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photo4u.it - Interviste
Le interviste: 5 minuti con GiovanniQ
In questa rubrica vi presentiamo i fotografi che si affacciano al nostro portale, con le loro fotografie, i consigli e commenti agli altri partecipanti al nostro forum.
Attraverso le domande della Redazione e le relative risposte, qualche fotografia che li ritrae di persona e i link alle loro attività esterne e/o alle pagine social/siti personali, “5 minuti con …” si propone di aprire una finestra sul mondo dell’utente di volta in volta scelto, per poter conoscere più approfonditamente coloro con cui quotidianamente ci confrontiamo, tanto da considerarli amici pur non avendoli mai visti di persona.
La nostra Redazione, per questo mini incontro, ha intervistato GiovanniQ

Profilo su p4u e Gallery su p4u

Buona lettura a tutti!








Ciao Giovanni, salto tutti i preamboli e a bruciapelo ti chiedo: raccontaci qualcosa di te e in particolare di come sei diventato fotografo.

Sono nato a Roma nel 1973, la mia storia fotografica è iniziata quando avevo una decina di anni. All’epoca chiedevo in prestito molto spesso le reflex di mio padre.

L’Asahi Pentax Spotmatic F e la Yashica FR, poi la Yashica 108 e la Mamiya Ds 100B (che fece una brutta fine in fondo ad un lago) con obiettivi di varie focali, dal 50 al 135 passando per il 28 fino al 300.

Mio padre ha sempre avuto questa passione, ricordo ancora il negozio “Autofocus” sotto casa e i pomeriggi passati a discutere di fotografia, cercando questo o quell’obiettivo da acquistare o da scambiare con l’usato, ad aspettare l’uscita delle fotografie portate per lo sviluppo, insomma a respirare aria di fotografia.

Alla fine degli anni ’80 la fotografia amatoriale, non era ancora molto diffusa a livello di massa.
Chi aveva una reflex con qualche obiettivo era guardato in modo particolare, visto quasi come un professionista.

La mia storia fotografica è nata e si è sviluppata soprattutto durante le attività del gruppo Scout, partecipando alle uscite domenicali, ai campeggi invernali ed estivi e a tutte le attività settimanali, è stato un bellissimo percorso che mi ha dato molto anche e soprattutto in termini di pratica fotografica.

Ero il ragazzino che oltre allo zaino, di per sé già pesante, portava la borsa a tracolla, con reflex e obiettivi vari, a volte anche il cavalletto!

Dopo aver contrattato quasi giornalmente con mio padre per avere in prestito qualcosa della sua attrezzatura cercai un compromesso avanzando l’ipotesi di acquisto di una reflex che fosse soltanto mia, in quel modo non avrei chiesto più nulla in prestito. E avrei anche pagato rateizzando mensilmente, ovviamente in base alle poche risorse che un ragazzino potesse avere senza un lavoro, l’intera cifra.

Conservo ancora la lettera che scrissi ai miei genitori in merito.

Mosso a compassione mio padre mi regalò una Praktica MTL-3 con il 50mm. In quei giorni mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Avere una macchina fotografica tutta mia, a 15 anni all’epoca, era una cosa particolarmente bella, almeno per chi, come me, aveva questa passione che si stava pian piano sviluppando.

Dopo la maturità scientifica ho frequentato il Corso Allievi Ufficiali di Fanteria a Cesano, vicino a Roma e dopo cinque mesi sono partito per Trieste, come Sottotenente.

In quei mesi ho acquistato una Minolta Dynax 800si con 80-210 e 135mm. Era una macchina sorprendente per quei tempi, avendo l’autofocus integrato direttamente con l’oculare, attraverso il sistema di infrarossi riusciva a mettere a fuoco gli oggetti, spostando l’occhio all’interno del mirino, qualcosa di mai visto fino ad allora.

La macchina con tutta l’attrezzatura mi fu rubata il giorno prima di tornare a Roma. Un colpo al cuore che ancora oggi non sono riuscito a superare.

Non riuscii ad avere la conferma per altri due anni e quindi da Trieste tornai a Roma.

