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Mario Zacchi
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Messaggi: 6598

MessaggioInviato: Sab 28 Set, 2013 10:17 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Intorno alla foto di Opeio allegata, si è sviluppato qui un confronto interessante, utile sia a cogliere qualche aspetto che riguarda i forum fotografici e il rapporto che da utenti abbiamo con essi; sia a ricordarci come potrebbe (o dovrebbe) essere invece un approccio alla fotografia (quello più impegnato) dal punto di vista personale e quindi il senso del fotografare, quando questa attività va oltre il suo uso puramente strumentale.

La discussione contiene tanti punti di vista ed è bene leggerla per intero, in modo da non prendere per buono o non buono totut court quel che segue ora. Tuttavia, anche allo scopo di stimolare la lettura di quella discussione, stralcio qui di seguito uno dei contributi di LorenzaF che mi pare individui in modo cristallino la sostanza più utile.

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Intervento di LorenzaF

"La fotografia di Opeio non è peggiore di tanti esercizi sul nulla perché non cerca di somigliare alle foto che vanno per la maggiore, che sono costruite per far dire "bella", che si sa già che piaceranno. Non è troppo a fuoco (-30 punti), i colori sono un po' così (-20 punti) e il soggetto non è di quelli che fanno guadagnare 100 punti in partenza come la donna scosciata o il tramontone dai colori drammatici. Se posta una cosa così vuol dire che Opeio ancora non si è fatto rovinare dalla mentalità appiattita dei forum amatoriali dove se sei un po' furbo nel giro di qualche mese capisci come l'aria tira e se hai un minimo (un minimo, eh) di capacità riesci a sfornare la foto che diventa foto della settimana. La fotografia di Opeio non è peggiore degli infiniti strartrail e fiorellini e tramontoni perché l'una e le altre sono vuote ma questa, nel suo essere formalmente approssimativa, non dimostra quell'autocompiacimento di chi pensa che siccome la fa nitida e a fuoco e drammatica, ha già fatto tutto quel che doveva.

La fotografia del commonplace, dell'ordinario, è forse oggi il genere più frequentato, dai musei alle gallerie in Chelsea e alle gallerie flickr e instagram, ovviamente con risultati diversi. Eggleston i cavi elettrici li fotografa meglio di mio cugino, Penn il portacenere lo fotografa meglio di Opeio perché innanzitutto loro sanno comporre e poi perché hanno un' intenzionalità che mio cugino o Opeio che lo fanno estemporaneamente non hanno.

Almeno in certa misura, pero', Opeio fa le foto che piacciono a lui, non quelle che pensa possano piacere agli altri. Poi se sarà bravo e se avrà voglia di dedicarsi, le farà anche belle, e magari se davvero la cosa sarà la sua cosa arriverà pure a farle buone.

[...] Alla maggior parte degli utenti la fotografia interessa solo marginalmente, interessa piuttosto la gratificazione momentanea, l'illusione di essere un grande fotografo perché gli mettono la foto in vetrina. [...]

Sono convinta che per fare un percorso fotografico significativo sia necessario seguire una strada profondamente personale e non farsi mai influenzare dai gusti altrui, che siano il mercato dell'arte oppure il gusto che va per la maggiore nel forum o nel circolo fotografico. Vi allego quanto scrive Stephen Shore ad un aspirante fotografo [...]

http://stephenshore.net/writing/lettertoayoungartist.pdf
in inglese.
Di seguito la traduzione gentilmente fornita da LorenzaF

"Caro giovane artista,

Si, penso che tu possa fare entrambe le cose, partecipare al mondo dell'arte e mantenere la tua integrità. Ma che poi tu ci riesca davvero dipende dal rapporto che hai con la tua arte.

Ho insegnato al Bard college per vent'anni. Ho anche avuto l'occasione di incontrare studenti laureati in varie università nel corso degli anni. Sempre di più vedo studenti mossi dal desiderio di avere una mostra in Chelsea e di essere un artista di successo. Non in tutti, ma ho notato un cambiamento netto.

Chiaro, è comprensibile. Però, per quanto mi riguarda, questo ha molto poco a che fare con i motivi per cui faccio arte. Credo che l'arte si faccia per esplorare il mondo e la cultura, per esplorare il mezzo scelto, per esplorare sé stessi. Si fa per comunicare, con il linguaggio del mezzo, una percezione, un'osservazione, un'idea, uno stato mentale o emotivo. Si fa per rispondere, o cercare di rispondere, a delle domande. Si fa per divertimento. In breve, si fa in risposta a bisogni e richieste personali.

Uno studente potrebbe vedere un capolavoro e dirsi: "Questo è un capolavoro. Anche io voglio fare un capolavoro". E così lo studente si mette a cercare di farlo. E se ha del talento, potrebbe anche produrre qualcosa che somiglia ad un'opera d'arte, quasi convincente. Se uno non ne capisce, potrebbe anche pensare che sia un'opera d'arte.

