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Cucuzzoli illuminati di Anna Marogna commento di pamar |
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Ciao Anna,
la corrispondenza uomo/costruzione c’è ed io, devo ammetterlo, me ne sono reso conto a posteriori. Quanto invece mi è “arrivato” immediatamente, una volta visto lo scatto, è la vena surrealista che lo permea e il rimando a qualcosa di Magritte. Personalmente sono convinto che non bisognerebbe sindacare circa le intenzioni dell’autore, specie se si tratta cdi una persona non alle prime armi ma artefice di scelte volute e pensate. Tuttavia, e parlo per esperienza personale, a volte dei pareri di terzi possono aprire a idee che, fatte proprie, portano a sviluppi molto validi ed ai quali da soli non ci si era resi conto. Quindi che dire ? buona l’idea autoriale ma io ci vedo altri connotati non trascurabili.
Marco
PS come detto reputo questo scatto molto molto efficace, e se non l’ho messo nei preferiti è perché io (per mia abitudine magari sbagliata) non metto mai una foto tra le preferite. Perché? Ma perché sono un distratto inaffidabile e temendo di dimenticare qualcuno meritevole non lo faccio mai e basta. |
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Cucuzzoli illuminati di Anna Marogna commento di pamar |
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Questa fotografia mi piace davvero. Mi richiama Magritte. Non mi chiedere perché ma il personaggio presente mi ricorda fortemente quello presente nei suoi dipinti. Niente bombetta, è vero, ma il vestiario e le braccia aderenti ai fianchi con le spalle chiuse sono proprio quelli. mai di fronte, sempre di spalle…nei quadri quasi sempre e comunque con il volto immancabilmente celato…è lui. Oltre alla postura anche la posizione è quella: in primo piano di fronte ad un paesaggio o una scena. anche il paesaggio di fronte a lui rende bene. abbastanza anonimo, come ce ne sono tanti. E poi è solo e aspetta o pensa o non si sa cosa. Trovo che sia un’immagine notevole e nettamente sopra le righe perché non solo è molto curata nella fattura ma racchiude un messaggio ed una metafora molto forte. Se proprio dovessi cambiare qualcosa abbraccerei l’idea di Damiano ed escluderei la parte in alto. Hai pensato al formato quadrato? tagliando via la parte da propri sopra l'apertura bianca otterresti l’1:1. A mio avviso ne verrebbe fuori un lavoro da 10 (intendiamoci, così è da 9,5… per me…). Doppi complimenti.
Marco |
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cattedrale naturale di 1962 commento di pamar |
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Veramente piacevole. Uno scatto del genere deve essere a mio parere fatto reggendosi su una perfetta simmetria dx/sin, e tu hai ben fatto questo. Buona anche la scelta di non abbassare troppo il punto di ripresa che avrebbe comportato il taglio o l’esclusione delle chiome degli alberi che, a mio avviso, ci stanno, perché formano una sorta di tetto per la via prospettica. io preferisco il colore, il B&N non è male ma a colori ha un fascino maggiore. Forse perché i colori presenti non sono troppi o troppo accesi e non distolgono dalla bella architettura formata da piante ed acqua.
Marco |
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punto di arrivo partenza di oltre n commento di pamar |
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In questa immagine si percepisce benissimo una delle doti della fotografia. Sapere rendere uno scenario in modo surreale. Sono convinto che di fronte alla scena reale in pochi la ricondurrebbero in modo automatico all’immagine qui’ presente. E non mi riferisco semplicemente al bianco e nero che si sostituisce alla scena a colori, ma alle modalità di resa, framing, tempi di scatto…tutti questi connotati dell’immagine “plasmano” la scena e la modellano secondo caratteristiche particolari e volute dall’autore. Il tipo di inquadratura, l’ottica scelta, il framing “obbligano” lo spettatore ad immedesimarsi nel modello di visione voluto dall’autore. Autore che ha saputo benissimo scegliere e tradurre in immagine queste scelte. Ottimo.
Marco |
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st di -Max- commento di pamar |
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Un rametto annegato nel buio che emerge da esso grazie ad una lama di luce che ne illumina una porzione. Trovo sia uno scatto piacevole e capace di illustrare in un modo che lo rende particolare un vegetale altrimenti comune. Facile dirlo di fronte ad un opera finita ma dico le famose parole “se l’avessi fatto io” (perdona, so che possono risultare irritanti, ma si tratta solamente di un’opinione personale. Tra l’altro avrebbero maggior senso di fronte ad un palese errore, cosa qui non presente. si tratta solamente di gusti personali). Dicevo: forse meglio un formato quadrato? Maggiore compattezza ed accentramento sul protagonista e il suo essere unico elemento presente. Questo non eliminerebbe il grande volume di nero nel quale è immerso il rametto (secondo me non eccessivo) ma renderebbe il tutto più armonico. Ed infine io avrei dato più luce/chiarore alla fogliolina apicale in modo da renderla un pelino piu’ presente.
