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della follia e dell'emarginazione
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di Graziano Racchelli
Dom 30 Set, 2012 11:06 pm
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Autore Messaggio
Graziano Racchelli
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Iscritto: 08 Mgg 2012
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MessaggioInviato: Dom 30 Set, 2012 11:09 pm    Oggetto: della follia e dell'emarginazione Rispondi con citazione

ospedale psichiatrico di Colorno - PR

Nikon F601
nikkor 35-70 @50mm
Kodak T-Max 400
sviluppo Ilford microphen
stampa Ilford multigrade filtro 3
ingranditore Lupo
scanner Epson perfection 1250
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Habrahx
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MessaggioInviato: Lun 01 Ott, 2012 5:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Credo, e questa, ribadisco, è una opinione personale, che queste persone meritino rispetto.
Sono malati, di una malattia che colpisce la cosa più importante dell'essere umano: la mente.
Si può fare a meno di braccia e gambe, di un rene, della vista o dell'udito, ma non del pensiero.
Fotografie di queste persone pertanto, a mio parere, assumono valore e senso solo se sono referenti ad un lavoro più ampio, che non vuole solo mostrare la miseria, lo sconcertante, perfino il ridicolo, -ciò che suscita il riso- ma vuole in qualche modo essere d'aiuto, risvegliando l'attenzione di chi malato non è, e ignora la realtà di questa malattia.
Giovanni
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Graziano Racchelli
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MessaggioInviato: Lun 01 Ott, 2012 2:39 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Habrahx ha scritto:
Credo, e questa, ribadisco, è una opinione personale, che queste persone meritino rispetto.
Sono malati, di una malattia che colpisce la cosa più importante dell'essere umano: la mente.
Si può fare a meno di braccia e gambe, di un rene, della vista o dell'udito, ma non del pensiero.
Fotografie di queste persone pertanto, a mio parere, assumono valore e senso solo se sono referenti ad un lavoro più ampio, che non vuole solo mostrare la miseria, lo sconcertante, perfino il ridicolo, -ciò che suscita il riso- ma vuole in qualche modo essere d'aiuto, risvegliando l'attenzione di chi malato non è, e ignora la realtà di questa malattia.
Giovanni


questa è una foto di 8 mai pubblicate eccetto una, vincitrice di un concorso internazionale nel 1992, sono da vent'anni chiuse in un cassetto, sviluppate e stampate in proprio, riprese con l'autorizzazione dei dirigenti sanitari dell'epoca (seguaci del dott. Basaglia), che utilizzarono anche questo lavoro per promuovere la chiusura del manicomio e delle pratiche disumane riservate ai detenuti, oggi questi lager sono scomparsi.


Credo che fosse più umiliante far finta che ciò non accadesse e far proseguire le torture piuttosto che informare l'opinione pubblica, e se questo ha potuto migliorare le condizioni di vita di queste persone ritengo che documenti come questo abbiano avuto ragione di essere.


Riguardo alla foto in sè, e agli scatti successivi, non è stato tenuto conto di regole compositive, creative etc... si tratta di semplice documentazione senza velleità artistiche.
Se credete opportuno che non debba pubblicare gli scatti successivi eviterò di farlo.


Grazie a tutti per l'interesse.
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S R
bannato


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MessaggioInviato: Lun 01 Ott, 2012 3:21 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Graziano Racchelli ha scritto:
.....Se credete opportuno che non debba pubblicare gli scatti successivi eviterò di farlo.

Il mio pensiero:
se tu evitassi di pubblicarle allora si che sarebbe una vera umiliazione (...e una sconfitta)... Wink
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Sisto Perina
bannato


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MessaggioInviato: Lun 01 Ott, 2012 3:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Graziano Racchelli ha scritto:
...
Se credete opportuno che non debba pubblicare gli scatti successivi eviterò di farlo....

al contrario...io chiederei persino di riunirle in un reportage visto l'alto valore del documento....
Hai detto che hai tutte le autorizzazioni del caso...e quindi non vedo il perchè non debbano essere pubblicate....a mio avviso c'è più rispetto di queste persone nel far conoscere gli accadimenti che tenerli altri anni o per sempre chiusi in un cassetto....
La memoria innanzitutto...

ciaoo
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Habrahx
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Iscritto: 11 Set 2005
Messaggi: 8723

MessaggioInviato: Lun 01 Ott, 2012 4:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Graziano Racchelli ha scritto:
questa è una foto di 8 mai pubblicate eccetto una, vincitrice di un concorso internazionale nel 1992, .

