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nostalgie e riflessioni sul futuro fotografico

 
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click-clack
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MessaggioInviato: Mer 02 Lug, 2014 11:59 pm    Oggetto: nostalgie e riflessioni sul futuro fotografico Rispondi con citazione



Chiamatemi nostalgico , oppure malinconico, ma sento che la fotografia, quella con la lettera maiuscola, la stiamo perdendo.

Questa sensazione già la provai quando il digitale iniziò a fare concorrenza all'analogico. Questa possibilità di manipolare quasi totalmente uno scatto in post produzione, la possibilità di avere ISO a iosa fotogramma per fotogramma, il rullino infinito, la visione immediata etc..toglieva quella abilità che veniva riconosciuta al fotografo, l'artista.

Quello che quando premeva il pulsante la foto la aveva già nella testa,quello che aveva già valutato quali ISO sfruttare, quale pellicola per il risultato che si era preposto ...e così via.

Oggi molti si definiscono fotografi, ma ne conosco alcuni che fanno fare tutto alla macchina, non pensano nulla o poco, e a volte manco sanno che processo sta avvenendo nella loro macchina; scelgono solo il programma giusto.

Prevale solo il culto dei megapixel, dello stabilizzatore ultra, e dello zoom 40x.

Da poco poi vengo a sapere delle nuove riprese video in 4K, appunto 4 volte piu nitide del full HD grazie ad algoritmi stupefacenti ideati dalla Sony, la quale garantisce che in futuro potremo selezionare un qualsiasi fotogramma del video ed avere una foto ad alta definizione.

Addio appostamenti, attimi fuggenti, ansie del troppo presto o del troppo tardi. Una bella ripresa continua e vedrai che la foto bella la troviamo.

Vediamo un po; 30fps per 10 secondi = 300 foto ! l'attimo fuggente lo avrò beccato di sicuro !! che esperienza serve ?

Ogni tanto apro l'armadio e mi riguardo le mie vecchie analogiche, e anche loro paiono guardarmi. quanti ricordi !

l'ansia di cambiare l'obiettivo velocemente, che aveva pure l'attacco a vite dannazione, la messa a fuoco che non ti pareva mai quella giusta mentre il soggetto svaniva velocemente, il rullino che sta per finire proprio adesso .......e mi fermo.

Perchè questo sfogo ? perchè oggi sono andato a vedermi la mostra fotografica in retrospettiva di TINA BODOTTI classe 1896.
Le sue foto così mosse, cosi sfocate , cosi granulate, ma fatte con passione ed amore hanno valso più di mille foto a 40 mpx di altri
" fotografi".
Se riesco vi posto uno stralcio della sua lettera ad un suo amico fotografo, dove lei è preoccupata di non essere mai all'altezza, esattamente quello che provo sempre io.

Chiudo dicendo che oggi uso abitualmente le digitali, più che per scelta per imposizione, perchè è meno oneroso scattare in digitale, ed a questo vantaggio tanto di cappello.Gli altri vantaggi tendo a non sfruttarli, la tratto da analogica.

Forse tutto questo può essere capito solo da quelli della mia generazione, quelli della Yashica TLX, della Biottica Rollei etc. Le nuove generazioni solo digitalizzate non credo possano capire.

Attenti !! non ho detto che tutti quelli che fanno digitale non sono artisti o fotografi, dico solo che la vita per loro oggi è più facile. Meglio ? peggio ? chissa !!

Buone foto a tutti
Ho già noleggiato un bunker dove ripararmi per un po di sere Very Happy

ciao

Click-clack

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PENTAX K 50 ; CANON Power shot SX1 IS; PANASONIC DMC-LZ10 ; PANASONIC DMC FS35; FUJI FINEPIX S-2980 ; NIKON F50; PENTAX MZ50 ; YASHICA FX-3 2000 ;PRAKTICA B200. RICOH 500 G .
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Santiago81
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2014 2:18 am    Oggetto: Re: nostalgie e riflessioni sul futuro fotografico Rispondi con citazione

Non volermene ma leggo molta approssimazione e molti luoghi comuni in quello che hai scritto.
click-clack ha scritto:

Chiamatemi nostalgico , oppure malinconico, ma sento che la fotografia, quella con la lettera maiuscola, la stiamo perdendo.
Questa sensazione già la provai quando il digitale iniziò a fare concorrenza all'analogico. Questa possibilità di manipolare quasi totalmente uno scatto in post produzione, la possibilità di avere ISO a iosa fotogramma per fotogramma, il rullino infinito, la visione immediata etc..toglieva quella abilità che veniva riconosciuta al fotografo, l'artista.

