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JOTUNHEIMEN NASJONALPARK di Riccardo Svizzero commento di Riccardo Svizzero |
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Vi ringrazio!
Usando il polarizzatore avrei però eliminato i riflessi sull ospecchio d'acqua, cosa che volevo evitare, inoltre il colore del cielo così è più delicato e si accosta meglio al paesaggio rappresentato.
Uso spesso il polarizzatore, ma sto cercando di pensarci 2 volte prima di usarlo, non voglio infatti che diventi una mia abitudine. E quindi mi chiedo...mi serve o no?
Anche perchè la qualità dell'immagine ne risente, oltre che la luminosità.
Scusate il breve excursus
Il posto si trova vicino al Ghiacciaio Jotunheimen in Norvegia, a Nord di Bergen. |
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JOTUNHEIMEN NASJONALPARK di Riccardo Svizzero commento di @LUPIN@ |
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ciao
scatto molto, molto bello dall'atmosfera selvaggia.
buono il taglio orizzontale che da molto respiro al paesaggioe, composizione equilibrata e ben studiata.
COMPLIMENTI
Ciao Jacopo |
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JOTUNHEIMEN di Riccardo Svizzero commento di CTONY |
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Mi piace moltissimo la composizione, con il nero in primo piano che stacca completamente dai monti delicatamente immersi nelle nuvole, veramente un'ottima atmosfera, complimenti, ciao. |
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JOTUNHEIMEN di Riccardo Svizzero commento di Clara Ravaglia |
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Nitida ed essenziale, come spesso sono molte delle tue foto....
Un paesaggio scevro da ogni retorica, che declina con una semplice gioco di contrasti fra il bianco e il nero, la silenziosa maestosità di questo scenario naturale..... stemperata soltanto dal moto sfumato delle nuvole di viaggio....
Ciao
Clara |
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JOTUNHEIMEN di Riccardo Svizzero commento di Andrea Comelato |
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Bella l'inquadratura, particolare l'angolo in basso a destra.
Avrei provato a schiarire un po' il primo piano per rendere più visibili le sfumature che si intravedono. |
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MT GAUSTA - NORWAY di Riccardo Svizzero commento di claudiom |
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Fabio, di insegnamenti da dare non ne ho, solo qualche spunto:
Piglia Robert Adams, anni '70, poi piglia Ansel Adams, la differenza di interpretazione del paesaggio, guarda quanto di loro traspare dagli scatti, dalla stampa, guarda che idea tanto diversa hanno dell'america, pur con una spinta morale altrettanto forte.
Ogni immagine è una interpretazione e non è la realtà, su questo non si discute, ma non è questo il punto: la fotografia è quella cosa bidimensionale che da l'impressione della realtà catturata in quel determinato istante (nell'ambito della cultura occidentale), da questo si parte, questo si deve tenere sempre presente.
All'arte non viene chiesto di dare emozioni, non è il compito delle arti, viene chiesto di fare domande sull'esistenza umana e di dare risposte, seppur dubbie, come è della natura umana.
E' una discussione già fatta anni fa, qui, dunque mi ripeto citando Popper: Emozionarsi e Comunicare sono facoltà animali, Rappresentare è solo dell'essere umano, cosa faticosa e difficile, ma è per molti il nostro unico destino, è per molti la risposta al "che ci faccio qui".
ciao claudiom |
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MT GAUSTA - NORWAY di Riccardo Svizzero commento di Andrea Comelato |
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Già il fatto che si stia discutendo mi sembra un buon punto di partenza, dove si arriverà lo vedremo...
Personalmente non penso che sia sbagliato cercare di trasmettere un'emozione, penso invece che sia sbagliato cercare di fare solo quello, ancora peggio limitandosi ad una sola emozione.
Una volta un liutaio mi ha saggiamente detto: "Un giovane deve provare tutti gli strumenti", aveva perfettamente ragione (mi sono pure divertito), lo stesso penso valga anche per la fotografia, forse ancora prima di saperne dare una definizione.
Una cosa che sto imparando adesso è chiedermi: "Perché voglio scattare questa foto?"
Giusto o sbagliato che sia questo atteggiamento lo scoprirò solo andando avanti per la mia strada.
Per ora chiudo, a voi.
PS peccato non poter fare questi discorsi di persona. |
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MT GAUSTA - NORWAY di Riccardo Svizzero commento di Fabio Ferramola |
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Claudio.. contesta pure ma qui quello che non discute mi sembri tu: ti avevo posto delle domande, saresti così gentile da darmi una anzi due risposte chiare e possibilmente istruttive? La mia posizione è quella del giovane di cui parli che vuole imparare da una persona con tanta esperienza alle spalle, tanto per chiarirci. Non possiedo alcuna arroganza.
Ribadisco la mia opinione: un paesaggio di montagna come quello proposto da Riccardo deve raccontare e denunciare o può semplicemente rappresentare? Perché è tanto sbagliato fermarsi a un livello di lettura puramente emotivo in questo caso? |
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MT GAUSTA - NORWAY di Riccardo Svizzero commento di claudiom |
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Quel che secondo me bisogna fare è non rinchiudere il proprio mondo nei voleri altrui.
E' non credere che sempre la fotografia abbia significato emozione, perchè non è così, significò conoscenza, contestazione dialettica del reale, del mondo da altri voluto, espressione di sè (che è altro da emozione), desiderio di condivisione delle proprie conoscenze, passioni forti, anche tra i paesaggisti della domenica.
Ci fu un tempo che la orribile parola: "ovviamente" era bandita: tutto andava pensato discusso deciso, magari tra sè e sè, nulla era dato per scontato.
Contesto in molti colleghi giovani la rinuncia alla discussione a favore della banale emozione o peggio della volontà di dimostrarsi capaci di emozioni.
Contesto lo sminuirsi, evangelicamente il non usare dei propri talenti, per timore di faticare.
scusate lo sfogo, ciao claudiom |
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MT GAUSTA - NORWAY di Riccardo Svizzero commento di Riccardo Svizzero |
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Comincia a piacermi il discorso.
Sono d'accordo con il fatto che se una foto suscita emozione mi sembra già una bella cosa, inoltre penso che ci siano tipi molto differenti di fotografia: questo scatto non documenta la realtà in cui si trova la zona fotografata, bensì rappresenta uno scorcio di natura con l'intento di scuscitare delle emozioni (che questo riesco o no, è un'altro discorso).
Mi piacerebbe inoltre, parlando meno in generale, ma più specificamente su questa foto, cosa non vada bene. Cosa manca? Cosa la rende semplicemente un'immagine qualunque?
La domanda è rivolta soprattutto a claudio, che è rimasto "dispiacuto" da questo scatto. |
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