La tua risposta ha chiarito e completato la mia considerazione.
anche io sono per la pubblicazione, tantopiù che il tuo è un lavoro organico che deriva non tanto dalla partecipazione ad un concorso internazionale, ma da un preciso progetto volto a far conoscere le condizioni non solo personali, ma anche di ambiente a cui erano sottoposte queste persone.
Giovanni
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vittorione
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MessaggioInviato: Lun 01 Ott, 2012 9:28 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sisto Perina ha scritto:
...io chiederei persino di riunirle in un reportage visto l'alto valore del documento...
E lo penso anch'io. È un lavoro con un peso specifico alto.
Ciao, Vittorio.

_________________
Nessuna "Verità", solo opinioni personali, al massimo spunti di riflessione.
Vittorio
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gparrac
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MessaggioInviato: Gio 04 Ott, 2012 3:01 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Graziano Racchelli ha scritto:
(...)riprese con l'autorizzazione dei dirigenti sanitari dell'epoca (...)


Ci sono alcuni aspetti che credo debbano essere approfonditi in questo tuo discorso ... questo è già uno, dove tu affermi in pratica
di essere stato autorizzato a fotografare (ed implicitamente pubblicare le fotografie) da dirigenti sanitari.
Non mi sembra tanto logico ... ragionando in questo modo il proprietario di un Hotel dovrebbe avere il potere di autorizzare chiunque a fotografare
gli ospiti dell'Hotel stesso! Io posso autorizzare a fotografare le mie cose, al limite il mio gatto ... ma non certo i miei ospiti.
La liberatoria deve essere chiesta al soggetto fotografato ... anche l'ovvia considerazione che in questo caso si tratta di persone
momentaneamente o definitivamente non in grado di intendere non sposta la questione, soprattutto perché è mia opinione che proprio
nel caso di malati (sia fisici che mentali) deve essere compito di chi li cura tutelare la loro privacy.
Al limite si potrebbe affermare che come nel caso di ritratti a minorenni la concessione della liberatoria è demandata ai parenti stretti
del soggetto fotografato ...
Ma non sono un avvocato, potrei quindi dire cose non esatte. Mi sembra però che queste considerazioni siano dettate da buon
senso e trovo interessante citare una sentenza dell'inizio di questo anno della Corte Suprema di Cassazione, che chiude un caso relativo ad una vecchia
fotografia in cui una persona si è riconosciuta, relativa ad un momento difficile della sua vita.
Credo che anche in questo caso se la persona ritratta (ed è anche un augurio) dovesse essere guarita ed in condizioni di intendere e volere
potrebbe, a mio avviso giustamente, non prenderla molto bene ...
Ma questi sono discorsi un po' troppo legati alla legge, posso anche convenire che in alcuni casi il diritto ad informare e documentare
vada oltre il diritto alla propria immagine, ma questo solo nel caso in cui ne venga alla persona in questione una
sorta di vantaggio.
Non esiterei personalmente a pubblicare la fotografia di un bambino che ha bisogno di aiuto per essere operato su Facebook per
chiedere di aiutarlo, ma avrei molte più remore a farlo dopo che tutto si è risolto, nel migliore o peggiore dei casi.
Dopo molti dubbi anche io ho pubblicato qui due fotografie dei piccoli ospiti di un orfanatrofio, in fondo su un sito di fotografia
(che io continuo a voler considerare non solo di tecnica fotografica) si può anche sperare di trovare persone sensibili disposte
a voler fare qualche cosa per aiutare ... ma non lo farei mai fra venti anni (nell'improbabile ipotesi di essere ancora in vita) quando
(ed è ancora un augurio) la piccola orfana bionda sarà diventata una bellissima ragazza ben inserita in una nuova famiglia.
Ed onestamente me ne sono pentito ... semplicemente perché mi sono reso conto dell'impossibilità, anche volendolo, di far
arrivare un aiuto all'istituto stesso.
Di conseguenza non ho più fotografato perché riconosco anche in me quell'atteggiamento che porta il fotografo a pubblicare
fotografie belle e toccanti trovando il modo di auto-giustificare il suo operato appellandosi al diritto di informare o altre
giustificazioni etiche.

Graziano Racchelli ha scritto:
(...)(seguaci del dott. Basaglia), che utilizzarono anche questo lavoro per promuovere la chiusura del manicomio(...)