Ho svolto dei lavori part-time soprattutto in ambito postale, nel contempo mi iscrissi a varie facoltà negli anni, senza finire l'università.

Mi iscrissi anche a vari corsi per programmatore e per web designer, la mia passione per il computer alla fine mi portò ad iniziare la carriera di sistemista e system administrator, e ad oggi sono quasi 25 anni che lavoro nel mondo dell’Information Technology, da 10 per una società che opera nel mondo del software bancario, in qualità di Supporto Tecnico IT interno all’azienda.

Durante gli anni ho cercato di imparare molto sia sul campo a livello pratico, provando, sbagliando, riprovando e soprattutto cercando di trovare una mia cifra stilistica, un mio percorso che ancora oggi, dopo circa 35 anni di fotografia, sento di non aver ancora perfezionato del tutto.

Nel 2010 ho cercato di dare una svolta alla mia produzione fotografica acquistando la Nikon D90 con il 18-105 del Kit.

La qualità della macchina mi ha permesso di avvicinarmi maggiormente alla scoperta fotografica della mia città, Roma.

Ho continuato con il brand Nikon, acquistando nel tempo la D7100 e la D500.

Utilizzo molto il mercato dell’usato e quindi compro e vendo obiettivi e corpi macchina molto velocemente, ho tuttavia una configurazione di base che descriverò nella parte che riguarda la mia attrezzatura che non cambia.

Ho provato di recente ad accostarmi al mondo mirrorless (Fuji X-E1) ma ancora non sono pronto per il passaggio, sono ancorato alle reflex e al peso dell’attrezzatura, è un mio limite, ne sono consapevole.

Nel mio percorso fotografico cerco sempre di essere coerente con le mie sensazioni e con quello che vorrei trasparisse anche dalla sola descrizione di ciò che vedo e che racconto finalizzando su file o su stampa.

Per tentare di fare questo ho, nel tempo, letto molti libri e soprattutto frequentato il Forum che considero, (sono di parte lo so!), il migliore sulla scena nazionale: photo4u.it

Per i libri sono sempre alla ricerca di qualcosa che possa aiutarmi nella mia crescita, i saggi sulla fotografia e le biografie con foto di autori famosi sono i miei preferiti, per dare un’occhiata alla mia libreria fotografica, clicca QUI

Photo4u.it mi ha aiutato e mi sta aiutando nel mio percorso di crescita, su questo potrei scrivere ancora molte pagine, mi limito ad un piccolo riassunto.
Mi iscrissi nel 2009, leggevo molto e partecipavo poco. Nel 2015 decisi di iniziare a postare foto e commentare.

Sono entrato in Staff nel 2016 e, dopo alcuni aggiustamenti, ad oggi sono in Redazione con gli amici Teresa e Nicola.

Photo4u.it è forse l’unica realtà virtuale nella quale è possibile ricevere e dare commenti tecnici ed emozionali al netto dell’esperienza fotografica e del “sentire la fotografia” di ciascuno.

Attraverso i commenti dello Staff e degli utenti, chiunque può ricevere feedback sui propri lavori nel modo migliore, a mio avviso, senza filtri e con tanta onestà intellettuale.

Cerco di portare avanti, insieme al gruppo della Redazione, attività e iniziative che possano stimolare l’incontro, anche se virtuale, tra chi condivide questa passione.

Una visuale sulle iniziative photo4u: QUI

In molte tue fotografie si trovano rimandi al cinema, a volte più diretti, come nella serie Jurassic World, altre invece più velati, come nelle vedute quasi malinconiche dell’Appia Antica. È nato prima l’amore per la settima arte o quello per la fotografia?

È bello che traspaia dalle mie foto questo amore per la settima arte. Nella mia vita ho collezionato più di 1500 tra film in VHS, DVD e BlueRay. Per un periodo ho scritto sulla pagina Facebook FanPage di Stanley Kubrick, la mia passione è il Cinema Sci-Fi

Come detto il mio amore per la fotografia è nato quando avevo quasi dieci anni, quello per il cinema credo che sia sbocciato dopo la maturità liceale.

