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Oggetto: Bianco e Nero: sviluppo in camera oscura Rispondi con citazione
Autore: redazione4u :: Inviato: Mar 06 Gen, 2009 6:57 pm
SI MA... COME SI FA?
  • Esercizi propedeutici. Per sviluppare la pellicola, essa va inserita nella spirale, che a sua volta viene inserita nella tank o bottiglia di sviluppo. Può sembrare sciocco o inutile, ma prima di affrontare la prima vera sessione di sviluppo, è fondamentale allenarsi ad infilare la pellicola nella spirale. Questa operazione non è affatto difficile e quando si è abituati si effettua in meno di un minuto. Ma le prime volte, nel buio totale della camera oscura diventa un incubo kafkiano se non ci si è allenati prima per un po’ alla luce. Quindi, sacrificate una pellicola nuova, toglietela dal contenitore metallico con l’aprirullini di cui abbiamo parlato (Foto 6), tagliate la coda rastremata (Foto 7) cercando di evitare i fori di trascinamento (sono i fori presenti sui bordi della pellicola 35mm), tagliate via le due punte laterali (Foto 8 ) e allenatevi ad infilare la pellicola nella spirale alla luce. Provate qualche decina di volte, prima alla luce, poi sempre alla luce ma con gli occhi chiusi, infine in camera oscura, ma sempre con la pellicola di prova. Finalmente sarete pronti per lo sviluppo vero.





  • Preparazione camera oscura. Per evitare situazioni imbarazzanti e rischiare di rovinare una pellicola, preparate con cura tutto quello che vi serve prima di chiudervi in camera oscura e spegnere la luce. Per il caricamento della tank dovete predisporre (Foto 9):
    • La tank aperta e con le varie parti disposte in modo ordinato e facilmente riconoscibili al buio.
    • Le pellicole
    • L’aprirullini
    • Le forbici



  • Ulteriori verifiche. Queste informazioni non le trovate sui libri, perchè... sono poco nobili! Ma vi assicuro che è meglio tenerle presente. Verificate bene la disposizione degli interruttori della luce, che agiscono sull’illuminazione del locale “camera oscura”. Infatti, soprattutto se siamo costretti ad usare un locale non dedicato al nostro hobby (cosa che accade nel 98% dei casi), tipo il bagnetto di servizio, la lavanderia, ecc, è fondamentale evitare che qualche nostro convivente, per sbaglio accenda la luce in camera oscura. Nessuno pensa che possa succedere, ma vi assicuro che le legge di Murphy se ne frega e, mentre state srotolando nel buio il rullino in cui ci sono gli scatti che riprendono il Principe Carlo che bacia appassionatamente il suo cameriere e che avete già promesso al “Sunday”, ormai sicuri del Pulitzer, vostra sorella accende la luce, entra, vi vede, vi sorride, si scusa ed esce. E voi restate a bestemmiare in lingua maori con in mano una striscia di plastica inservibile, la voglia di infilare la testa nel water o meglio di buttarci vostra sorella (non ho nulla contro le sorelle è solo un esempio; anche perchè non ho sorelle). Se tutti gli interruttori della luce sono INTERNI, limitatevi a chiudere la porta a chiave. Se non lo fate NON potete più essere iscritti a Photo4U.
    Se invece c’è anche un interruttore esterno, preparate un cartello in cartoncino pesante e rigido di almeno 30x30cm con l’immagine di un teschio, scriveteci a caratteri cubitali “Zona Militare vietato l’accesso – Pericolo di Morte” o “Keep Away” se siete anglofili e incollatelo con lo scotch sopra all’interruttore. Il cartoncino deve essere molto rigido per evitare che vostra sorella, per vendicarsi per lo scherzo del water della volta precedente, riesca a premere l’interruttore, deformando il cartoncino stesso. Prima di entrare in camera oscura annunciate pubblicamente che state per fare una sessione di sviluppo e che è vietato avvicinarsi alla camera oscura fino a nuovo ordine. Annunciate che starete dentro per un tempo almeno doppio rispetto a quello effettivo. Non si sa mai.......al buio! Anche in questo caso chiudete la porta a chiave.

    Prima di chiudervi definitivamente e irrimediabilmente in camera oscura fate un’ultima verifica: che le spirali siano ben asciutte. La cosa non è così ovvia, nel caso qualche ora prima abbiate fatto una precedente sessione di sviluppo; le spirali potrebbero essere anche solo un po’ umide, nel qual caso l’inserimento della pellicola diventerebbe un incubo di tale portata, rispetto al quale “Scream 7” diventa un film di Walt Disney. Se vengo a sapere che avete rovinato una pellicola perchè, dopo essere rimasta per 90 minuti infilata per metà nella spirale, avete avuto una crisi di nervi e siete usciti urlando con la spirale in mano, vi espello a vita da Photo4U.

    Un altro punto da tenere presente e da preparare opportunamente riguarda il risciacquo delle pellicole dopo il ciclo di sviluppo. Poichè è importante risciacquare le pellicole ancora avvolte nelle spirali in acqua corrente, il metodo più semplice è quello di disporre di un lavandino che permetta di indirizzare il getto del rubinetto esattamente nel tubo centrale di plastica nera della tank, nel quale si infilano le spirali. Così il getto d’acqua percorre il tubo fino in fondo alla tank, risale sui lati, passando tra le spire delle pellicole e esce dai bordi della tank. In questo modo il lavaggio risulta davvero perfetto. A volte però può accadere che la forma, le dimensioni e la disposizione dei rubinetti del vostro lavello non vi consenta di far cadere il getto d’acqua in mezzo alla tank e allora potreste trovarvi in difficoltà.
    Questa verifica va fatta preventivamente. Altrimenti rischiate di farla con le prime pellicole della vostra vita appena sviluppate e che non sapete come diavolo sciacquare. Ad esempio potreste notare che il rubinetto è troppo in basso per poter dirigere il getto nella tank. Allora la soluzione di solito è quella di collegare il rubinetto al tubo centrale della tank tramite un tubo di gomma del costo di pochi Euro. Rimedio semplice e d efficace, ma assolutamente da prevedere prima di qualsiasi attività di sviluppo.
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