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Scanno
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Scanno
di rampi
Ven 07 Mgg, 2010 4:28 pm
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Autore Messaggio
rampi
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Iscritto: 21 Nov 2006
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MessaggioInviato: Ven 07 Mgg, 2010 4:29 pm    Oggetto: Scanno Rispondi con citazione

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
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NEROAVORIO
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MessaggioInviato: Ven 07 Mgg, 2010 6:21 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Bella, bella, bella, complimenti...
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onaizit8
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Messaggi: 15879
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MessaggioInviato: Sab 08 Mgg, 2010 11:20 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Un classico bianco e nero di buona matrice che vedrei ancora più efficace usando un maggior contrasto tonale. Ciao Tiziano
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rampi
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Iscritto: 21 Nov 2006
Messaggi: 4619
Località: Alzano Lombardo (BG)

MessaggioInviato: Sab 08 Mgg, 2010 4:57 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

NEROAVORIO ha scritto:
Bella, bella, bella, complimenti...


Grazie mille, NEROAVORIO.

Ciao. Smile Smile

onaizit8 ha scritto:
Un classico bianco e nero di buona matrice che vedrei ancora più efficace usando un maggior contrasto tonale. Ciao Tiziano


Si. Forse hai ragione. Potrei aumentare un po il contrasto.

Grazie della visita e del commento, onaizit8.

Ciao. Smile Smile
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surgeon
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Iscritto: 20 Lug 2008
Messaggi: 3002
Località: Pistoia

MessaggioInviato: Sab 08 Mgg, 2010 10:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

La buona discrasia cromatica del bianco e nero presenta un bel ritratto ambientato dove la figura intera della donna si fa portatrice di un racconto. Un racconto delicato dove l'autore preferisce mantenere una certa distanza e dove lo sguardo in camera della donna rivela la sottile linea di empatia fra lei e il "nuovo". Non voler non essere guardata e non vuol non guardare: questa la modalizzazione del suo sguardo; quella mano destra trattenuta dalle dita della mano sinistra e la posizione lievemente ruotata del busto rivelano una leggera ansia, una insicurezza caratteristica verso gli estranei, un gesto non verbale molto sottile, di difesa, di barriera. L'autore lo intuisce e rispetta le distanze che non gli impediscono di catturare lo sguardo stanco ma fiero di questa anziana autoctona, quella pelle scavata che reca il racconto di una vita intera e che sembra risuonare con la matericità dei muri antichi. E' presenta una lieve inclinazione del fotogramma verso sinistra.

un buon lavoro rampi
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rampi
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Iscritto: 21 Nov 2006
Messaggi: 4619
Località: Alzano Lombardo (BG)

MessaggioInviato: Dom 09 Mgg, 2010 5:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

surgeon ha scritto:
La buona discrasia cromatica del bianco e nero presenta un bel ritratto ambientato dove la figura intera della donna si fa portatrice di un racconto. Un racconto delicato dove l'autore preferisce mantenere una certa distanza e dove lo sguardo in camera della donna rivela la sottile linea di empatia fra lei e il "nuovo". Non voler non essere guardata e non vuol non guardare: questa la modalizzazione del suo sguardo; quella mano destra trattenuta dalle dita della mano sinistra e la posizione lievemente ruotata del busto rivelano una leggera ansia, una insicurezza caratteristica verso gli estranei, un gesto non verbale molto sottile, di difesa, di barriera. L'autore lo intuisce e rispetta le distanze che non gli impediscono di catturare lo sguardo stanco ma fiero di questa anziana autoctona, quella pelle scavata che reca il racconto di una vita intera e che sembra risuonare con la matericità dei muri antichi. E' presenta una lieve inclinazione del fotogramma verso sinistra.

un buon lavoro rampi


Grazie mille per l'accurato commento, surgeon.

Ciao. Smile Smile
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claudiom
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Iscritto: 05 Lug 2004
Messaggi: 5459

MessaggioInviato: Dom 09 Mgg, 2010 7:10 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

la buona discrasia cromatica!!!!

Ma la battuta della settimana non c'è?!

Che HCB e Giacomelli vi strafulminino (in senso fotografico).

c.

ps vedi "Funerale" in OFFTOPIC
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bandolero
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Iscritto: 15 Apr 2008
Messaggi: 2869
Località: Lucca

MessaggioInviato: Dom 09 Mgg, 2010 8:07 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
la buona discrasia cromatica!!!!

