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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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Ma te l'ho chiesto espressamente. E grazie infinite albo49.
E anche a te Cesare.
A me questa visione angoscia molto.
Non lascia scampo.
E però è assolutamente corretta.
Non avrei mai avuto il coraggio di tagliare così, con tutto che, in genere, sono un samurai.
Buon tutto
Tere |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di albo49 |
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Teresa, non amo molto mettere il naso nel lavoro altrui, ma non posso non dare seguito alla tua richiesta.
Ecco la nuova immagine composta come indicato nel mio precedente commento. |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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Grazie anche a te albo49 per il tuo passaggio e per il tempo e le riflessioni che mi hai dedicato.
Sempre interessante sondare come ognuno interpreti i concetti a proprio modo e li restituisca in fotografia secondo il proprio sentire.
A me, per dare l'idea di impossibilità di comunicare, pareva necessaria la presenza del contraltare rappresentato dal "fuori" rispetto alla gabbia e dalla coppia di persone sulla sinistra; per te invece è più appropriato creare una sorta di monade, il cui fulcro è la figura nera, ombra di se stessa.
Se non ti è di troppo incomodo, mi farebbe piacere che postassi la tua versione.
Buona domenica
Tere |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di albo49 |
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teresa zanetti ha scritto: |
In genere le mie fotografie non sono estemporanee, ma frutto di lunghe elucubrazioni. Che poi si concretizzino magari in uno scatto colto nel momento in cui la situazione si è presentata, è un altro discorso, che attiene all'ontologia (all'essenza intrinseca) dell'atto del fotografare.
Quindi no, Maurizio, non ho attenuanti, l'esposizione non è stata frettolosa e nemmeno difficile. Ho avuto tutto il tempo per comporre la scena e esporla: ero infatti lì, appostata già da un po', perché volevo una figura nera che si stagliasse su quello sfondo bianco, che fosse anche imprigionata in quella gabbia [ ............ ] . Si è manifestata, ed è andata a posizionarsi esattamente dove la desideravo. Questa è fortuna.
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Anch'io, come AarnMunro, non riesco a farmi piacere l'immagine completamente. Riguardandola con più attenzione ho capito cosa non mi convince.
Ho tagliato una parte della tua spiegazione (quella relativa all'inclusione delle due figure a sx) ed ho fatto lo stesso taglio nell'immagine originale, ricomponendo con cura fino a far coincidere i vertici del quadrato (tranne quello in alto a sx), sulle principali linee diagonali ottenendo una nuova e più equilibrata immagine (almeno per me), spostando maggiormente l'attenzione sulla figura nera.
Ma come sempre sarebbe un'altra immagine e non quella proposta dall'autrice. |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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Grazie Sergio, Clara, Maurizio e Cesare dei passaggi e dei commenti.
In genere le mie fotografie non sono estemporanee, ma frutto di lunghe elucubrazioni. Che poi si concretizzino magari in uno scatto colto nel momento in cui la situazione si è presentata, è un altro discorso, che attiene all'ontologia (all'essenza intrinseca) dell'atto del fotografare.
Quindi no, Maurizio, non ho attenuanti, l'esposizione non è stata frettolosa e nemmeno difficile. Ho avuto tutto il tempo per comporre la scena e esporla: ero infatti lì, appostata già da un po', perché volevo una figura nera che si stagliasse su quello sfondo bianco, che fosse anche imprigionata in quella gabbia, in contrapposizione alle due ragazze che bellamente conversavano sulla panchina (erano anche senza scarpe) godendosi il pomeriggio e senza alcuna intenzione di affrettare i tempi. Si è manifestata, ed è andata a posizionarsi esattamente dove la desideravo. Questa è fortuna.
Sulla restituzione fedele dei materiali da costruzione (così come sul rispetto certosino di tutti i canoni afferenti questa specifica sezione), non mi trovi pienamente d'accordo. Conosco le regole, ma le applico tutte pedissequamente se racconto un'architettura in sé e per sé, se il mio obiettivo è documentare un determinato edificio (o gruppo di edifici) e quello è il solo soggetto dell'immagine.