A parte qualche progetto, tra cui quello descritto nella domanda, che tra l’altro ancora non ho inserito in critica fotografica qui su p4u, ovvero il JurassicWorld



non c’è un vero e proprio rimando voluto e analogie tra foto scattata e cinema, forse qualche accenno in fase di composizione per alcune visuali della città o qualche paesaggio UrbEX o di periferia che può accostarsi a visioni distopiche o post apocalittiche, temi cari al cinema Sci-Fi soprattutto anni 60/70.

La contaminazione cinefila comunque è possibile, anche se non direttamente voluta, in quanto amo guardare e riguardare moltissimi film, soprattutto degli anni precedenti al 2000.

Una cosa che mi aveva colpito da subito era l’avatar dell’angelo perplesso (lo cambi, ogni tanto, ma gira e rigira, in un modo o nell’altro torni a lui) insieme al tuo motto “World Without Humans” e al tipo di fotografie che prediligi, quelle appunto di un mondo senza umani, in stato di abbandono. Quell’angelo osserva, non tanto per additare le brutture e metterle alla gogna, quanto piuttosto per ricordarci che quei luoghi esistono ancora. È una curatela del residuale, mentre tutti amano fotografare la spettacolarità…

Che cosa ti ha portato alla ricerca del paesaggio liminale, le derive, i resti delle attività (di qualsiasi attività) dell’uomo?


L’avatar di cui parli è l’Angelo della Notte di Giulio Monteverde e si trova nel Quadriportico del Cimitero del Verano di Roma, sulla tomba di Primo Zonca. È un angelo malinconico e meditabondo, con le ali ripiegate e lo sguardo rivolto al cielo.

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Dark_CemeteryIl tempo che fu...DarkCemetery_Verano_Roma


In uno dei miei progetti, DarkCemetery, foto di statue e tombe nei cimiteri, in chiave Dark, incontrai questo angelo seduto e pensante, e subito mi conquistò. Mi andai a documentare e scoprii che era dello stesso scultore del ben più noto angelo del cimitero di Staglieno.

Lo adottai come avatar qui su p4u, perché penso mi rispecchi, pensando e rimuginando su cose in piena solitudine, può essere un qualcosa che suscita tristezza, ma sono certo che può capitare anche alla persona più estroversa o gioiosa, a volte.

Il progetto WWH “World Without Humans” è nato tanti anni fa.

Ho provato a raffigurare Roma senza umani, cosa molto difficile un tempo. Oggi, in piena pandemia, purtroppo, è molto facile trovare vie e piazze deserte qualche anno fa invece, era quasi impossibile.

Alzandomi la mattina molto presto potevo essere completamente solo in luoghi solitamente molto affollati. Le foto che ho potuto realizzare così risultano stranianti e particolarmente interessanti in quanto mostrano una visione molto diversa della miga città.

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Roma2xIP_DegradoS.Maria in Trastevere, RomaCastel S.Angelo Rome

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MrThoms_Dragona_RomaColoriSvanitiDecathlon, TorVergata. RomaVolley Rome

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stEUR_WWHCasa dello studente, CaseRosse, RomaDeserticaDesolazione


Questo genere di fotografia ha una doppia valenza, per me.
Da un lato ci permette di riappropriarci di un ambiente rispetto al quale la generalità dimostra disaffezione e dall’altro serve come antidoto (e qui rubo un pensiero di Ghirri) all’invasione delle facce nel mondo moderno, che sbucano da ogni dove, giornali, tv, pubblicità … E lui non aveva avuto modo di conoscere i selfie…


Assolutamente d’accordo. Occorre secondo me guardare con i propri occhi e seguendo la propria sensibilità e in base alla propria esperienza e non attraverso i filtri che quotidianamente web, social, media, etc. ci propongono e a volte, anche inconsciamente, impongono.

È molto difficile riuscirci, in più si rischia di risultare impopolari o magari “fuori moda”.

Questo però è necessario per portare avanti in modo coerente e senza contaminazioni i propri progetti, fotografici e non.

La gente in genere ama le fotografie che raffigurano cose belle (tramonti, monumenti, nature morte caravaggesche …) e le confonde con le belle fotografie. La sfida, per come la vedo io, è riuscire a fare invece una bella fotografia da ciò che in genere si ritiene brutto. Quali sono le difficoltà della rappresentazione di qualcosa che alla maggior parte delle persone non piace guardare?