Marco |
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Scorci fra i sentieri sopra Portovenere di JoK3R commento di pamar |
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Una bella fotografia, perché “costruita” bene. Il soggetto è di suo affascinante, ma questo da solo non basta. Se infatti un pur bel soggetto è reso in modo confusionario o perfettibile il prodotto, ossia l’immagine fotografica, non rende, anzi lo penalizza. Non è semplice o automatico avere l’equazione bel soggetto = bella fotografia. Nell’equazione manca un termine, ossia “buona costruzione fotografica”. Quindi direi: bel soggetto + buona costruzione = bella fotografia.
Questa immagine secondo me è ben fatta. Luce affascinante che “dipinge” il soggetto, la rocca, lasciando in penombra gran parte della scogliera. Costruzione nel frame che disegna una piacevole diagonale rocce / mare. Ben fatto.
Marco |
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senza titolo di Guido_Romanelli commento di pamar |
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Dico subito che mi piace, e non poco. Dico anche che ci trovo una cosetta che l’avrebbero’ (per me) resa migliore, o meglio, forse il termine migliore non è il più adatto ma sicuramente meglio bilanciata e più armonica.
Il soggetto è immancabile. Si tratta delle rose. Immancabile perché nonostante le dimensioni esigue sono centrali, e per posizione (ottima scelta il formato) e per colorazione, unico elemento presente di un colore acceso. Ogni altro elemento funge da sfondo e da cornice. Cielo pulito da sfondo e strutture murarie da cornice. l’appunto ö la parte di cielo nella zona superiore, che a mio avviso è inutile se non deleteria “rompendo” il gioco di cornici ed aprendo a qualcosa che non ha scopo e senso nell’economia dello scatto.
Comunque direi una prova notevole.
Marco |
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Francesca_ di DamianoPignatti commento di pamar |
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E ancora. Emblematico è la modalità di raffigurazione della donna. essa non è identificabile. O meglio si puo’ benissimo capire che tipologia di persona sia: donna giovane, bella ma il tutto finisce qui’. Essa è la raffigurazione di una donna, non di quella donna. Ciascuno potrebbe ricondurla ad una persona o richiamare a ciascuno una persona e da qui porta a sciluppare tutta una serie di riflessioni e pensieri personali. Anche l’oggetto che ne cela lo sguardo è un fiore non pienamente identificabile e abbastanza anonimo (anche per la sua sfocatura). Insomma non è un oggetto pienamente e facilmente identificabile. Da questo possono nascere tutta una serie di ipotesi liberamente formulabili da ciascuno. Non siamo di fronte a “quella donna” e “quell’oggetto specifico” che ne cela lo sguardo ma ad “una donna” e “un oggetto”, Elemento e soggetto liberamente interpretabili da ciascuno e fonte di molteplici spunti, riflessioni, interpretazioni, pensieri…
Marco |
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Francesca_ di DamianoPignatti commento di pamar |
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Mmmm….una volta vista ieri sera questo ritratto particolare ho avuto voglia di dire la mia, ma non l’ho fatto. Ho preferito fare sedimentare le impressioni iniziali per dire poi qualcosa a mente fredda. Probabilmente hanno inciso le mie impressioni iniziali ma anche l’interrogativo espresso dall’autore stesso con il suo post . Vuoi la verità Damiano? Avendolo visto la prima volta non sapevo decidermi se fosse una realizzazione da prendere positivamente o meno….Sovente il vedere qualcosa una prima volta e poi ancora a distanza mi porta a due esiti: la conferma delle impressioni iniziali oppure la rivalutazione di quelle idee con l’aggiunta di nuovi connotati che si aggiungono all’idea iniziale o la smentiscono (in positivo o in negativo). Nel caso di questa immagine l’averla rivista a distanza, mi ha portato a formulare un giudizio positivo, molto positivo. L’ho vista nuovamente e approcciata in modo (forse) più consapevole e quegli elementi che non mi erano lampanti si sono per così dire manifestati senza le perplessità iniziali. Forse è capitato come quando si è giovani studenti e di fronte ad una nozione nuova essa pare complicata ed insormontabile…per poi rivelarsi non così una volta assimilata.
