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Commenti da pamar
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
ST
ST di Arnaldo A commento di pamar

Ho visto questo scatto di Arnaldo e la proposta di Antonio. vorrei dire la mia sulla foto originale e la rivisitazione. premessa importante; esprimo unicamente una mia preferenza personale e non voglio per nulla sminuire le proposte ed idee altrui.
Io apprezzo maggiormente il formato rettangolare proposto da Arnaldo. Il formato quadrato mi è sempre piaciuto molto ed io stesso lo adotto spesso per la sua compattezza e capacità di “racchiudere” la scena presentata. Tuttavia esso ha la caratteristica di poter esaltare oppure sminuire un’immagine. Questo è un caso dove, secondo me, non apporta migliorie.
Mi baso nel dirlo sul concetto di “peso” degli elementi che compongono la fotografia. Di prassi con il termine peso si intende l’importanza visiva che ha un oggetto nel fotogramma. Tradotto è l’attrattiva, la prima zona dove si posa lo sguardo nell’immediato, appena guardo la fotografia. Un elemento si distingue da altri per il peso maggiore o minore o paritario che ha. Vi sono alcune caratteristiche grafiche che danno peso: elementi scuri o neri hanno un peso notevole (in particolare se lo sfondo è più chiaro). Elementi di colore diverso dal resto della scena hanno più peso. Elementi in primo piano tendono ad avere maggiore peso (questo viaggia tenendo conto anche del loro tono cromatico e luminoso). La posizione nel fotogramma rende un oggetto con peso diverso rispetto al medesimo in altra posizione….e via di seguito.
Nella foto rettangolare vi è un albero quasi nero sulla destra, che manca nel quadrato. Esso ha la capacità di riempire la scena nella sinistra e bilancia gli elementi forti che sono presenti a destra (albero scuro + lampione in primo piano). Nel quadrato tutta la sinistra non c’è; verrebbe da dire che non essendoci quella zona, non c’è da bilanciare nulla. Un conto se ci fosse vuota ma non c’è. Tuttavia la sin. del quadrato (che corrisponde alla centrale del rettangolo) risulta di minore peso perché lampione ed albero li’ presenti, sono in lontananza e di minore forza. In pratica le superfici pesanti sulla sin. del quadrato sono (ad occhio) ¼ rispetto alla destra. Questo porterebbe ad un mancato bilanciamento e simmetria di pesi. Nel quadrato tali disomogeneità e mancate simmetrie hanno notevole impatto. un conto è avere due lati “pieni” ed il centro leggere nel rettangolare. Diverso avere i due lati non omogenei nel quadrato. Ho finito la pappardella.

Marco
st
st di -Max- commento di pamar

In questa fotografia ravviso una caratteristica peculiare. La capacità di trasporre una scena, un oggetto per farlo apparire qualcosa di diverso e nuovo. Qualcosa che non ha attinenza con l’originale. Una semplice pozzanghera d’acqua nel terreno diviene altro. Da un oggetto per nulla coinvolgente si passa a qualcosa di diverso. La fantasia porta a pensare ad una costa sabbiosa, o ad una scia quasi luminosa e via di seguito. Solo la fantasia e l’immaginazione di chi guarda la fotografia puo’ dire cosa e porsi limiti. Vi è sicuramente una buonissima capacità di previsualizzare cosa sarà racchiuso nel fotogramma da parte dell’autore, a fronte di un oggetto comune e che vediamo, senza badarci, quasi tutti i giorni. Nondimeno, in questo scatto, vi è un intelligente lavoro di trattamento dell’immagine, per renderla capace di 2mostrare” i nuovi aspetti dei quali parlavo. Il B&N deciso e contrastato rende evidente e di spicco le zone chiare che plasmano di nuovi connotati la scena. Ottima idea ed ottima lavorazione per sorreggerla.