Non così quando il mio scopo è invece di usare l'architettura per raccontare qualcosa d'altro (e devo ammettere che da alcuni anni a questa parte è quest'ultimo l'aspetto che mi interessa veramente), ma l'architettura è pur sempre parte integrante dell'economia dell'immagine. Ecco che allora ricorro (ci provo, via!) a soluzioni alternative, come la morbidezza in questo caso specifico, o ancora il mosso oppure la composizione anarchica, strumenti di cui mi sono avvalsa in altre circostanze (gli esempi si trovano tutti nella mia galleria), pur cercando di mantenere fermi gli altri canoni della fotografia di architettura.
Magari riesco a trasmettere quello che voglio dire, magari no. Ma, e qui rispondo anche a Cesare, il mio obiettivo non è tanto quello di produrre un'immagine che piaccia (certo, se ci riesco ne sono ben lieta, ci mancherebbe), quanto di proporre uno spunto di riflessione che vada al di là del puro godimento retinico. L'errore è una via sicura per stimolare domande, se non altro quella primitiva quel "perché?" che ci assilla sin da bambini.
Quindi non preoccuparti Cesare se non ti piace, quel che conta è che tu sappia darti una spiegazione della ragione per cui non ti piace.
Infine, sui "forti ed insanabili contrasti": da che cosa sono determinati se non dall'incapacità di parlarsi, dalla difficoltà di comunicare? e a che cosa portano, se si sclerotizzano, se non all'incomunicabilità?
Sergio e Clara: voi leggete le immagini con gli occhi della testa e insieme con gli occhi del cuore. Più che grazie non so che altro dire.
Grazie di cuore per la preferenza sia a Giacomo sia a Clara.
Buon tutto a tutti
Tere |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di MauMa |
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quando ci sono tante cose in una imm di architettura(questa è la sezione) sarebbe buona cosa che si potesse goderne appieno quasi di tutte o almeno del 90%. buona l'impostazione ed il pdr meno la resa della materia e la conversione in bn che tende moto a far perdere i particolari delle strutture. so che l'esposizione sarà stata difficile e magari anche frettolosa per poter carpire l'attimo ma in post si può recuperare qualcosa sopratutto nelle zone in ombra o troppo illuminate.
se il tutto poi si riesce a mescolarlo alla street si ha davvero un ottimo risultato...
complimenti x l'intuizione e x aver colto l'attimo
ciao e buona luce |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di Clara Ravaglia |
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Qui sono perfetti i neri serrati, i contrasti forti, i bianchi squillanti.
Si fa quasi struggente allora la minuscola e solitaria presenza del singolo/a , come in uscita , fra un istante, da questo palcoscenico alieno di luce ed ombra, di verticali nette e diagonali forti, per lasciare spazio libero totalmente alla coppia che sosta al lato destro. Presenze che si sfiorano appena, come in universi inconciliabili.
Ci regali spesso proposte interessanti, ma qui ci regali per me una eccellenza vera.
Architettura per l'impianto e la materia del contesto importante, ma qui c'è molto di più !
Ovviamente una stella di preferenza.
Ciao
Clara  |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di essedi |
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La minuscola e solitaria figura umana,quasi prigioniera di questa gabbia fatta di cemento,acciaio e vetro,catalizza l'attenzione e risponde perfettamente al titolo.Notevole anche il contrasto con la coppia in zona aperta.Ottimi bn e composizione.Bella immagine! Ciao,Sergio.  |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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Grazie Giacomo, Bruno, Carlo e Max, per i vostri commenti e per il (molto gradito) apprezzamento.
E' morbida (ho anche la versione più affilata, non affilatissima, vedo di aggiungerla qui, sempre che mi riesca), è così.
Mi sembrava che calcare l'acceleratore sul temperino fosse un po' snaturare il senso dell'immagine, come se questa vaghezza acuisse il senso di difficoltà di comunicare che volevo esprimere.
Grazie ancora e buon tutto a tutti.
Tere |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di -Max- |
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Con deviata fantasia ci vedo un enorme remo in bilico sul bordo di una fantomatica barchetta gigante e appoggiata ad un molo vicino a bitte abnormi. Il riflesso del vetro a destra rimanda ai riflessi sull'acqua.
