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photo4u.it - Interviste
Conversazioni Fotografiche - Alvaro Alberoni albo49


Ed eccoci a un nuovo appuntamento con la nostra Rubrica:Conversazioni fotografiche.

5 domande - 5 risposte secche, sempre uguali per tutti, per conoscere un po' meglio gli ultimissimi acquisti di p4u, gli utenti più timidi e i rientri dopo un’assenza più o meno prolungata.

Ogni risposta è illustrata anche con qualche fotografia, non necessariamente scelta tra quelle già messe in critica, ma comunque caricate in galleria.

Chi ha piacere svelerà anche il nome e il cognome che stanno dietro al nickname e correderà il tutto con una fotografia che lo ritrae con la sua macchina fotografica.

Questa è la volta di:

Alvaro Alberoni, albo49

Profilo su p4u e Gallery su p4u

Buona lettura a tutti!


Grazie Teresa, non nego di essere rimasto sorpreso per il tuo gentile invito.

Nonostante la mia ridotta frequentazione del sito partecipo volentieri a questa iniziativa che offre l’opportunità di approfondire la nostra conoscenza.

Cinque domande asciutte, che potrebbero lasciare poco spazio alla narrazione, domande che si fanno per aprire uno spiraglio e per ridurre la distanza. E’ anche vero che per come si scrive e per quello che si scrive, molto emerge: non tutto.



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bruma_|_sss

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/|st..bambole

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nuvolel'attesacomari - Gargano 1984


1) Perché fotografi?

A questa domanda potrei dare una risposta sbrigativa scrivendo un banale “perché mi piace”. Fermandomi un attimo a riflettere (non mi ero mai posto la domanda), credo di trovare la risposta facendo a ritroso un breve viaggio nel tempo.

Mi chiamo Alvaro Alberoni, classe ‘49, abito da sempre in provincia di Ferrara, sono felicemente sposato, ho una bellissima figlia e due nipoti meravigliosi.



Inizio il mio percorso professionale presso studi di architettura dove lavoro complessivamente per circa 20 anni.

Nel frattempo, dal 1984 al 1994, sono chiamato ad insegnare autocad, composizione e grafica computerizzata.

Dal 1996 al 2011 mi dedico anche alla commercializzazione di prodotti informatici ed alla gestione e realizzazione di siti internet. Poi la pensione.

Percorso di vita lineare e molto soddisfacente, ho fatto molto sport: calcio amatoriale e pallavolo. Fino all’anno scorso e per molti anni ho viaggiato in moto, non lunghi viaggi, ho sempre considerato la moto come un’estensione della bicicletta: poca strada ma quasi sempre percorsi nuovi.

Non sono attratto dai luoghi esotici, le mie mete sono sempre state le capitali europee, non solo per conoscerle esteticamente, ma per mischiarmi tra la gente, camminare per ore tra la folla, fermarsi in un bar per assaporare un buon (?) caffè, osservando l’ambiente, la vita del luogo e ovviamente per fare foto, non moltissime, 5/6 rullini in bw da 24 pose e 2/3 rullini di diapositive ad uso quasi esclusivo di mia moglie.

Quando andava bene in dieci giorni di vacanza portavo a casa circa 200 scatti.



Scelgo una scuola d'arte che completo nel 1969 per iscrivermi poi al corso di scenografia all'Accademia di Belle Arti di Bologna che termino nel 1973 subito prima del servizio militare.

In Accademia frequento il corso di fotografia dove imparo ad utilizzare macchine di grande formato, sviluppo e stampa. In quel periodo esplode la passione per la fotografia. Inizio con una biottica Lubitel, una scatola di latta che mi affascinava, ma era troppo ingombrante e i rullini costavano troppo.

A 19 anni acquisto la prima reflex, una Topcon e dopo poco la sostituisco con una Canon Ftb.



Per tre anni, durante il corso accademico, mi viene data la possibilità di frequentare lo studio di un fotografo pubblicitario professionista dove faccio pratica di ripresa in sala posa, sviluppo e stampa di lastre medio e grande formato.

Una camera oscura casalinga diventa il rifugio prediletto. Ogni attimo libero dagli impegni si conclude in un angusto spazio oscuro illuminato da una tenue luce rossa o al buio completo per il colore. Gli anni a seguire diventano determinanti per completare il percorso tecnico e per capire a quale aspetto della fotografia dedicarmi.

Dopo diverse centinaia di scatti cominciai a scoprire la mia inclinazione per le foto dove i soggetti sono le persone, il loro lavoro, le loro opere, trovando poco o nessun interesse per tutta la fotografia naturalistica, i tramonti e i paesaggi cartolina.

Non ho pulsioni nostalgiche, dopo tanto analogico non ne sento la mancanza.

Prediligo il bianco e nero e scatto con una fotocamera digitale.

Quando guardo una foto non mi chiedo con che cosa è stata fatta e come è stata elaborata, giudico solo il risultato finale.



2) Come sei arrivato su p4u e che cosa ti aspettavi quando ti sei iscritto?