Marco
st
st di -Max- commento di pamar

In questa fotografia ravviso una caratteristica peculiare. La capacità di trasporre una scena, un oggetto per farlo apparire qualcosa di diverso e nuovo. Qualcosa che non ha attinenza con l’originale. Una semplice pozzanghera d’acqua nel terreno diviene altro. Da un oggetto per nulla coinvolgente si passa a qualcosa di diverso. La fantasia porta a pensare ad una costa sabbiosa, o ad una scia quasi luminosa e via di seguito. Solo la fantasia e l’immaginazione di chi guarda la fotografia puo’ dire cosa e porsi limiti. Vi è sicuramente una buonissima capacità di previsualizzare cosa sarà racchiuso nel fotogramma da parte dell’autore, a fronte di un oggetto comune e che vediamo, senza badarci, quasi tutti i giorni. Nondimeno, in questo scatto, vi è un intelligente lavoro di trattamento dell’immagine, per renderla capace di 2mostrare” i nuovi aspetti dei quali parlavo. Il B&N deciso e contrastato rende evidente e di spicco le zone chiare che plasmano di nuovi connotati la scena. Ottima idea ed ottima lavorazione per sorreggerla.

Marco
È una somma di piccole cose
È una somma di piccole cose di fabiopollio27 commento di pamar

Come lo stesso autore premette, quello presentato non è un portfolio vero e proprio ma un gruppo di fotografie relative ad un’esperienza comune. Io sono molto puntiglioso circa il cosa è un portfolio. Molte volte ho criticato alcuni lavori perché non coerenti se visti nel loro insieme. Quindi mi dovrebbe venire automatica la bocciatura di questo lavoro presentato come portfolio. Eppure non è così; per niente.
Io lo vedo un insieme di fotografie coerente e che “devono” stare insieme. Forse non a livello puramente estetico e di uniformità formale che riguarda gli scatti, ma sicuramente assimilabile ed univoco circa il “racconto”, l’esperienza narrata e soprattutto il “concetto” (o se preferite il momento personale) che unisce le singole fotografie, e dalle quali scaturiscono riflessioni sul mondo nel quale si trovano i nostri figli. Come dice l’autore stesso sono “un album di piccole scoperte, di meraviglia, di rifugio nel piccolo mondo quando quello grande fa più paura”. A mio avviso (e non solo mio per la verità, non è farina del mio sacco) un portfolio è un gruppo di fotografie attinenti dal lato formale ed estetico ma anche e soprattutto dal versante del contenuto e concettuale. La coerenza concettuale deve essere solida in particolare per quei lavori non solo descrittivi di un ambiente concreto ma soprattutto per quei lavori basati su sensazioni, sentimenti, stati d’animo e riflessioni. Per assurdo quindi hanno un significato minore le fotografie prese singolarmente che nel loro essere raggruppate...e questo per me è un dato inequivocabile e molto molto forte. E poi lo afferma lo stesso autore del lavoro che dice : “queste singole fotografie conservano un po' di senso se stanno insieme”. Verissimo. Lo quoto al 100%. Episodi, momenti, piccoli oggetti che sono semplici e di piccolo impatto considerati da soli. Non se nel loro insieme, dove acquistano una nuova e non banale valenza. Ottimo.

Marco
Una paziente attesa
Una paziente attesa di Bruno Tortarolo commento di pamar

Questa fotografia mi ha intrigato da subito. anzi, intrigato non è il termine più corretto. Spiazzato direi. Spiazzato non inteso in modo negativo; è stata fautrice di alcune elucubrazioni mentali. Il tutto deriva da un senso di straniamento che ho avuto di fronte alla scena. Il bambino ed il cane. Niente di sconvolgente, eppure mi ha pervaso un aria di surrealtà nel vederli (esiste il termine surrealtà in lingua italiana…?). Una scena normale, è vero, ma…nella posa, nell’attesa, nell’atteggiamento, nella situazione ci ho visto (e continuo a farlo) un elemento surreale. Basilare quindi l’ambientazione scelta, il come è stata resa ed i protagonisti. Combinazione efficace.

