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Commenti da Mario Zacchi
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
Tono su tono
Tono su tono di Giobat commento di Mario Zacchi

Quel tendone al centro è così importante che relega il resto in secondo piano.
Il ragazzo, poi, è quasi mimetizzato: pantaloni rossi e gambe rossicce. Sarebbe anche interessante questo fatto (mimetismo) ma il tendone è decisamente un prepotente Smile

EDIT: hi letto dopo il commento simile al mio.
Milano 2019
Milano 2019 di Rikk2 commento di Mario Zacchi

Non è una brutta foto perché propone con una certa “normalità” uno spaccato di vita molto articolato e riesce anche a raccontarlo. Purtroppo lo fa con freddezza perché tiene lo spettatore distante dalla scena, come se osservasse da dietro il vetro di una finestra. Questo accade per due motivi.

Il primo è che questa scena (intendo ciò che tu hai tagliato via dalla realtà con la tua inquadratura) si apre al centro e, sfortunatamente, al centro ci sono due persone che si allontanano, viste di spalle: una cosa che non aiuta chi guarda ad entrarvi.

Il secondo è che, anche se uno decide di entrarci a forza, non trova poi una gerarchia degli elementi (persone e cose, geometrie, linee di forza, ecc.) che lo prenda per mano e lo guidi in un percorso visuale che non solo gli mostri, ma che lo coinvolga anche.

In realtà questa non un genere punta e scatta come potrebbe sembrare. Prima di puntare e di scattare c’ è un grande lavoro di osservazione e di intuizione per previsualizzare una situazione che sta per verificarsi e che può essere potenzialmente interessante per scattarci una foto se ripresa da un dato punto e inquadrata in un certo modo.

Semplificare togliendo elementi, cioè scegliere scene più semplici è senz’ altro un buon punto di partenza per familiarizzare con questo tipo di scatti, giustamente ritenuti complicati da fare in modo che riescano interessanti. Ma meglio non affezionarsi troppo al minimal che poi diventa monotono. La complessità è un’ altra cosa, anche se complicata.

***

Delle quattro foto che seguono, è certamente più facile vedere un’ affinità con il nostro discorso nelle prime due. Ma se le guardi bene tutte, noterai come anche nelle altre chi le ha scattate non ha solo visto un bel momento o una bella situazione: l’ ha costruita lui e lo ha fatto in modo da proiettarci all’ interno della scena, da coinvolgerci.

Uno dei commenti più frequenti in questa sezione è: bello il momento colto!. Sì, sarà anche bello il momento, ma la foto?
Finestra toscana
Finestra toscana di efke25 commento di Mario Zacchi

Bella
# #
# # di Gi.Esse. commento di Mario Zacchi

Ci vedo una grande cura formale. In generale, quella funzionale allo scatto è necessaria. Ma in questo genere fotografico, da sola non crea sostanza.
Tu cosa ci hai visto?
Me (Selfportrait)
Me (Selfportrait) di Ferrara.Carlo commento di Mario Zacchi

Mi piace, la trovo ben fatta e mi pare che ti raffiguri in continuità con la serie di surrealismi (che invece mi sembrano un po' ripetitivi e piacioni). Intendo dire che, per come compari in quelle foto come persona e anche come personaggio, qui ti si riconosce perfettamente e non solo per volto e cappello.
così ... mi piaceva
così ... mi piaceva di Tony63 commento di Mario Zacchi

Una bella luce, un soggetto e uno stile di ripresa vagamente neotopografico americano a colori anni settanta. Pur se piacevole per me, presa così, da sola, cioè non in una serie, appare la foto di un particolare su cui incide una luce che ti ha giustamente colpito.

Piacevole, ma manca qualcosa perché diventi interessante. Per esempio, l' essere parte di una coerente serie, appunto, dove può giocare il ruolo di focus su un particolare il cui significato emerge nel contesto della serie stessa. Oppure un punto di ripresa e/o in quadratura che aggiunga elementi narrativi che la rendano sufficientemente autonoma.
Pensilina tra i binari
Pensilina tra i binari di lordtom73 commento di Mario Zacchi

La focale può anche andare bene se vuoi inquadrare quegli elementi e non puoi arretrare di più. Solo che poi devi correggere la prospettiva per tornare ad una visione più naturale e meno "creativa" di questa delle strutture.

Lo scopo di una foto d' architettura è, per la maggior parte dei casi, dare conto e non rileggere con occhi propri. Questo secondo approccio si può naturalmente tenere se lo scopo è, appunto, rileggere, reinterpretare, scolpire con un obiettivo (fotografico) le forme della realtà per ricrearne di nuove, di fantasiose e non quello di testimoniare il lavoro del progettista.

