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Commenti da Ugolino Conte
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
Contrasti...e affinità
Contrasti...e affinità di ilioyumbo commento di Ugolino Conte

ilioyumbo ha scritto:
Ho atteso fino a oggi per questo mio ulteriore itervento. Il fatto è che mi aspettavo una delle (solite) rampogne per aver fotografato una persona presumibilmente nell'atto di chiedere supporto economico senza chiederne l'autorizzazione, sforzarsi di attivare un rapporto umano -se non un vero dialogo- e persino...da lontano! Invece, ad oggi, niente di niente.E allora non mi restava che questo meschino trucchetto di...attacco preventivo/excusatio non petita per riportare a galla il mio topo, sperando di rimediare qualche altro intervento (possibilmente non sulla moralità e/o convenienza di questo genere di scatti).Ciao e buon lungo weekend
Ciao


Bastava linkarmela prima, no problem. Ho sempre pronta una rampogna per chi dopo xmila anni di fotografia di strada propone sempre lo stesso scatto in tutte le possibili varianti ....

.... ero arrivato all'atarassia totale nei confronti di queste foto, ed ho superato da tempo anche la questione morale (ognuno fa quel che si sente ed ognuno è ciò che fa), spostando tutto il discorso sul piano fotografico e sulla noia che sono in grado di produrre, poi però ho letto la perla:

ilioyumbo ha scritto:
...e anche veloce,dato che subito dopo si e spostata! Grazie.Ciao


... sperando che sia semplice ironia di cattivo gusto. Se non lo fosse, ti ricordo che non hai fotografato una Ferrari in pista, hai fotografato una persona anziana, più o meno malconcia - semplice considerazione oggettiva, senza implicazioni morali, il tutto per produrre una foto che l'umanità non farà fatica a dimenticare nel volgere di qualche minuto.

Ovviamente, ognuno, come detto, fa e si diverte con quel che ha Obiettivi e con ciò che non ha Smile

Love and Peace

EDIT: sto poco sul forum da diversi anni, quindi non so se sei uno dei neo-troll della stagione 2016. Dovrei seguire tutti i tuoi precedenti interventi, ma preferisco dedicare il (poco) tempo a disposizione per osservare le foto, piuttosto che alle analisi antropologiche sulla fauna di Photo4u.
s.t
s.t di Gianluca Riefolo commento di Ugolino Conte

Bravo per non esserti accontentato dello scatto facile, ovvero quello che poteva funzionare (meno) con un qualsiasi altro soggetto sovrapposto. Ironica, senza essere irrispettosa del protagonista di cui basta conoscere il 'lato b' per raggiungere l'obiettivo narrativo. E bravo anche per aver scelto il colore ed esserti liberato dal 'giogo' di un BN che, salvo rari casi, viene usato come una semplice cifra stilistica della fotografia di strada, senza alcuna costruzione logica.
Gli amanti
Gli amanti di flavianoettore commento di Ugolino Conte

Regia, la rendiamo foto della settimana nella sezione street o una delle foto in vetrina? (nsomma, fate voi, è da un po' che non seguo più la nomenclatura ufficiale).

Però v'ammazzerei con sti titoli. In questa foto serve meno di 0, perché è già forte di suo, non ha bisogno di stampelle, né di chiavi di lettura.

Lascia libero chi guarda ... fagli vedere quello che vuole vedere, non gli castrare la fantasia, tanto sei tu che hai vinto in partenza.

Ora, detto questo, mi riallaccio a quello che ha detto Sisto, ma chiarisco meglio un passaggio: "ogni tanto si incontra qualcosa di interessante" lo cambierei con "ogni tanto si incontra qualcuno che ha voglia e capacità di catturare qualcosa di interessante".

Questo qualcosa di interessante, che per me è una sorta di linea di demarcazione tra la vita e la morte di una foto, è la porzione significativa di realtà che racchiude un atto in fieri, qualcosa che lascia intravedere il prima ed il dopo, e che, difficilmente, si potrà ripetere con le stesse modalità. Dopo un po' di anni di riflessione personale, sono giunto alla conclusione che è un fil rouge che lega ogni genere fotografico.