Marco
..
.. di oltre n commento di pamar

Sono contento per questo scambio di vedute ed opinioni che, sebbene non concordi, sono tutte fatte con argomentazioni ragionate e chiaramente esposte. Mi voglia scusare l’autore dello scatto se mi dilungo sull’argomento. Trovo che ne valga la pena.
Premessa penso importante: io personalmente valuto la cosa indipendentemente dal come è stato ottenuto l’effetto vellutato. Tempi lunghi in fase di scatto o lavoro di post produzione. il risultato in pp lo reputo fatto bene e non porta ad un risultato palesemente irreale. Ragion per cui penso si debba puntare a valutare unicamente il guadagno o la perdita in termini estetici o concettuali del’operazione.
La teoria del mio conoscente circa il “vestire” una fotografia e la valutazione se si ha un guadagno oppure un voler mascherare una certa pochezza penso ci veda tutti concordi (spero…).
La fotografia di oltre n, con il mare reso vellutato, è visto da taluni come un guadagno rispetto all’originale, da altri come un qualcosa da evitare e che sminuisce l’originale.
Partendo dal dato oggettivo che la fotografia originale è molto buona, almeno a mio avviso, si tratta di capire perché il “mare vellutato” vs il “mare normale” sia un fattore di improvement o meno.
per taluni lo è per altri no. Nel campo delle valutazioni basate sull’aspetto estetico di un’opera penso che (fortunatamente) si possa esprimere il proprio personale punto di vista senza il rischio di venire tacciati di errore…salvo casi eclatanti, chiaramente. Non si tratta di qualcosa di puramente quantitativo e non c’è un giusto ed uno sbagliato incontestabile. inoltre, la resa del mare nella fotografia (come esposto da alcuni) porta diretta ad un discorso che sfocia nel concettuale partendo da un elemento puramente formale/estetico. ne consegue che vi è, ancora maggiore, una buona libertà interpretativa. Da taluni il mare velato è visto come un’antitesi alla concretezza del pupazzo e del suo essere sulla riva; da altri il “mare normale” pare essere meno forzato e non richiede una traduzione che può essere vista come innaturale e non immediata (giusto ?).
Quindi ? Non sono in grado di rispondere. Probabilmente non ne ho le capacità. Di quanto sono sicuro è che il confronto è una palestra e fonte di scambio di vedute costruttive per tutti. Bello.

Marco
..
.. di oltre n commento di pamar

Forse l’ho già raccontato, non ricordo, probabile. Comunque lo faccio nuovamente…
Un mio conoscente, un fotografo/artista, mi ha sempre suggerito una prassi, secondo lui sempre valida, da adottare nel approcciarsi ad una fotografia. Lui sostiene che bisogna sforzarsi di vederla spogliata da tutti gli abiti che la ornano. Significa giudicarla in base agli elementi costituenti privati da ogni rivisitazione e valutare se essi hanno ragione di esistere o meno. Tradotto significa sforzarsi di immaginare, per esempio un paesaggio, senza tempi lunghi, saturazioni o desaturazioni, contrasti regolati, ecc., insomma senza tutti gli accorgimenti in fase di scatto/post produzione che “modificano” il look finale di un’immagine. A sua detta spesso tali accorgimenti “vestono” con abiti accattivanti qualcosa che di per sé accattivante non è. Oppure paiono apportare un plus ad un’immagine valida, ma in realtà, non apportano nulla rispetto all’originale. Per lui, in tal modo, è possibile tentare di capire quanto sia buona una fotografia e se, quanto aggiunto, apporti o meno miglioramenti o addirittura serva solo a mascherare una pochezza di base.
La fotografia presentata da “oltre n” secondo me ben si presta a tale metro di giudizio. Per prima cosa affermo che (secondo il mio parere) si tratta di un’immagine capace di racchiudere un profondo significato che va oltre il semplice paesaggio illustrato e, credo che tutti siano d’accordo, il tutto ha il suo fulcro nel pupazzetto che giace sulla sabbia. Da esso sgorgano una serie di pensieri e riflessioni personali, dettate dall’io del fruitore. Pensieri comunque molto forti. A tutto, alla forza dell’immagine, fa da sfondo un’ambientazione azzeccata e capace di rafforzare il senso dell’immagine. Servono gli accorgimenti adottati? A mio parere si; non sono abbellimenti sterili ma strumenti che apportano connotati fondamentali alla riuscita della fotografia. Il B&N, i tempi lunghi hanno un senso, immaginando la fotografia priva di tali caratteristiche ne emerge una copia priva di carattere, fondamentale per veicolare e sostenere il messaggio in modo proficuo. Non “vesti inutili” ma elementi capaci di apportare e veicolare il messaggio espresso dall’immagine.

Marco
foglie morte B/N
foglie morte B/N di pamar commento di pamar

-Max- ha scritto:
Per me ottima così. Questo contesto meritava una resa decisa e senza mezzi termini. Ha sapore di freddo e di tetro e il contenuto si sposa bene col titolo Ciao


grazie per le parole Max. Sono felice che la scelta del B&N di questo tipo ti risulti sensata.

