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Sogno o son desto? di perozzi commento di fabiopollio27 |
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Gran bella scena: divertente e anche un po' drammatica, con la solitudine del soggetto e la profondità del vagone interrotta solo da una porta.
Complimenti! |
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St di batstef commento di fabiopollio27 |
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Solita bellissima tua atmosfera misteriosa.
E quella bandiera americana che libera, nella mente di chi guarda, possibili significati politici attuali.
Una bella proposta, mi piace molto! |
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s.t. di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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Tony diGrigio ha scritto: | Buongiorno.
Hai catturato un buon momento, con il fotografo gentilmente assecondato dal soggetto che si presta a posare con partecipazione. C'è una bella e calda luce ad avvolgere la scena, e una sfocatura funzionale a staccarla dallo sfondo. Concordo con Flavia nel ritenere che la signora (oltretutto vestita di chiaro, in posizione centrale e colta "in azione") danneggi la pulizia della scena ed io non riesco a trovare un modo per farla entrare utilmente nella partita.
Ciao.
Tony
P.S. - A proposito del discorso fatto qui qui, potevi intitolarla "INTERAZIONI", inviarla al Concorso  |
Caro Tony, era tra gli scatti che avevo pensato di far partecipare.
Come scrivevo nei commenti di quella discussione ho voluto osare qualcosa di meno immediato (sbagliando).
Ciao e grazie ancora  |
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s.t. di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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Francesco Ercolano ha scritto: | La statua sembra essersi messa in posa.
Una bella e simpatica cattura.
Riflette un po' le aspirazioni di tutti i fotografi, grandi e piccoli, quello di immortalare un particolare, un opera d'arte rendendola per un istante (eterno) propria.
Custodirla nei propri ricordi ormai digitali.
Se non sbaglio Bresson diceva che la Fotografia nasce principalmente come custode dei ricordi soprattutto familiari.
Ma potrei sbagliare.
Ad un primo sguardo la sagoma della signora che osserva la scena mi era sembrata un di più, invece credo che in una visione più ampia "street" della foto sia un valore aggiunto.
Si forma così una catena di sguardi; l'angelo guarda la signora che guarda la scena che hai ripreso con la statua che guarda al fotografo e il fotografo che guarda la statua immortalandola.
Alla fine della catena il tuo sguardo che ha ripreso tutti.
Scusa le chiacchiere, mi piace molto
Buona domenica,
Franco
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Caro Franco
Grazie del bellissimo commento.
Hai individuato, probabilmente senza saperlo, l'elemento essenziale di questa installazione che a Brescia ha avuto un grande successo e che ho apprezzato molto.
Un gioco di sguardi, una triangolazione di prospettive, anche attraverso uno specchio.
Il Pugile che auspica la Vittoria, la cerca e la trova soltanto illusoriamente attraverso un riflesso.
Qui un'altra prospettiva, adatta a mostrare quanto sopra descritto.
Grazie mille del tuo bellissimo passaggio |
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s.t. di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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Cari Flavia e Tony, grazie del graditissimo passaggio.
Vi mostro lo scatto alternativo, sul lato opposto che trovo più pulito e coerente con le vostre indicazioni (che condivido molto e di cui vi ringrazio).
Gli ho preferito quello più confuso solo per la presenza della Vittoria Alata, parte essenziale dell'esposizione.
La presenza della moglie era simpatica dal vivo, in fotografia è sicuramente un elemento di troppo.
Grazie mille |
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I bambini si conoscono tutti di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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Grazie Paolo, grazie Giuseppe per il passaggio e le riflessioni dedicate.
Grazie Lorenza: ti confesso che dare un titolo mi diverte un sacco. Sono anche della teoria che, più che una stampella, scegliere il titolo sia spesso (non sempre) il modo giusto per suggellare una fotografia.
Un atto di ulteriore completezza di ciò che si voleva comunicare (ovviamente col rischio, come in questo caso, di un buco nell'acqua clamoroso).
Ma raccolgo il tuo consiglio, farò come dici, almeno per un po'.