L'unico problema è che il capolavoro che lo studente aveva tanto ammirato non è il prodotto delle stesse intenzioni. Era il sottoprodotto della ricerca personale dell'artista.

Essere ambiziosi non è un problema. Anzi, l'ambizione è necessaria perché tu riesca a ritagliare il tempo necessario per produrre i tuoi lavori tra tutti gli altri impegni della vita. Il punto è come viene indirizzata quell'ambizione. Se rimani coerente al tuo percorso personale, avere delle mostre o vendere non ti farà alcun male. Anzi, potresti guadagnare abbastanza per vivere, magari anche vivere bene. Non ci sarebbe niente di sbagliato in questo. I problemi nascono quando il mercato inizia ad influenzare i tuoi motivi e le tue decisioni. Se il tuo lavoro deve evolversi e cambiare, potrebbe voler dire abbandonare un approccio che ti ha già portato dei riconoscimenti.

Ovviamente tu vuoi affermare la tua voce come artista e, per usare le tue parole, "sviluppare un autentico senso del sé". Ma se aspetti finché non saprai di averlo trovato, potresti non avere mai una mostra. Trovare la tua voce può essere un processo, non un fine. Ho studenti che iniziano a studiare fotografia all'università e mi dicono che "si vogliono esprimere". Io penso: "hai diciott'anni, ma come fai ad esprimerti se nemmeno sai chi sei?". Ma questo non dovrebbe scoraggiarli. Nell'apprendere e praticare un'arte, potrebbero iniziare il percorso della ricerca di sé.

Devo aggiungere un'ultima cosa. Potrei anche averti mal giudicato e farti un torto. Ma mi pare di percepire dal tono della tua lettera che forse stai usando il tuo dilemma morale come una scusa per non per non impegnarti nel tuo lavoro e che stai usando la tua vulnerabilità per ripararti dalle mie critiche. Smettila subito!

Buona fortuna ed i migliori auguri.

Stephen Shore"


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Le due sottolineature nell' intervento sono state aggiunte da me.



Opeio - Senza titolo.jpg
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Habrahx
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MessaggioInviato: Dom 29 Set, 2013 6:23 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Quello che dice Lorenza non è storia nuova, già secoli fa si diceva, all'epoca dei grandi concorsi fotografici, che le fotografie venivano inviate in base ai componenti della giuria; foto di gabbiani se in giuria c'era uno che amava i gabbiani ecc. insomma,una sorta di piaggieria che, a quanto pare può essere componente ineludibile dell'essere umano.
Ma sostanzialmente Lorenza afferma quello che ho detto io: la presenza del fotografo conferisce dignità all'oggetto fotografato, e questo indipendentemente dal valore che gli viene attribuito da paramentri percostituiti, per così dire.
Restando sul tema della paletta questa fotogafia è una "ciofeca" presentata in un sito frequentato da maestri di photoshop, ma potrebbe essere una fotografia importantissima se fosse la rappresentazione di un oggetto di interesse legale, che so, un arma di un delitto, anche se improbabile. Probabilmente, è con questa ottica (sic) che tutte le fotografie andrebbero viste, ovvero non solo come ricerca di un effetto estetico e, nel caso in questione, il commento di Sisto (stiamo facendo teoria he! Wink ) avrebbe dovuto limitarsi al puro aspetto tecnico, senza addentrarsi nella comunicativa o nell'estetica dell'immagine.
Non vorrei inquinare il tuo argomento con le mie divagazioni, ma poiché questo argomento è per me molto importante, sempre al fne di un confronto-scambio di idee, metto altre mie note che spero servano a chiarie il mio punto di vista.
Tutti giudichiamo la fotografia, spesso smarrendoci nei vari e soliti parametri valutativi: messa a fuoco, esposizione colore ecc. dimenticando che la fotografia è un atto espressivo che avviene non tanto in chi la produce, ma in chi la osserva.
In sostanza giudicando una fotografia giudichiamo e, soprattutto, valutiamo il mondo concettuale in cui si colloca il nostro vedere e le graduatorie valutative di questo modo di vedere, se si volessero fare, sarebbero a mio parere, pura illusione
“In alcuni lavori, anche se "brutti", si riscontra una armonia di forme, un equilibrio della composizione che mi lasciano interdetto; ce la vedevo solo io oppure ci può essere in una immagine che potrebbe non rappresentare sostanzialmente nulla qualche elemento che una parte di me riconosce come bello?
E se si, in cosa risiede questa bellezza? Ed è casuale o si può replicare, una volta individuato; oppure piuttosto questo elemento, sempre ammesso che esista, appartiene all'istinto, quindi alla struttura mentale- personale-, e pertanto è irreplicabile da chi non lo possiede?
Nel senso che alcune persone, istintivamente, sanno vedere e quindi riprendere l'armonia delle forme, sia pure quella di un cetriolo che fotografato da Weston è un capolavoro, lo stesso cetriolo fotografato da me, rimane un cetriolo?”
Non so dare una risposta, penso che sia irreplicabile, ovvero o lo si ha o non lo si ha. Io faccio tentativi, provo vari tagli, sviluppi del colore e del b&n e non mi arrendo: in fondo a volte è più bello cercare che trovare “
Giovanni
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Santiago81
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MessaggioInviato: Dom 06 Ott, 2013 1:46 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Io ho visto da una parte l'analisi fredda e disincantata di un'immagine, dall'altra la difesa accorata ed emotiva di un approccio.
Parlano di cose diverse.
Il fatto che inguardabili foto di donne scosciate ricevano immeritate e sperticate lodi non significa che qualsiasi opera vada in senso contrario sia, per questo solo fatto, meritevole di difesa.
Sinceramente, leggendo Lorenza, mi viene da chiedermi: al di là della condivisibilità, che c'entra?
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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Ven 11 Ott, 2013 12:21 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non so se ho bene inteso il senso della domanda. Nel caso correggimi.