Ho avuto modo, nel tempo, di fotografare quello che definisco SoftDegrado, ovvero luoghi e soggetti a cui mancherebbe davvero poco per uscire dal degrado di cui sono prigionieri.

Il primo atto per liberare questi luoghi dal degrado è quello di denunciarne l’esistenza, attraverso la documentazione visiva. Nel mio progetto SoftDegrado, racconto Roma e la provincia, nelle sue molteplici rappresentazioni di degrado.

A questo però dovrebbe seguire una riqualificazione e azioni da parte di chi osserva, ma la maggior parte delle volte, il sottoscritto in primis, nessuno si attiva e si preferisci voltarsi da un’altra parte, e così si va avanti.

La ricerca del bello in fotografia è documentata e certificata da molti saggi, ma anche la documentazione di ciò che in molti reputano non bello, può avere una sua forza espressiva, una visione d’insieme o nel particolare che può, e deve a mio parere, far pensare.

Alterno a visuali paesaggistiche dove cerco di carpire il bello della natura a visioni di degrado della periferia di Roma e provincia, alle visuali architettoniche, razionaliste e contemporanee, foto del degrado che ci circonda, e così via.

L’alternanza del bello e del brutto che si scambiano di posizione, non è sempre ben percepita dal fruitore dello scatto, ma credo sia un mio limite, perché devo ancora affinare la mia capacità di veicolare al meglio questo tipo di messaggio.

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DegradoBeachRoma, degrado....generaleTorVergata_Roma_DesolazioneDegradoFiumicino_sunset

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StarWars?DegradoBeachstGreeNSkuLL

ThX - 1138GiovanniQGiovanniQGiovanniQ
Degrado Windowunder_the_bridgeMimi the clownPaliano_PalestraSoftDegrado


Mi piace pensare che l’atto fotografico sia diviso in due momenti genetici, come se avesse la possibilità di nascere due volte. Uno di presa, in cui il fotografo è solo con il suo soggetto e la sua macchina. L’altro di restituzione, in cui il fotografo, col frutto raccolto nel momento precedente, lo sviluppa per restituirlo a se stesso, in primo luogo, ma poi anche a coloro che vorranno guardarlo. Per alcuni la fotografia si esaurisce nella prima fase. Una sorta di atto performativo che si conclude con lo scatto e quello che accade dopo non è più di alcun interesse. Per altri, invece, anche la prima fase è tutta votata a quella successiva in cui l’immagine trova la sua collocazione nel mondo. Tu dove metti l’accento del tuo fotografare?

Detto questo qual è il tuo flusso di lavoro dallo scatto alla post produzione e quanto spazio dai a quest’ultima?


Il mio flusso di lavoro inizia con la scelta della location o del progetto che vorrei portare avanti. Nel caso di Paesaggio o Architettura inizio studiando i luoghi, anche il modo di arrivarci, il tempo necessario, la meteorologia … se esistono mi documento, osservando foto già scattate da altri, giusto per farmi un’idea iniziale.

Nel caso di foto di Architettura mi documento sulla storia della struttura, edificio, Chiesa, ecc.

Dopo la sessione di scatto, a casa, verifico e seleziono le foto che post produrrò. Per la post produzione utilizzo Adobe Photoshop 2020 e relativo Camera RAW, i plugin Nik Collection 2.0 e Topaz Denoise AI.

Per la post produzione ho definito varie azioni su Photoshop e a seconda del soggetto ripreso le applico, per mantenere una coerenza di fondo tra i vari progetti. Nel corso degli anni ho cercato di lasciare il più possibile il mood della foto rispondente alla realtà che ho incontrato in quella determinata situazione, qui ovviamente si potrebbe discutere per anni, sono questioni già ampiamente dibattute in varie occasioni.

Credo che alla fine il gusto personale, quando è frutto di meditazione e volontà, sia sempre la miglior scelta rispetto alle mode del momento, e soprattutto rispetto alla propria ricerca, fotografica e di soddisfazione personale.
Il flusso di lavoro si conclude con la pubblicazione sui social, Facebook, Flickr e 500px e solo eventualmente con la stampa.