Grazie per il tempo e l'attenzione. |
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I bambini si conoscono tutti di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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Tony diGrigio ha scritto: | E, nella pura comunicazione visiva, la difficoltà sta proprio nel trovare quel passaggio angusto che sta tra essere troppo espliciti (ovvi, banali, didascalici) e troppo ermetici (incomprensibili, astrusi, autoreferenziali).
Grazie a te, e buona fortuna con il prossimo tentativo, allora  |
È come dici, ti ringrazio.
Proponendo la foto volevo proprio attirare il discorso, mettere allo scoperto la distanza, non colmata col processo creativo, tra ragionamento-emozione di quel momento e immagine elaborata.
Non ci si può aspettare che tutti capiscano.
Ma soprattutto non ci si può illudere che il limite sia in chi non capisce.
Molte volte dimentico che le foto che mostriamo devono parlare agli altri.
A me capita spesso, semplicemente perché troppe volte uso la fotografia come parte di un pensiero o di un ricordo che non può compiersi soltanto nell'immagine.
Chiederò allo staff di cambiare il titolo della foto "i bambini non si filano per niente"
Scherzo ovviamente, grazie e un caro saluto |
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I bambini si conoscono tutti di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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Pietro Bevilacqua ha scritto: | L'immagine, per mio modo di vedere, è un pò distante dal titolo, o viceversa.
I bambini ritratti non sembrano molto interessati gli uni dagli altri.
La tua riflessione pre e post scatto chiarisce e permette all'osservatore di approfondirne il senso ed il perché della scelta del titolo.
Mia figlia in Australia sta vivendo la situazione da te descritta, il limite della lingua diversa (che in pochi mesi ha imparato a capire e a parlicchiare) è superato da quel linguaggio non convenzionale che i bambini usano magistralmente per comunicare, il gioco.
La fotografia di per se non mi ha esaltato, ma insieme alle tue parole mi ha emozionato.
Un saluto |
Grazie anche a te Pietro.
Interessantissimo e intenso il tuo vissuto.
Ora capisco anche il motivo dei tuoi orari a volte così insoliti.
Un abbraccio |
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I bambini si conoscono tutti di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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Tony diGrigio ha scritto: | Buongiorno.
La difficoltà certe volte facendo fotografia è quella di separare le proprie elaborazioni mentali dalla realtà registrata sul sensore. Tutto quello che descrivi non c'è nella scena che vediamo e puoi conoscerlo soltanto tu che hai vissuto con completezza di sensi quel momento. Io vedo un bambino più solo degli altri (e perfino in ombra rispetto agli altri) e altri bambini più in là un po' più insieme (ma neanche poi tanto). Se la scena del gruppetto sullo sfondo avesse comunicato più vivacità e giocosità la foto avrebbe trasmesso proprio quella distanza (di umori, di emozioni, ecc.), quel divario tra le due realtà del primo e del secondo piano. Ancor più se il bambino solo ed in ombra avesse rivolto lo sguardo verso gli altri. Così invece (a me) comunica poco, soprattutto ben poca "interazione", semmai, anzi, il contrario.
Ciao.
Tony |
Condivido quanto dici, nella mia autoironia ho infatti ammesso un buco nell'acqua.
Ma lasciami dire che a volte noi fotoamatori dimentichiamo che "l'essenziale è invisibile agli occhi" (chiaramente non può essere la scusa per fotografie senza senso).
Se provi a tornare con la mente all'infanzia ricorderai quei momenti in cui, come fanno molti animali, ci si avvicinava, pian piano sempre di più, fingendo disinteresse.
La prossimità, nelle relazioni, è il momento che molto spesso precede l'interazione.
E anzi, molto spesso, è prima interazione fatta di sguardi di sbieco, olfatto, attesa dell'altro.
Avessi mostrato la foto dei bambini intenti a giocare (proverò a cercarla) avrei , secondo il mio modo di intendere quel contest, fatto un buco nell'acqua ancora più clamoroso per eccesso di schiettezza.
Quel che è certo è che quando si fotografa non sempre puoi spiegare troppo.
A meno che quell' immagine non sia a corredo di uno scritto.
Ma non era quello il caso.
Quindi...ritento alla prossima
Ciao e grazie del passaggio  |
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Gli zoo sono posti tristi di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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Un grandissimo piacere quando una proposta incontra gradimento e interesse.