Ma ... quando sono state scattate le fotografie? Da quanto scrivi sembra siamo inorno al '92. Inedite o meno? Se sono state
utilizzate per lo scopo descritto non lo sono!
Il punto che più mi lascia perplesso è che con Legge Basaglia si intende comunemente la legge italiana numero 180 del 13 maggio 1978,
"Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori".
Dico 1978! Le fotografie (sempre che non abbia inteso male) sono decisamente posteriori.
Al di là della mia opinione personale su questa legge, troppo vincolata da presupposti ideologici tanto marcati da avere provocato
danni enormi a buona parte dei malati pur nelle buonissime intenzioni, mi sembra veramente strano che proprio in una struttura
in cui operavano seguaci delle teorie che stanno alla base della legge stessa si siano potute scattare fotografie poi utilizzate per
promuovere la chiusura di questi manicomi, questo quando la legge in questione è Legge dello Stato da un bel po' di anni.
Ed onestamente non riesco a concepire come seguaci di uno psichiatra che ha molto a cuore il rispetto del malato come persona
possano arrivare a permettere l'uso di persone come cose di loro proprietà.
Violenza non è solo la costrizione fisica, lo è anche la fotografia ...
Mi è un po' difficile comprendere ... anche perché la legge prende il nome di Franco Basaglia che in pratica riprende i concetti espressi daThomas Szasz ma
in realtà trova la sua stesura ad opera di Bruno Orsini ... potrei avere male inteso tutto il discorso.
Resta il fatto concreto che una delle fotografie è stata presentata (ed anche premiata) in un concorso fotografico del 1992 ... credo anche di ricordare
quale (e non vorrei sbagliare nel riportarne l'allucinante titolo).
L'avrei trovata già fuori luogo allora ... uno dei principali motivi per cui mi trovavo già allora in pieno disaccordo con la
FIAF era il fatto che non si poneva in nessun modo l'attenzione sul rispetto dovuto alle persone ritratte, neppure in quei Corsi per giurati
che la stessa FIAF organizzava allora per la formazione di Giurie qualificate.
No, il concorso fotografico è a mio avviso davvero l'ultimo posto dove poter informare, denunciare o sensibilizzare ... almeno
giudicando dalla mia personale esperienza, anche (seppur limitatissima) in qualità di giurato.
Oggi la pubblicazione mi sembra veramente fuori luogo ... sono venuti meno i motivi che la potevano giustificare molti anni addietro,
si potrebbero riaprire ferite che il tempo ha fatto dimenticare.
A livello di documento mi è capitato di vedere reportages su vecchi manicomi, in cui la presenza umana non c'è ma resta il senso
della sofferenza e del dolore nelle cose.
Questo per me ha un senso ... per ricordare (o far ricordare) non è necessaria la presenza di volti ben riconoscibili ...

Tutto questo senza voler polemizzare, ben disponibile ad ascoltare opinioni diverse dalla mia.
Rischiando ancora una volta che mi si dica che sto appesantendo una discussione tecnica di fotografia su un sito tecnico.

Sono un vecchio fotografo, so benissimo di avere fatto i miei errori sia come fotografo che come uomo.
Ma continuo a considerarmi anche qui, prima di un tecnico, una persona.

Un caro saluto a tutti.

_________________
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Graziano Racchelli
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Iscritto: 08 Mgg 2012
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MessaggioInviato: Gio 04 Ott, 2012 5:02 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

non riesco a quotare un commento così lungo, credo di aver capito che ti occorrono due risposte fondamentalmente,
l'autorizzazione delle persone riprese, mi è stata concessa solo per coloro considerati abbandonati, cioè senza parenti in vita o comunque persone esterne che ne facessero le veci, non so se questo comporti la totale tutela anche giuridica da parte del sistema sanitario, ma personalmente la cosa non mi riguarda, eventualmente da perseguire sarebbero stati coloro che mi hanno autorizzato.
l'anno è il 1992 ed esistevano ancora letti di contenzione, camicie di forza, getti d'acqua fredda, e questo è quanto ho visto, non so se altre pratiche mi sono state negate e la sanità era divisa sui metodi.