C’ entra (per me) che a partire dai commenti alle foto, dagli argomenti che contengono, si aprono spazi di riflessione su come vediamo il fotografare. Per questo ho segnalato la discussione qui. Per il resto siamo d’ accordo: in linea di massima è incidentale che la discussione segnalata sia nata da una foto opinabile e non da una foto a suffragio di consensi. Ma va anche osservato che è proprio ciò che è contraddittorio a stimolare spesso il confronto.

PS1: mi scuso per il ritardo nella riposta, causa impegni di lavoro pressanti
PS2: questo topic non vuole essere un monologo Giovanni. Tutti i contributi offerti da chiunque, con serietà d’ intenzioni, sono molto utili.

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Mario Zacchi
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Iscritto: 07 Giu 2008
Messaggi: 6598

MessaggioInviato: Ven 11 Ott, 2013 12:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Centro d' interesse: una provocazione.

Le foto che hanno un centro d’ interesse nella foto sono di una noia mortale.

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dao
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Località: Roma

MessaggioInviato: Ven 11 Ott, 2013 1:09 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Che bello questo topic.

Vorrei introdurre uno spunto in merito al commentare una foto, sempre che non sia considerato "off". E' una cosa che mi frulla nella testa da tempo.

Riguarda gli "effetti" dei commenti sulla crescita di una persona nell' "ambito artistico" che ha scelto di seguire. In questo caso la fotografia.

Capisco che, forse, è un argomento ostico perchè ci sono diverse persone che esprimono un giudizio su una foto ed altrettante che lo ricevono; ognuno con la propria testa e con un modo diverso di reagire.

Allora mi chiedo: come dovrebbe essere il commento teso a far crescere fotograficamente un individuo evitando di influenzarlo nel suo peculiare modo di vedere la realtà e, quindi, riprenderla con un'apparecchio ? E' possibile evitare di influenzarlo o è come l'errore di "inserzione" che, inevitabilmente, si verifica ogni qualvolta cerchiamo di misurare una grandezza fisica ?

E' un bene od un male farsi influenzare ? Se è un bene, è un bene fino a che punto ? Quanto è giusto perseguire i propri fini, viceversa, senza curarsi troppo di eventuali critiche ?

Vedo la fotografia come una forma, molto alta, di condivisione dei propri pensieri, punti di vista , gusti con il prossimo ed essendo neonato fotograficamente parlando, mi pongo sempre questa domanda sia quando dò un 'opinione su un'immagine altrui, sia quando la ricevo. Per questo motivo, è evidente che mi interessino i pareri degli altri. Tuttavia, da un certo punto di vista, li temo. Ho "paura" che influenzino le mie scelte, a livello inconscio, quando arriva il momento di scattare.

Come si risolve la questione ? Qual è il giusto mezzo sia dal punto di vista di chi fa la critica sia dal punto di vista chi la riceve.

Forse, dalla parte del fotografo che sottopone la sua creazione è selezionare un numero ristretto di commentatori di cui si fida del giudizio

Dalla parte del critico penso la questione sia un pò più complessa...

Forse mi faccio come al solito troppe seghe mentali per un neofita ed è meglio che vada a casa a ripassare la "regola del sedici" Very Happy

Saluti e scuse nel caso l'argomento non sia attinente.

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Dario
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LorenzaF
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Iscritto: 13 Mar 2006
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MessaggioInviato: Ven 11 Ott, 2013 2:13 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Dao, il tema è fondamentale e fai bene a portelo; si tratta del rovescio della medaglia del domandarsi perché e come si devono giudicare le fotografie; trovare il proprio modo di risolvere la questione è fondamentale per poter arrivare a fare le fotografie che si vorrebbero.