La storia della fotografia è, anche, una storia di limiti tecnici e di superamento degli stessi e nel mentre, in attesa che qualcuno trovi il sistema per porre rimedio al limite, di ingegnosi sistemi per aggirarlo o, meglio ancora, per portarsi a casa il difetto come estetica. Un po’ come Haas che, per ovviare alla lentezza esasperante della pellicola Kodachrome, ha inventato la silhouette e il mosso creativo. O ancora prima di lui Atget, che sottolineava la tristezza del Vieux Paris che andava morendo con la vignettatura ponderosa data dalla sua attrezzatura di troppo antica fattura… Oggi abbiamo per le mani una scatoletta magica che sta facendo passi da gigante quanto a tecnologia (Fontcuberta l’ha addirittura definita “la macchina fotografica che ti permette di telefonare”), e tuttavia, rispetto alle “fotocamere vere” ha obiettivamente (secondo me ancora per poco) dei limiti evidenti. A te è capitato di usare il cellulare per fotografare cercando di acquisire come estetica uno dei suoi difetti?

Utilizzo lo smartphone anche per fotografare. Sembrava un’eresia fino a poco tempo fa, ora però con la consapevolezza che non potrà mai sostituire il sistema reflex per foto tecniche, di Paesaggio, Macro, Natura, Sport e Architettura, può essere utilizzato per, come mi piace chiamarli, appunti di viaggio.

Un viaggio quotidiano che visivamente ognuno di noi porta a termine, giorno dopo giorno, attraverso i propri occhi.

Annotiamo tutto, forse anche troppo, e a volte è necessario fermare un attimo, un soggetto, un’idea, con una foto.

Non sempre ho con me la reflex e quindi utilizzo a volte il telefono, per congelare un’ istante visivo.

Di seguito un piccolo gruppo di foto eseguite nel tempo con il cellulare che ho inserito in critica qui su phtoo4u:

GiovanniQGiovanniQGiovanniQGiovanniQ
OVOS - Obbligate Visioni Ospedaliere SmartphoneXoternaNote 4 FramesAppunti_cell

GiovanniQGiovanniQGiovanniQGiovanniQ
mini_malst.Vetrina AnalogicaVerso...

GiovanniQGiovanniQGiovanniQGiovanniQ
Violet_lamPstColoursNote 4 Frames - Stones


Credi anche tu che i vari visivi lascino un deposito nella memoria che si ripresenta inaspettatamente, in modo del tutto non voluto, tanto che ci si ritrova inconsciamente a fare fotografie che ne richiamano altre che nemmeno ricordiamo di aver visto, sino a che qualcuno, dall’esterno, ce lo fa notare?

Senza dubbio stiamo vivendo un periodo in cui foto e video vengono prodotti e pubblicati in maniera esponenziale da chiunque.

I social e i media propongono quotidianamente circa 800 milioni di contenuti multimediali, siamo prossimi alla saturazione sia delle idee che dei contenuti.

Ogni tanto ripenso a quel prototipo di macchinetta fotografica, forse un fake, ma l’idea era comunque geniale. La macchinetta non si attivava se l’inquadratura proponeva una visuale già utilizzata centinaia di migliaia di volta da utenti di tutto il mondo, quindi se si voleva riprendere il Colosseo, il monumento più famoso e visitato nel mondo, lo si doveva fare in una maniera del tutto nuova e originale, in modo tale da poter attivare il sensore e scattare.

Questa cosa mi ha sempre interessato e divertito, anche se devo ammettere che per un turista, la classica ripresa del Colosseo nella sua interezza, frontalmente per capirci, è una foto che deve essere “portata a casa”.

Seguo molti autori sui vari social e leggo molti libri, per questo a volte le idee, i mood, il modo di fotografare di alcuni possono avere un peso importante nell’economia dello scatto che vado ad effettuare.

Ultimamente ti sei accostato alla fotografia di paesaggio. Levatacce, chilometri percorsi in auto e a piedi, con l’attrezzatura pesante a spalle… Raccontaci qualche aneddoto.