Marco
Vintage - Summer's almost gone
Vintage - Summer's almost gone di pamar commento di pamar

Ciao Bruno,
che dire…wow. Ho letto con interesse il tuo intervento. Intervento che è oltre la semplice disamina formale dell’immagine ma da essa formula alcune interessanti considerazioni circa il significato che ne deriva per chi la vede. Considerazioni interessanti che illustrano bene cosa riesce a trasmettere l’immagine. Grazie per le parole.

Marco
foglie morte B/N
foglie morte B/N di pamar commento di pamar

Grazie a tutti quanti sono passati ed hanno lasciato le loro impressioni su questo B&N high contrast.

Marco
Una inutile attesa
Una inutile attesa di Bruno Tortarolo commento di pamar

Una fotografia di paesaggio ? Il paesaggio c’è e occupa il 99% della fotografia. Ma la occupa come superficie. Il peso di quel foglio colorato non è legato alla superficie occupata, che è esigua, ma al cosa esso dice e rappresenta. Quindi non è una fotografia di paesaggio (NB l’autore sapendolo bene non l’ha postata nella sezione paesaggio). L’ambientazione ha un suo fascino dato anche dalle condizioni meteo raffigurate ma…senza quel singolo foglietto non avrebbe il mordente e l’impatto notevole che ha. Tra l’altro la disposizione nel paesaggio del foglietto è di importanza rilevante. Centrale, in primo piano, posta nel mezzo del nulla, perfettamente racchiusa da una piastrella, ineludibile e vincolo obbligata sul quale si posa lo sguardo. Poi il colore vivo e vincolo obbligato che risalta nel mezzo di un’ambientazione ben più grigia e cupa. emblematico il disegno per bambini a fronte della scritta che sappiamo, oggigiorno ha motivazioni purtroppo tristi. un piccolo oggetto, un peso enorme. Una fotografia veramente notevole.

Marco
piena 2020 4
piena 2020 4 di 1962 commento di pamar

Una delle capacità della fotografia è quella di “trasformare” il reale e rivisitarlo. Anche partendo dal presupposto di riprodurre una scena con maggiore fedeltà possibile, difficilmente si avrà una riproduzione al 100% accurata. Semplicemente perché la scena immortalata è sempre e comunque una porzione della scena reale racchiusa e delimitata dai quattro lati di una fotografia. Vi è poi tutto il discorso legato alle scelte dei toni predominanti, alla latitudine di posa, a come disporre gli elementi nel frame, alla scelta prospettica, di pdc….e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo partendo dal presupposto di volere riprodurre il reale come è. Se poi, addirittura si vuole focalizzare ed esaltare un elemento o un mood particolare, allora nascono interpretazioni del reale che con esso hanno poco da spartire, e non parlo di interventi di fotoritocco o simili ma di variazioni all’atto dello scatto. Ne sorgono allora interpretazioni della scena (che è reale, non computer grafic, vorrei che sia ben chiaro) spesso incentrate sull’esaltazione di un aspetto capaci di produrre fotografie avvincenti e riuscite. Questo ne è un esempio lampante; una visione personale ed ottima, capace di incentrare l’attenzione su una forte ripetitività di elementi e simmetrie che conduce ad un’immagine vincente. Ottimo.

Marco
L'ora d'oro.. La chiesetta. Colle Santa Lucia.
L'ora d'oro.. La chiesetta. Colle Santa Lucia. di Arnaldo A commento di pamar

Oltre ai diversi elementi che rendono piacevole questa immagine dai toni, ala tipologia di paesaggio ecc. secondo me è ben riuscita la costruzione della scena e il suo framing nel fotogramma. si parte in ingresso dalle due alture che disegnano una V in primo piano che apre e racchiude. Poi vi è un susseguirsi di cime, sulla destra che lasciano uno scorcio molto piacevole di cielo con i suoi toni accattivanti. Azzeccata pure la posizione della chiesetta, punto focale ma capace di non celare lo sfondo, monti in lontananza e cielo.