L'impressione altrui è, temo, una guida imprescindibile per orientare la propria evoluzione fotografica, perché alla fine la fotografia, come tutte le opere, è un oggetto sociale che ha sempre dei destinatari, anche impliciti, e quindi non mi pare si possa scappare dal fatto che il giudice finale di una produzione complessiva (body of work come la chiamano gli angloamericani) sono gli altri. Purtroppo, mentre uno il body of work lo sta costruendo, le impressioni altrui non sono utilizzabili così come vengono ma vanno pesantemente ponderate e valutate da chi le riceve. Io per carattere non prendo mai per buona nemmeno l'opinione del padreterno; figuriamoci del primo utente di forum che passa. Anche perché ci sono mille ragioni per cui uno può dare un'opinione su una foto. Mi è stato insegnato (da uno che di fotografia ne capisce molto) che bisogna stare sempre molto attenti quando un altro guarda il tuo portfolio: ci sono quelli a cui le tue foto piacciono perché sono le stesse cose che fa lui e quelli a cui non piacciono perché sono le stesse cose che fa lui; e ci sono quelli a cui piacciono perché non sono le stesse cose che fa lui e quelli a cui non piacciono perché non sono le stesse cose che fa lui. Questo purtroppo è sempre vero, anche se vai a far vedere le foto alla tua personale divinità fotografica, eventualmente rediviva.

Per questa ragione, alla fine a me interessa esclusivamente sapere se le mie foto valgono la pena di una seconda occhiata oppure se sono dimenticabili all'istante, punto. Non mi interessa sapere come l'avrebbe fatta un altro (non sarebbe la mia foto) e se l'orizzonte è storto non è che non me ne accorgo, però se la foto non la butto e' perché ritengo che nel complesso funzioni.

Dunque questo a me basta sapere, ti fa venire voglia di guardarla un secondo di più oppure la chiudi immediatamente? La foto c'è o non c'è? A prescindere che tu sia John Szarkowsky o lo zio Pino. E questo penso che alla fine sia importante dire agli altri.


Ultima modifica effettuata da LorenzaF il Ven 11 Ott, 2013 3:22 pm, modificato 1 volta in totale
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LorenzaF
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Iscritto: 13 Mar 2006
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MessaggioInviato: Ven 11 Ott, 2013 3:04 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Aggiungo che quanto sopra vale per chi ha già un po' di consapevolezza; a chi inizia può essere utile dire che l'orizzonte in linea di principio è bene sia dritto, se no pensa di essere molto creativo a farlo storto; pero' qui si ricade nel problema di cui si parlava sotto la foto di opeio, cioè che consigli stereotipati, anche se dati in buona fede e se presi alla lettera, spingono verso una pratica della fotografia altrettanto stereotipata.
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LorenzaF
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Iscritto: 13 Mar 2006
Messaggi: 999

MessaggioInviato: Ven 11 Ott, 2013 3:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ultima cosa e poi, prometto, taccio. Sul centro di interesse sono assolutamente d'accordo.
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Ugolino Conte
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Iscritto: 21 Ago 2012
Messaggi: 320

MessaggioInviato: Ven 11 Ott, 2013 5:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Quando commento, dò per scontato che dall'altra parte ci sia un essere dotato di ragione e con una mente pensante. La mia presunzione si basa sul fatto che, se ha scelto uno strumento espressivo come la fotografia, è dotato di un Qi minimo che non lo fa ricadere nella categoria dei decerebrati.

Posto che l'intelletto umano è formato da varie componenti, tra le quali rientra anche lo "spirito critico", l'impatto delle mie parole - che solitamente non sono mai tenere (se una foto è bella avrà già una sfilza di standing ovation e non ha certo bisogno del mio contributo per ribadire il concetto), quando incontra una mente pensante, per quanto duro produce effetti che possono essere:

- A questa cosa non ci avevo pensato, forse ha ragione
- Sta dicendo idiozie, io la penso diversamente e vado avanti per la mia strada perchè so quel che faccio

Se l'impatto è:

- Oddio mi ha stroncato, adesso non scatto più
- Oddio mi ha stroncato, mi si è bloccato lo sviluppo ormonale

In questo secondo caso, la reazione non è certo colpa di chi commenta.

Probabilmente chi scatta non aveva nemmeno un grammo di passione in più per superare una stroncatura, nemmeno un grammo di voglia di raccogliere la sfida e dimostrare che in realtà è il contrario, nemmeno un briciolo di personalità per trasformare l'orgoglio in voglia di fare.

E allora ... vista l'abnorme produzione di foto nella bulimica società delle immagini ... Ho bisogno di "creare" un altro fotografo con:

- Poca passione per la fotografia
- Scarsa volontà di raccogliere la sfida per migliorarsi
- Senza personalità per produrre scatti con una personalità

???