Non importa raccontare con dovizia di particolari il prima e il dopo, basta lasciarli intravedere allo spettatore che inizia a colmare gli interrogativi narrativi con la fantasia e non s'annoia. Ora, questo cogliere l'atto in fieri significativo - perché se significativo non fosse, non sarebbe nemmeno in grado di raccontare una (micro)storia - è dote di fotografi che, prima o poi, qualcosa di buono producono.
city life
city life di rampi commento di Ugolino Conte

Ti sei accontentato troppo dell'idea e ti sei arrestato dopo aver realizzato il minimo indispensabile per attuarla (una compo formalmente corretta). Ciò non toglie che l'occhio buono per ritagliare pezzi significativi di realtà c'è. Mettilo a frutto meglio, dando la marcia in più ad uno scatto che parte da una buona base di partenza. Qui il quid può essere rappresentato da un elemento che dà dinamismo al tutto e che si pone come il principale centro di interesse attorno al quale si snoda il resto. Il colore giallo prende per mano l'osservatore e lo conduce al centro del percorso visivo, ma poi ci si perde nei dettagli, che, sia chiaro, è interessante scoprire, ma alla fine del "tour" ci si ritrova con la bella idea di cui sopra, con l'impressione che è mancata la finalizzazione efficace. Se hai un minimo di 'mestiere' (chiedo venia ma è il primo tuo scatto che vedo e non ti conosco), saprai come introdurre l'elemento di cui parlo.
Lecce
Lecce di Antonino Di Leo commento di Ugolino Conte

opisso ha scritto:
Boh, in realtà ho citato in public solo perché sapevo che vi potevo recuperare quella foto di un "non momento".
Comunque i fotografi nuovi che stanno reinventando dando nuova linfa alla street superando i loro vecchi maestri oramai "ammuffiti" e facendo foto "significanti" secondo te Conte chi sarebbero?
Lo chiedo assolutamente senza nessuna vena polemica Smile
Forse con degli esempi capisco meglio il discorso che stai facendo e imparo anche qualche nome meritevole...

Se il discoro è invece generale sul bombardamento delle immagini be' il discorso si fa più ampio e travalica i confini della street.


Posso dire dove guardare - a mio avviso - non chi guardare perché non credo si abbia più bisogno di singoli individui da elevare a maestri, creando nuovi stereotipi, ma di idee che ognuno può elaborare e reinterpretare secondo la propria sensibilità e creatività (ammesso che ne sia dotato), seguendo i propri percorsi e le proprie personali ispirazioni. Il web è grande e un po' di ricerca fatta in prima persona non fa mai male.

Detto questo, direi che dopo l'iconografia classica della street raccontata dai soliti noti occidentali, sarebbe utile di guardare cosa succede in Asia. Vedo lavori molto ben fatti in Cina e India e parlo di lavori di fotografi cinesi e indiani che raccontano il mondo in cui vivono e non dei fotografi occidentali che fanno la gitarella estiva e tornano a casa contenti del loro """"""reportage""""""" all'estero. Fotografi, a scanso di equivoci, anche amatoriali e foto, altrettanto a scanso di equivoci, che sono street pure, racconto del quotidiano.

E nel fare questa valutazione non uso la lente dell'occidentale che guarda foto di un paese che non conosce, uso la lente di chi apprezza la genuinità della narrazione, una sincera voglia di raccontare il mondo in cui si vive, la propensione verso l'altro e l'utilizzo di quel lessico fotografico fatto di attimi, reinterpretazioni della realtà - senza mai spezzare veramente del tutto il legame con la realtà - capacità di sorprendere e di sorprendersi con gli elementi che la strada offre, tutti elementi che rappresentano il DNA della fotografia di strada e che altrove hanno perso brillantezza (sarà perchè l'occidentale annoiato racconta la sua noia e quella di chi lo circonda?).
Lecce
Lecce di Antonino Di Leo commento di Ugolino Conte

Antonino Di Leo ha scritto:

Riporto un pensiero di Garry Winogrand che trovo piuttosto eloquiente:


.. e il problema è proprio questo.

.. Winogrand è nato nel 1928 e morto nel 1984, quello che ha detto e fatto è avulso dalla realtà di oggi, deve essere contestualizzato, come ogni fatto umano.