Ma la battuta della settimana non c'è?!

Che HCB e Giacomelli vi strafulminino (in senso fotografico).

c.

ps vedi "Funerale" in OFFTOPIC


Cromatico e bianco e nero non vanno troppo in sintonia, discrasia non sapevo cosa voleva dire e sono dovuto andare a cercarla sul vocabolario.
Per me è squilibrata la composizione...

_________________
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hamham
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Iscritto: 11 Dic 2005
Messaggi: 10088
Località: brianza - cesano maderno

MessaggioInviato: Dom 09 Mgg, 2010 9:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
la buona discrasia cromatica!!!!

Ma la battuta della settimana non c'è?!

Che HCB e Giacomelli vi strafulminino (in senso fotografico).

c.

ps vedi "Funerale" in OFFTOPIC


intervento contrario al regolamento, punto 6 e, di riflesso, punto 1.
il thread che citi, inoltre, a saperlo leggere correttamente, parla anche di questi interventi che nulla hanno a che fare con il corretto andamento di uno spazio come questo forum.

per questo motivo, non posso esimermi dall'intervenire con un'ammonizione ufficiale.
mi auguro che episodi deprecabili come questo non si ripetano più.

_________________

Ciao hamham è giuseppe palma| RACCOLTA DI LINK PER LA RITRATTISTICA una selezione da P4U | GLOTUT & ART le perle di P4U |
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claudiom
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Iscritto: 05 Lug 2004
Messaggi: 5459

MessaggioInviato: Lun 10 Mgg, 2010 6:49 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Questo 4U, per molti versi, come già dissi spesso, encomiabile, sopporta dei commenti di questo genere ad una foto di una anziana di Scanno.

Scanno, una fetta cospiscua della storia della fotografia mondiale, il luogo in cui sono state scattate alcune fotografie cardine, il luogo di pellegrinaggio di generazioni di fotografi, il nostro Santiago di Compostella.

Il non volere annettere alcuna importanza alla storia della fotografia, in uno dei suoi momenti più significativi vuol dire che non c'è la minima volontà di insegnare qualcosa, di trasmettere qualcosa ai più giovani fotografi.

Un commento di un minimo di serietà (non dico di persone, dico di commento) non avrebbe potuto fare a meno di riferirsi alla storia della fotografia, vederne differenze da ora etcetcetc.

Il riferimento al discorso fatto in "funerale" è quindi del tutto pertinente.

Come appassionato di fotografia mi sono sentito offeso da questo commento, uno schiaffo alla Fotografia.

Ma non ho offeso nessuno, rifiuto il richiamo ufficiale.

claudio marra, di TO.
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hamham
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Iscritto: 11 Dic 2005
Messaggi: 10088
Località: brianza - cesano maderno

MessaggioInviato: Lun 10 Mgg, 2010 7:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Questo 4U, per molti versi, come già dissi spesso, encomiabile, sopporta dei commenti di questo genere ad una foto di una anziana di Scanno.

Scanno, una fetta cospiscua della storia della fotografia mondiale, il luogo in cui sono state scattate alcune fotografie cardine, il luogo di pellegrinaggio di generazioni di fotografi, il nostro Santiago di Compostella.

Il non volere annettere alcuna importanza alla storia della fotografia, in uno dei suoi momenti più significativi vuol dire che non c'è la minima volontà di insegnare qualcosa, di trasmettere qualcosa ai più giovani fotografi.

Un commento di un minimo di serietà (non dico di persone, dico di commento) non avrebbe potuto fare a meno di riferirsi alla storia della fotografia, vederne differenze da ora etcetcetc.

Il riferimento al discorso fatto in "funerale" è quindi del tutto pertinente.

Come appassionato di fotografia mi sono sentito offeso da questo commento, uno schiaffo alla Fotografia.

Ma non ho offeso nessuno, rifiuto il richiamo ufficiale.

claudio marra, di TO.


l'intervento disciplinare rimane tale e quale, non è che puoi decidere di accettarlo o meno: non sei diverso dagli altri utenti, nemmeno dal primo iscritto che non ha mai scattato una sola fotografa in tutta la sua vita.

se avevi qualcosa di costruttivo da dire, come il cappello introduttivo di questo ultimo intervento, potevi benissimo farlo senza porti al sopra degli altri e senza spocchiosità o con l'intento di fare solo inutile e sterile polemica.

non è la prima volta che ti viene fatto un richiamo simile, cerca di vivere il forum da utente...