Sinceramente no. Sinceramente non c'è bisogno di tirar su con le stampelle chi non sta in piedi. Non può venir tutto dall'esterno e la fotografia non è un'attività indispensabile (diverso è il caso del leggere, dello scrivere e del far di conto).

Chi molla per una stroncatura, avrebbe probabilmente mollato ugualmente dopo poco. Chi vive con la passione della fotografia legge la critica, fa la somma delle critiche, fa le sue conclusioni e tira dritto per la sua strada. Passa notti insonni ad osservare milioni di foto, giornate a consumare le suole delle scarpe mentre scatta e serate a cestinare le foto utilizzando l'autocritica oltre che la critica.

Se è un'attività troppo dura, ci sono sempre tanti altri hobby.
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dao
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Iscritto: 04 Apr 2013
Messaggi: 1469
Località: Roma

MessaggioInviato: Ven 11 Ott, 2013 6:09 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ugolino Conte ha scritto:
Quando commento, dò per scontato che dall'altra parte ci sia un essere dotato di ragione e con una mente pensante. La mia presunzione si basa sul fatto che, se ha scelto uno strumento espressivo come la fotografia, è dotato di un Qi minimo che non lo fa ricadere nella categoria dei decerebrati.

Posto che l'intelletto umano è formato da varie componenti, tra le quali rientra anche lo "spirito critico", l'impatto delle mie parole - che solitamente non sono mai tenere (se una foto è bella avrà già una sfilza di standing ovation e non ha certo bisogno del mio contributo per ribadire il concetto), quando incontra una mente pensante, per quanto duro produce effetti che possono essere:

- A questa cosa non ci avevo pensato, forse ha ragione
- Sta dicendo idiozie, io la penso diversamente e vado avanti per la mia strada perchè so quel che faccio

Se l'impatto è:

- Oddio mi ha stroncato, adesso non scatto più
- Oddio mi ha stroncato, mi si è bloccato lo sviluppo ormonale

In questo secondo caso, la reazione non è certo colpa di chi commenta.

Probabilmente chi scatta non aveva nemmeno un grammo di passione in più per superare una stroncatura, nemmeno un grammo di voglia di raccogliere la sfida e dimostrare che in realtà è il contrario, nemmeno un briciolo di personalità per trasformare l'orgoglio in voglia di fare.

E allora ... vista l'abnorme produzione di foto nella bulimica società delle immagini ... Ho bisogno di "creare" un altro fotografo con:

- Poca passione per la fotografia
- Scarsa volontà di raccogliere la sfida per migliorarsi
- Senza personalità per produrre scatti con una personalità

???

Sinceramente no. Sinceramente non c'è bisogno di tirar su con le stampelle chi non sta in piedi. Non può venir tutto dall'esterno e la fotografia non è un'attività indispensabile (diverso è il caso del leggere, dello scrivere e del far di conto).

Chi molla per una stroncatura, avrebbe probabilmente mollato ugualmente dopo poco. Chi vive con la passione della fotografia legge la critica, fa la somma delle critiche, fa le sue conclusioni e tira dritto per la sua strada. Passa notti insonni ad osservare milioni di foto, giornate a consumare le suole delle scarpe mentre scatta e serate a cestinare le foto utilizzando l'autocritica oltre che la critica.

Se è un'attività troppo dura, ci sono sempre tanti altri hobby.


Io non mi preoccupavo del fatto che qualcuno possa smettere di fotografare per una stroncatura. Per me la fotografia è un passatempo (uno dei tre che mi sono scelto...) senza nessuna velleità che vada oltre quella di divertirmi in modo intelligente provando a comunicare qualcosa. Se non riesco a comunicare con questo mezzo penso che la mia vita non subirà un tracollo inesorabile. Penso di essere una persona nella "media" in tutto per cui, questo ragionamento, ritengo possa essere esteso al 90% delle persone che postano, scrivono, commentano. Quanto sopra detto per chiarire quale fosse "l'intervallo di attinenza " del mio ragionamento.

Provo a spiegare meglio quale fosse il mio pensiero. Fermo restando che la fotografia è soprattutto comunicazione, mi domandavo quanto e comie i commenti al modo di comunicare potessero influire (anche a livello inconscio si badi bene ! ) sul modo di fotografare di una persona; se sia sempre un bene farsi influenzare e come tarare il commento in modo da astrarre i gusti personali di chi commenta (o evidenziarli) da quelle critiche che invece sono imprescindibili perchè relative ad alcuni errori compiuti durante lo scatto o dopo davanti al pc (o in camera oscura per chi usa la pellicola) per la post produzione.

