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Acqua e fuoco di coccomaria commento di pamar |
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Una fotografia che fa della semplicità, linearità e pulizia compositiva i suoi connotati vincenti. A mio giudizio una valida prova. Pochi elementi ben dosati e un paio di cromie accattivanti che contrastano e si evidenziano l’una l’altra. Buona la resa dell’imbarcazione come una siluette e pure la sua posizione. Anche la resa della superficie del mare, dettagliata e leggibile conferisce una certa vivacità alla scena.
Marco |
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14122020L1002372 di Massimo Passalacqua commento di pamar |
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Superlativamente bella. E non voglio essere semplicistico dicendo bella. Non ci vedo punti negativi ma solo connotati ottimi. La parola "bella"...cosi' semplice, comune....associata ad un'opera quale una fotografia sembra detta da chi non ha frasi auliche per descrivere i connotati estetici o artistici di un'opera. Eppure, per me, in questo caso ha il merito di "dire" tutto quanto ci vuole. Una sola parola capace di manifestare tutto quello che merita di essere detto. Potrei dilungarmi su discorsi relativi al decentramento del soggetto o il controluce o i toni.....non lo faccio. Basta dire bella.
La devi stampare. Se posso ti consiglierei una carta matte liscia. Lo merita.
......lo ho già detto che è proprio bella?
Marco |
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Giallo di simofu87 commento di pamar |
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teresa zanetti ha scritto: |
....
Ma esistono Lewis Baltz, i Becher, Robert Adams e Ghirri, per gli Italiani (che le sue derive sono memorabili) e oggi Fulvio Bortolozzo.
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Non aggiungo altro. Mi permetto un consiglio. Una piccola ricerca sulle realizzazioni degli autori citati da Teresa. Sicuramente non è tempo perso. Io per esempio posso dire di non conoscere Bortolozzo. Ma gli altri sono un pezzo di storia dell'evoluzione delle idee in fotografia e sovvertimento dei canoni comuni del loro periodo storico.
Marco |
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L'ora del riposino di batstef commento di pamar |
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Pur nella crudezza del locale e nel suo essere abbandonato, sporco e con i muri scrostati mi sono balzati all'occhio, per primi, altri due connotati. per primo la perfezione realizzativa della fotografia: simmetrie, ortogonalità, cura delle luci e dosaggio delle ombre. Un plauso all'autore, cosa non semplice o automatica. Seconda cosa: mi lascia un poco perplesso la perfetta e geometrica disposizione di brande e comodini nel locale...forse questa perfezione risulta anomala pensando alla tipologia di ambiente. Certo, tale perfezione costruisce la scena, ma forse risuona troppo contrastante con l'ambientazione.
Marco |
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La statua al marinaio. - Livorno di leghorn commento di pamar |
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Una bella scena. Momento propizio capace di arricchire la scena marina grazie ai bei colori e toni dell'imbrunire. La statua del marinaio, ripresa da dietro, in modo da includere lei e la vista, ha il pregio di essere ripresa ad altezza d'uomo; in modo da mostrare la sua ipotetica vista e da rendere tale visuale quella che avrebbe un vera persona in quel frangente. Pulita e lineare. Se proprio potessi toglierei quell'apertura del muretto a sinistra, perché, a mio avviso, rompe la linearità dell'insieme. Tolto questo dettaglio per me una buona scena.
Marco |
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IIi di Antonio Mercadante commento di pamar |
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Una scena pulita e visivamente piacevole. Giusto che i protagonisti siano al centro del fotogramma perché sono gli elementi principali e fulcro della scena. L'ambientazione urbana serve per "collocare" lo scatto ma non è attore primario. Giusto che si comprenda l'ambito dove sono i personaggi, ma (fatto giustamente dall'autore) non é essenziale descrivere il luogo preciso. I veri protagonisti sono le due persone ed il cane ed il loro atteggiamento che emerge nonostante siano di spalle.
Marco |
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La sfera 1 di Caldo commento di pamar |
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Direi avvincente. Nonostante la complessità strutturale e la "densità" di elementi si fa apprezzare, forse anche per l'ordine costruttivo delle strutture e anche per il punto di ripresa che ha il pregio di essere capace di evidenziare una certa geometricità dei vari elementi. Intendo dire che esalta la bidimensionalità delle linee e lascia la vista delle persone e dei vasi con piante relativamente libera e senza sovrapposizioni. Forse di troppo i riflessi dei due nella vetrata (ma non lo dico con certezza al 100%). Uno scatto interessante e non banale.