Prima di tutto, mettiamo da parte, almeno per pietà, la parola "artista"; limitiamoci a "fotografo", che è già tanta roba.
L'abilità di quest'ultimo non è mai stata quella di svilupparsi i rullini, di fare le giuste diluizioni, scegliere i prodotti chimici migliori ed utilizzare tutte le accortezze necessarie ad una stampa da museo.
Quello è il lavoro dello stampatore, un'altro mestiere, molto specialistico e non scomparso, solo evoluto.
Anche a pellicola era possibile manipolare pesantemente uno scatto, al punto da rendere difficile, quando non impossibile, capire dove finisse la fotografia e dove invece cominciasse il lavoro grafico.

click-clack ha scritto:
Quello che quando premeva il pulsante la foto la aveva già nella testa,quello che aveva già valutato quali ISO sfruttare, quale pellicola per il risultato che si era preposto ...e così via.

Il lavoro di previsualizzazione, progettazione, scelta del giusto compromesso eccetera è qualcosa che si fa sempre e prescinde totalmente dal tipo di supporto.

click-clack ha scritto:
Oggi molti si definiscono fotografi, ma ne conosco alcuni che fanno fare tutto alla macchina, non pensano nulla o poco, e a volte manco sanno che processo sta avvenendo nella loro macchina; scelgono solo il programma giusto.

Esistevano anche prima. Vogliamo ricordarci del famoso motto della Kodak "Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto"?
Gente che usa i programmi esiste da quando esistono gli automatismi, non sono certo una novità del digitale.

click-clack ha scritto:
Prevale solo il culto dei megapixel, dello stabilizzatore ultra, e dello zoom 40x.

Prevale allo stesso modo in cui prevalevano, in altri periodi, i watt dello stereo della macchina... quello è il classico feticismo per il mezzo, ma dipende dalla cultura, non dal mezzo.

click-clack ha scritto:
Da poco poi vengo a sapere delle nuove riprese video in 4K, appunto 4 volte piu nitide del full HD grazie ad algoritmi stupefacenti ideati dalla Sony, la quale garantisce che in futuro potremo selezionare un qualsiasi fotogramma del video ed avere una foto ad alta definizione.

Non è questione di misteriosi algoritmi: semplicemente ci si è accorti che i sensori delle reflex potevano riprendere una singola immagine o tante singole immagini, ovvero fare filmati.
Tra l'altro, niente panico: il 4K, al momento e ancora per qualche anno, è più uno sfizio per portafogli capienti che non una vera innovazione. Il motivo è semplice: mancano i contenuti. Per ora esistono solo produzioni broadcast, poco più di esempi. Se vuoi vedere un film in 4K, non puoi: non trovi da MediaWorld un blu-ray che contenga tutti quei dati.
Fanno l'upscaling, magari molto bene, ma si tratta di una interpolazione.

Sai, una volta chiesi a un reportagista come facessero i documentaristi a scattare, per esempio, l'immagine di uno stormo di fenicotteri in formazione. Perfetto, come le Frecce Tricolori, manco fossero messi in posa. Beh, il modo più semplice era prendere il filmato 35mm con cui l'avevano ripreso e stamparne il fotogramma giusto. Ops...

click-clack ha scritto:
Addio appostamenti, attimi fuggenti, ansie del troppo presto o del troppo tardi. Una bella ripresa continua e vedrai che la foto bella la troviamo.
Vediamo un po; 30fps per 10 secondi = 300 foto ! l'attimo fuggente lo avrò beccato di sicuro !! che esperienza serve ?

Vallo a dire ai documentaristi. Pensi che realizzare un filmato sia semplice? Pensi che non si debbano scegliere punto di ripresa e ora adatta? Pensi che studiare attentamente il luogo e le abitudini del soggetto sia qualcosa che un filmato in 4K magicamente annulla?
Mettiamo di dover fare una ripresa sportiva: il fine è unicamente portare a casa l'immagine migliore, tutto il resto è fuffa. Niente romanticismo, emozione, brivido e altra roba da fotoamatore: bisogna dare all'agenzia lo scatto giusto, questa è la fotografia.
Tutto quello che può semplificare il lavoro, che riduce i limiti fisici del mezzo, va bene. L'abilità del fotografo? Beh, puoi anche avere anche una velocità in grado di riprendere un proiettile ma se non sai come riprenderlo, se non sai valorizzarlo e renderlo emozionante per il cliente (non per chi lo produce), non c'è strumento che tenga: la foto farà schifo.

click-clack ha scritto:
Ogni tanto apro l'armadio e mi riguardo le mie vecchie analogiche, e anche loro paiono guardarmi. quanti ricordi !