Da fruitore dei commenti e delle critiche mi preoccupavo di capire come riuscire ad integrare le opinione altrui con il mio modo di fotografare senza svilire quest'ultimo bensì arricchendolo. Sembra facile ma, quando approcci un mezzo potente e difficile come la fotografia la cosa si fa piu complesse proprio perchè sei "ignorante" in merito ad alcune dinamiche e non hai punti di riferimento. Dall'altra parte, mi domandavo su quale fosse il modo migliore di commentare/valutare una foto.
Ritengo che il bello sia anche farsi influenzare. Penso sia un fattore di crescita importante perchè vuol dire accettare il punto di vista di chi ti propone qualcosa e dimostra, quindi, un certo grado di apertura mentale. Detto questo, secondo il mio modesto parere, l'influenza è positiva quando va a sommarsi alle esperienze pregresse e ne esce qualcosa di "più". Se ciò non avviene ma, si ottiene solo una ripetizione di quello che è "il canone" c'è qualcosa che non va IMVHO nell'esposizione del commento o nella recezione/percezione del medesimo (non necessariamente in quest'ordine).

Tutto qui... assolutamente non mi preoccupavo di turbe varie Very Happy

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Dario
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Ugolino Conte
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Iscritto: 21 Ago 2012
Messaggi: 320

MessaggioInviato: Ven 11 Ott, 2013 10:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Schematizzo a grandissimi linee ed evidenziando alcuni dei tanti percorsi di sviluppo delle proprie conoscenze fotografiche nate partecipando ad un forum tematico ( precisando che non è che siano "regole", ma semplici osservazioni personali )

Lato di chi richiede commenti nel forum.

Fase 1. Non so nulla del genere
Come ogni tabula rasa, nella mente di chi si avvicina al genere si può scrivere sopra qualsiasi cosa. Si trovano uno o due figure di riferimento in ogni sezione, si osservano gli scatti che fa, si resta colpiti da alcuni, si decide che è quello è il genere a cui ci si vuol dedicare e si comincia a postare qualche foto, sperando di ricevere qualche riscontro positivo. Si deve assorbire tutto, ma proprio tutto? Dipende, se si è proprio a zero di nozioni anche il più sfiatato fotografo potrà dare una mano, quindi, ogni input è necessario ed è bene ascoltare tutto.

Fase 2. Inizio a muovermi nel genere
All'osservazione delle foto del forum solitamente si associa anche l'osservazione delle foto degli autori ancor più importanti del genere ampliando l'angolo di visione. Ai commenti diretti di chi pratica lo stesso genere, si associano i riscontri indiretti derivanti dal confronto dei propri scatti con quelli dei "grandi". In questa fase dovrebbe inziare ad essere un po' più evidente spiccato lo spirito (auto)critico che si sviluppa in maniera marcata quando la quantità di riscontri (leggasi anche la quantità di foto di altri analizzate) aumenta. Ovvero, quante più foto si osservano, tanto più si è in grado di essere autocritici. In questa fase ascoltare il commento è sempre importante, ma si può iniziare a ragionare con la propria testa

Fase 3. So realizzare scatti di genere
Gli input del forum, il "condizionamento" visivo derivante dalla visione di numerose foto di genere e la pratica consentono di realizzare "scatti di genere", ovvero foto che seguono i canoni del genere, senza necessariamente lasciar trasparire l'impronta personale data dall'autore. L'attività del postare e di ricevere commenti è importante per ottenere conferma della capacità di realizzare scatti di genere. Riscontri naturalmente non senza rischi, perchè chi posta può ritenere sufficiente il traguardo raggiunto e i riconoscimenti ottenuti, senza proseguire nell'evoluzione del sup percorso fotografico. Altra controindicazione degli scatti di genere è che tendono a rimpiazzare i canoni del genere con la motivazione che porta l'autore a scattare.

Fase 4. Dimentico tutto quello che ho visto. Cerco una strada che sia mia.
Si smette di guardare le foto degli altri. Si cerca di sgretolare il condizionamento visivo accumulato nel corso del tempo. Si riflette se, al di là dei canoni del genere, resta la voglia di raccontare qualcosa e di farlo con un proprio stile personale, visto che quello degli altri, nel frattempo è stato rimosso. I commenti tornano ad essere importanti perchè ci si muove su terreni in precedenza non esplorati.

Probabilmente in questa fase, ci si renderà conto di lacune accumulate nel corso del termpo, perchè gli scatti di genere sviluppano abilità settoriali, ma non forniscono una preparazione fotografica a 360 gradi. L'esperienza accumulata nel prorpio genere, in ogni caso, servirà per avventurarsi in altri generi.

Gli esiti di questa fase sono imprevedibili. Si potranno raggiungere traguardi personali e prima impensabili. Ci si potrà scontrare con l'incapacità di superare gli scatti di genere. Si potrà restare in una fase di ricerca "always on" e si potranno incontrare serie difficoltà a portare a termine la rimozione completa dei condizionamenti visivi (per farlo e per trovare uno stile personae è buona regola non scattare se la scena fa tornare in mente un'indefinita foto di cui si ha un vago ricordo).

