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"A forza di essere vento" di HiGiò commento di HiGiò |
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compagno.sir ha scritto: | La 2874 è l'unica dove riesco a vedere in pieno l'idea che mi son fatto del tuo lavoro (nulla toglie che abbia capito male io). Quei panni appesi a una terrazza e la giacca fuori dal finestrino del caravan, le due "architetture" sovrapposte... quell'analogia nella diversità di cui parli al termine della tua introduzione la vedo ben riportata in questo scatto. Nelle altre è molto flebile, per via di una quasi totale assenza di tracce di umanità; pur seguendoti nella tua scelta - o necessità? - di non voler mostrare le facce di queste persone è dura prescindere dai segni dell'uomo se si vuol raccontare l'uomo in sua assenza. Anche facendo astrazione, e immaginando caravan e camion come palazzi di un paese, tra viottoli, piazze e vicoli, pur approcciando il lavoro col rigore di un'analisi architettonica l'uomo deve apparire, nel momento in cui mi si vuol raccontare la sua condizione.
Ovviamente piglia tutto con la massima benevolenza, ho detto la mia, quindi vale quello che vale!
un caro saluto,
Niccolò |
Prima di tutto volevo ringraziarti del commento, ho deciso di postare questo lavoro qui sul forum, nonostante io ne abbia già organizzato una mostra, proprio perché sono curioso di sapere cosa ne pensate voi utenti.
Cercherò di risponderti brevemente nonostante le cose da dire sarebbero molte. Quello che tu hai giustamente individuato nella 2874 è il tema principale del progetto e concordo sul fatto che questa fotografia lo rappresenti in modo esplicito, tuttavia essa non è sufficiente per raccontare il progetto in modo completo. Ogni scatto è stato scelto perché dice qualcosa e soprattutto perché dice qualcosa in più degli altri. Nessuno scatto è a mio parere superfluo e questo lo dico con la massima sincerità, l'errore che posso aver commesso è di non essere stato in grado di farvelo capire attraverso le fotografie.
Infine per quanto riguarda la presenza umana mi trovo in completo disaccordo con te. Non c'è bisogno della presenza fisica dell'uomo per raccontarne la sua condizione. La sua vita si manifesta, e non poco, nelle sue architetture e nei segni che lascia di se (abiti appesi, biciclette, fioriere, passerelle, tappeti...), quanti elementi ci sono in queste fotografie che dichiarano la presenza, la vita e la condizione di queste persone? Che bisogno c'era di inserire l'Uomo con la sua fisicità soprattutto se, come ho detto sopra, non vive questi luoghi e li lascia spesso così come ve li ho mostrati? Non è stata una necessità l'assenza di persone, avrei potuto fotografarle nonostante fossero schive ma non ho voluto. Mi interessava rappresentare il loro mondo e il loro mondo purtroppo è anche questo, la solitudine, la sofferenza e la sfiducia verso chi troppo spesso si è dimostrato ostile nei loro confronti.
Grazie ancora del tuo commento, magari riceverne molti altri così  |
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"A forza di essere vento" di HiGiò commento di compagno.sir |
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La 2874 è l'unica dove riesco a vedere in pieno l'idea che mi son fatto del tuo lavoro (nulla toglie che abbia capito male io). Quei panni appesi a una terrazza e la giacca fuori dal finestrino del caravan, le due "architetture" sovrapposte... quell'analogia nella diversità di cui parli al termine della tua introduzione la vedo ben riportata in questo scatto. Nelle altre è molto flebile, per via di una quasi totale assenza di tracce di umanità; pur seguendoti nella tua scelta - o necessità? - di non voler mostrare le facce di queste persone è dura prescindere dai segni dell'uomo se si vuol raccontare l'uomo in sua assenza. Anche facendo astrazione, e immaginando caravan e camion come palazzi di un paese, tra viottoli, piazze e vicoli, pur approcciando il lavoro col rigore di un'analisi architettonica l'uomo deve apparire, nel momento in cui mi si vuol raccontare la sua condizione.