.. è la solita iconografia ricorrente - più ricorrente nei forum che altrove, a dire il vero - come è iconografia ricorrente citare In-Public associato al concetto di Street Photography, esattamente come lo si citava quasi 10 anni fa quando bazzicavo più di frequente su questi schermi

.. conferme del tempo che si è fermato, della persistente inevoluzione - è come essere stato criogenizzato ed essersi risvegliato in un mondo che è rimasto sempre uguale a se stesso, mentre quello reale ha fatto passi avanti a ritmi doppi e tripli.

Ma non voglio annientare quanto di buono detto da Winogrand (eoni fa) solo far riflettere che lui parla dell'"atto del fotografare" - che è legittimo e sacrosanto in qualsiasi epoca, come legittimo e sacrosanto è scaccolarsi in disparte o darsi una grattatina dove non batte il sole.

Tra l'atto del fotografare, che può essere cosa intima e personale, e l'atto del condividere - ed è il tema della "condivisione" quello centrale e ricorrente dei nostri tempi - esiste una differenza rilevante. Ed è la differenza che fa il fotografo critico ed auto-critico per cercare di porre un argine ad una valanga inarrestabile di foto ed immagini insignificanti che travolgono anche quelle (poche) significanti.

E per tornare ancora a Winogrand, basta scorrere distrattamente in rassegna le sue foto per rendersi conto che ciò che ha detto non si applica a ciò che fatto, se il suo pensiero viene interpretato come una legittimazione dell'insignificante in fotografia o dell'inflazionato spot che sostiene che in fotografia non ci sono regole. I grandi razzolano sempre meglio di quanto predicano, e sono stati sempre più tecnici/calcolatori e meno geniali di quanto, poeticamente, non li si voglia far apparire.
Lecce
Lecce di Antonino Di Leo commento di Ugolino Conte

Questa mattina di foto pubblicate nella sezione street di photo4 ne ho passate in rassegna 47, ovvero tutte quelle della prima pagina, poi mi son fermato. Ad eccezione di una passabile del buon vecchio Frank66, non ho visto nulla che possa soddisfare la promessa che ogni fotografo di strada fa al suo pubblico. Eh si, perché quando un fotografo di strada - ma vale in genere mutatis mutandis per qualsiasi genere fotografico - pubblica una foto e la porta all'attenzione degli spettatori implicitamente dice a chi la guarda :

ehi tu, uomo annoiato, distratto, intento a fare altro, tu che vivi tendenzialmente immerso nel brutto, nel già visto, guarda cosa ho visto io che tu probabilmente non vedrai così facilmente. Ho voglia di condividerlo con te per farti annoiare un po' meno, per farti vedere qualcosa di bello in un mondo che tendenzialmente bello non è, per ricordarti che è ancora possibile creare e non semplicemente subire la realtà, che è possibile creare illusioni, strappare un sorriso, conoscere un po' più l'altro che vive accanto a te, il passante che incroci distrattamente per strada.

Voi chiedete l'attenzione dello spettatore, lo spettatore ve la concede, siete in debito con lo spettatore nel momento stesso in cui la foto non è più solo vostra, ma viene condivisa. Voi fate implicitamente una promessa allo spettatore e le promesse non mantenute non piacciono mai.

Ho scelto questa foto per riportare quanto sopra, perché esemplifica il minimo storico della street fotoamatoriale italiana., quella voglia di fare che c'è, ma che non riesce ad andare oltre il limite di un tentativo che parte annoiato e che trasferisce la noia dal fotografo allo spettatore.

E' uno scatto che mi fa riflettere, mi chiedo da quando la street è diventata così dannatamente didascalica? da quando utilizza un lessico ridotto ai minimi termini? ma soprattutto dove è andata a finire la creatività, l'intuito, la fantasia del fotografo di strada e come mai un fotografo di strada si accontenti di così poco.