Fase 5. (Sempre ammesso di arrivarci). Ho uno stile personale, vado avanti nel mio percorso di ricerca
Nell'ultima fase, probabilmente, il tema del "perchè scatto" sarà perfettamente chiaro al fotografo, che possiede un corposo bagaglio tecnico, tanta esperienza sul campo e un condizionamento visivio nullo. Ha uno stile riconoscibile o uno stile "funzionale" alla destinazione dello scatto (anche avere uno stile "neutro", ma perfettamente funzionale al contenuto e alla destinazione della foto, è un traguardo che richiede tempo). Si può ottimizzare, far evolvere e sviluppare ulteriormente gli scatti che rientrano nel genere preferito, esplorare ogni tanto nuovi generi a seconda dei gusti o delle eventuali esigenze di lavoro, ma qualsiasi cosa faccia, il fotografo è ormai consapevole dei suoi mezzi o delle strade che può percorrere per acquisire eventuali conoscenze ulteriori che non fanno parte del suo bagalio. Insomma, è un fotografo "fatto e finito".

Lato di chi commenta.

Fase 1. Inizio timidamente a commentare.
Si supera la comprensibile e iniziale timidezza e ci si avventura nei primi commenti. I commenti ora così come successivamente devono essere schietti e sinceri. La principale "regola" è quella del rispetto della persona e della critica rivolta esclusivamente alla foto. Commentare significa semplicemente dire: se piace, perchè piace - se non piace, perchè non piace. Nessuno è obbligato a trasformare il commento in un trattato di critica fotografia, tutti i commenti hanno pari dignità e tutti i commenti aiutano l'autore, perchè l'autore intelligente (che è quello che ci sta più a cuore) fa la somma dei commenti e trae le conseguenze da solo.

Fase 2. Non sono più timido, commento con scioltezza.
Come ogni cosa, dopo un po' si prende la mano ed i commenti si fanno più articolati. In base alle conoscenze personali di ciascuno i commenti possono essere più o meno ricchi di spunti, ma nessuno deve credere che solo chi ha letto un'intera enciclopedia fotografica o ha scattato centinaia di foto ha la possibilità di esprimere un giudizio articolato. Non esiste solo una forma di commento e non è necessario nemmeno rispettare i "canoni" del commento. In questa fase diventa importante iniziare a non tener conto dei commenti di chi ci ha preceduto. Si guarda la foto, si esprime il parere e si va avanti per la propria strada. Anche se X persone hanno detto che una foto è valida e al commentatore non piace, si deve avere il coraggio di esprimere il proprio giudizio. Commentare signifca essenzialmente esprimere un giudizio sincero, non condizionato, convinto.

Fase 3. Commento da tempo. Ormai la mia voce conta
Dopo un po' di tempo passato a commentare, verosimilmente, si creeranno delle simpatie e delle antipatie nel forum. Se si è sempre schietti questo capita di sovente. Al tempo stesso l'esser schietti è una virtù che a qualcuno piace. Nelle sezioni di critica, tuttavia, nè le antipatie, nè le simpatie dovrebbero incidere sulla critica. Chi commenta commenta la foto, non la persona. Gli eventuali rapporti tra chi commenta e il fotografo non devono influire sul giudizio. Se in fase di valutazione della foto il rapporto che lega commentatore e fotografo viene percepito come un elemento che potrebbe condizionarei l giudizio, semplicemente si dovrebbe non commentare lo scatto, perchè viene meno il principio di schiettezza.

Si va avanti mossi dall'idea che il proprio commento continua ad essere UNO dei tanti commenti, non IL commento che si trasforma in regola assoluta. L'onesta del commentatore si traduce semplicemente nel commentare convinti delle proprie idee, senza condizionamenti legati ai rapporti con l'autore e senza mettere da parte una critica per lasciar spazio ad un più comodo compiacimento.

Si inizia a "modulare" il commento, cercando di capire il soggetto che si ha di fronte, se è un utente alle prime armi le valutazioni verteranno su principi di base, gli errori più evidenti verranno seganalti, i piccoli traguardi verranno esaltati e ad ogni nota critica si sommerà un'indicazione "didattica" (come correggere, ad esempio gli errori rilevati) Se si ha di fronte un veterano la critica può essere ancor più "dura", gli errori si rilevano senza eccessivi giri di parole, non si spreca eccessivo tempo a suggerire come correggerli, visto che il come fa parte del suo bagaglio tecnico, si cerca di combinare la critica alla foto con note che possono condivise con l'intera community (ad esempio si può intavolare una discussione estrapolando un'argomentazione tratta dalla specifica foto). Un veterano può "prestarsi" alle esigenze della comunità, un utente inesperto, al contrario, è meritevole di attenzioni maggiri da parte di chi commenta.