Ultimo, un deputato pdl pare abbia proposto un disegno di legge per reintrodurre gli ospedali di contenzione vecchia maniera, riguardare una foto anche vecchia fitografia può aiutare a ricordare quello che abbiamo lasciato, l'informazione prima di tutto, poi ognuno scelga in coscienza. Un saluto, con stima, Graziano.
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Sisto Perina
bannato


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MessaggioInviato: Gio 04 Ott, 2012 11:57 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ricordiamoci che erano altri tempi e l'autorizzazione a fotografare doveva essere una sorta di permesso per entrare a scattare a chiunque visto che non vi erano le leggi sulla privacy attuali....
Nemmeno io però sono esperto in materia e quindi non saprei aggiungere altro....
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gparrac
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MessaggioInviato: Ven 05 Ott, 2012 3:34 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Graziano Racchelli ha scritto:
(...)l'autorizzazione delle persone riprese, mi è stata concessa solo per coloro considerati abbandonati, cioè senza parenti in vita o comunque persone esterne che ne facessero le veci, non so se questo comporti la totale tutela anche giuridica da parte del sistema sanitario, ma personalmente la cosa non mi riguarda, eventualmente da perseguire sarebbero stati coloro che mi hanno autorizzato.(...)


In parte, ma solo in parte, posso essere in accordo con te.
Mi stupisco solo per il fatto che persone che - a quanto tu dici - hanno a cuore la dignità del malato affidato alle loro cure si permettano di usarli come fossero cose di proprietà e non esseri umani.

Graziano Racchelli ha scritto:
(...)Ultimo, un deputato pdl pare abbia proposto un disegno di legge per reintrodurre gli ospedali di contenzione vecchia maniera, riguardare una foto anche vecchia fitografia può aiutare a ricordare quello che abbiamo lasciato, l'informazione prima di tutto, poi ognuno scelga in coscienza. (...)


La notizia mi stupisce ... anche se personalmente ritengo che la legge Basaglia non sia il massimo in molti casi proprio per quanto riguarda l'interesse ultimo del malato e della sua famiglia.
Ne riconosco ovviamente le buone intenzioni ... ma la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni.
E sono convinto (o almeno spero ardentemente) che non si voglia ritornare ad un passato così drammatico: si può ad esempio essere sostenitori della necessità dei carceri senza con questo ritenere che il carcere debba essere un luogo di tortura, non ti sembra?

Sisto Perina ha scritto:
(...)visto che non vi erano le leggi sulla privacy attuali(...)


Sisto, la Legge 633 riporta una sezione (capo 5, sez. 2) interamente dedicata al rispetto dell’immagine delle persone ritratte.
L'articolo 96 della stessa riporta che "il ritratto di una persona non puo' essere esposto, riprodotto e messo in commercio senza il consenso di questa, salve le disposizioni dell'articolo seguente".
Segue tutta una serie di casi, con la precisazione che Nessuno di questi casi, tuttavia, risulta applicabile se l'immagine in oggetto e' in qualche modo lesiva della dignità della persona ritratta.
Credo sia interessante annotare che questa legge è datata 22 aprile 1941, anche se poi è stata modificata dal DPR 19/79 ed ancora più recentemente, dal Dlgs 154/97 e poi dalla legge 248/2000.

Ancora un saluto a tutti Smile

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Sisto Perina
bannato


Iscritto: 16 Giu 2007
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MessaggioInviato: Ven 05 Ott, 2012 3:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

....l'ho detto che non sono ferrato in materia....
ma non è forse questo il caso di documento per denuncia?
e quindi, cos'è più importante ai fini del giusto operare? mostrare gli accadimenti o evitare di ledere la dignità della persona?
mi sovviene il ricordo dei campi di sterminio; scatti che hanno avuto il potere di mostrare al mondo ciò che succedeva in quei luoghi...immaginiamo se non fosse stato possibile pubblicare quelle immagini? che sarebbe successo? (già i negazionisti proliferano adesso, figuriamoci senza prove Rolling Eyes )
in tempi non sospetti http://www.photo4u.it/viewcomment.php?p=4254611&sid=a514a992ac947fe589797fda55e2ea1c#4254611
richiamai alla mente il lavoro di John Phillips:
http://portale.comune.verona.it/media//_ComVR/Cdr/Cultura/Allegati/depliant_bass.pdf
Scatti all'ospedale psichiatrico di san Giacomo a Verona, ritratti diretti come nel nostro caso....motivazioni iniziali di scatto diverse che poi sfociarono in un reportage sulla "vita" all'interno dell'istituto...
Per cui la domanda che mi/vi faccio è: quando il diritto alla cronaca deve bypassare la dignità dei cittadini?
Io non saprei rispondere, se non col senno di poi...
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gparrac
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MessaggioInviato: Ven 05 Ott, 2012 5:29 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sisto Perina ha scritto:
(...)Per cui la domanda che mi/vi faccio è:
quando il diritto alla cronaca deve bypassare la dignità dei cittadini?
Io non saprei rispondere, se non col senno di poi...


