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13 marzo 2017. di Ettore Perazzetta commento di Ettore Perazzetta |
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Buonaluce ha scritto: | miiiiiii a Marzo ancora così state combinati ?
io è da una settimana che guido in canottiera !
per il resto, tutto a posto ? acqua...?...olio...?...  |
Bollo.......? Assicurazione........?
E' così solo nelle prime ore del mattino, poi si va a lavorare e la situazione peggiora!  |
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Effimera! di Ettore Perazzetta commento di Ettore Perazzetta |
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gfalco ha scritto: | Difficile far risaltare così una tela di ragno.
Hai interpretato bene la luce a disposizione.
Mi disturba un po' lo sfuocato sull'arbusto in primo piano.
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Non è molto evidente ma l'arbusto è in secondo piano, il fatto di esser molto chiaro trae in inganno ed effettivamente un tantino distrae.  |
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concetto spaziale - esasperazione di teresa zanetti commento di Ettore Perazzetta |
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teresa zanetti ha scritto: | @Ettore: grazie delle tue osservazioni.
Posso dirti qual è stato il mio percorso, per questa fotografia, non posso parlare per altri, naturalmente.
Ho pensato il manufatto appositamente per fotografarlo e poi disfarlo.
Non volevo rivederlo, una volta che il processo fosse terminato.
Mi intrigava l'idea della "Fontana" di Duchamp fotografata da Stieglitz e poi andata perduta, ma in fondo (in quanto oggetto industriale di serie) apparentemente ripetibile.
E scelgo con consapevolezza il termine "apparentemente", perché in realtà nemmeno i manufatti prodotti in serie sono davvero tutti uguali.
Così la "Fontana", la prima (l'originalissimo, se vogliamo) che Duchamp ideò, è rimasta solamente nelle fotografie che ne fece Stieglitz, ambientandola in un giardino, con luci e ombre gestite con grande maestria.
Povero Duchamp, lui che detestava la fotografia e si era sempre rifiutato di impararne i segreti (e si era sempre servito dell'amico Man Ray per i suoi scopi fotografici).
Anche il mio foglio di carta è apparentemente ripetibile. Ci sono tutte le istruzioni per l'uso.
Ma solo io ho provato quelle sensazioni, nel costruirlo, nel fotografarlo e nel disfarlo. Rivederlo nella sua "realtà", probabilmente mi avrebbe rievocato il ricordo di quelle sensazioni, mediandolo però attraverso quelle provate nel momento della nuova visione. Così corrompendo quel ricordo. Una cosa che con una fotografia non può accadere, perché è solo un'immagine bidimensionale, che nemmeno rende l'idea delle dimensioni, del colore, della fisicità di quell'oggetto.
Grazie ancora e buona serata.
Tere |
Pensandoci bene è un'operazione che potrei fare anch'io se una volta scansionata una mia stampa analogica andassi a distruggere l'originale, ancor meglio se bruciassi anche il negativo. Però ritengo tutto ciò una gratuita forzatura concettuale che porta un pò fuori dalla specificità della fotografia che alla fin fine realizza tutto ciò senza ricorrere a strane teorie. Un dato momento, quando si chiude l'otturatore, non è più lo stesso di quando si è premuto il pulsante di scatto, di quel momento resta: Citazione: | solo un'immagine bidimensionale, che nemmeno rende l'idea delle dimensioni, del colore, della fisicità di quell'oggetto. | Resta poi da chiarire il bisogno di creare un manufatto per esprimere un concetto già presente nella semplice realtà.  |
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Foto di foto. di Daniela Loconte commento di Ettore Perazzetta |
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Ho espresso in altre occasioni qualche perplessità sulla portata di queste esecuzioni, non essendo ben chiaro il limite fra riproduzione e “creazione”. In questo caso mi sembra che la maggior parte del lavoro consista nel trovare una foto evocativa e di “installarla” su uno sfondo dissonante. L’opera creata sarebbe, almeno per me, questa mini-installazione ed ivi vo cercandone il significato (trovandolo). Il riprodurre fotograficamente il tutto è forse l’unico modo per trasmettere l’idea ad un vasto pubblico, un po’ come il pittore che fotografa le sue opere per un catalogo (cartaceo e/o virtuale esso sia).  |
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concetto spaziale - esasperazione di teresa zanetti commento di Ettore Perazzetta |
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teresa zanetti ha scritto: | Grazie Quelo (non riesco a fare a meno di pensare alla facciona di Corrado Guzzanti ogni volta che ti leggo) per il tuo commento, articolato e approfondito.
E mi fa piacere che tu mi abbia detto senza falsa cortesia che lo scatto non ti entusiasma. Perché me ne hai spiegato la ragione.
Io lavoro alle mie cose. A volte piacciono, altre no. A me dicono sempre qualcosa, ma è più che normale, sono mie! Per questo mi preme che non lascino indifferenti.
Buona serata Tere |
E' certamente un mio limite, ma in casi come questo non so a chi attribuire il significato, se alla creazione manuale, o alla riproduzione fotografica. Non riesco a percepire chiaramente se l'espressione risieda nello scatto o se questo sia solo un modo per divulgare l'intuizione primigenia. La foto fatta ad una scultura, se ripresa e/o fatta riprendere dall'artista sarà forse per riprodurre l'opera a fini di pubblicazione, lo stesso scatto fatto da un fotografo assurge ad un significato interpretativo che va oltre le stesse intenzioni dello scultore. In questo passaggio rischio sempre di perdermi qualcosa.  |
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comunicare oggi di apache75 commento di Ettore Perazzetta |
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Proviamo a leggerla così. Oggi la comunicazione avviene perlopiù attraverso mezzi che, eliminando il contatto con l'altro, in qualche modo la rendono meno umana e molto scarna, quasi povera. Ecco per me questo è il nocciolo dell'immagine, una tastiera ripresa senza attenzione, così come sono le parole dette nell'odierna forma di comunicazione virtuale.  |
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concetto spaziale - esasperazione di teresa zanetti commento di Ettore Perazzetta |
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teresa zanetti ha scritto: | @Tropico: facciamo che al posto di una premessa metto una postfazione.