Le foto non ti guardano, non trasmettono emozioni, sono oggetti inerti.
Tutto il carico emotivo viene da noi, è solo un'illusione, un'autosuggestione. Nulla di più.

click-clack ha scritto:
l'ansia di cambiare l'obiettivo velocemente, che aveva pure l'attacco a vite dannazione, la messa a fuoco che non ti pareva mai quella giusta mentre il soggetto svaniva velocemente, il rullino che sta per finire proprio adesso .......e mi fermo.

Questo è gusto per la difficoltà, non c'entra niente con la fotografia.

click-clack ha scritto:
Perchè questo sfogo ? perchè oggi sono andato a vedermi la mostra fotografica in retrospettiva di TINA BODOTTI classe 1896.
Le sue foto così mosse, cosi sfocate , cosi granulate, ma fatte con passione ed amore hanno valso più di mille foto a 40 mpx di altri
" fotografi".

Si possono fare fotografie mosse, sfocate e piene di grana anche con il digitale. Si potrebbe discutere su quanto ci appartenga quello che non è sotto controllo ma se vuoi le imperfezioni, con il digitale puoi avere tutte le imperfezioni che vuoi. Il di più? Che puoi scegliere quali mettere e come metterle. Più facile? No, perché devi saper scegliere quelle più adatte.
Io ho visto foto di ogni genere (il mosso, lo sfocato e la grana non sono certo valori di per sé stessi) prodotte col digitale molto migliori delle tante, inguardabili foto di famiglia/viaggio/vacanze sfornate per decenni dai laboratori dove venivano riversate badilate di rullini scattati da persone che, a buona ragione, seguivano il consiglio della Kodak di cui sopra.
Di nuovo, non è questione di supporto.

click-clack ha scritto:
Se riesco vi posto uno stralcio della sua lettera ad un suo amico fotografo, dove lei è preoccupata di non essere mai all'altezza, esattamente quello che provo sempre io.

E' quello che prova chiunque abbia un minimo di senso critico verso sé stesso, non dipende dal fatto di usare il digitale o la pellicola.

click-clack ha scritto:
Chiudo dicendo che oggi uso abitualmente le digitali, più che per scelta per imposizione, perchè è meno oneroso scattare in digitale, ed a questo vantaggio tanto di cappello.Gli altri vantaggi tendo a non sfruttarli, la tratto da analogica.

Forse tutto questo può essere capito solo da quelli della mia generazione, quelli della Yashica TLX, della Biottica Rollei etc. Le nuove generazioni solo digitalizzate non credo possano capire.

Si potrebbe dire che, con il tuo approccio emotivo, difficilmente puoi capire il punto di vista di chi deve pensare davvero a fare fotografia e per il quale tutto quello che può velocizzargli o semplificargli il processo per arrivare al risultato che ha in mente non può che essere benvenuto.
Perché, alla fine della fiera, il processo è irrilevante, l'unica cosa che conta è la qualità del risultato. E il valore di una fotografia sta nella validità di un'idea e nella perfezione della sua realizzazione, non nel processo che porta dall'una all'altra.

click-clack ha scritto:
Attenti !! non ho detto che tutti quelli che fanno digitale non sono artisti o fotografi, dico solo che la vita per loro oggi è più facile. Meglio ? peggio ? chissa !!