Neppure io so rispondere.
Però una cosa mi è ben presente: se possibile farne a meno è sempre preferibile evitare di ledere la dignità delle persone, sia pure con le più buone intenzioni.
In questa tua risposta hai fatto riferimento ad un reportage realizzato nell'Ex Manicomio Granzette: riguardalo ... non c'è un volto riconoscibile, solo cose ... eppure la presenza umana aleggia fra quelle cose in modo drammatico.
A mio avviso così non si urta la sensibilità di nessuno, non si pone neppure il problema di dove è pubblicato ... a mio avviso, proprio per l'assenza del malato (inteso come persona fisica identificabile) esprime meglio l'essenza della malattia e dell'umanità che ne subisce l'ingiuria.
Sarà poi perchè ho una certa avversione per il mondo dei concorsi fotografici contesto violentemente che sia questa la sede in cui esercitare il diritto alla cronaca o il meritevole compito di sensibilizzare al problema.
Qui ... è già un po' meglio, non fosse altro perché si possono fare discorsi come questi che trovo ben più costruttivi di quelli che mi è accaduto spesso di sentire in quelle occasioni.
Probabilmente anche su questa fotografia non troverei nulla a ridire se la vedessi a corredo di un articolo sulle condizioni di vita negli ospedali psichiatrici e pubblicata a tempo opportuno, nel momento in cui questi problemi erano attualità.
Oggi ... è diverso! E se anche fosse vero che c'è l'idea di reintrodurre case di cura in qualche modo simili ai vecchi manicomi non credo proprio (o almeno spero non sia così) che saranno come questi.
Non è che condivida del tutto il bollettino diffuso da Foto/gram al Sicof del 1979 ... ma concordo senza dubbio sul fatto che le peggiori infamie fotografiche si commettono in nome del "diritto all'informazione".
O meglio, con la scusa del "diritto all'informazione".
Quale informazione puoi invocare per giustificare la fotografia di una persona inconsapevole scattata perché questa è troppo grassa, vestita in modo ridicolo?
Non credo sia un caso se nell'elenco delle persone che non si dovrebbero fotografare il riferimento al malato di mente sia iterato, quasi fosse un genere fotografico di moda ... forse più negli anni appena passati che adesso, assieme alla sempre diffusa caccia al mendicante sfigato per produrre l'immagine alla quale attribuire il titolo "Indifferenza".
Ma non posso nel contempo negare il peso che reportage fotografici hanno avuto nel portare a conoscenza della gente situazioni particolari, condizioni umane che sarebbero rimaste nascoste ... l'esempio che fai dei campi di sterminio è storia, storia che potrebbe ripetersi ed anche se di altri olocausti non si parla quasi mai (cosa sai ad esempio dell'Holodomor? Il numero delle vittime fu se non superiore almeno pari) sui libri di storia le fotografie relative allo sterminio degli ebrei (ma non solo ebrei ...) non sono solo utili, sono semplicemente necessarie.
Tu hai fatto una domanda ... ho speso molte parole per dirti che ... non so la risposta!
Ma credo che non si possa dare una risposta semplice, il discorso è diverso caso per caso.
Questa fotografia ad esempio mi appare molto inopportuna, mentre quella che l'autore ha presentato subito dopo mi urta molto meno ... un uomo dietro alle sbarre è una situazione, anche se egualmente riconoscibile più che la fotografia di un uomo è un documento della situazione.
Ma ... è un discorso di sensibilità personale, impossibile da codificare con regole.

Ancora un saluto a tutti. Smile

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Sisto Perina
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Iscritto: 16 Giu 2007
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MessaggioInviato: Ven 05 Ott, 2012 5:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

gparrac ha scritto:
.... il discorso è diverso caso per caso....
......
impossibile da codificare con regole.....


sagge parole....

ps...il link al reportage sulle Granzette era solo per arrivare indirettamente a John Phillips Wink

ciaoo e grazie per queste preziose discussioni
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Giovanni Francomacaro
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Iscritto: 18 Dic 2013
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MessaggioInviato: Dom 16 Mar, 2014 5:21 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Fotografia/e che in un forum fotografico suscitano un facile consenso; a me non piacciono e penso che il presentarle qui non sminuisca il Soggetto ma il fotografo.
Opinione personale naturalmente.
Giovanni

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L'Arte nella fotografia sta nei dettagli. Tutti sono capaci di fare fotografia, ma solo pochi sanno dare significato all'insignificante.
Giovanni
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