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di marzai
Ven 07 Ago, 2015 9:56 pm
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marzai
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Iscritto: 31 Gen 2007
Messaggi: 7294

MessaggioInviato: Ven 07 Ago, 2015 9:57 pm    Oggetto: .I. Rispondi con citazione


FORSE ANCHE LA TERRA E' STANCA
E SI STA AFFLOSCIANDO SULLE GINOCCHIA DI DIO

(Dino Buzzati, Poema a fumetti)



Suggerimenti e critiche sempre ben accetti

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.. comunque, continuo a pensare che l' unica cosa che con certezza sappiamo della vita, è che non sappiamo cos'è ..

Marco
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kubsta
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Messaggi: 669

MessaggioInviato: Sab 08 Ago, 2015 7:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

mi piace molto l'atmosfera della foto.
la composizione poi, da davvero l'idea dell' imponenza che emana da queste montagne.
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Daniele63
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Iscritto: 03 Nov 2013
Messaggi: 4145
Località: Mediglia (MI)

MessaggioInviato: Sab 08 Ago, 2015 8:55 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi piace molto.
Le rocce dello sfondo che sembrano quasi in bn rispetto al verde e questo lo rende uno scatto particolare.

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Nikon D7500 + Sigma 17-50, Nikon 55-300, Tamron SP 90mm DI Macro. Fuji X-E2, fujinon 18-55 2.8
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marzai
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Iscritto: 31 Gen 2007
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MessaggioInviato: Dom 09 Ago, 2015 7:03 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Kubsta, Daniele, contento davvero che vi sia piaciuta (è una cima del gruppo del monte Bianco vista dal Piccolo San Bernardo, prende il nome - guglia nera- dal colore del suo granito).
Un saluto
Smile

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CTONY
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Iscritto: 05 Nov 2007
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MessaggioInviato: Dom 09 Ago, 2015 7:14 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi piace il contrasto di colore , il grigio delle cime col verde in primo piano dei prati, ottima atmosfera, come tuo solito d'effetto e ben studiata
Ciao Antonio
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marzai
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Iscritto: 31 Gen 2007
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MessaggioInviato: Dom 09 Ago, 2015 8:23 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie mille Antonio Smile
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bannato


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Messaggi: 17395

MessaggioInviato: Dom 09 Ago, 2015 8:52 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Si vede la tua mano, il tuo stile anche in una semplice foto ricordo... Un applauso
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marzai
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Iscritto: 31 Gen 2007
Messaggi: 7294

MessaggioInviato: Dom 09 Ago, 2015 11:34 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Silvano Smile
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Clara Ravaglia
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Messaggi: 27261
Località: Ravenna

MessaggioInviato: Lun 10 Ago, 2015 7:06 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Per me si avverte al primo sguardo, un certo spirito Buzzatiano... in questa tua proposta. Una bellezza scarna, vera, magari un po' dimessa, eppure solida come la pietra, anche se come la terra stessa, la montagna , lei pure, sta mutando.
Mi ha ricordato immediatamente , sia visivamente, che come emozione, anche un tuo antico post:
http://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=241668

Ciao
Clara Smile

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Clara Ravaglia
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marzai
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Iscritto: 31 Gen 2007
Messaggi: 7294

MessaggioInviato: Lun 10 Ago, 2015 7:39 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Clara Ravaglia ha scritto:
Per me si avverte al primo sguardo, un certo spirito Buzzatiano... in questa tua proposta. Una bellezza scarna, vera, magari un po' dimessa, eppure solida come la pietra, anche se come la terra stessa, la montagna , lei pure, sta mutando.
Mi ha ricordato immediatamente , sia visivamente, che come emozione, anche un tuo antico post:
http://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=241668

Ciao
Clara Smile


il giorno dello scatto c'era pochissima gente al piccolo S.Bernardo; anche pochi nevai, le rocce dell'Aiguille Noire de Peuterey erano tutte in vista; il silenzio faceva pensare all' " uccisione del drago":


L'uccisione del drago è una novella fantastica di Dino Buzzati (1906-1972) ( l'autore spesso ambienta i suoi racconti in selvaggi e desolati paesaggi di montagna )
Racconta la storia di una spedizione di cittadini, capitanati dal conte Martino Gerol con tanto di consorte, accompagnato da due naturalisti, scienziati esperti e curiosi, oltre che dal governatore Andronico, per stanare e uccidere un drago di cui si favoleggia.
Lo spazio-tempo resta indefinito e immaginario, sebbene l'autore ci indichi una data precisa (maggio 1902) e luoghi nominati con perizia (Valle secca, il paese di Palissano, il Burel, un anfiteatro di rocce minacciose, dove c'è la grotta del drago).
Arrivati in paese a Palissano, la comitiva di cacciatori viene inutilmente invitata a rinunciare dal medico Taddei, un vecchio che con il passare del tempo si è isolato fra le montagne e che viene ritenuto superstizioso, reazionario e “medievale”, perché crede nell'esistenza del drago.
Anche i montanari ci credono, se è vero che ogni giorno portano a turno una capra davanti alla grotta, in sacrificio al drago che in questo modo li lascia vivere indisturbati.
Muniti di carabine e polvere da sparo, Gerol e gli altri giungono fino alla grotta, portando con sé anche una capra come esca.
Alla fine, il drago esiste davvero ed esce dalla grotta, ma non appare tremendo e spaventoso, è anzi vecchio e quasi decrepito, non è nemmeno grande: “lungo poco più di due metri, con una testa simile ai coccodrilli...una specie di cresta molliccia lungo la schiena”.
I due scienziati naturalisti lo individuano come un esemplare di ceratosaurus.
La violenza che si scatena è brutale: gli uomini scaricano proiettili, infieriscono sull'animale anche con cariche esplosive e micce, ma il drago ferito e morente sembra avere una resistenza incredibile.
Si capisce, in un secondo momento, che il drago cerca di tutelare i due piccoli, nascosti all'interno della grotta, che scoperti, vengono a loro volta uccisi: ai mostriciattoli si spaccano le teste come fossero bocce di vetro.
Il drago morente allora, trascinandosi come un'enorme lumaca, lecca i due figlioletti uccisi e spira fra urli strazianti, emettendo dal corpo spirali di fumo venefico che uccidono Gerol.

Perché questo racconto fantastico-allegorico è particolarmente intenso e bello?
Perché Buzzati contrappone il MISTERO della natura e l'atteggiamento rispettoso dei montanari e del vecchio medico Taddei, alla mentalità moderna “razionalistica-scientifica”, predatoria, che pensa di cancellare i limiti come fossero superstizioni, e non si avvede di alimentare nuovi dogmi e nuove superstizioni.


Sarebbe troppo facile pensare che Buzzati sia un reazionario come Taddei, attardato su culti leggendari: Buzzati vuole mostrarci che i draghi sono dentro di noi, nella violenza di uomini disposti a uccidere con gusto, ad aprire il ventre del drago con la curiosità che osserva la morte del mostro come una fatto spettacolare e interessante, incurante di ogni dignità morale.

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Marco
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