Più facile? Solo se con il digitale ci si limita ai risultati qualitativi dell'analogico. Altrimenti è richiesto di saper sfruttare totalmente le possibilità (molto più ampie) offerte dal mezzo. E chi non si aggiorna, chi non espande le sue conoscenze, chi non amplia il proprio ventaglio espressivo, giustamente, muore.
Troppe volte ho sentito nostalgici della pellicola guardare al digitale con suffcienza, magari con il classico "ho cominciato a scattare 30 anni fa".
Di solito devo trattenermi dal rispondere "30 anni di foto e ancora fai certa roba?".
Perché l'insipienza del prodotto finale esisteva eccome anche ai tempi delle emulsioni solo che non avevano commercializzato per il grande pubblico apparecchi delle dimensioni di un portafogli che potessero inviare in tutto il globo terracqueo le foto del nostro aperitivo. Non c'erano i social network a diffondere nell'etere le inguardabili schifezze impressionate sulle pellicole.
Ma c'entrano internet, una cultura diversa, la voglia - che talvolta diventa insana esigenza - di apparire, creare contatti, scambiare informazioni, pensieri, esperienze.
Non è certo colpa del sensore.
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click-clack
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MessaggioInviato: Gio 10 Lug, 2014 1:05 am    Oggetto: Rispondi con citazione

ciao Santiago

scusa la tarda risposta

Lecito avere pareri diversi, e non cerco di sicuro di cambiare il tuo. Condivido qualcosa , qualcosa d'altro no.

Sia chiaro che io non mi riferivo al fotografo professionista,il quale per ovvi motivi deve arrivare ad un risultato a tutti i costi e in certi tempi, per cui userà tutta la tecnologia utile per raggiungere lo scopo.
Ovvio che hai ragione se ti riferivi a quelle persone.

per il resto ovviamente la pensiamo diversamente

Il foto-artista esiste eccome, lui disegna con la luce, osserva , si apposta, aspetta le ore giuste, balza da un angolo all'altro e studia l'immagine. Lui nella sua testa ha già il quadro ma non ha i pennelli e deve aspettare che la luce giusta esegua quello che ha previsto, disegnando il soggetto come lui vuole. Lo fa per lui, non vende a nessuno.

per fare ciò non imposterà di sicuro su "AUTO", ma lavorerà il più manuale possibile, per controllare che la macchina ubbidisca ed esegua i suoi effetti.

E' di quelli che usano la macchina " click e basta " a cui mi rivolgevo.
Perchè dicevo che non esiste più la abilità di una volta ? perchè tutto sommato una foto decente oggi esce comunque, non per merito di accurati studi ,ma per la tecnologia che lo assiste, un tempo potevi farlo egualmente un click e basta ma non avevi autofocus ne
stabilizzatori, ne esposimetri sofisticati , ne raffiche. Si gli automatismi esistevano ma erano contenuti, non prevalevano come accade oggi. se prima era un 10 % ora di sicuro siamo al 90%. Per cui la tua bravura si vedeva e così l'opposto.

Si è vero anche una volta in lab potevi virare ,o solarizzare , allungare i bagni, cambiare le temperature, usare carta più o meno morbida etc...e quello io me lo facevo !! da hobbista certo. Faceva parte del bagaglio del buon fotografo hobbista, ma ritoccare un negativo /positivo era gia da mago e i costi erano alti, e mi risulta che solo un professionista si inoltrava in detti lavori affidandosi come dici tu ad altri.

Perdonami ma io quando parlo di fotografare ci metto dentro proprio tutto quello che ho gia scritto inizialmente.

Non mi dilungo , ovvio che in molte risposte che mi hai dato sono quasi d'accordo con te.

Diciamo così : esistono quelli che la pensano come te, e poi anche quelli che la pensano come me ! ahahah SmileSmile Smile

Ciao e grazie molte per il tuo intervento ( l'unico pare )

click-clack

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Santiago81
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Località: Fiano Romano

MessaggioInviato: Gio 10 Lug, 2014 5:04 am    Oggetto: Rispondi con citazione

No, vedi... Non è questione di punti di vista diversi ma di definizioni.
Gli automatismi possono aiutarti a mettere a fuoco, a compensare l'esposizione (alcune macchine fanno addirittura l'hdr in camera), a evitare il mosso, tolgono il problema di scegliere tempo, diaframma e sensibilità.
Gli zoom rendono più istintiva la foto non rendendo più indispensabile un minimo di ragionamento per scegliere la lunghezza focale giusta.
Permettono di avere foto ben esposte, ferme, a fuoco, ricche di dettagli.
Ma questo significa fare foto decenti? Assolutamente no.
Il valore di una foto sta nell'idea che c'è dietro e in come questa viene realizzata.
Senza l'idea, non c'è tecnologia che tenga. La tecnologia aggiunge davvero valore solo quando serve a far diventare immagine un concept decente.
La mediocrità esisteva eccome anche a pellicola.

