50 macro: diffrazione e PDC

ElFord · utente Iscritto: 29 Nov 2005 Messaggi: 379 Località: Genova

In un altro post qualche giorno fa ciccio aveva chiesto la foto di un righello con il 50 macro a f22 per valutare la PDC e Palmerino era intervenuto per sollevare il problema della diffrazione. Quest'ultima l'ho sempre un pò trascurata, ma l'affermazione era autorevole, addirittura sconsigliava macro a più di f8! Surprised

Ho quindi deciso di eseguire un piccolo test: ho fotografato il righello richiesto alla minima distanza di messa a fuoco con il 50 macro a varie aperture di diaframma. Di seguito potete vedere i risultati, che sono quelli prevedibili, soprattutto a f2 la PDC è quasi nulla. Smile

ElFord · Inviato: Gio 11 Mgg, 2006 8:14 am Oggetto: Diffrazione

E per la diffrazione? Da quelle immagini non mi sembra apprezzabile, almeno dal mio occhio!
Se però prendiamo un ritaglio al 100% le cose cambiano. L'immagine allegata è un collage di quattro crop di f22 f16 f11 f8 rispettivamente da sinistra a destra.
Mi sembra che la differenza tra f8 ed f11 sia insignificante, si nota un calo di definizione passando a f16 ma ancora accettabile, mentre a f22 Il calo di qualità è sensibile.
In conclusione, per questo obiettivo specifico, i diaframmi fino a f11 sono pienamente sfruttabili, anche f16 se necessita grande PDC, f22 meglio scordarselo.

shiny · utente Iscritto: 15 Nov 2005 Messaggi: 414

A tal proposito devo dire che mi ero accorto di una situazione simile facendo delle foto notturne (di cui parlo anche nel post relativo ai puntini bianchi) con lughi tempi di esposizione.
In quall'occasione utilizzando il ben meno nobile obiettivo 14-45, avevo notato una perdita di dettagli già diaframmando a più di f8, come giustamente indicato da Palmer.
Inizialmente non avevo capito come fosse possibile perché chiudendo il diaframma avrei dovuto ottenere maggiore profondità di campo e quindi maggiori nitidezza sugli oggetti a fuoco; invece accadeva il contrario. La PDC aumentava ma la nitidezza degli oggetti che erano a fuoco con diaframmi minori diminuiva fortemente.
Adesso, grazie a te e a palmerino ho capito che è merito della diffrazione.

ElFord · Inviato: Gio 11 Mgg, 2006 8:35 am Oggetto:

isolarossa · Inviato: Gio 11 Mgg, 2006 3:34 pm Oggetto:

Complimenti allora a Cesare (Palmer) per la teoria........
ma anche a Muzio Scevola per la pratica manodopera (Elford).....

a parte gli scherzi....Elford, veramente una bella prova.

palmerino · Inviato: Gio 11 Mgg, 2006 6:36 pm Oggetto:

per ovviare a questo, c' è un programma specifico per fare tante fotografie a tutta apertura spostando lievemente la messa a fuoco....il programma poi sovvrappone tutte le fotografie eseguite, per ottenere un' unica conuna profondità di campo elevata ed una nitidezza ottima.
Ovviamente il soggetto e la fotocamera devono essere "rigorosamente" immobili.
Per la spiegazione, è molto meglio leggere la recensione dell' appassionato fotografo (Stebonet) che si diletta nella tecnica: sicuramente bravissimo.
Link nel recente sito di Tony....
http://forum.aceboard.net/179783-1002-1659-0-Test-programma-HELICON-FOCUS.htm

Nella fotografia normale è ben non superare f:11, max f:16.
Nella fotografia macro, più i rapporti di ingrandimento aumentano, più la diffrazione si fà notare ai diaframmi via via più aperti (proprio quando servirebbe diaframmare).
Un altro metodo, è il basculaggio dell' ottica: con un apposito adattatore, è possibile "aumentare" la profondità di campo come si fà normalmente con in banchi ottici (fotocamere che usano pellicola di grande formato): potrà sembrare strano, ma "allontanando" l' ottica per raggiungere alti ingrandimenti, "aumenta" il cerchio di copertura, ed è per questo che possiamo basculare (inclinare) senza essere penalizzati dalla vignettatura.
Spero che non sia "arabo" quello che ho appena sù scritto.... Triste