In realtà come detto sono tanti anni che fotografo Paesaggi, ma è vero che da quando ho iniziato a fotografare con la Nikon D90 e successive reflex ho potuto dare continuità e qualità ai miei scatti.
Ho acquistato degli obiettivi che servono nello specifico per foto paesaggistiche, insieme al cavalletto Manfrotto 190, filtri ND vari e scatto remoto.

La preparazione dell’uscita fotografica avviene intorno al giovedì/venerdì quando sui gruppi WhatsApp si inviano proposte di nuove location o idee per fotografare meglio le location già viste.
Le mete proposte sono per la maggior parte all’interno della provincia di Roma o comunque nel Lazio.

A me piacerebbe molto uscire dalla regione, ma so bene di ragionare da single e senza legami e posso capire che chi ha una famiglia, partner e/o figli, possa non avere a disposizione tutto il tempo necessario per un’uscita fotografica, che magari impieghi 6 ore, tra andata e ritorno, solo per il viaggio!

I luoghi da fotografare sono quasi sempre gli stessi, e a meno di novità, alla fine si cerca di trarre maggior beneficio, a livello fotografico, anche da quelli già visti in passato.

Dopo una settimana di lavoro uscire per qualche scatto paesaggistico, in completa solitudine o comunque con pochi amici, mi fa bene allo spirito e ricarica le batterie per la settimana entrante.

È altrettanto vero però che per effettuare scatti decenti, intendo dire nelle condizione di luce migliori, ovvero poco prima dell’alba o poco dopo il tramonto, occorre fare dei sacrifici in termini di tempo.

Ma poi si è ripagati con i risultati dei propri scatti. Nella maggior parte dei casi cerco di portarmi a casa fotografie che soddisfino il mio personale concetto di Paesaggio.

Eseguo molti scatti in una medesima sessione fotografica, ma al momento di pubblicare sui social e/o di stampare, cerco di limitarmi a non più di 5 fotografie. La scelta viene operata principalmente in fase di scatto, cercando il giusto numero di foto, che scremo ancora una volta a casa, quando verifico e seleziono gli scatti che andranno a comporre il gruppo definitivo di 5 foto.

Ho diversi contatti di amici e conoscenti con i quali, a turno, fotografiamo insieme nei diversi luoghi che di volta in volta scegliamo.

Un grazie per la pazienza e per l’amicizia, anche oltre la fotografia, va però a chi più di altri “sopporta” e “supporta” la mia presenza, ovvero Federico e Marco.

Nei due seguenti scatti ho cercato di ritrarli, ambientando con il Paesaggio circostante le loro figure, nella prima Federico, qui sul forum Federico_

Giocando con le onde in arrivo, quasi ci si bagna del tutto, scatto eseguito a S. Felice Circeo in provincia di Latina



e Marco, qui sul Forum scaramuccia

Sempre a S. Felice Circeo, grotta delle capre. Dall’interno della grotta.



GiovanniQGiovanniQGiovanniQGiovanniQ
S.Severa_RM_Dic2020Campagna_romanastTorCaldara_Lazio

GiovanniQGiovanniQGiovanniQGiovanniQ
SelvaPaliano_Nov2020CanternoLakeRomaSFeliceCirceo_Gen19

GiovanniQGiovanniQGiovanniQGiovanniQ
Neowise_Lug18GrotteNerone_Anziostsea


A proposito di attrezzatura, la tua come si compone?

Attualmente dispongo di due corpi reflex APS-C Nikon D500 e D7100 con battery grip. Come ottiche mi affido al Tokina 12-24 f4, al Sigma 17-50 f2.8, Sigma 105 Macro, Tamron 70-300 VSC, Nikon 35 f1.8, e fisheye Samyang 8mm. Ho anche una mirrorless Fuji E-X1 con 16-55 e la Nikon P900.

Di recente ho regalato la mia fida Nikon D90 con il 18-105 a mia nipote Chiara. L’emozione di vederla contenta e soddisfatta e il desiderio di vedere continuare in lei la passione fotografica non ha prezzo.

Per finire ti chiediamo di scegliere le foto (al max 5) a cui sei più affezionato tra quelle che hai postato nel tempo e di aggiungere una breve descrizione a corredo di ognuna.