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claudiom
non più registrato


Iscritto: 05 Lug 2004
Messaggi: 5459

MessaggioInviato: Lun 10 Mgg, 2010 8:08 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ringrazio per il costruttivo intervento del coordinatore che mi rammenta la nulla democrazia di questo luogo, saluto e ringrazio.

claudio marra di TO.
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sulfurea
sospeso


Iscritto: 22 Ago 2008
Messaggi: 1440

MessaggioInviato: Lun 10 Mgg, 2010 9:51 am    Oggetto: Rispondi con citazione

non c'è nulla da fare, ti devi conformare. devi dare pareri in modo gentilmente conforme, avere una personalità conforme alla media, non puoi andare nello stra-ordinario, devi commentare in modo preimpostato e preordinato, preferibilmente anche colla bocca a culo di gallina.
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roiter
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Iscritto: 05 Feb 2004
Messaggi: 13523
Località: Brianza

MessaggioInviato: Lun 10 Mgg, 2010 9:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ma ci vuol tanto a dire: commento pessimo, perchè tralascia la storia di Scanno, di Giacomelli, di Scianna e bla bla bla bla... e invece no, bisogna arrivare ai litigi per intendersi. Trattieniti
Claudio, passano gli anni ma i problemi sono sempre gli stessi: so bene che in realtà a te interessa solo l'1% dell'audience, ma del restante 99% che ne facciamo? Se dovessimo adottare questa "linea culturale" qui non sarebbe diverso dai tanti circoletti con a capo un guru circondato da un drappello di adepti.

Sulfurea, che cosa c'azzecca il tuo intervento con la critica fotografica in generale e con questa foto in particolare?
I prossimi tre giorni li puoi usare per cercare uno spazio più anticonformista dove esprimerti.

Chiedo scusa all'autore della foto, invito tutti a riprendere la discussione su di essa. Grazie.

_________________
Canon 40D . 10-22 . 50/1.8 MK I . 70-300 DO IS . Sigma 20/1.8 EX DG . 17-70/2.8-4.5 DC
[ Ullalà che figo Cool ]
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rampi
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Iscritto: 21 Nov 2006
Messaggi: 4619
Località: Alzano Lombardo (BG)

MessaggioInviato: Mar 11 Mgg, 2010 8:33 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non pensavo che si scatenasse un simile casino.......
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fast2
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Iscritto: 10 Set 2006
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MessaggioInviato: Mar 11 Mgg, 2010 9:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

bella sopratutto per la cromia Ok! Ok! Ok!
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surgeon
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Iscritto: 20 Lug 2008
Messaggi: 3002
Località: Pistoia

MessaggioInviato: Mar 11 Mgg, 2010 10:57 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Premetto che non mi ritengo il depositario di una verità assoluta ma semplicemente un normale utente con un suo punto di vista..

