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bianco e rosso di vittali commento di belgarath |
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Bella idea ma realizzata veramente male: luce troppo forte e fredda che va a inquinare il rosso degli stivali, temperatura colore diversa fra le due gambe, bordo nero su quella destra, brutta differenza fra gradini e bordi della scala (materiali i primi, totalmente grafici i secondi a parte un "ripensamento" verso l'alto).
Se quello che ti interessava era vincere obiettivo centrato... se invece volevi fare una bella foto da studio non ci siamo
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Kleine Berlin di belgarath commento di belgarath |
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Vi è infine una parte non aperta al pubblico, che sono riuscito a fotografare grazie alla gentilezza del personale del CAT - Club Alpinistico Triestino che ha in gestione il complesso: si tratta del ramo che conduce direttamente all'interno del palazzo del Tribunale, a lungo impraticabile perchè allagato.
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Il quadro elettrico. L'opera non era fornita di generatore autonomo (nonostante lo spazio per installarlo fosse stato creato) ma si allacciava alla rete elettrica cittadina
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L'ingresso principale del complesso, attualmente murato
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Dietro questa parete di mattoni si trova l'attuale Tribunale di Trieste: il nostro viaggio sotterraneo si conclude qui.
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Kleine Berlin di belgarath commento di belgarath |
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A differenza dei luoghi che esploro solitamente, questa struttura si trova a Trieste, in pieno centro cittadino, ed è pure regolarmente aperta al pubblico. Solo che, ironia della sorte, molti triestini non la conoscono affatto...
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 i tedeschi istituirono la "Zona operazioni Litorale Adriatico", e a capo delle SS e della polizia fu posto Odilo Lotario Globocnik, nato a Trieste e supervisore della costruzione di diversi campi di concentramento in Polonia, di fatto uno dei maggiori responsabili dello sterminio di milioni di persone durante l'Olocausto.
Subito iniziarono i lavori per la realizzazione di alcune opere di difesa, affidate alle ditte che collaboravano con l'organizzazione tedesca Todt.
Tra queste si iniziò a costruire un complesso sotterraneo con funzioni di ricovero antiaereo per i soldati tedeschi e il personale civile che lavorava nella zona del Tribunale. La costruzione procedette con gran riservatezza, sembra voluta dallo stesso Globocnik, che fece realizzare un passaggio segreto fra la propria abitazione, posta sul colle soprastante, e il Tribunale dove lavorava. Questo passaggio è ora noto come "pozzo Globocnik".
La parte utilizzata dai tedeschi ospita attualmente allestimenti e mostre fotografiche permanenti (ad esempio quella relativa al primo bombardamento alleato subito da Trieste il 10 giugno 1944).
Accanto a questa parte del complesso (in marrone sulla mappa), meglio attrezzata e fornita di impianti di ventilazione e fognatura, c'era una zona destinata alla popolazione civile italiana, dipendenti comunali in primis. Le uniche "comodità" erano fornite dai servizi igienici, un posto di medicazione e alcune panche in legno.
Dalle foto è intuibile la differenza di condizioni di permanenza: si pensi ad esempio che i gas prodotti dai bracieri in funzione nella parte tedesca (per deumidificare e riscaldare) venivano espulsi direttamente nella galleria italiana.
Interessante vedere come qui la natura sta lentamente reimpossessandosi dei manufatti creati dall'uomo: stalattiti e vaschette di concrezione calcarea ne sono testimonianze. Questa parte è stata utilizzata, negli anni successivi alla conclusione del conflitto mondiale, come deposito da alcune ditte cittadine (ad esempio di vini e liquori).
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Una iscrizione d'epoca fatta da militari tedeschi
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Il pozzo Globocnik
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La porta di collegamento fra la parte tedesca e le gallerie italiane
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Illuminata in verde, la parte delle gallerie in cui la natura si sta riappropriando degli spazi dell'uomo. In basso, vaschette di concrezione.
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Oltre il varco, damigiane d'epoca
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In una galleria secondaria, una cisterna
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spazi mentali di Topo Ridens commento di belgarath |
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Prova a pensare a cos'è che te l'ha fatta scattare delle cose che hai elencato, e subito dopo a che tipo di commenti ti interessavano.
In Varie, per dirne una, sarebbe potuta andare anche se tu avessi disposto i protagonisti costruendo di fatto lo scatto, ma è chiaro che l'approccio critico sarebbe dovuto essere molto diverso. Direi che l'unica alternativa ragionevole sarebbe potuto essere Architettura, ma credo che anche per te era prevalente la scena complessiva piuttosto che la rappresentazione dello spazio attorno all'edificio e le particolarità dello stesso.
Per dirla proprio in soldoni, se persone e ambiente pesano allo stesso modo, come credo si possa dire qui, S&L è la scelta giusta.
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s.t. di belgarath commento di belgarath |
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Thanks moebius
Il goal:
- cameriere esperto e giovane garzone in pausa
- la luce
Io ho trovato interessanti entrambe le cose..
ps. Ikea usava le strutture street, questa no...
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Pallavolo.. fra le nuvole di Clara Ravaglia commento di belgarath |
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Clara Ravaglia ha scritto: |
Quasi quasi.... stavo per postarla in... sezione sport.. |
Insomma non c'era verso di metterla dove sarebbe dovuta andare
Questa è una classica street senza l'uomo, caratterizzata da quel reframing della realtà che di questo particolare tipo di immagini è forse la struttura principe.
Segnalo (anche per chi richiede gli spostamenti!) l'interessante tutorial di surgeon sull'argomento.
Aggiungo che avresti dovuto fare una piccola violenza alle tue abitudini, e postarla senza titolo: solo così avresti potuto avere un'indicazione significativa di quanto la tua lettura venga condivisa dall'osservatore; viceversa, con il suggerimento contenuto nel titolo, questo importante test perde di significato (e vale anche per me, che purtroppo ne sono stato influenzato).
L'immagine è comunque composta efficacemente e con gusto; sarei tuttavia intervenuto sui colori per ridurre una dominante ciano visibilissima nelle nuvole e penalizzante soprattutto per i panni appesi.
Ciao Clara
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