Quello che tu chiami foto-artista è semplicemente un fotografo.
Quello fa il fotografo: pensa, progetta, aspetta se necessario e poi scatta.
E non è un processo che dipenda dalla tecnologia.
La luce del sole non te la puoi inventare. La puoi modificare ma, di nuovo, non è questione di supporto.

Il "negativo" di una foto digitale rimane quello, poi si può "svilupparlo" in tanti modi diversi per tradurlo in tanti file immagine. Pensi che sia un'operazione facile? Prima di tutto, la cosa più difficile è capire quali scelte fare; il come, al confronto, è una passeggiata.

Prova ad eliminare il romanticismo, le emozioni personali e le velleità artistiche dal ragionamento: quella è fuffa, non è lì il valore di una foto. Quello, semmai, è il valore che una foto può avere per noi stessi. È una cosa diversa.
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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Dom 13 Lug, 2014 11:01 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Commento solo un paio di aspetti che mi sembrano importanti.

Il foto-artista esiste eccome, lui disegna con la luce, osserva ... ecc.

Hai un’ idea dell‘ artista che è troppo artigianale, nel senso di legata all’ artigianato, alla buona fattura e in quanto tale è pressoché superata. Non c’ è nulla di artistico nel fare una “bella foto” intesa come ben fatta, "come ci si aspetta che sia una bella foto" (chimica o meno che sia). L' arte (oggi, ma in realtà da tempo, per quanto è un concetto che evolve in rapporto al tempo stesso ed a sé stessa) è, in ultima analisi, rottura degli schemi, è cambio del punto di vista, è proposizione di una nuova visione. Non è cambio della misura o del tipo di pennello in sé, come non è (non è più ormai) semplicemente buon uso di questo o di quel pennello.


A parte questo fai attenzione perché è tipico snobbare l' evoluzione quando questa rende obsolete le abilità precedenti, dimenticandosi con ciò che la stessa evoluzione crea i presupposti perché nascano nuove abilità. Ansel Adams (più chimico di lui ...) in un passo di un suo libro parla della "fotografia elettronica" auspicando che i nuovi fotografi ne esplorino (come lui fece con quella chimica) le potenzialità, dominandola e piegandola alle loro necessità.

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Carcarlo1
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MessaggioInviato: Lun 28 Lug, 2014 9:33 am    Oggetto: Rispondi con citazione

E' un discorso scivoloso.
Forse click clack si riferisce al fatto che un tempo, data la maggiore difficoltà oggettiva dell'utilizzo di attrezzature, solo il vero appassionato e supermotivato portava avanti la sua passione ( sui risultati però non c'è garanzia ).
Ora gli automatismi hanno aperto le porte ad una enorme platea ma soprattutto hanno facilitato molti aspetti.
Facciamo un paragone con la formula 1: chi se la sente di fare un paragone tra Alberto Ascari, Niki Lauda e Fernando Alonso ? Si può dire che hanno guidato automobili, ma tre generazioni di veicoli diversissimi tra loro: chi era il più bravo ? Nella moderna formula 1 c'è la noia, noia assoluta dovuta alla perfezione tecnica, manca solo il gps e il pilota deve solo mettere le mani sul volante che gira da solo. Però, nel passato morti e feriti si contavano a mucchi, era uno sport realmente pericoloso.
Per cui, vantaggi e svantaggi.
Per me personalmente, la fotocamera rimane un mezzo, non un fine. Ho usato decenni la foto chimica ( che brutto nome "analogica" ) finché ho ritenuto che fosse meglio del digitale. Poi, riconosciuto il sorpasso del digitale, ho cambiato senza rimpianti. Le foto mi vengono bene o male indipendentemente dallo strumento che uso.
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efke25
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MessaggioInviato: Lun 28 Lug, 2014 9:53 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Sarà anche più facile la fotografia digitale, ma vedo sempre meno artisti veri. Il che vuol dire che ben vengano le facilitazioni, ma non sono decisive a creare nuovi talenti. Abbiamo tantissime immagini inutili, del proprio quotidiano sui social di cui francamente al mondo non importa nulla. La fotografia vera è un'altra cosa e questa è ancora una nicchia particolare, che si alimenta sia di digitale che di analogico: quel che conta è il risultato, al di là delle nostalgie di ognuno
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Santiago81
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MessaggioInviato: Dom 10 Ago, 2014 11:02 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Carcarlo1 ha scritto:
Le foto mi vengono bene o male indipendentemente dallo strumento che uso.