Per dire, questa tua foto ha più valore per quella sensazione di fuga, di velocità che trasmette per via della prospettiva accentuata che per le sue doti di narratrice delle strutture. In questo senso ci sarebbe potuto stare un treno che si allontana ripreso con un tempo sufficiente a raffigurarlo mosso per esempio. O magari due.

Diciamo che, volendo fare un audace parallelo, il risultato si avvicina più ad una raffigurazione di tipo futurista (il movimento dei primi 900 che guardava al mito della modernità, della velocità) che alla foto architettonica classica che forse avevi in mente di scattare, visto che non hai obiettato alla critica circa le linee. Critica che sarebbe fuori bersaglio se il tuo scopo fosse stato, appunto, una creativa rimodellazione fotografica della realtà.
luce
luce di Piergiulio commento di Mario Zacchi

La luce è piacevole. Ma come dici sempre tu, è pur sempre una foto di architettura, dove la cura di tutto ha la sua importanza. Secondo me, ci sono qui diversi aspetti che, anche senza osservare la foto, ma semplicemente guardandola, non passano proprio in silenzio solo perché c' è una bella luce. Non tutti hanno la stessa importanza.

Le tende sono un po' trascurate. Quella a destra lascia intravedere un triangolo di muro; quella a sinistra, così chiara, sarebbe stata meglio pettinata in maniera più regolari, magari curandone anche la verticalità dell' ombra sulla sinistra che così panciuta, in un contesto di linee molto rigorose stona un pochetto.

I bicchieri, ora sovrapposti al vaso, sarebbero stati meglio a lato sinistro dello stesso vaso (se lo scopo era conservarne le leggere ombre sul muro, a sottolineare la luce). Il sotto bicchieri (la tovaglietta intendo e mi pare che sia) ci può stare per necessità. Il cartellino di benvenuto meglio a lato e in piedi. Il resto appoggiato di piatto con una ripresa che si alza poco rispetto al piano, per me sporca.

La poltroncina è molto al margine a sinistra. Forse per limite dell' obiettivo che avevi a disposizione o per conseguenza della necessità di aggiustare la prospettiva e la chiusura sugli angoli insieme al problema obiettivo. Se invece è stata una scelta, personalmente non mi pare buona. Un leggero spazio in più, sempre mantenendo il rigore nell' angolo sinistro in basso e in alto, avrebbe dato più respiro all'inquadratura.

Considerato quanto in foto sembra sciatto (o magari è proprio così anche dal vivo) l' arredo della parte destra della stanza di questo albergo, il panorama appare di un bruttino decisamente coerente. Tuttavia, il riflesso di tende, finestra, mobile, ecc. aggiuge un di più di cacofonico all' insieme che se non ci fosse magari sarebbe meglio.

Non sono un gran tecnico, quindi la butto lì sperando di non dire una cosa sbagliata. Forse con un polarizzatore il riflesso si sarebbe potuto eliminare e magari, poi, lavorando un po' con maschera e correzioni opportune, rendere l' esterno per più gradevole nell' economia della foto (anche solo guardando alla piacevolezza della luce).

Immagino che più di uno obietterà che con la luce queste cose non c' entrino molto. Ma, come ho scritto sopra e come dici sempre tu, è pur sempre una foto d' architettura e la tua modalità di approccio allo scatto non fa nulla per nasconderlo. Questo rende rilevanti aspetti formali che diversamente potrebbero apparire più marginali.

Aggiungo infine che questa è una tipica foto (architettonica) da brochure. Se il gestore è un minimo scafato in termini di comunicazione, una foto così non te la prende perché non rende un buon servizio alla sua struttura. Intendo dire che da un lato, essa scalda un ambiente piuttosto ordinario; ma dall' altro non ne dissimula parallelamente questa sua sostanza almeno tanto quanto la luce la ingraziosisce. Questo strabismo non aiuta (nella comunicazione e di conseguenza) nella vendita.
In cascina
In cascina di reddo commento di Mario Zacchi

Una bella foto documentaria con buon potenziale narrativo che si ritrova negli negli oggetti ordinatamente sparsi e negli elementi architettonici dell' edificio, ma anche nella scelta di un punto di ripresa e di una inquadratura efficaci nel valorizzare tutto ciò. Penso sia eccessivamente contrastata più che eccessivamente esposta e questo può far perdere consistenza alla materia nelle alte e basse luci.
mustafa
mustafa di filippo de marco commento di Mario Zacchi

Piacevoli sia la separazione dei toni bassi che l' incarnato.
il bel naviglio...
il bel naviglio... di giubbarossa commento di Mario Zacchi