@Opisso: leggi nella mente? Sono partita proprio da quelle considerazioni
A chi pungesse vaghezza ...
http://www.ugomulas.org/index.cgi?action=view&idramo=1110970150&lang=ita
@Ettore: realizzata integralmente da me. Ho montato il foglio sul telaio, sul retro del quale avevo in precedenza attaccato con delle puntine da disegno il velluto (che mi serviva per creare la tonalità grigia che vedi) e il tulle. Ho poi praticato tre tagli, con un rasoio a mano libera Dovo, non uno Stanley (e tengo a precisare che non è quello che uso per farmi la barba ;D ), uno dei quali non continuo (ho modificato la pressione della mano, al centro, per circa un terzo della lunghezza dell'incisione che avevo in mente, cosicché si possa vedere il solco, ma la carta non ne è stata aperta); ho infine estratto dai tagli il tulle, con una pinzetta per filatelici. Noterai che la carta non è perfettamente liscia. Anche quello è un effetto voluto.
La luce entrava da una finestra situata a sud ed era pomeriggio, intorno alle 16, ieri, giornata di sole smagliante.
Siccome non mi accontento mai di nulla, volevo la totale dematerializzazione del mio lavoro (ma qui si apre la voragine Duchamp, Stieglitz, "Fontana", inteso come ready made ...) mi sono goduta il momento in cui ho disfatto tutto quello che avevo fatto, per lasciarne traccia unicamente nel mio ricordo e nella fotografia. E qui un po' di responsabilità ce l'ha pure Opisso, perché mi ha messo la pulce nell'orecchio con le fotografie delle performance di Marina Abramovic.
Non credo che sia venuto in mente a qualcun altro di riempire i tagli e i buchi di Fontana, dai quali il maestro intendeva far passare la luce, l'infinito. Chiuderli significa, quindi, impedire il passaggio a un soffio vitale.
Ha proprio ragione Tropico, ho contratto una gravissima forma di "pippite acuta".
Un caro saluto a tutti
La signora Teresa ( ) |
Citando, quindi la fotografia usata per riprodurre "l'indifférence visuelle" e non solo.  |
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concetto spaziale - esasperazione di teresa zanetti commento di Ettore Perazzetta |
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teresa zanetti ha scritto: | Ma no Tropico...
Si tratta di un esercizio eminentemente semiotico: il mio intento era quello di rappresentare visivamente l'effetto prodotto dalla crusca cosparsa a piene mani da emuli di Poussin e telamoni dall'ego ipertrofico...
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Prima di avventurarmi su di un terreno scivoloso, vorrei conoscere le modalità di ripresa: è un particolare già esistente che ha risvegliato le voglie emulatrici, o è un mini set di ripresa preparato ad hoc per emulare?  |
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... di Claudia Costantino commento di Ettore Perazzetta |
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Tropico ha scritto: | Una nave, semplice!  |
Il cielo tempestoso e la tettoia sommitale porterebbero ad una lettura biblica: l'Arca di Noè!  |
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Primavera a tavola! di Ettore Perazzetta commento di Ettore Perazzetta |
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GiovanniQ ha scritto: | La foto secondo me andava trattata a livello dei colori in modo migliore, qui c'è una forte luce giallognola che non rende giustizia ai colori che possiamo solo immaginare. Il punto di ripresa andava curato meglio, e' vero che dall'alto da una sensazione di foto fatta prima di sedersi a tavola a mangiare, ma appunto per questo andava forse curata meglio. Buono il fatto di aver tagliato tutti i componenti del quadretto, forse per far si che il tutto avesse piu' coerenza. |
Ho capito, preferisci gli hamburger alla griglia! Sabato prossimo da me!  |
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... di Claudia Costantino commento di Ettore Perazzetta |
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Claudia Costantino ha scritto: | Grazie Renzo . La pendenza è voluta . L ottica trattasi del sigma 8-16 mm.
Ciao  |
Dire che pende è forse un azzardo, giustificarlo con l'uso di un 8-16 lo è di più. Forrrrrse e dico forrrrse la prima finestrella a Sx è un pò troppo a limite. X= ((fotogramma X 8 X 16)/gusti soggettivi)).  |
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Primavera a tavola! di Ettore Perazzetta commento di Ettore Perazzetta |
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Tropico ha scritto: | Vorrei sapere a tal proposito se quei fiori si mangiano, non capisco cosa sono.
Affascinante il mondo bucolico del Perazzetta comunque...  |
Li ho mangiati senza conseguenze visibili. Qua sotto per saperne di più.  |
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... di Pietro Bevilacqua commento di Ettore Perazzetta |
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Lo scatto secondo me si regge sulle colonne, le interazioni passano abbastanza in secondo piano, sia come forza che collegamento. Visione, la mia, del tutto personale.  |
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Vietnam di gattapilar commento di Ettore Perazzetta |
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Sono ne più ne meno gli scatti che un turista vietnamita farebbe in Italia. Se l'idea fosse quella di mostrare come la globalizzazione tenda ad uniformare le culture allora il reportage, almeno per me, sarebbe riuscito, se, al contrario volesse mostrare un "mondo diverso" allora, sempre per parere soggettivo, presterebbe il fianco a qualche perplessità.  |
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