Ovviamente piglia tutto con la massima benevolenza, ho detto la mia, quindi vale quello che vale!
un caro saluto,
Niccolò |
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"A forza di essere vento" di HiGiò commento di HiGiò |
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nerofumo ha scritto: | Belle foto, bel bianco nero ma il popolo dov'è ?? |
Il popolo non c'è, è stata una scelta
Sono persone molto schive che tendono a nascondersi,
inserirle in queste immagini sarebbe stata a mio parere una forzatura,
fotograficamente parlando. "Costruiscono" questi spazi ma non li vivono,
credo che questo popolo venga rappresentato meglio dalla sua assenza.
Grazie del commento e della domanda.
Ciao |
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"A forza di essere vento" di HiGiò commento di HiGiò |
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L'idea di realizzare questo progetto nasce circa un anno fa dall'ascolto di una canzone di Fabrizio de André intitolata Khorakhané. In questo brano il cantautore genovese racconta la vita di un popolo rom costretto dalla propria cultura e dalla propria economia al nomadismo. Ciò che ho tentato di fare è stato dare un volto a questa condizione. Immortalare la vita segnata dal viaggio non inteso come sporadico spostamento ma come una vera religione, con i suoi riti e le sue rinunce. Il rito del fermarsi e del ripartire, la rinuncia alla stabilità e soprattutto a un luogo in cui sentirsi veramente a casa.
La strada come casa,
il cambiamento come abitudine,
la libertà come prigionia.
Ma per comprendere fino in fondo questa condizione è necessario confrontarla con il nostro modo di vivere, capirne le differenze e misurarne le distanze. È questo il motivo per cui ho scelto l'architettura come soggetto delle fotografie, perché in essa le differenze sono manifeste e il confronto si fa concreto. Questo progetto fotografico si configura come un'analisi architettonica tesa alla comprensione delle differenze fra il nostro stile di vita e quello dei nomadi.
Il tema della mobilità indagato da questo punto di vista si fa molto più interessante di quanto possa sembrare: per l'architettura il nomade oggi è un modello cui riferirsi in virtù del rispetto che egli nutre verso il territorio. Non mette radici, non pianta fondamenta, al massimo fa fermare per qualche giorno le ruote della sua roulotte su un prato per poi ripartire senza lasciare alcun segno del suo passaggio. Qualcosa di molto diverso dai condomini in cemento armato di cui noi abbiamo bisogno per sentirci al sicuro e a casa. Infatti non è facile vivere su quattro ruote. Abbiamo bisogno delle nostre abitudini, delle nostre case, delle nostre città e della loro immobilità. Tuttavia camminando fra le roulotte mi sono accorto di una cosa sorprendente: il sentiero fangoso in cui mi trovavo non era poi tanto diverso dalle vie che sono solito percorrere, mi son sentito stranamente in un luogo familiare fatto di usci, finestre, viali e addirittura piazze; i caravan costruivano una Città.
In conclusione il confronto, oltre alle profonde differenze, fa emergere una analogia sorprendente che ci dimostra ancora una volta l'uguaglianza di tutto il genere umano.
P.s. Consiglio la visione su sfondo bianco |
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Barcellona di HiGiò commento di HiGiò |
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vittorioneroma2 ha scritto: | Allora in fotografia 'sti tramonti servono a qualcosa! Sempre attratti, quando si maneggia una fotocamera, da questo attimo della giornata, solo poche volte si riesce a cavarne qualcosa di diverso. Qui ci sei riuscito: bravo.
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Grazie tante. Sempre graditi i tuoi commenti  |
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Barcellona di HiGiò commento di vittorione |
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Allora in fotografia 'sti tramonti servono a qualcosa! Sempre attratti, quando si maneggia una fotocamera, da questo attimo della giornata, solo poche volte si riesce a cavarne qualcosa di diverso. Qui ci sei riuscito: bravo.