Intendiamoci, di foto di strada mediocri se ne sono fatte per anni, ma oggi qualcosa è cambiato rispetto a dieci anni fa. Lo spettatore era più paziente, era più ben disposto nei vostri confronti, aveva maggiore calma nel leggere una foto, aveva visto meno, la mole di immagini vomitate quotidinamente dai media era inferiore (basti pensare all'epoca pre Facebook). Oggi la produzione di immagini (e non parlo solo di foto, ma di immagini in senso ampio), è aumentata a livelli esponenziali, quindi se la street non recupera i caratteri che le sono sempre stati propri, se non arriva come una "rasoiata" a squarciare i sensi dello spettatore, non è che un granello di polvere che si unisce a ciò che lo spettatore abulicamente percepisce come un unico, enorme, agglomerato indistinto di vomito visivo e che, come tale, è poco propenso a metabolizzare.

E non è più tempo di tirare nuovamente in ballo la rappresentazione (facile scusa) del quotidiano se codesto "quotidiano" è narrato così come chiunque - anche chi non utilizza il lessico fotografico - lo può descrivere.
La street, come qualsiasi altra forma di comunicazione, si evolve e cerca di essere in sintonia con ciò che la circonda, in sintonia con l'oggetto che rappresenta, in armonia con le aspettative dello spettatore - anche se nei forum in cui il tempo è cristallizzato spesso manca la percezione del movimento. Usare oggi un linguaggio che era appena sufficiente dieci anni fa significa auto-annientarsi fotograficamente, ma soprattutto non mantenere la promessa fatta al vostro pubblico.

Dovrebbe cambiare anche l'etica del fotografo di strada. Dieci anni fa, probabilmente, avrei parlato dell'etica intesa come rispetto nei confronti del soggetto ritratto, oggi dò per scontato che il tema sia stato metabolizzato. Oggi dovrebbe essere percepito come eticamente corretto improntare una produzione fotografica ai canoni di cui sopra, senza contribuire a far lievitare una mole di immagini mediocri che produce come principale effetto la riduzione ai minimi termini della capacità dello spettatore di discernere tra bello e brutto, rilevante e irrilevante, noioso e stimolante.
Majorettes all'area di servizio
Majorettes all'area di servizio di Daniele63 commento di Ugolino Conte

Qui voglio essere un po' più diretto verso l'autore: perché hai scelto il B&N?

L'impianto formale che proponi parla di un'insegna che si staglia contro il cielo, di una segnaletica orizzontale e, solo poi, di un gruppo di "Majorettes all'area di servizio, che, mi par di capire leggendo il titolo, dovrebbero essere il fulcro della foto.

Smile
...
... di gattapilar commento di Ugolino Conte

Venivo di qua: http://www.photo4u.it/viewtopic.php?p=5206069#5206069

.. quindi prendo questa foto a supporto dello stupore di cui parlavo.

Poniamola così, per una prova del nove sulla riuscita di un B&N, e per riuscita intendo scelta consapevole della specifica forma espressiva, si opera come in grammatica (in fondo in fotografia si scrive pur sempre, anche se non con l'inchiostro).

Il B&N è la subordinata, la foto l'intera frase. Togliendo la subordinata cambia qualcosa al senso dell'intera frase? Se no, B&N e colore sono intercambiabili e la scelta del B&N si traduce in mera cifra stilistica.

A mio avviso, conoscendo le pietre di Piazza Vecchia, il colore della luce del sole su quei mattoni a quell'ora, B&N o colore non fa differenza.

Farebbe differenza "pulire" il fotogramma da ciò che allontana dai due poli narrativi (uomo e luce a forma di ... quello che vede l'utente) - e qui il dietro in fondo è quasi più pregnante dell'omino in nero (se non siamo stati bravi o fortunati a sufficienza per farlo, non usiamo il B&N come una "patch" che corregge imperfezioni in fase di ripresa).

Se si fosse pensato in B&N, poi, il tempo del click e la composizione sarebbero stati diversi. Chi pensa in B&N avrebbe aspettato ancora un po' per scontornare il punto più scuro e più pregnante del fotogramma nella zona che gli avrebbe dato maggior risalto (angolo in alto a sinistra), invece così è un omino nero su sfondo grigio scuro che si salva sol perché sufficientemente chiaro da attirare l'innata pulsione umana verso l'identificazione di figure antropomorfe.

Ricordo, ma dovrebbe essere ormai un suggerimento abbastanza assodato, che, nata l'idea, si può sempre provare ad affinarla. In quel punto a quell'ora è abbastanza facile trovare un altro passante e riprovare a patto di sapere quello che si cerca.