Tra le cose che faccio con piacere è dedicare del tempo a sfogliare fotografie sul web e quando trovo foto che mi interessano cerco approfondimenti sull’autore ed inevitabilmente arrivo al sito che ospita quelle foto.

Sono arrivato su p4u per merito di alcune foto in bianco e nero (non ricordo quali).

Gli indizi erano più che buoni per ritornare più spesso su questo sito.

Non avevo aspettative particolari.

Entravo nel sito e mi soffermavo solo sulle immagini senza andare oltre, raramente leggo i commenti tanto meno quelli logorroici e ancor meno quelli che parlano solo di tecnologia.

Mi sono iscritto, circa tre anni fa, non tanto per postare foto quanto per curiosare e per vedere se trovavo ulteriori punti di interesse.

In quel periodo non ero molto attivo altrove, decisi allora di mettere qualche foto come primi scatti. L’idea era quella di non andare oltre, un po’ per impegni e molto per pigrizia: poi le cose cambiano.


Le prime foto pubblicate su p4u:

albo49albo49albo49albo49
Ruote.7.Oggi vado in piazzaTIC - TAC


3) Che cosa hai trovato di diverso rispetto a quello che ti aspettavi e che cosa cambieresti?

Avendo realizzato per lavoro e per diletto alcuni siti web di fotografia, credo di sapere quanto impegno serve per tenerlo attivo e funzionale.

Non critico le scelte editoriali. Il sito, la sua struttura, funziona ed è ben assimilata dagli utenti affezionati, non è molto “moderno”, ma comprendo che rifare un sito come questo può diventare un bagno di sangue e potrebbe richiedere notevoli risorse.

Chiedi cosa cambierei: se fosse possibile renderei responsive la struttura della pagina per adattarsi alle diverse risoluzioni, in alternativa aumenterei la dimensione dei caratteri.

Credo sia stato studiato per una risoluzione HD, purtroppo oggi la maggior parte degli schermi adottano una risoluzione maggiore e tutto risulta molto rimpicciolito.

Nella home del sito non c’è traccia dell’attività recente del forum, il bello di un forum sono le discussioni più o meno animate e più la discussione è immediatamente visibile più aumenta la curiosità e l’interesse ad iscriversi e a partecipare.

Il sito non è strutturato per le serie aperte che si sviluppano nel tempo, le foto postate dopo la prima non hanno molta visibilità.

Alcune foto di uno tra i periodi più prolifici, sempre a caccia di soggetti comuni, ripresi nel loro “passatempo” preferito:

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strelaxstst


4) Cerchi ogni volta la singola foto, come se ognuna fosse un quadro, preferisci lavorare a progetti chiusi o ami le serie aperte? O tutte e tre le cose, a seconda del caso?

Sono poco prolifico, riminiscenze del passato quando usavo la pellicola ed ogni scatto costava, anche ora con il digitale scatto pochissimo (circa 300 foto/anno), nella mia fotocamera tengo la raffica disattivata, solo scatto singolo.

Ogni scatto una storia diversa – diceva il prof – e una storia può essere raccontata in una foto.

E’ certamente possibile, ma nella pratica le cose si complicano.
L’idea mi piace e cerco di seguire il precetto con scatti pensati per popolare nel tempo le serie aperte.

Amo particolarmente le serie proprio perchè senza fine (finiranno con me), scatto spesso in funzione delle serie che ho in essere e mi piace rivedere serie aperte molti anni prima per confrontare, sulle stesse tematiche, la mia evoluzione (o involuzione), fotografica.

Fotografo solo per passione, ho sempre rifiutato proposte per realizzare servizi fotografici alle varie cerimonie, quello è e deve rimanere un ambito professionale svolto da chi ci campa con la fotografia.

Parigi ‘97, anche a Parigi quasi solo foto di e con persone.

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sub|o|mes amisST


5) Come nascono le tue fotografie dalla ricerca del soggetto alla pubblicazione e quale posto occupa la post produzione nel tuo flusso di lavoro?

Fortunatamente, per me, pratico prevalentemente un solo genere: foto di e con persone, qualche volta anche paesaggio urbano e fotografia minimalista.

Mi fermo, osservo, individuo la persona o la scena, se ho la possibilità cerco di farmi vedere per attirare l’attenzione e per rendere partecipe il soggetto (quasi sempre sconosciuto), non mi faccio problemi e scatto la foto.

Questo è uno dei casi dove qualcuno non ha gradito.



Relativamente alla postproduzione:

autodidatta assoluto, ho cominciato nel lontano 1983 con Autocad per il disegno tecnico e qualche anno dopo con la suite grafica di Corel. Nei primi anni ‘90 ho avuto un assaggio sul potenziale di photoshop, ma continuavo a preferire corel. Ho usato photoshop in ambito lavorativo per alcuni anni, ma non è mai scattata la scintilla, sicuramente è il prodotto di riferimento e merita il successo ottenuto, ma per la mia attività sono rimasto fedele a corel. Nel tempo ho usato diversi software, da quasi 3 anni uso Affinity, eccellente prodotto che soddisfa in pieno le mie esigenze.