Pio Baistrocchi ha scritto: | Certo che questa cattedrale è peggio della Salerno-Reggio Calabria... |  |
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Barcellona di HiGiò commento di HiGiò |
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Piergiulio ha scritto: | La foto ha colori veramente belli l'unico appunto che mi sento di muoverti..è che non si riesce ad apprezzare la parte architettonica..diciamo la materialità della struttura, nel contesto la vedrei meglio in varie vista la preminenza della parte grafica su quella architettonica..
Anche l'aver posto il soggetto al centro e in una parte minima del fotogramma rispetto al tutto..mi fa convincere del mio assunto.
buona luce
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Grazie del tuo appunto.
Come hai giustamente notato forse andrebbe meglio in Varie, mea culpa.
Aspetto lo spostamento.
Grazie ancora |
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Barcellona di HiGiò commento di Piergiulio |
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La foto ha colori veramente belli l'unico appunto che mi sento di muoverti..è che non si riesce ad apprezzare la parte architettonica..diciamo la materialità della struttura, nel contesto la vedrei meglio in varie vista la preminenza della parte grafica su quella architettonica..
Anche l'aver posto il soggetto al centro e in una parte minima del fotogramma rispetto al tutto..mi fa convincere del mio assunto.
buona luce
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Barcellona di HiGiò commento di HiGiò |
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Pio Baistrocchi ha scritto: | Suggestiva questa silouette nel contrasto di forme.
Il cielo valorizza con enfasi l'idea.
Certo che questa cattedrale è peggio della Salerno-Reggio Calabria... |
Grazie Pio.
E' vero, la cattedrale sembra essere destinata a non finire mai ma credo che a differenza della Salerno-Reggio Calabria sia proprio questo a renderla unica.
La scelta del titolo infatti non è stata casuale perchè camminando per Barcellona mi è sembrato che anche la città, insieme alla sua cattedrale, si rinnovasse costentemente.
Ad ogni passo scoprivo una città nuova, spesso estremamente diversa da quella che mi era sembrata essere l'istante prima.
Credo che Barcellona sia tutta nella sua Sagrada Familia: sempre nuova, sempre diversa.
Grazie ancora del commento. |
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Barcellona di HiGiò commento di Pio Baistrocchi |
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Suggestiva questa silouette nel contrasto di forme.
Il cielo valorizza con enfasi l'idea.
Certo che questa cattedrale è peggio della Salerno-Reggio Calabria... |
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Tre di HiGiò commento di HiGiò |
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sandrinosandrino ha scritto: | Secondo me sono collocate esattamente dove devono essere, 3 signore e 3 alberi .
Questo punto di ripresa mette anche in risalto la grandezza delle piante rispetto all'essere umano!
Bella! |
Grazie del commento!
Per il signor mario:
anche se, come ho detto, a me non dispiace la composizione, ci terrei a precisare
che vista la disposizione degli alberi mi era impossibile realizzare un inquadratura
più stretta sulle signore senza tagliare troppo gli alberi in altezza.
Grazie ancora,
ciao |
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Tre di HiGiò commento di sandrinosandrino |
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Secondo me sono collocate esattamente dove devono essere, 3 signore e 3 alberi .
Questo punto di ripresa mette anche in risalto la grandezza delle piante rispetto all'essere umano!
Bella! |
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Tre di HiGiò commento di HiGiò |
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il signor mario ha scritto: | L'idea c'è ed buona, o almeno a me piace molto, ma trovo le tre signore troppo lontane per essere il soggetto della foto |
Il soggetto reale vuole essere la relazione fra le signore e gli alberi.
Si capisce che sono signore? Perfetto, a me bastava quello
Grazie del commento |
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Tre di HiGiò commento di il signor mario |
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L'idea c'è ed buona, o almeno a me piace molto, ma trovo le tre signore troppo lontane per essere il soggetto della foto |
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