Smile
Legs
Legs di marakid commento di Ugolino Conte

Vedila così, gli spettatori sono un pubblico annoiato e satollo di immagini (immagini digitali, su carta stampata, tratte dal mondo reale) ... allontana la noia del pubblico con qualcosa che non ha visto o meglio, con qualcosa che ha visto, ma magari non in quel modo, in quella posizione, con quell'ensemble di elementi che tu vai a raccogliere nel mondo reale e fai convivere in un rettangolo (o un quadrato) che chiamano foto, dopo averli opportunamente shakerati.

Se gli mostri qualcosa che già conoscono, che già hanno visto, se non fai vedere un po' della tua personalità dietro lo scatto, allora il pubblico è condannato al suo stato di 'noia' (oggi più rispetto a quanto accadeva solo pochi anni fa).

Il piedino è bellino, ma alla fine, molti penseranno di poterne vedere di ugualmente bellini mettendo semplicemente il naso fuori dalla porta e i meno pigri magari diranno: se scatto a raffica sulla via del passeggio, ne catturo tanti bellini, senza nemmeno inquadrare.

Invece, tu devi dare al pubblico annoiato qualcosa che difficilmente potranno ottenere con la stessa facilità. E allora diranno: devo tornare ad osservare quello scatto per osservare qualcosa cosa che altrove non vedo. E attenzione, la street è fatta di briciole, non sono richiesti reportage di guerra, ma anche in un reportage di guerra le briciole fanno la differenze tra una delle tante foto simili e una foto che si imprime nella memoria.
IMG1
IMG1 di katia82 commento di Ugolino Conte

Diciamo che è per palati streettaroli deformati (magari da anni di convivenza con qualcuno deformato dalla strada LOL ).

Per essere seri, il nocciolo della foto è di quelli 'taglienti' in prospettiva street. Della serie, la guardo distrattamente, poi mi accorgo dell'analogia (che le menti deformate sanno essere voluta) e arriva la 'rasoiata' tipica delle street di razza.

Spendo qualche altra parola sul nocciolo prima di passare alle critiche. Questa è tra le accoppiate una di quelle più complicate, perchè il secondo elemento non è fisso ma in movimento (e quel movimento può durare anche una frazione di secondo). L'esecuzione è perfetta per evidenziare il movimento (le braccia non si sovrappongono a niente, elemento nero su sfondo scuro).

Accoppiata tra l'altro non banale e non così scontata da vedere.

Detto questo, concordo con l'intervento che mira a ridimensionare il peso della parte superiore del fotogramma; lo sbilanciamento delle masse attenua il legame tra "V e V'. Probabilmente rifilata in alto a a destra, ma non quadrata, perchè lo sviluppo in verticale è più funzionale a creare il legame tra i due centri di interesse. Dietro ci è finito anche un po' di paesaggio che stempera un po' l'immediatezza, ma è una conseguenza inevitabile e non si può far nulla, se non accettare il compromesso che caratterizza tante street. Scontato che meno interferenze tra i due elementi portanti l'avrebbero resa ancora più diretta.

Processo mentale ed esecuzione del 'nocciolo' ottimo, in sintesi, gestione del contesto e della composizione discreto.

Dimenticavo: [predica mode on] figlioli strettaroli, abbiate fede nelle vostre intuizioni, non cercate stampelle negli inflazionati trattamenti x-process che non aggiungono niente ad uno scatto che funziona o non funziona anche con i colori ''nature'' [predica mode off].
...
... di Ugolino Conte commento di Ugolino Conte

Grazie per la visita.

xLilliana, probabilmente la rilassatezza celebrale tipica della breve vacanza, mi ha ha portato semplicemente a catturare il simpatico siparietto senza troppe pretese cervellotiche Smile Live era ancora più divertente perchè collocata in una sequenza di pose, diciamo, ''bizzarre'' LOL

Buona estate, ormai mi sa che ripasso nel 2016 (una foto all'anno Very Happy)
...
... di Ugolino Conte commento di Ugolino Conte

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
Cremazione
Cremazione di Tropico commento di Ugolino Conte