BN funzionale e forse morbidezza generale voluta per un qualche valore estetico  |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di Bruno1986 |
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Composizione elegantissima, equilibrata, accompagnata da un eccellente b/n arricchito dalla presenza umana. In questo caso valida la scelta di non esasperare la ricerca di nitidezza  |
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l'incomunicabilità di teresa zanetti commento di Laki85 |
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Non ho critiche da farti, ma solo apprezzamenti: belli il BN profondo, il soggetto architettonico, d'effetto l'inserimento delle figure umane e criptica la sagoma nera finale su fondo bianco.
Composizione bilanciata, tutti gli elementi dialogano armoniosamente fra loro e nel complesso lo scatto trascende l'architettura fine a sé stessa.
Brava con stella
EDIT: su un monitor più grande, diverso dal mini schermo del mio smartphone, la vedo in effetti molto morbida... |
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ex tenebris, lux di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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Grazie Cesare e Sergio dei vostri commenti.
E grazie a tutti dei passaggi.
E' San Casciano, vicino a Siena.
La luce gioca nei vicoli stretti e si insinua, regalando queste visioni in cui i vari elementi giocano a nascondino.
Buona serata
Tere |
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ex tenebris, lux di teresa zanetti commento di essedi |
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Spiragli di luce danno vita ai vessilli ed al lampione lasciando intravedere brandelli dell'ambiente circostante.Immagine molto suggestiva come il titolo.Complimenti! Sergio. |
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l'assenza di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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Giuseppe jus e Claudio 1962,
grazie anche a voi!
Stavo scrivendo il mio solito pistolotto, mentre voi aggiungevate le vostre riflessioni.
Un caro saluto a entrambi.
Tere |
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l'assenza di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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Grazie di cuore a tutti, dei passaggi, e dei commenti a ciascuno personalmente
Sergio essedi
Fata Morgana
Flavia
Nicola Klizio
Max-Max
Andrea Aguzzo
Clara
E' l'Oratoria della Notte, all'interno dell'ex Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena. Sorto sulla via Francigena nell'898 (così vuole la leggenda), come ricovero per i pellegrini, l'ospedale mutò via via la propria destinazione, dapprima divenendo casa di accoglienza per orfani e poveri, poi ospedale nel senso attuale del termine (rimanendo attivo per un millennio e più, sino a metà degli anni '90 del secolo scorso).
Oggi è un museo.
L'Oratorio è il luogo in cui Santa Caterina sostava in preghiera per trovare la forza di perseverare nel suo compito di conforto agli ammalati.
Alla destra e alla sinistra dell'altare si trovano appesi rosari e cingoli (i "cordoni del saio") appartenuti ai monaci e alle monache che via via si sono succeduti nel governo dell'Ospedale.
http://www.santamariadellascala.com/it/esplora/percorso-3/
In questa fotografia potete vedere il luogo nella sua interezza e il particolare che ho ripreso.
Naturalmente nulla di quello che è esposto può essere toccato, e la croce del secondo rosario da sx poggiava sulla spalliera della panca, così come è indubitabilmente altrettanto interessante il primo cingolo da dx, perché termina con un piccolo cilicio.
Come sempre suggerisco la mia interpretazione di ciò che vedo, aiutandomi anche con il titolo. Ma mi piace molto ascoltare la voce degli altri, sapere che cosa li colpisce.
E se Anna, Flavia e Nicola hanno avuto la mia stessa percezione di mancanza, Sergio ha, invece, immediatamente visto lo strumento di penitenza. Mentre Max, di quello stesso cordone, ha apprezzato la particolare disposizione che gli conferisce una piacevolezza estetica e ancora, la panca, che a me è parsa quasi un sostegno alla croce, a Andrea disturba. Clara, infine, sposta la sua attenzione su tutto un altro piano.
E io sono felice, perché ancora una volta abbiamo riflettuto tutti insieme.
Buon tutt ... ISSIMO! Dunque. A tutti!
TereZ |
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l'assenza di teresa zanetti commento di 1962 |
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assenza... di preghiere...di pensieri...di fede... di Dio... d'amore.....
un'ottima proposta di cui mi piace molto l'ombra dei rosari.
Un'immagine per riflettere.
Brava Teresa
Un caro saluto
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