Appunto.
Mi sono appena stampato un libro con la raccolta delle mie foto migliori: non è che quelle a pellicola siano diverse dalle digitali.
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SlowFlyer
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MessaggioInviato: Dom 10 Ago, 2014 2:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Santiago81 ha scritto:
Esistevano anche prima. Vogliamo ricordarci del famoso motto della Kodak "Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto"?
Gente che usa i programmi esiste da quando esistono gli automatismi, non sono certo una novità del digitale.


Gente, tantissima gente: mi piacerebbe ci fosse un tasto "mi piace" anche qua. A casa ho scatole di scarpe piene di foto fatte da mio padre o qualche parente, con macchinette che nemmeno gli automatismi avevano (nel senso che non c'erano proprio scelte, tranne forse il bottoncino sole/nuvole Smile ). A loro non interessava sapere come funzionava... e per fortuna hanno scattato lo stesso, perché di un fotografo artista posso fare anche a meno, ma di certi ricordi no anche se hanno l'orizzonte storto. Santa Kodak Instamatic! Ora quelle cose le scatti col cellulare e vengono anche meglio.

Da qualche anno la paura che i miei figli e chissà, nipoti non potessero trovare simili scatole di scarpe con le mie foto mi ha fatto riprendere a stampare, proprio le foto ricordo, incluse quelle fatte col cellulare Wink : un album all'anno con una selezione che in termini di numeri è molto analogica, qualche decina.

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Santiago81
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MessaggioInviato: Lun 11 Ago, 2014 2:20 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Questo è un intervento interessante e mi riporta a quest'altro
http://www.photo4u.it/viewtopic.php?t=622511
La fotografia professionale o comunque mirata alla qualità è qualcosa di diverso rispetto alla foto-ricordo, la si valuta per aspetti diversi ed ha un diverso fine, oltre che un diverso target.
Contenuto, forma, messaggio eccetera devono inevitabilmente rivolgersi all'esterno rispetto a chi ha prodotto la foto. Li si valuta per la loro efficacia nei confronti di un osservatore terzo perché è a costui che, volente o nolente, si rivolge.
La foto-ricordo invece può permettersi di lasciare in secondo piano questi elementi. Potrebbe essere in qualche modo assimilabile al reportage ma rispetto a questo non ha la necessità di essere leggibile da chi non conosce la storia che racconta.
Non ce l'ha perché il suo target è, sostanzialmente, il gruppo di persone protagonista e magari, a turno, autore degli scatti stessi.
Il coinvolgimento emotivo del target risulta inevitabilmente più profondo e potente rispetto a qualsiasi foto, per quanto valida, parli di qualcosa che l'osservatore non ha vissuto direttamente.
Esso risulta pressoché nullo al di fuori di chi non è stato protagonista di quel "ricordo".
La foto-ricordo trova la propria dignità non nella qualità intrinseca dello scatto ma nell'importanza che essa riveste quando le si affida il compito di archiviare le esperienze e gli affetti, quelli di ognuno, separatamente dagli altri.

Scusate per l'OT.
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SlowFlyer
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MessaggioInviato: Lun 11 Ago, 2014 2:20 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

è una puntualizzazione utile, ed anche l'altro post lo è. Sono funzioni diverse ma lo strumento è quello, per cui non partirei -e mi pare siamo d'accordo- dalle caratteristiche dello strumento per distinguere intenti o esiti. Né dalla (apparente) accessibilità a chiunque delle "scatole di scarpe" quando vengono riversate sui social - secondo me più un esito dell'inconsapevolezza che una scelta vera e propria. Non è come fare una mostra, è più come lasciare aperta la porta di casa.
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GiovanniQ
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MessaggioInviato: Gio 22 Giu, 2017 3:51 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

SlowFlyer ha scritto:

Da qualche anno la paura che i miei figli e chissà, nipoti non potessero trovare simili scatole di scarpe con le mie foto mi ha fatto riprendere a stampare, proprio le foto ricordo, incluse quelle fatte col cellulare Wink : un album all'anno con una selezione che in termini di numeri è molto analogica, qualche decina.


Quoto questo intervento, anche se con ritardo. E' una bellissima idea, molto interessante.

Smile

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