Marco
Critica al buio - Foto 074
Critica al buio - Foto 074 di redazione4u commento di pamar

Uno scatto che all’apparenza risulta quasi vuoto ma che racchiude una storia e una buona capacità di cogliere una scena non immediata da fermare su fotogramma (sensore…). Vedere una scena dal vero e riuscire a “cogliere” una sua caratteristica che risulterà valevole racchiusa in un fotogramma non è certamente automatico. Pochi elementi: un cielo terso ed una costruzione cromaticamente vivi, e una nube ed una traccia luminosa che formano una sorta di raggio o scia di proiettile che pare colpire la costruzione. Secondo me il giudizio di una fotografia non deve essere troppo fiscale riguardo a norme e regole o eventuali imprecisioni che possono caratterizzarla. Se uno scatto interessante racchiude un elemento reso in modo non perfetto esso non rende la fotografia da cestinare, soprattutto se l’elemento imperfetto non è il fulcro dell’immagine. In questa fotografia tuttavia siamo in un caso limite dove l’imprecisione salta all’occhio. Non siamo in una foto architettonica ma la semplicità della scena rende la non verticalità della costruzione un poco troppo disturbante. Tolto questo, come detto, una buonissima prova.
Chi sarà ? Magari un certo Max…..

Marco
Vintage - Summer's almost gone
Vintage - Summer's almost gone di pamar commento di pamar

Arpal ha scritto:
Certamente valida, un ambiente che racconta solitudine e attesa in un atmosfera un po' cupa.
I due ombrelloni chiusi, in punti strategici, compongono un sipario sulla scena descritta sopra.
Interessante.
Bravo Marco.
Smile



molte grazie, omonimo, per avere scritto le tue impressioni.

Marco
foglie morte B/N
foglie morte B/N di pamar commento di pamar

bianco e nero con alto contrasto
il Mare Dentro
il Mare Dentro di Francesco Ercolano commento di pamar

Perché l’autore ha postato questo scatto? Se l’ha fatto è perché ci tiene e nel suo intento è meritevole. Quanto ha rilevato smorfs nel suo intervento fondamentalmente corrisponde al vero. Dal lato puramente estetico e di “piacevolezza” ha dei connotati difficilmente associabili al concetto di bella fotografia. Eppure, torno al concetto precedente, se l’autore ha voluto farci vedere quest’opera, evidentemente la ritiene meritevole. provo ad interpretare. questo scatto fa suo un certo tipo di visione, quasi confusa, non limpida ma “filtrata” dalle condizioni climatiche e dal vetro, per comunicare o provare a farlo uno stato d’animo. il come l’immagine è stata colta vuole tradursi in un perché, che a sua volta vuole comunicare a chi la vede un particolare stato d’animo. Operazione per nulla semplice, perché vi è il filtro del vissuto personale e dall’io di ognuno. Certamente una prova interessante e coraggiosa. Per me comunque molto valida.

Marco
Vintage - Summer's almost gone
Vintage - Summer's almost gone di pamar commento di pamar

Molte grazie Max e Antonio per essere passati e avere lasciato il vostro parere.

Marco
Sax please
Sax please di ceccodavide commento di pamar

Uno scatto che, a mio avviso, presenta connotati positivi ed altri migliorabili. Subito ho notato la bella posizione del sax che “riempie” il fotogramma in diagonale da destra a sinistra. Lo strumento diviene protagonista della scena, quasi maggiormente del musicista stesso. Ed è su di lui (il musicista) che ravviso un paio di pecche migliorabili. Quanto balza subito all’occhio è come è disposto nel fotogramma: il suo ginocchio tagliato disturba un poco…intendiamoci, ci sta anche visto che il protagonista indiscusso è lo strumento. Tuttavia proprio per questo motivo, per me, o senza tagliuzzi o con tagli netti, non vie di mezzo come nella fotografia. Infine trovo il lo sguardo e gli occhi un po’ sacrificati: o ben visibile o per nulla (per esempio parte superiore del viso celata dalla visiera del berretto), quell’ombra che si vede sugli occhi non è ottimale.

Marco
Una finestra sul mare..
Una finestra sul mare.. di Arnaldo A commento di pamar

Una bella fotografia. Costruzione ottimale ed indubbio punto focale che è la vista dalla finestra. Bella la differenza cromatica ed anche di luminosità corridoio/panorama sulla quale si regge lo scatto. Buono il cielo che essendo terso e di un azzurro saturo il giusto e luminoso, si comporta da contraltare alle pareti meno vive e un poco spente del corridoio. Vi è però un dettaglio che non mi convince, mi riferisco alla scia luminosa a destra in primo piano. Essa è elemento vivo e luminoso, quasi maggiore della vista dalla finestra. Le ruba parte dell’attenzione e centralità essendo, come lei, elemento che si staglia e contrappone al corridoio spento. Ho provato, per curiosità, a coprire con un foglio questa zona e devo constatare che il guadagno è per me notevole. tolto questo dettaglio direi che lo scatto merita.

Marco
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