Marco |
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Una notte da fiaba di Flavia Daneo commento di pamar |
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Ciao Flavia,
visto che ne è nato un interessante scambio di vedute, torno sulla questione titolo. esistono fotografie e fotografie, titoli e titoli, non penso si possa generalizzare e fare di ogni erba un fascio. Il mio discorso sulla non essenzialità di un titolo è riferito a quei titoli che servono ad indirizzare il fruitore su connotati dell’immagine altrimenti non possibili da cogliere solo vedendo la fotografia. Se, per esempio, vi è un elemento, una visione, un messaggio insito nella fotografia che essa non è in grado di veicolare da sola e che è evidente solamente per l’autore, questo è un caso dove un titolo sopperisce ad quello che l’immagine non fa da sola. Se ci riferiamo ad opere concettuali o con forti connotati filosofico, tra l’altro, penso che un semplice titolo non sia in grado di sviscerare nella sua completezza quanto vi è alla base dell’opera; questo, fra l’altro, è un ambito diverso ancora perché richiederebbe un approccio e studio di tipo diverso. Completamente diverso è il caso che menzioni di una foto (per esempio) paesaggistica. Il titolo qualifica il luogo e rende lo spettatore consapevole riguardo al dove è il luogo ritratto. Non è una spiegazione di connotati della fotografia ma una semplice indicazione di dove è situato essa quanto rappresenta. in parole povere io penso che un conto è un titolo “descrittivo” che dichiara informazioni per inquadrare la fotografia. Altro conto è un titolo esplicativo che spiega elementi atti ad indirizzare lo spettatore verso i fini e proposito. Ancora diverso è il caso di un portfolio dove vi è addirittura uno statement, ossia un discorso atto ad illustrare il lavoro. Statement che spesso è oscuro e da molti viene definito come “male necessario”.
Alla fine, riassumendo, quando affermo che un titolo non serve, per chiarezza, intendo dire che un titolo non dovrebbe essere elemento senza il quale l’immagine non è in grado di reggersi da sola nella sua completezza. Diverso è il caso di un titolo che serve a fornire informazioni (di luogo, temporale ecc.).
Poi chiaramente ciascuno ha una sua opinione e visione personale e basata su proprie idee e opinioni che non mi sogno di contestare per partito preso.
Marco |
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Una notte da fiaba di Flavia Daneo commento di pamar |
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I titoli alle fotografie.... io (mio pensiero personale da molti non condiviso) sono stra convinto che una foto debba "parlare" da sola senza il veicolo delle parole. Un titolo ci sta per un Portfolio, non per uno scatto singolo. A volte poi capita che titolo ed immagine non vadano d'accordo ma siano discordi. Questo, a mio avviso, ne è un esempio. Io non ci vedo un sogno. A me arriva l'impressione di una donna quasi in ansia. Titubante e nel contempo un uomo con lo sguardo che rimanda ad autorità, comando. Vedo lei in soggezione e quasi intimorito e lui pronto ad imporre ed esigere. Sono forse solo mie personali interpretazioni. Da questo lato trovo la foto intrigante e buonissima. Non scontata ma particolare e per nulla banale.... se non contrastasse con il titolo.... senza quelle parole meriterebbe un 10.
Marco |
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st di -Max- commento di pamar |
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Trovo questa immagine emblematica. Si tratta di una mia impressione e forse estranea ai propositi dell'autore. Penso che di fronte a uno scatto come questo possano sorgere due sensazioni diverse ed opposte, relative al momento e periodo. In un anno normale vengono ignorati elementi e connotati che rimandano a riferimenti tristi. Si notano solamente i riferimenti lieti alle festività natalizie. In un anno anomalo come questo ci si focalizze ed emergono connotati trasversali; il B&N atipico in una fotografia natalizia. L'addobbo festoso ripreso parzialmente che quasi perde la sua identità. I rimandi fondamentali alla festa e gioia non sono lampanti. Non sono automatici.... uno scatto che rende pensieroso e dove nulla è automatico e spontaneo. Prova non banale e interessante. Molto.
Marco |
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oltre, exit di pamar commento di pamar |
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oltre n ha scritto: | Quante volte, anche se consapevoli di essere in un “buio tunnel” con una uscita, si rimane nel buio per paura di affrontare il nuovo, senza riferimenti familiari. Ottima |
Grazie mille per il bel commento.