Ho sempre cercato nei miei commenti, di “vestire i panni” del fotografo di turno, cercando di assimilare e condividere la stessa sensibilità percettiva che lo ha portato a scattare, la sua idea.
La fotografia la intendo semplicemente come uno dei “mezzi di comunicazione”che l’uomo possiede. Per giungere a quell’idea cerco di analizzarne di volta in volta, le scelte tecniche e compositive che l’hanno generata. Non sempre ci riesco.. Per poter “leggere” quella comunicazione, occorre sforzarsi di interpretare un linguaggio fotografico. Non vi è dubbio che, la trasmissione di un messaggio fotografico, dall’emittente (il fotografo) al ricevente (l’osservatore di turno), dipende sia dalle capacità di lettura di quest’ultimo, sia dalle capacità di scrittura del primo.
Ma torniamo allo scatto di Rampi, l’unico e più importante attore in questa vicenda. Ho chiamato “buona discrasia cromatica del bianco e nero” per riferirmi ad una figura astratta dell’espressione visiva non legata a specifici contenuti. La potevo chiamare anche “polarità cromatica del chiaro e scuro” oppure “contrasto di chiaro-scuro” o semplicemente “bianco e nero”. Il concetto di polarità come quello di contrasto o altresì di “discrasia” costituisce il fondamento di una grammatica minima dei processi di scrittura e lettura della fotografia (Gibson J.J 1999 “ Un approccio ecologico alla percezione visiva”; Antonino PennisiSegni di Luce: tecniche di linguaggio fotografico”. La polarità cromatica del chiaro-scuro è solo un modo per definire un aspetto della grammatica visiva: questo astrattismo viene di volta in volta a diversificarsi nei diversi lavori fotografici e ad assumere significati diversi: all’interno di questo linguaggio può prendere vita qualsiasi contenuto concreto. Qualche esempio per intenderci: E.Smith in tutta la sua enorme varietà tematica fotografica opera sempre attraverso una sola tecnica fondata sull’estremizzazione di questa polarità cromatica scuro-chiaro, esplorata in tutte le sue più profonde variazioni di luminosità ambientali. La stessa discrasia cromatica la ritroviamo in molti lavori di Giacomelli dove le polarità di luminanza chiaro-scuro e scuro-chiaro si contrappongono in maniera originalissima assumendo i contenuti più disparati. Questa istantanea di Rampi, che non può essere paragonata nei risultati alle opere dei Maestri citati, può essere tuttavia descritta visivamente con la stessa ed oggettiva grammatica fotografica. Spero di aver risposto anche a Bandolero, aggiungendo che i radicali cromatici sono undici, fra i quali abbiamo anche il bianco e nero (Thurlemann F. 2004Le rouge et le noir di Paul Klee”, in Corrain). Thurlemann li suddivide ulteriormente in Acromatici, Semicromatici e Cromatici.
Procediamo con il commento : l’utente claudiom pone un’interessante critica al commento: questo mio non comprende riferimenti espliciti alla località Scanno, intesa come “fetta cospicua della Storia della Fotografia Mondiale”, “Luogo in cui sono state scattate le Fotografie Cardine della Storia”, “ il Luogo di Pellegrinaggio di generazioni di fotografi”, e per finire l’enfasi emotiva: il suo “Santiago di Compostella”. L’utente Claudiom utilizza l’istantanea di Rampi per concentrare la sua attenzione mentale sull’importanza Storica, sull’essenza della Storia della fotografia Mondiale, attivata enzimaticamente e impersonata da quel titolo “Scanno” dal quale sente sgorgare “differenze da ora, etcetcetc…” Il commento all’istantanea di Rampi lo emoziona molto, in negativo, e lo pone in uno stato d’animo di “orgoglio”: come appassionato di fotografia si sente offeso da questo commento, e lo vive come uno schiaffo a sé e alla Fotografia: avrebbe voluto che si parlasse di Giacomelli, HCB e di tutta la Mitologia della fotografia MONDIALE che ha vissuto intorno a “Scanno”. Tutto lecito.. Mi viene da riflettere sulla potenza di quella semplice scritta che ha accompagnato l’istantanea Di Rampi... Che rapporto esiste fra questo semplice titolo e il testo visivo specifico di Rampi? Che rapporto c’è fra una fotografia in generale ed il suo titolo? Quest’ultimo può aiutarci a capirla, dandocene una chiave di lettura, o può fuorviarci? Prendiamo in esame il primo termine: l’immagine fotografica. La sua peculiarità è che è un “indice”. Ci “indica”, ci riporta con forza al referente, a ciò che era davanti all’obiettivo. La fotografia è una “impronta” del reale per la natura stessa del processo che le sta alla base. Nell’istante dello scatto, in quella frazione di secondo non è il fotografo a costruire l’immagine ma la natura stessa mediante le sue leggi ottiche e chimico-fisiche. Ma è davvero così? L’immagine fotografica è un prodotto automatico ed il fotografo un semplice artigiano in grado di azionare il mezzo tecnico? Anche se “non è presente” nella frazione di secondo dello scatto, il fotografo lo è prima e dopo, con le sue scelte tecnico-espressive. Egli insomma, determina la forma di quell’impronta che porta quindi con sé, oltre all’oggetto fotografato, “l’autore stesso”. Questo per me è veramente degno “d’interesse visivo” e quello su cui deve fondarsi l’analisi strutturale della fotografia in questione.
Quindi la foto, oltre ad essere una “impronta” è anche un “segno” portatore di significati, di messaggi. In una foto c’è sempre “l’idea dell’autore”. Questa di Rampi ne è un esempio: e’ egli che ha scelto di fotografare, isolandolo da un contesto illimitato nello spazio e nel tempo, il soggetto che lo ha colpito. Mediante la scelta del punto di vista, della composizione, del tempo e della profondità di campo, del momento dello scatto, delle polarità o convergenze cromatiche di chiaro e scuro, della luce, e di una infinità di altre variabili, rappresenta quel soggetto in un certo modo. Ed è di questo che mi piace parlare.
E’ quello che chiamiamo “linguaggio fotografico”. Attraverso l’analisi del “cosa” e del “come” è possibile risalire al “perché”, al contenuto della comunicazione. E questo è tanto più facile quanto più l’autore sa “scrivere” fotograficamente ed il lettore sa “leggere” un tale tipo di linguaggio.