Durante il percorso casa-lavoro-casa incontro questa struttura purtroppo nota
per lo spreco assoluto che è derivato dal non averla completata, si tratta della vela di Calatrava
a Roma, Tor Vergata. In principio pensata per ospitare i mondiali di nuoto,
poi ripensata per concerti, attività didattiche, ecc. ecc. L’unica cosa certa è che per
terminarla occorrerebbero circa 200 milioni di Euro, ed è per questo che rimane così,
incompiuta. In questa foto ho voluto raffigurarla in modo diverso dal solito, quasi in due dimensioni.
A me la struttura piace molto, non sono riuscito mai ad entrare, bisognerebbe infrangere qualche sigillo,
ora è diventato anche più difficile perché sotto sequestro.

Link Foto su p4u



La foto a cui sono più affezionato.
Si tratta di uno scatto eseguito nei pressi della Selva di Paliano,
in provincia di Frosinone. È la foto che ho più stampato in assoluto e
regalato ad amici e parenti. La genesi di questo scatto è particolare, insieme ad uno
dei miei tanti amici e compagni di avventure fotografiche, Massimo, uscimmo
come al solito per scattare. Di solito mi suggeriva di fotografare questo o quel soggetto,
ma la maggior parte delle volte rispondevo negativamente. In questa occasione
ho fotografato ciò che mi suggeriva, ovvero quella fila di alberi in lontananza
e anche il suggerimento a post produrre con colori saturi, in particolare il verde e blu.
Quando pubblicai la foto gliela feci vedere e sorridemmo sul fatto che a volte seguire
i suggerimenti degli amici può portare a risultati più che accettabili.

Link Foto su p4u



Non sempre ciò che può essere importante e fondamentale per chi scatta lo
è poi per chi visualizza la foto. Questa foto ne è un esempio. Per anni ho fotografato
l’attività della Street e Urban Art a Roma, documentando in più di cinquecento scatti
questo mondo. La foto è relativa a uno dei murales di Alice Pasquini al circolo degli artisti a
Roma. Poco dopo lo scatto questo murales era completamente sparito sotto i graffiti di vandali
che nulla hanno a che fare con la StreetArt. Foto documentativa molto importante per me,
ma che al Contest per la foto più bella del 2018, qui su photo4u, non ha riscontrato successo,
anzi è stata votata come ultima tra tutte le foto che partecipavano.

Link Foto su p4u



Scatto eseguito il giorno prima del decesso di mia madre.
Molto sentito quindi, anche perché riponevo, scattando, una certa speranza
quel giorno, aumentata dal fatto di vedere un’alba così colorata e beneaugurante.
I giorni successivi ho rivalutato questo scatto come il primo di una lunga serie
che mia madre non avrebbe potuto più vedere. Ma in realtà scatto ancora affinché lei possa
dirmi “bravo” anche se alcune foto fanno veramente pena...
A lei piacevano ugualmente, anzi...di più.

Link Foto su p4u




Il lago di Canterno, in provincia di Frosinone.
Tante volte abbiamo scattato, insieme ad amici e compagni di uscite fotografiche,
in questo bel lago. In questa foto, con il fisheye 8mm poi gestito in post produzione per
le linee curve, ho cercato di riprendere più lago possibile insieme all’ amico Marco, a sinistra del frame.
I colori quasi pastello della mattina presto ha fatto poi il resto.

Link Foto su p4u


Ci congediamo infine da GiovanniQ, ringraziandolo per l'intervista, con alcune sue foto che lo ritraggono insieme alla macchina fotografica strumento con cui coltiva la passione che tutti ci accomuna, la Fotografia








GiovanniQ sui Social:

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https://www.flickr.com/photos/giovanniq/
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Intervista a cura di Teresa Zanetti e Klizio
Autore: teresa zanetti - Inviato: Mer 23 Dic, 2020 4:46 pm
Non è mia abitudine intervenire sotto alle interviste, mi sembra fuori luogo dal momento che sono parte in causa.
Ma questa volta è d'obbligo.
Questa è un'intervista davvero speciale, perché sulla graticola c'è finito il "caporedattore"!
E poi perché il colpaccio è riuscito dopo ben due anni di corteggiamento!

