cosa o chi è grazie al bordo del capo e la canna da pesca. Diversi elementi ma ognuno identificabile perché c’è quanto serve. Buonissima.
Marco |
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psycho.killer di filippo de marco commento di pamar |
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Uno dei connotati che rendono un' opera avvincente è la sua non totale chiarezza e la conseguente possibilità, da parte del fruitore, di “plasmarla” interpretandola secondo il proprio io e modo di vedere, capire. Si ha allora una sorta di capacità di rendere l’opera intimamente propria. Questo, a mio avviso, è riconducibile a molteplici opere artistiche, dal cinema alla pittura alla fotografia ecc, insomma tutte le discipline visuali (e non solo esse). Per rendere l’operazione riuscita, avvincente ed efficace, per come la vedo io, serve un connotato stabile e univoco, senza possibilità di errori o libere interpretazioni, unito ad un elemento non lampante, non chiaro e possibile di diverse e molteplici visioni o interpretazioni. Una sorta di testo chiaro che racchiude una parte offuscata e non a fuoco (passatemi la similitudine). Ecco, la presente fotografia, a mio avviso, manca dell’elemento stabile e solido; la base dalla quale si dipanano i punti interrogativi. Io, senza l’ausilio del titolo, avrei faticato ad immedesimarmi in quanto era nelle intenzioni dell’autore. Un’ ottima idea ma una traduzione di essa non eccelsa.
Marco |
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All'inseguimento del drago giallo di rrrrossella commento di pamar |
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piacevole immagine che dimostra il saper “vedere” scene e momenti accattivanti. Tralasciando l’aspetto piu’ propriamente compositivo trovo che il punto fondamentale che valorizza questa immagine sia il colore giallo della struttura/drago che si amalgama perfettamente con l’azzurro del cielo. Questo il positivo. Come tagli/composizione invece penso potesse essere maggiormente curata eliminando o inquadrando in modo diverso vari elementi quali i lampioni sulla dx oppure alcuni scooter. Personalmente ho notato un affascinante gioco di ombre sul terreno a destra. Io personalmente le avrei incluse nella loro interezza.
Marco |
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Mirror - dittico 03 di pamar commento di pamar |
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essedi ha scritto: | Interessante il lavoro che stai portando avanti.La realtà e la sua estrema scomposizione in elementi digitalizzati.Suggestivi dittici che meriteranno di essere raccolti in un libro.Complimenti! |
Grazie mille per la visita e l'apprezzamento.
Marco |
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La pallina di essedi commento di pamar |
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Guardando questo scatto mi sono sorte subito due considerazioni. Si tratta indubbiamente di uno scatto dove si avverte l’occhio del fotografo nel cogliere una situazione, magari momentanea, ed immortalarla istantaneamente. Un momento che non prevede la possibilità di repliche. D’altro canto, a mio personale avviso, trovo la composizione della scena deficitaria riguardo al framing adottato. Penso che l’esigua porzione del personaggio raffigurato dia un’idea di mancanza e questo si traduce in una mancata sottolineatura dell’atteggiamento dell’uomo che si stira per reggere la pallina in posizione. Questo suo atteggiamento secondo me è un connotato importante e saliente della scena. Magari, senza eccedere o esagerare, un quarto in piu’ o un piano americano sarebbero stati buona cosa.
Marco |
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Il Confronto - 7 di redazione4u commento di pamar |
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Cosa aggiungere dopo l’analisi di Vittorione? Ha esposto i connotati fondamentali che caratterizzano le due immagini, focalizzandosi su come da essi derivino le similitudini e differenze fra le due fotografie.
Aggiungo solo che, quanto mi ha raggiunto immediatamente, appena viste le due immagini affiancate, anche se solamente grazie alle riduzioni, è stata la differenza di “profondità” delle due. Chiaramente essa deriva dall’uso di focali e zone di primissimo piano diversi. Tuttavia, da un’analisi, successiva, secondo me anche le due diverse ed opposte colorazioni degli spazi hanno il loro peso. L’una con un uso preponderante dei neri, l’altra con una tinta opposta (il bianco). Ed inoltre la prima con la fascia nera in zona alta e la parete marmorea prossimale. La seconda con la fascia bianca in zona prossimale. Forse cosi’ si crea una sensazione visiva di maggiore “apertura” ed ariosità che, insieme con le diverse prospettive, gioca ad accentuare nella seconda l’idea di profondità.
Marco |
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Processo del Verde di Tia commento di pamar |
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Uno scatto emblematico. Se lo giudichiamo con i canoni della fotografia paesaggistica classica convengo con il giudizio espresso da Arpal. Piatta, troppo vuota, cielo anonimo ecc. Insomma mancante di tutti i connotati che dovrebbero caratterizzare una fotografia come si deve di paesaggio.
D’altro canto (per me) ha un suo fascino ed un suo perché. Ci vedo una trasposizione verso qualcosa che da elementi naturali punta verso forme, geometrie, spazi vuoti costellati da forme. Allora non hanno ragione di esserci un cielo intrigante, una ricerca di tridimensionalità e colori accattivanti. Anzi, addirittura io la trasformerei in un B&N senza contrasti troppo marcati, per sottolineare solamente le forme. E poi, indubbiamente, ci vorrebbe un portfolio giocato su tali connotati, non basta una singola prova.
Questa è la mia personale valutazione. L’autore inseguiva una foto del genere o si tratta solamente di uno scatto classico “mancato”? A questo solo Tia puo’ rispondere.
Marco |
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Barrea, AQ di GiovanniQ commento di pamar |
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mi sovviene una sola parola di fronte a questo scatto: SIMMETRIA.
Bella immagine. Che dici di un pochetto di luminosità in piu’ per le nuvole riflesse?
Marco |
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Mirror - Dittico 02 di pamar commento di pamar |
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Ciao Vittorione e grazie per il passaggio. Lo scatto che vedi è parte di un portfolio in fieri, tutto ideato e pianificato nella mia testa…mi manca solo di fare le foto…..e con i miei tempi e la situazione attuale ci vorrà del tempo. Comunque qualche scatto l’ho già realizzato, un paio di altri sono sul forum. Comunque la mia valutazione è che non sono scatti che vanno visti da soli ma nel loro insieme quando il tutto sarà finito.
Marco |
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