Vorrei a questo punto sottolineare che nella “lettura” di queste immagini fotografiche è sempre in agguato un pericolo, quello delle “integrazioni psicologiche”. In ciascuno di noi, la vista di una immagine, il testo di un titolo se presente, richiama sensazioni e pensieri che gli derivano dalle esperienze di vita, dal tipo di cultura (compresi i libri fotografici e le immagini viste sull’argomento), dallo stato d’animo del momento, dalle convinzioni politiche, religiose, filosofiche. La foto può cioè trasformarsi in uno “specchio” che riflette il nostro “io”, così che finiamo per “leggere in noi stessi” mancando il messaggio dell’autore del testo visivo originale, in altri termini fallendo la lettura. Ecco quello che penso sia successo per l’istantanea di Rampi. Ma passiamo a parlare dei titoli alle immagini: che potere hanno? Quando ci sono, quanto possono influire nell’interpretazione psicologica della fotografia? Sono sempre necessari? Se lo fosse, significherebbe che il linguaggio fotografico è insufficiente da solo a comunicare, ed io non lo credo. Diversamente ci troveremmo di fronte ad una struttura multimediale, sincretica, di testo ed immagine dove la seconda potrebbe diventare un semplice “supporto” del primo, o perfino un trampolino linguistico verso una moltitudine di concetti che con il testo visivo hanno un rapporto più tenue. Si potrebbe obiettare che se il titolo l’ha messo l’autore, non può che essere coerente all’immagine. Se questa coerenza fosse forte, il titolo sarebbe inutile e costituirebbe una mancanza di fiducia nelle capacità comunicative della fotografia e/o in quelle di lettura del fruitore. Se la coerenza fosse debole, Il titolo diverrebbe una “stampella” per dei significati male espressi. In alcuni casi, la foto potrebbe divenire, per lo stesso autore, o per qualche lettore, evocatrice in tempi successivi allo scatto di “integrazioni psicologiche” che indurrebbero a significati non perfettamente coerenti ai significati originali. Non ho dato importanza al titolo: non ho sentito la necessità di parlare della Storia della Fotografia e dei suoi Personaggi (Giacomelli, Cartier Bresson, etc) che ruotano intorno a Scanno. Non penso altresì che l’autore volesse far riferimento con il suo testo visivo alle vicende storiche di fama mondiale dei grandi Maestri fotografi che hanno rappresentato Scanno. . Mi sono limitato ad un sintetico “anziana autoctona” per evidenziare l’appartenenza storica dell’anziana signora a quelle mura di paese. Mura che le appartengono e che sembrano della stessa pasta iconica del personaggio. Mura che l’autore afferma appartenere a Scanno ma con questo non mi sento legittimato a parlare della Storia della Fotografia Mondiale e delle gesta fotografiche di Giacomelli, Cartier Bresson, Scianna etc. Non la sento come una connotazione prevalente. Sono state fatte fotografie memorabili e nessuno lo nega ma non mi sembra che il testo visivo abbia bisogno di questa connotazione. Non penso che l’autore volesse portarci su quel piano mentale: su quei luoghi in cui sono state scattate le Fotografie Cardine della Storia, quei “Luogi di Pellegrinaggio di generazioni di fotografi”. Ho ritenuto più sensato mettere in evidenza invece la disposizione di Rampi a guardare la vita con “partecipazione e attenzione”: la sua volontà di leggere ed interpretare gli aspetti di quell’universo intimo e personale che la figuratività dell’anziana signora sulle scale, veicolava. La vedo bene inserita in ambito Street: c’è ricerca di sintonia con la vita rappresentata su quelle scale, voglia di percepirla, assorbirne gli umori. Lo scatto contiene dei buoni ingredienti che sono l’“attenzione” e la “partecipazione”, aspetti di una stessa capacità di guardare con il cuore e non soltanto con gli occhi, per riuscire a cogliere il carattere, la personalità, le sfumature, in una parola l’ “anima” di chi abbiamo di fronte. Anche se l’anziana potrebbe essere stata la modella di Cartier Bresson o di Giacomelli nei tempi passati e anche se questi sono stati fondamentali nella Storia della fotografia Mondiale non mi interessa: sono interessato a quel “debrayage enunciazionale visivo” che si instaura fra Rampi e la sua modella. Quell’unico rapporto significativo vale per me e di cui cerco le coordinate di un guardare modalizzato secondo il volere. Ho considerato che l’anziana signora fotografata è il soggetto di un guardare sia attivo che passivo: infatti al tempo stesso può sia guardare Rampi o l’osservatore di turno, sia essere guardata da loro. Ho lasciato un breve riassunto semiotico alla vecchia maniera (Omar CalabreseLa macchina della Pittura” 1985 : non voler essere guardata e non voler non guardare: l’anziana guarda verso lo spectator ma il suo sguardo è debole, quasi assente, uno sguardo spento,flemmatico, un ritmo visivo lento (non cerca attivamente di non guardarlo ma non lo guarda neanche) e manifesta una “distanza” nei confronti dello spettatore (non vuole non essere guardata). L’anziana è indifferente allo spettatore, però è disponibile tanto a lui quanto per lui. Ho cercato di integrare questa modalizzazione dello sguardo con” la comunicazione non verbale” della figura sottolineando la messa in scena di una postura che tradisce un dissimulato e fine “gesto di barriera” introducendo ulteriori ed interessanti connotazioni psicologiche dell’anziana nonché dell’interazione fra lei e l’autore Rampi. Questo mi sembra molto più attinente al testo visivo in questione rispetto ad una connotazione che riporti il discorso su di un piano più linguistico, su di un contesto storico che ha il sapore di “implicazione”. Non vi è dubbio che l’immagine fotografica intesa in senso generale, va raccogliendo i propri significati nel tempo passato: le implicazioni, ovvero quei contenuti di cui la fotografia (come più di tutte le altre forme di comunicazione) si carica nella sua durata e nella sua circolazione. Queste implicazioni hanno però un sapore soggettivo, una specie di punctum privato per dirla alla Barthes. Forse, questa signora anziana “ricorda”, a qualcuno di forbito, le famose anziane modelle delle grandi e storiche fotografie di Scanno di Bresson, Giacomelli e di altri Maestri tanto da sentire la necessità di farne un lecito paragone intellettuale ma c’è il pericolo di andare a proporre una lettura del testo visivo personale e soggettiva, quelle che precedentemente definivo pericoli di integrazione psicologica (Nazareno Taddei “Educazione all’immagine e con l’immagine” CISCS 1976).