Marco |
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Nebbia all'alba in Pianura.. di Arnaldo A commento di pamar |
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Molto interessante ed armonico. Definirei questo scatto “avvolgente”. Capace di abbracciare chi lo guarda e renderlo partecipe del suo essere e della sua morbidezza. Morbidezza e soffice connotato dovuto non solo alle condizioni atmosferiche nebbiose, ma anche alla sua costruzione graduale e senza strappi, fino a giungere al cielo. Cielo cromaticamente più vivo ma che ben si adatta al resto grazie alla colorazione pastello che non fa a pugni con i cromatismi nebbiosi. Piacevole.
Marco |
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Il buio di 1962 commento di pamar |
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A fronte di tutte la valutazioni positive precedentemente espresse, aggiungo che trovo azzeccata la resa granulosa all'eccesso. Metafora che indica visione non ottimale e vuole avvicinarsi (anche se, logicamente, solo sfiorandola) la condizione rappresentata. Magari una vignettatura decisa ?
Marco |
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SelvaPaliano_Nov2020 di GiovanniQ commento di pamar |
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FdS, complimenti.
Questa immagine mi intriga tantissimo e la reputo TOP.
Fosse per me la eleggerei FdA = foto dell'anno (e non é piaggeria...per niente, ma un dato di fatto). Devi (e dico devi, stamparla su carta perla sull'opaco o poco poco lucido), lo esige.
Marco |
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st di elis bolis commento di pamar |
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questa è un'immagine che, partendo da una scena concreta, scivola nell'astratto. Astratto, a dire il vero, non-astratto perché, come detto, sono raffigurati elementi reali che più reali non si potrebbe. Il bello ed intrigante è che tali elementi sono raffigurati senza il pur minimo intervento atto a modificarne la valenza ma, magicamente, e per la natura liquida dei riflessi e del mezzo, perdono il loro aspetto di maggiore concretezza e realtà. Si tratta di un'intrigante modo di dipingere piccoli dettagli giocando con le loro forme e connotati. Intriganti e fondamentali sono poi le due foglioline galleggianti sulla superficie dell'acqua. Tali foglie rendono, per confronto, ancora maggiormente evanescenti e quasi irreali i vari riflessi presenti. A mio avviso una gran bella scena che reputo veramente intrigante. Me la immagino stampata. Io personalmente opterei per un supporto di un bel glossy, capace di sottolineare i riflessi, insieme alle due foglioline galleggianti che, come detto, reputo elemento fondamentale.
Marco
Marco |
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Eclissi di Bruno Tortarolo commento di pamar |
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Bruno Tortarolo ha scritto: | .....non potrei acquistare, e nemmeno tu, un libro senza titolo, un disco senza titolo, un quadro senza titolo, un farmaco senza nome e potrei continuare per un mese.
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Io l'ho fatto invece. Il black album dei Metallica, così chiamato dal colore della copertina perché non ha titolo (grande disco, fra parentesi).
Marco |
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minimale di carcat commento di pamar |
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Ti hanno già detto tutto e mi associo ai complimenti.
Tuttavia questa immagine a me ha dato tutt'altra impressione.
Io, da subito, non ci ho visto una scena riferita all'intimo di una donna ed a casa sua. Io ci ho visto un negozio. Perché ? Scarpe nuove e mai usate prima di tutto. Ambiente troppo asettico.
Ed infine chi metterebbe le scarpe a casa in quel modo su una scaletta? E poi chi userebbe in casa una scala di tal fatta ed appoggiata così ad una parete ? Mi sembra un allestimento di vendita. Questo un pochino (per me, forse mi sbaglio in quanto detto) rende il tutto un tantino asettico e meno rappresentazione dell'intimo e dell'io personale di qualcuno.
Marco |
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passeggiando al tramonto... di 1962 commento di pamar |
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Mi piace e molto. Bella costruzione con direttrici verso il fondo date dalle bande di tonalità diverse e ben separate lago/piante/prato scuro/prato chiaro/strada. Conducono tutte verso i due personaggi in cammino. Il plus? La zona scura. Separata e indipendente quasi uno spartiacque. Una fascia che rimarca, con la sua presenza, i toni più tenui delle altre, costruendo direttrice per il fondo e verso le due persone. Senza l'immagine perderebbe efficacia. Provare per credere. Ottimo
Marco |
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