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San Salvi, ex Manicomio di Firenze di compagno.sir commento di francodipisa |
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Reportage notevole, preceduto da note storiche molto importanti per la lettura. Un bianco e nero molto essenziale, niente fronzoli. Alcune foto di grende bellezza prese anche a se stanti; a me, come fotografia, piace specialmente la 4, seguita dalla 3 e dalla 2; la 1 pure buona. Le altre hanno validità dal contesto più che per particolari meriti individuali, secondo me; ma all'interno del reportage acquistano una significatività piena.
Un ottimo lavoro
P.s. qualcosa al posto dei manicomi dovranno per forza inventarlo, pazzi che ritengono che esistano ministri corrotti mi sa che ce ne siano ancora... |
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San Salvi, ex Manicomio di Firenze di compagno.sir commento di compagno.sir |
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Manicomio. Il vocabolo in se mette già a disagio. Un gigantesco manicomio. 32 ettari per 20 padiglioni. Un luogo per 'dare ordine alle menti disordinate'. Vi sono state rinchiuse fino a 4.000 persone in condizioni da 'lager'. Due affermati fotografi italiani, Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin, nel 1968 documenteranno in un agghiacciante reportage fotografico la situazione di San Salvi, 'immagini dure di donne e uomini prigionieri, incarcerati, legati, puniti, umiliati, ridotti a sofferenza e bisogno'.
All’epoca della sua fondazione - siamo nel settembre del 1890 - Firenze contava circa 170 mila abitanti. Se ne dedurrebbe che c’era un matto ogni 40 fiorentini. E svelare le cause dell’anomalia è Claudio Ascoli, che a San Salvi, con la sua ormai arcinota compagnia teatrale Chille de Balanza, ci sta da più di 10 anni.
E ormai ne conosce tutti i segreti. 'Ho scoperto che in realtà non erano tutti matti quelli chiusi qui. C’erano una serie di categorie che non c’entravano affatto coi matti' i poveri (soprattutto se donne, e ancor di più se ragazze madri), gli omosessuali e coloro che avevano denunciato cose assurde (è stata trovata la lettera di una mamma rivolta al professore che gestiva San Salvi, diceva 'faccia uscire mio figlio perché abbiamo ritirato la denuncia': suo figlio aveva denunciato un ministro per tangenti sui lavori della ferrovia).
Il complesso di San Salvi è nato 1890 in sostituzione del vecchio ospedale psichiatrico di San Bonifazio, che si trovava in via San Gallo al posto della Questura. Lo ha fortemente voluto lo psichiatra Tamburini, un’eminenza nel suo campo, che ha affidato il progetto all’architetto Giacomo Roster, lo stesso del Tepidarium in via Bolognese. Su richiesta di Tamburini, sono state realizzate delle particolari volte a quattro per avere il massimo effetto di rimbombo ed evitare la comunicazione tra i degenti (le stesse che troviamo in molti manicomi dell’800, come a San Remy dove era rinchiuso Van Gogh). E San Salvi, nel gennaio del 1918 è stato ricoverato il poeta Dino Campana, che vi è rimasto ben 14 anni. I vari padiglioni di San Salvi sono tutti collegati da un camminamento che era destinato agli psichiatri.
I medici davano le terapie guardando i 'matti' dall’alto del camminamento come si potrebbe guardare gli animali allo zoo. Il complesso aveva il suo deposito d’acqua per essere autosufficiente. La ciminiera che vediamo è quella del riscaldamento che, in modo avveniristico per l’epoca, scaldava tutta l’area di San Salvi con molto risparmio. Il problema è che non era stato previsto nessun sistema per sezionarlo.
Per molto tempo, dopo la chiusura dei manicomi nel 1978 con la legge Basaglia, si sono spesi 1 miliardo e 200 milioni di vecchie lire per riscaldare un'area praticamente vuota. Oggi qui c’è un po’ di tutto, dal campo scuola di Vigilandia ai vari di distaccamenti di Asl e quant’altro. Ma è inevitabile notare che in alcune aree il degrado raggiunge livelli di totale indecenza. E non manca neanche la parte 'occupata' di 'Villa Panico'. |
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Automobile ecologica di compagno.sir commento di Habibi |
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bhe. come idea e occhio direi originale!! c'è però il problema della deformazione creata dalla carrozzeria dell'auto... e quindi il riflesso ovviamente ne risente. Forse da ritentare includendo anche una parte delle foglie vere. Una buona idea comunque.
Marco |
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s.t. di compagno.sir commento di Il Pugile Sentimentale |
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compagno.sir ha scritto: | E' un "pescatore" di spiccioli nella vasca della fontana.
tu pensa che lo volevo indicare nel titolo, ma poi dopo essermi rifatti due occhi così a leggere e rileggere i tutorial del sito mi son convinto a lasciare il titolo più vago, pensando di far la cosa giusta.
ma non esiste al mondo chi fa più danni di chi agisce pensando di far bene!
grazie comunque per il parziale apprezzamento  |
non ci sarei mai arrivato! |
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s.t. di compagno.sir commento di caracol |
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..e hai fatto bene a lasciarla s.t.: la sagoma si lascia interrogare come pure il suo ambiente: anche se non succede niente si fa guardare a fondo.
Taglio e b/n convincenti.