Dallo zoo di Monaco (che come Alessandro ben dice, effettivamente, è anche abbastanza dignitoso - per così dire - per gli animali e piacevole da esplorare per le famiglie) ho fatto altre fotografie, quasi tutte, a riguardarle, con un fondo di tristezza che ho cercato di trasmettere con questa mini serie che ho proposto.
La scena finale immortala un bimbo tedesco che, alla sirena di chiusura, si piazza per terra e piange davanti alla mamma.
Quel capriccio che ho letto come sincero amore per gli animali, quel tendere l'orecchio alla terra che non sappiamo fare più e che in quel momento mi ha profondamente colpito e fatto riflettere.
Grazie ancora a tutti! |
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I bambini si conoscono tutti di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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È inizio estate, forse giugno.
C'era stata una settimana di forte maltempo e al primo momento di sole disponibile, una domenica pomeriggio, io e la mia bimba decidiamo di prendere una boccata d'aria sul vicino lago d'Iseo.
Sulla piccola spiaggia ci sono diverse famiglie, alcune di origine straniera, in molti hanno avuto la stessa idea.
La scena è questa: i bambini, così vicini, a ridosso della riva, i genitori, a reciproca distanza di sicurezza, qualche metro più indietro.
Chi con l'ansia che i bambini non si sporchino o bagnino, chi distratto col cellulare a fare foto o, peggio, a fregarsene.
Io osservo la scena e faccio qualche foto con la macchina.
Ricordo di esser stato colpito da questo essere sconosciuti su due diversi livelli.
Quello adulto, pieno di indifferenza, distanza, potenzialità di avvicinamento e contatto pressoché nulla.
Quello dei bambini, pieno di interesse reciproco, di insicurezza a interagire ma anche di voglia di prossimità, di potenziale amicizia pronta a scaturire dal nulla.
E in effetti non molti attimi dopo la scena, i bambini si son messi a giocare insieme, come fossero amici da tempo.
Ciò che volevo trasmettere è l'attimo prima dell'interazione o meglio lo stato interiore, che appartiene a oggetti viventi e non viventi, che la favorisce: la disponibilità alla altrui vicinanza.
Quello stato d'animo di non ostilità, di apertura e curiosità verso l'esterno così tipico dell'infanzia.
Ciao a tutti |
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I bambini si conoscono tutti di fabiopollio27 commento di fabiopollio27 |
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Con i contest, a giudicare dai risultati, non vado molto d'accordo
Questa è la fotografia, da repertorio recente, che avevo scelto per INTERAZIONI
Mi prendo qualche riga per spiegarne il ragionamento.
Come l'alunno che cerca di spiegare alla maestra il compito che ha preso quattro  |
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St di littlefà commento di fabiopollio27 |
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Immagine di forte impatto che può prestarsi a un sacco di significati.
Tutto sta in quella mano: si ritrae? è presagio di minaccia? è una richiesta di aiuto?
Tra le tante possibilità a me piace la versione meno terrorizzante.
In quella mano non colgo tensione, avverto tenerezza.
Sembra quasi una carezza.
Su un passato che ancora si ama o che ancora addolora e forse ferisce.
Era il primo novembre quando l'hai proposta.
Ecco, mi piace pensare che sia la rappresentazione di una mancanza.
Dalla prospettiva inesplicabile del mancante.
Per me è bellissima con stella, complimenti!
P.s.
Forse avrei gestito diversamente i contorni laterali, tagliandoli un pizzico.
Forse avrei tagliato verticalmente.
Forse però la cornice di oscurità che hai previsto ha il suo senso.
Forse, allora, niente. |
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Il monaco di essedi commento di fabiopollio27 |
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Col mezzo che avevi, hai colto un momento di apparente intimità incredibile.
Complimenti per il tuo gesto, per la tua sensibilità che è andata ben oltre ogni limite tecnologico
Per me è bellissima. |
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Verso casa di coccomaria commento di fabiopollio27 |
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randagino ha scritto: | Suggestiva.
Se il file lo consente, proporrei una leggera schiarita alla fascia di primo piano...
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Condivido l'idea di Alessandro.
L'immagine, già molto bella, secondo il mio punto di vista ne gioverebbe
Bella proposta! |
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