Sono presente su un paio di social con netta prevalenza alla fotografia, partecipo a qualche gruppo fotografico e non dedico tempo a commentare altri argomenti.

Fotografo esclusivamente per il mio piacere, non ho mai fatto mostre e non ho mai partecipato a concorsi importanti. Sono iscritto ad un circolo fotografico, ho tenuto corsi di fotografia e di postproduzione agli iscritti ed anche ad alcune classi delle scuole medie (sempre e solo gratuitamente).

Normalmente pubblico (poco) solo foto che posso fare “uscire”. Quasi tutte le mie foto restano nel PC per molto tempo, anche degli anni, le guardo e le riguardo finché non decido di condividerle. Non cerco consenso, non sono geloso delle mie foto e accetto commenti di ogni genere purché rispettosi della persona e del lavoro.

Alle foto degli altri non assegno l’etichetta, bella o brutta, mentre le osservo devono trasmettermi sensazioni tecnico/estetiche in linea con il mio livello di comprensione.

Mi limito quasi sempre a valutazioni oggettive, diffido dei “maestrini” che reinterpretano, senza richiesta, le foto altrui in base ai loro gusti, producendo il più delle volte immagini completamente stravolte, spesso diverse dall’originale e non sempre migliori.

Poco incline all’anarchia fotografica, anche per gli insegnamenti ricevuti in accademia, cerco di attenermi il più possibile alle regole compositive anche se ultimamente fa molto “figo” dichiarare di non rispettarle. Uso solo due formati: 2:3 e 1:1, non aggiusto il formato in postproduzione per fare coincidere le “chiusure”.

Si pubblicano tantissime foto, impossibile osservarle tutte, per questo mi soffermo quasi esclusivamente su foto raffiguranti i generi che prediligo.

Osservando i lavori degli altri raramente provo emozioni (nel vero senso della parola). Dedico tempo alla “lettura” delle foto che attirano il mio interesse, le osservo a lungo per trarre il massimo da ogni punto di vista e capita spesso di vederle come possibili fonte di ispirazione.

Facendo una piccola digressione: amo particolarmente le opere del neorealismo italiano. Tra la filmografia internazionale ritengo, nel suo genere, “in the mood for love” uno dei migliori film che io abbia mai visto.

Ho letto molto, inizialmente per approfondire le tecniche della scenografia, delle arti figurative e della storia dell’arte, poi sempre più riviste di fotografia (conservo ancora molti numeri di Photo) e monografie di molti autori soprattutto italiani. In quel periodo non c’era internet e l’aggiornamento tecnologico si apprendeva solo dalle riviste specializzate.

L’uomo ha da sempre, ancor prima della scrittura, comunicato con immagini creando un vero e proprio linguaggio figurativo.

La fotografia si può definire una forma d’arte che usa il linguaggio dell’immagine per dialogare con l’osservatore.

Da alcuni anni ho praticamente messo a riposo l’attrezzatura FF a favore di una piccola ma molto performante quattroterzi che porto spesso con me e ben si adatta al genere che pratico.

Scatto quasi esclusivamente in raw e postproduco tantissimo. Prevalentemente interventi di ricomposizione, ritocchi, modifiche cromatiche e tonali. Nonostante l’abbia praticato molto con l’analogico per uso professionale, ho ridotto quasi a zero la manipolazione fotografica (intesa come artwork).

Niente in contrario per le elaborazioni grafiche frutto della fantasia che partono da una base fotografica, possono essere ottime, ma non sono più fotografie e non le proporrei nei siti di fotografia amatoriale se non per uso didattico, stessa sorte la riserverei alle foto fatte per un lavoro professionale.

Dell’era analogica conservo molte stampe anche di grande formato, sono riposte in cassetti che non apro da molto tempo. Le mie foto sono tutte nel computer, non stampo più proprio per non doverle riporre in cassetti che aprirò solo per caso.

Concludo ringraziando ancora Teresa per avermi offerto questo spazio e faccio i complimenti allo Staff per questa lodevole e non comune iniziativa.

Alcune foto fatte in treno 5 anni fa e credo siano tra le più recenti pubblicate su un sito di fotografia.

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stst..


Aggiungo alcuni autoscatti che in qualche modo raffigurano la mia attività fotografica.





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tutti guardavano la nave...il gigante e la bambina

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stValentinost






Intervista a cura di Teresa Zanetti
Autore: BIANCOENERO - Inviato: Mar 16 Feb, 2021 11:33 pm
Piacere di conoscerti Smile
Anche io nel mio piccolo ho scattato qualche volta con una FTB e una AE1.
Mi hai fatto tornare indietro nel tempo Smile

Ciao
Autore: albo49 - Inviato: Gio 18 Feb, 2021 5:47 pm
Grazie a Voi e ancora complimenti per la bella iniziativa.

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