Tropico ha scritto:
Io non ho gli occhi a mandorla per cui non so se in quel caso vedrei diversamente...... Smile
Scherzi a parte io davo un'interpretazione proprio in base ai substrati culturali (come li hai chiamati tu) che conosco degli orientali. Che essendo in molti casi profondamente diversi dai nostri (anche nei canoni estetici) è automatico che influiscano pure sui gusti, sui giudizi, sulle interpretazioni. Per cui la chiave di lettura di questa foto per un orientale è diversa dall'occidentale e l'occidentale che conosce quella cultura può comprendere le differenze, chi non la conosce ovviamente no.
Oltre a questo io metto pure in discussione la tua struttura formale oggettiva perchè le strutture formali non sono altro che convenzioni quindi quanto meno relative. Un soggetto non potrà mai parlare di oggettività tra l'altro in quanto, appunto soggetto.
La riprova è che spesso e volentieri grandi opere artistiche, in tutti i campi, hanno rotto le regole di strutture formali. La stessa scienza dimostra oggi quello che domani può dimostrarsi errato.



Forse non sono risucito a spiegarmi. Uso termini più semplici


Struttura formale oggettiva = quello che sta dentro il fotogramma.

E' oggettiva perchè chiunque dotato di un paio di occhi può vedere quello che il fotogramma contiene, non c'è intepretazione, è un segno, un tratto, una forma, dei personaggi, un'alternanza di toni, etc.

Soggettivo è il collegamento tra il 'quello che sta dentro il fotogramma' e quello che sta fuori dal fotogramma (se non piace 'substrato culturale' uso 'esperienza personale').

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Per il resto, hai citato in un poche righe, fotografia, arte, scienza. Un po' troppo, direi.

Qui fai semplice fotografia figurativa, non fai arte concettuale.
Qui il tratto, quello che sta dentro il fotogramma', ha una valenza intrinseca, la foto ha finalità documentaristiche, non concettuali, risponde ai canoni del reportage (se vuol rispondere ad altri canoni, dispiace, ma ci sono evidenze formali che lo testimoniano). E non riesce a documentare a sufficienza.

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L'argomento della riuscita in relazione allo spettatore che la osserva può essere facilmente ribaltato proprio perchè tocca un altro elemento estraneo alla foto che si chiama 'destinazione d'uso' (perchè nasce una foto e con quali fini)

La proponi QUI, come se il tuo 'committente' fosse il pubblico italiano (o europeo) ed è uno scatto che QUI non funziona . Per fare un esempio concreto, se un giornale italiano ti avesse detto: vai a fare un servizio sulla cremazione in oriente ed avessi portato questa foto, molto probabilmente ti avrebbero detto che non era in grado di raggiungere lo scopo per cui era nata.

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Poi, naturalmente, ognuno è libero di credere di aver raggiunto l'optimum e di darsi le giustificazioni del caso se una foto non è riuscita (a trovarne di fotoamatori che fanno il contrario).
...
... di Mauroq commento di Ugolino Conte

Le foto le fanno i dettagli, quelli minuscoli, che possono sembrare scontati, ma non lo sono. Questa foto la fa ... un remo ... o meglio, l'ha fatta Mauro congelando quel remo in quel momento, in quel punto ..

.. è l'elemento che crea la 'sospensione' (presente la Cena in Emmaus di Caravaggio? l'attimo di sospensione che prelude l'azione) ...

Senza sospensione (ma posso usare anche concetto di 'pausa' che, se non erro, piace all'autore) non c'è un prima, nè un dopo e si ha solo un bel quadro o una bella foto, ma poco altro.

Il resto della composizione è funzionale al momento di sospensione, la nebbia rende indistinto il prima e il dopo, la struttura architettonica chiude a destra e concentra al centro, la sedia è il simbolo dell'attesa e quando si attende, spesso, si rimane sospesi ..

Sono consapevole che qualcosa ancora mi sfugge, perchè, non nego che di essere distratto dalla sospensione in cui vorrei restare ancora un po' (meglio del prima e del dopo, a volte).
...
... di Mauroq commento di Ugolino Conte

Eccolo il Mauro che crea tensione nella composizione .. colore o bn qui poco conta. Questa non mi annoia per nulla. Quella canna da pesca + omino è un commando ribelle, all'attacco del punto di fuga, lotta alla quiete e viva il ping-pong visivo. Desumo che qui avevi uno spirito più sereno Smile
Funambolo moderno
Funambolo moderno di gplboogie commento di Ugolino Conte

Molto bravo, illusione (il principale valore di questa street) creata in maniera perfetta. La leggera inclinazione delle gambe aiuta, la chiusura del diaframma ha consentito di rendere ancor più verosimile la sovrapposizione dei piani (almeno a queste dimensioni).