Il punto focale e basilare nei ritratti, lo sguardo e gli occhi, sono celati. Manca allora il fulcro di tutto…è un ritratto non riuscito? Oggi ho avuto la risposta. Semplicemente questo non è un ritratto (e l’autore saggiamente e oculatamente non l’ha postato nella sezione ritratti…) . Deve essere letto in maniera diversa e non con i canoni usati per leggere una fotografia di ritratto. il fulcro in questa fotografia è l’interrogativo e le personali interpretazioni che sorgono nel vedere un viso di una giovane e bella donna celato nel suo io piu’ intimo (lo sguardo) da un fiore. Fiore non a fuoco, capace di essere letto come fiore ma mero ostacolo all’interpretazione della persona, che rimane celata e non interpretabile. Persona che è resa con un fuoco ineccepibile che ce la rivela solo in parte. Un’idea coraggiosa e direi pensata. Per me molto valida.
Marco |
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s.t. di Arpal commento di pamar |
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Direi una rappresentazione ben riuscita. questo B&N ben dosato ha il suo perché ed accentua i connotati salienti del paesaggio, ossia il chiaro delle case del paesello rispetto al cielo e prati circostanti che sono ben piu’ scuri. Questo pone in risalto la tipologia stessa del paese, con le case fitte ed abbarbicate sull’altura, quasi fossero costruite tutte appiccicate l’una all’altra. Trovo buona l’idea di includere il campanile in primo piano a destra. Con la sua massa “riempie” la zona destra altrimenti un poco troppo vuota e fornisce anche una certa profondità al fotogramma, con un certo volume quello del paesello sulla sinistra, tanto fitto.
Marco |
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piena 2020 2 di 1962 commento di pamar |
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Certo che è veramente un’immagine notevole. Ila presenza reale/specchiato nell’acqua limpida che riflette come uno specchio ha il suo indubbio fascino. Subentra una sorta di perdita della percezione reale/riflesso che rende il tutto un’immagine affascinante. Io (ma è solo un mio parere personale) avrei accentuato il tutto con una simmetria dx/sin e con il corso d’acqua perfettamente centrale…ma solo un’idea. Ottima anche come é.
Marco |
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Solitaria sulla rocca di JoK3R commento di pamar |
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Molto molto bella. A mio avviso hai centrato in pieno la composizione dell’immagine. Alcuni potrebbero ridire per il fatto che il soggetto, la rocca sia molto esigua come dimensioni rispetto alla grande porzione di parete rocciosa alle sue spalle. Io trovo invece che questo sia il connotato vincente della tua fotografia. Rende lo scatto non comune e diverso dalla prassi. Esalta le dimensioni fisiche dello scenario nel quale è collocata la costruzione, la grandezza della parete alle sue spalle e, di contro la piccolezza dell’opera umana di fronte alla natura. Basta poi la contrapposizione cromatica e di illuminazione rocca/parete rocciosa per rendere la rocca fulcro palese dello scatto. Per me ottima e non banale.
Marco |
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Il fagotto di Flavia Daneo commento di pamar |
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A mio avviso un’immagine riuscita. il protagonista è, nell’intenzione dell’autrice, il fagotto rosso appeso. L’intenzione è rispettata e l’autrice ha avuto successo. Fondamentale risulta il colore dello sfondo, del muro di un azzurro spento con finestre scure e contornate da profili di un verde altrettanto spento. A dire il vero anche il fagotto risulta di un rosso non molto vivace (probabilmente a causa della luce non molto viva presente al momento dello scatto), ma semplicemente il fatto della dissonanza cromatica fagotto/sfondo basta e avanza a rendere il rosso un colore che si distingue efficacemente e balza all’occhio senza riserve. Sono in dubbio sulla parte vuota della parete a sinistra che “rompe” la simmetria che si crea grazie alle forme e finestre della parete…ma levarla vorrebbe dire porre il fagotto troppo sulla sinistra del fotogramma, quindi bene così.
Marco |
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Il classico castello del boccale. Prima del Tramonto.. di Arnaldo A commento di pamar |
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Senza dubbio, come ti hanno detto in molti, una foto molto bella e riuscita. Molti elementi dell’insieme validi e che contribuiscono alla riuscita, tutti bene amalgamati a dare un mix vincente. Dalla composizione che risulta ben dosata ed ariosa, all’uso dei tempi lunghi che si traduce in acqua e nubi spumose alla luce (l’elemento che preferisco) accattivante e d’impatto soprattutto sul biancore del castello. Una cosa mi è balzata all’occhio a fronte di questa bellissima immagine (attenzione, non vorrei essere frainteso, non è una critica ma solo una constatazione): come è diversa la resa a fronte di quanto lo era con la pellicola. Una fotografia scattata con la pellicola penso che difficilmente avrebbe portato a questo risultato estetico. Voi cosa ne dite?
Marco |
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