Strizzi l’ occhio alla foto storica documentativa. In questo senso direi che manca la correttezza formale. È inevitabile litigare con la prospettiva in questi casi. Lo si può fare sul posto avendo gli strumenti adatti oppure a casa avendo cura di allargare l’ inquadratura abbastanza da potersi permettere poi la correzione in post senza tagliare parti che, anche se non determinanti, concorrono all’ equilibrio compositivo dello scatto. In questo caso, se la foto è pari all’ originale e non c’ è altro spazi intorno, correggendo la prospettiva taglieresti il muretto e il ponticello che già sono al limite. Al bianconero manca un punto di nero profondo e un punto di bianco pieno. Si vede già ad occhio e si vede anche dall’ istogramma. In genere, un bel bianconero li ha. Sulla carta questa carenza si nota anche di più perché la foto s’ ingrigisce mancando la retroilluminazione. Mediamente sembra un po’ “morbida”; come non fosse perfettamente a fuoco. Ma potrebbe anche essere solo un problema della foto postata e non dell’ originale.
Ritratto con cane
Ritratto con cane di Mario Zacchi commento di Mario Zacchi

Finepix X-100
S.T.
S.T. di LucaDessena75 commento di Mario Zacchi

E' un piacevole accostamento nonostante il divario di fuoco davvero molto
pronunciato tra i due soggetti e uno schiacciamento dei piani che fa
sembrare la ragazza sovrapposta.
Ma l' avevi già pubblicata anni fa. In un reportage mi pare.
Quel che resta...
Quel che resta... di Harma commento di Mario Zacchi

Per associare questa foto al dramma ambientale bisogna proprio volersi far suggestionare dal titolo e dalla presentazione visto che, se non erro, è un campo di girasoli al momento della raccolta dei semi Smile Però è una bella foto che ha un forte potere evocativo grazie alle forme drammatizzate mediante un uso avveduto del bianconero. Forse con un eccesso di nero al punto da sembrare quasi un' immagine al tratto; ma, come sempre accade per queste osservazioni, occorrerebbe vederla dal vivo e non ciascuno al proprio monitor.
...
... di diego campanelli commento di Mario Zacchi

Una classica foto di Diego Campanelli Very Happy Com'è che dicevi una volta? Pedante ricerca tonale. Wink
E' un bel gioco di linee e di variazioni tonali. Tutto sta nel vedere come verrà sulla carta.
Secondo la mia personale sensibilità geometrica, è un po' larga a sinistra e sopra.
amore finito
amore finito di gattapilar commento di Mario Zacchi

Simpatica accoppiata. Per me bella anche solo la foto a destra.
Giacomo
Giacomo di mukkapazza commento di Mario Zacchi

Ritratto assai bello e, almeno per una volta, senza quel ripetitivo sguardo in camera che tante volte sembra essere l' unica matrice d' ispirazione per chi si dedica al genere. Magari ci fosse stata la possibilità di una maggiore profondità di campo per rendere meno sfocato il ritratto di Peppino sullo sfondo (se non erro).
RASTA
RASTA di ankelitonero commento di Mario Zacchi

Simpatica. Il titolo mi pare inutile.
le pale
le pale di Bucis commento di Mario Zacchi

Dolomiti venusiane ... di solito sono rosate anche con le nubi.
s.t.
s.t. di fabiopollio27 commento di Mario Zacchi

L’ hai tagliata e così hai ridotto una bella foto ad un involontario tentativo di conformati ad una qualche idea preconcetta e manualistica di ritratto a figura intera. L 'avrei messa volentieri tra le mie preferite se fosse stata quella originale (bianconero) che, fortunatamente, hai poi pubblicato, dando modo di vedere una bella foto.

Il cielo mi pare artefatto e, probabilmente, se ne farai una stampa qualcosa dovrai ritoccare nel passaggio dal video alla carta, affinché il bianconero non sia troppo ingrigito. Ma ciò non toglie la sostanza di una visione che chiaramente non voleva essere un ritratto in senso stretto, ma una visione d’ insieme che a me ricorda alcune foto di Francesca Woodman, quelle in cui cerca una simbiosi con il circostante (cosa che peraltro fa in molte foto): quello che ha come contesto la natura.

Non c’ è nulla da cambiare se non, la prossima volta, una macchina a pellicola magari. Lo sguardo sta bene dove sta. Il formato originale contiene l’idea iniziale e tutto l’insieme di ciò che (forse inconsciamente) ci avevi visto.

La foto non è antica: è surreale. Ma, “che supera, che oltrepassa la dimensione della realtà sensibile; che esprime o evoca il mondo dell’inconscio, della vita interiore, del sogno” (Dizionario Treccani) e cioè altro che quello che va spesso sotto il nome di surreale, ma che invece è artificiosa ricreazione di una realtà fantastica, tesa a colpire, a sorprendere più che a sondare, a indagare e che per questo diventa spesso assai pedante.

Fanne altre (se ci riesci …)
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