Spremi ancor di più il BN perchè è strutturato correttamente, ma va vivacizzato un po' di più.
Cremazione
Cremazione di Tropico commento di Ugolino Conte

Tropico ha scritto:
Dipende come la interpreti. Per un occidentale il tuo commento ha una logica per un orientale cambia la prospettiva.
Intanto il tutto si svolge in strada, all'aperto, e quindi street ci siamo, life apparentemente meno ma se pensi al karma la morte è solo un passaggio.
Poi un funerale buddhista è molto diverso dal nostro, è quasi una festa.
Non che non ci sia ANCHE tristezza, dolore, ma sono una parte delle tante emozioni che si vivono. Il funerale dura dai due ai sette giorni (secondo i posti) ed è un'occasione per stare vicino alla salma come se fosse vivo, si fanno preghiere, si mangia insieme, si gioca a carte, si canta, si balla.
Ecco che in quest'ottica le luci e i colori della foto hanno tutto un altro significato........
Wink


La vista di occidentali e orientali funziona nella stessa maniera quasi sotto ogni punto di vista (il quasi va alla percezione di alcuni segni visivi come quelli che compongono il linguaggio e che si riflettono sulla lettura della foto, ma non è questo il caso, visto che qui non è in discussione l'asse orizzontale (lettura destra-sinistra e viceversa, ma quello verticale).

Occidentali e orientali:

Sono attratti da un punto chiaro su sfondo scuro
Sono più attratti dalla massa maggiore
Sono meno attratti dalla massa minore
Sono attratti dal contrasto
Sono meno attratti dal tono su tono
Sono attratti dai visi (a patto che non siano schiacciati dalle masse e dai contrasti)

Fatta questa premessa, proponendola in occidente, è una foto che non funziona. Non funziona in oriente nemmeno sul piano visivo, visto che la composizione non ha nulla di attraente (tre elementi che stanno stretti nel frame, tagliati, con linee cadenti, la scena principale che occupa 2 cm al bordo del frame, nessun percorso visivo tracciato chiaramente dal fotografo, ).

Potrebbe funzionare a seconda del singolo substrato culturale dello spettatore orientale (come può funzionare qualsiasi foto lasciata alla libera.interpretazione dello spettatore).

Come scatto singolo sicuramente non va, parte di una serie forse. Fermo restando che ha dei seri limiti sul piano della composizione.

Più in generale. E' fuorviante continuare ad analizzare foto citando sempre e comunque il concetto di 'interpretazione'. Le foto hanno prima di tutto una struttura formale oggettiva (quello che si sceglie di includere e quello che si è scelto di escludere). Il resto è interpretazione ma sta fuori dal fotogramma, nemmeno negli occhi di chi guarda, ma nella sovrastruttura culturale di chi guarda. Gli occhi rispondono a regole molto più semplici, uguali per tutti.
Oss1-I cormorani
Oss1-I cormorani di essedi commento di Ugolino Conte

Simpatica, diretta, senza fronzoli, con la giusta dose di ironia nel creare il legame tra 'mondi'. Questa va già abbastanza bene, ma in questi casi si possono provare più scatti (magari lo hai fatto e ne hai altri da condividere). Se possibile, con questa scena avrei cercato una distribuzione dei tre ominidi a dx ancora migliore, per separarli tra loro e staccarli dallo sfondo .. se possibile, si intende.
I vattienti di Nocera Terinese
I vattienti di Nocera Terinese di genovince commento di Ugolino Conte

Inquadratura migliorabile, ma, per me, il colore è d'obbligo. Edulcorare uno scatto come questo, che si dovrebbe collocare in una serie di foto più ampia, non ha molto senso. Ha senso fare un reportage dell'evento o non fare un reportage dell'evento. Che poi sia digeribile o meno dallo spettatore è altro paio di maniche.
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