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s.t. di compagno.sir commento di compagno.sir |
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E' un "pescatore" di spiccioli nella vasca della fontana.
tu pensa che lo volevo indicare nel titolo, ma poi dopo essermi rifatti due occhi così a leggere e rileggere i tutorial del sito mi son convinto a lasciare il titolo più vago, pensando di far la cosa giusta.
ma non esiste al mondo chi fa più danni di chi agisce pensando di far bene!
grazie comunque per il parziale apprezzamento  |
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s.t. di compagno.sir commento di Il Pugile Sentimentale |
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mi piace il gioco di forme che hai creato anche con l'utilizzo delle luci e delle ombre.
buona la composizione.
ad essere un po' debole è la sostanza della foto, non si riesce bene a capire chi sia il soggetto e cosa stia facendo e quindi si fatica a mettere a fuoco il concetto. |
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s.t. di compagno.sir commento di compagno.sir |
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Canon EOS 5D Mark II
Canon EF 17-40 F/4L
Esposizione 1/200
Apertura f/4.0
focale 17 mm
ISO 100
Mi ripropongo in questa sezione con un secondo scatto, dopo il penoso esordio.
Non che uno sia obbligato per regio decreto a fare street, però il genere mi affascina... anche se forse non ce l'h proprio nelle mie corde.
Quindi io provo, scatto, e sottopongo, perchè solo vedendo anche con i vostri occhi mi posso fare un'idea di cosa combino  |
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Firenze011.1 di compagno.sir commento di compagno.sir |
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M'aveva colpito quest'omino che leggeva e sembrava farlo direttamente alla sua ombra, come se ci parlasse...
Ma una foto é come una battuta, se svelata é svilita.. Quindi le intenzioni son rimaste belle nascoste
Mica facile  |
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Firenze011.1 di compagno.sir commento di caracol |
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Curioso per curioso: cosa ti aveva colpito nella scena? Magari era qualcosa che bastava spostare l'inquadratura e lo rendevi.
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Firenze011.1 di compagno.sir commento di compagno.sir |
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Curioso come un'immagino a cui tanto ti affezioni in fase di scatto poi la vedi e la rivedi e capisci solo che è un troiata immane
grazie Surgeon e Caracol per i commenti... nei prossimi giorni posterò altre foto di quell'uscita, e vediamo se l'Hd mi ringrazierà per averlo liberato di inutili e pesanti megabyte.
ciao  |
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Firenze011.1 di compagno.sir commento di caracol |
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Auguri per la seconda uscita
Premesso che le mie street son inguardabili, in questa trovo un omino di spalle che forse legge (ma non si vede bene) e uno sfondo confuso, con toni che mi sembrano recuperati in post.
L'ombra poteva (forse) essere sfruttata meglio, ma bisognava aspettare che l'omino e le stelle si allineassero in modo significativo...
Edit: vedo che surgeon è più chiaro, lo quoto.
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Firenze011.1 di compagno.sir commento di surgeon |
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Mi fa molto piacere avere a che fare con persone umili, aperte al confronto e desiderose di imparare. La verità è che non c'è niente da imparare, a maggior ragione nella fotografia street che deve essere quanto più libera da condizionamenti e idee preconcette. Nel caso specifico la tua fotografia è banale. Riprendi da distanza ravvicinata una figura voltata di spalle per sfruttare la sua ombra riflessa sul muro. Questo tuo tentativo ben evidente, al di là che non produce un significato interessante, contrasta anche con il titolo che vuole parlare di un luogo di cultura e di storia. Molti gli elementi di disturbo in un formato verticale affogato sul soggetto in primo piano: le opere raffigurate dei comunissimi e numerosi artisti di strada, le macchine ed i furgoni parcheggiati nei piani che recedono. Oltremodo sbagliata è la scelta dell'esposizione, forse dovuta ad un diaframma troppo aperto, che ha generato una marcata sovraesposizione con il suo culmine sul cappuccio della felpa della figura voltata di spalle e dei colori alterati nei toni.
Passeggia ancora un pò, senza preoccuparti di fare fotografie, sintonizzati sui ritmi della città e poi vedrai che le cose nascono per incanto..
alla prossima |
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Firenze011.1 di compagno.sir commento di compagno.sir |
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Eos 5DII + Zeiss 35/2
fa parte di una serie riferita alla mia prima "uscita" di street in assoluto... quindi siate cattivi che c'è da imparare  |
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L'ultima luce dell'anno di compagno.sir commento di compagno.sir |
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Mamma mia se s'è rovinata nella compressione.. a casa me la ricordavo decisamente più nitida.
sarà anche lo schermo scarso che c'ho qui...
Eos 5DII + EF 24-70 f/2.8
iso 100
24 mm
f/10
1/20 sec |
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Nonno Bruno di compagno.sir commento di Massimo Passalacqua |
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Ciao corregionale,
trovo lo scatto penalizzato sia dalla composizione che dal bianco e nero un pò grigio.
Sotto il primo aspetto, avrei cercato di abbassarmi all'altezza del soggetto e di tener dritta la fotocamera per evitare il più possibile il cadere delle linee (vedi ad es. il quadro e lo spigolo della parete).
Il bn non sarebbe male, ma servirebbe una maggiore brillantezza che ritengo tu possa ottenere lavorando ulteriormente sulle curve.
Un saluto cordiale.
massimo |
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