Tutto questo parlare è finalizzato per l’utilità dell’autore Rampi con la sua prova e per gli utenti che hanno avuto il tempo e la pazienza di leggere.
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marcocantile
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Messaggi: 576
Località: Napoli

MessaggioInviato: Mer 12 Mgg, 2010 10:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

...una buona foto di reportage, buono anche il b/n

ciao

_________________
Marco Cantile
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rampi
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Iscritto: 21 Nov 2006
Messaggi: 4619
Località: Alzano Lombardo (BG)

MessaggioInviato: Gio 13 Mgg, 2010 8:50 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie del commento e della visita, fast2 e marcocantile.

Un grazie ancora a surgeon.

Ciao. Smile Smile

P.S. Attenti ai fulmini....
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pex85
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Iscritto: 12 Set 2007
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MessaggioInviato: Gio 20 Mgg, 2010 8:25 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Il fatto è che potrebbe essere ovunque. E' una vedova, una casa scrostata, una ringhiera. Chi dice che non sia Jerzu? O Ulassai?
Lei non mi pare molto espressiva, non vedo gli occhi, mi pare incollata al muro, non porta una teglia sulla testa, non governa le galline che letteralmente abitavano le vie del paese, in generale trovo tutto un po' piatto, ma lo sarebbe stato anche con il miglior panorama a destra.

_________________
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