Leggetevela con tutta la calma e l'attenzione che queste feste recluse regalano, scoprirete una persona davvero speciale, molto distante dal burbero tipo con barba e occhiali che siamo convinti di conoscere.

Questo è il regalo di Natale della Redazione4u!
Un caro abbraccio a tutti.
La TereZ
Autore: Arnaldo A - Inviato: Mer 23 Dic, 2020 5:32 pm
Ciao Giovanni ho letto con grande interesse la tua bella intervista, che mi permette di conoscerti meglio ed apprezzarti come staff, membro della redazione 4U, ed anche un bravo fotografo ed una splendida persona.
Certo se tu abitassi nella mia provincia se ne potrebbe fare delle uscite di qualche giorno.. ma purtroppo abiti molto distante.. Spero almeno un giorno di incontrarci..
Intanto ti faccio gli Auguri di buone feste, speriamo che l'anno che verrà sia migliore. Ciao
Arnaldo
Autore: littlefà - Inviato: Gio 24 Dic, 2020 12:12 am
Finalmente Gio!!! Era ora che oltre nella firma,ci fosse il tuo nome anche nel ''soggetto'' dell'intervista.... È bello leggere di te, non avevo dubbi sul fatto che fossi una persona con tanto da raccontare .. Si vede chiara la passione che nutri verso ciò che fai, oltre al tuo impegno che è sotto gli occhi di tutti. È stato molto interessante leggere il tuo percorso, avere conferme sul tuo modo di vivere la fotografia e scoprire anedotti e lati di te magari meno visibili.. so che sei una persona sensibile dietro la corazza un poco burbera con cui a volte ti presenti e ne ho avuto conferma al bel raduno dell'anno scorso ,che speriamo di poter ripetere presto. Sempre complimenti alla redazione e stavolta a te toccano doppi! Grazie!Con un grande augurio di feste serene .. Ciao
Autore: Klizio - Inviato: Gio 24 Dic, 2020 1:18 pm
Finalmente Giò! Aspettavo da tempo che ti raccontassi perchè sei un mondo complesso, molto più profondo di ciò che appare.
E sono contento perchè posso finalmente dirti che per me sei stato una figura molto importante. Quando mi sono iscritto, nel 2016, in primi scatti non sapevo nulla di fotografia e tu sei stato sempre presente, senza alcuna indulgenza mi hai preso a bastonate svariate volte, in modo onesto e coraggioso. Già, coraggioso: perchè non è facile essere severi e onesti in una community sapendo che un simile approccio potrebbe allontanare l' utente invece che spronarlo. Mi hai aiutato molto e per questo ti dico GRAZIE.
Ora questa tua intervista, così sincera, mi aiuta a capire meglio le tue foto, che mi vengono restituite con un' anima, un senso, un progetto che apprezzo moltissimo.
Il merito è di Teresa .. che ha saputo inseguirti e pazientare fino a stanarti.
Ma me è valsa la pena.
Buon Natale Giò.

Ciao
Autore: GiovanniQ - Inviato: Ven 25 Dic, 2020 5:53 pm
Tere, Arnaldo, Faby e Nico, grazie per i commenti e per l'opportunità di raccontarmi...

Wink
Autore: Harma - Inviato: Dom 27 Dic, 2020 8:06 pm
Questa bellissima intervista mi ha fatto capire meglio il tuo modo di fotografare....Una storia fotografica lunghissima!
Con gran piacere ti seguirò di più, perché la mia storia fotografica è breve e ho da imparare ancora molto.....
Autore: rrrrossella - Inviato: Lun 11 Gen, 2021 9:33 pm
Ciao Giovanni, mi ha fatto molto piacere leggere la tua intervista e conoscerti un po’ di più, in attesa di poterlo fare di persona! Traspare la tua personalità di persona sincera, diretta e sensibile… oltre che ottimo fotografo! Un abbraccio e a presto. Ciao
Autore: GiovanniQ - Inviato: Mer 13 Gen, 2021 11:08 am
Harma e Rossella, grazie per aver lasciato un vostro pensiero... Ciao

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