Fase 4. Commentare è un "lavoro duro"
Col tempo si dovrebbe concentrare la propria attenzione su chi ha realmente bisogno di aiuto, evitando di sprecare risorse con gli utenti che si sono rivelati refrattari alle critiche rivolte (ed il commentatore ne troverà tanti sulla sua strada). Commentare uno scatto ben riuscito è operazione semplice, ma commentare uno scatto che non piace è un'attività ancor più difficile. Con l'esperienza i topic più rilevanti per un commentatore esperto sono quelli che non hanno commenti. Molto spesso di fronte ad una foto mal riuscita (che può anche voler dire foto tecnicamente corretta, ma che dice poco sul piano narrativo) l'istinto è quello che porta a passare oltre, ma proprio le foto senza commenti e tante visualizzazioni dovrebbero essere il principale oggetto del commentatore esperto. Evitare di sprecare risorse significa evitare di inserire il 100 "bravo" in un topic della foto di un autore che ne ha già collezionati 99. Commentare è un'attività non retribuita, richiede tempo ed il tempo è sempre scarso, quindi rivolgere l'attenzione a chi ha realmente bisogno dovrebbe essere una priorità per chi commenta. Un riscontro - positivo o negativo che sia - per una foto a 0 commenti può rappresentare linfa vitale per l'autore.


Ci sarebbe tanto altro da dire - sempre in maniera del tutto opinabile - ma mi fermo qui con un sunto: in entrambi i ruoli quel che conta è avere coraggio. Coraggio di seguire il proprio percorso fotografico, coraggio di esprimere le proprie idee quando si osserva uno scatto.
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Sisto Perina
bannato


Iscritto: 16 Giu 2007
Messaggi: 21894

MessaggioInviato: Sab 12 Ott, 2013 9:29 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ugolino Conte ha scritto:
Schematizzo a grandissimi linee ....etc.

Interessante e veritiera analisi...
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Mario Zacchi
utente attivo


Iscritto: 07 Giu 2008
Messaggi: 6598

MessaggioInviato: Sab 12 Ott, 2013 10:25 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Proseguo con la provocazione e, forse, do la mia risposta a Dao.

Se ci rivolgiamo ad una persona che trova soddisfacente riuscire a creare il centro d’ interesse “dentro la foto”, il commento “educativo” (quello tipico da forum) ha senso.

Ma se si ha di fronte una persona che ritiene che il centro d’ interesse non sta dentro la foto, allora il commento “educativo” non ha alcun senso se non per quella minima quota riguardante aspetti tecnici (che la persona eventualmente ritenga) formalmente necessari.

Se ci si trova di fronte una persona che non ritiene che il centro d’ interesse stia dentro la foto, allora si ha di fronte qualcuno che esprime un pensiero usando una macchina fotografica (un pennello, uno scalpello, ecc.). Vogliamo “educare il pensiero” ?

_________________
Belle foto. O perlomeno belle idee ->


Ultima modifica effettuata da Mario Zacchi il Sab 12 Ott, 2013 10:32 am, modificato 1 volta in totale
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Mario Zacchi
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Iscritto: 07 Giu 2008
Messaggi: 6598

MessaggioInviato: Sab 12 Ott, 2013 10:30 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Non dovremmo piuttosto dibattere sul pensiero? Nella convinzione che le idee, piccole, grandi, lavorano dentro chi le propone, chi le ascolta, chi le scambia?
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Ugolino Conte
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Iscritto: 21 Ago 2012
Messaggi: 320

MessaggioInviato: Sab 12 Ott, 2013 10:46 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mario Zacchi ha scritto:
Non dovremmo piuttosto dibattere sul pensiero? Nella convinzione che le idee, piccole, grandi, lavorano dentro chi le propone, chi le ascolta, chi le scambia?


Dipende tutto dalla destinazione che avrà la foto.

C'è il brutto vizio di far coincidere una foto "monca" dal punto di vista prettamente visivo con foto "artistica", anzi "meta-artistica", visto che una sola "arte" non basta e che occorre associare il supporto visivo ad un supporto esterno per darle un senso. Si dovrebbe fare una scelta di campo a monte e scegliere quale mezzo di comunicazione utilizzare e usarlo al meglio. Partire con le "meta arti" quando a malapena si è in grado di gestirne solo una è quanto meno azzardato:

C'è l'altrettanto brutto vizio di pensare di essere immediatamente catapultati nello sfavillante mondo "dell'arte" sol perchè si impugna una fotocamera bypassando a piè pari tutto ciò che è "artigianato" e non arte.
Direi che sarebbe più utile avere dei buoni artigiani che dei pessimi artisti e l'ABC dell'"attività artigianale" in fotografia passa per l'inserire nel frame in contenuto e non nel platonico mondo delle idee. O vogliam pensare che viviamo in un mondo densamente popolato di "artisti".

Per tornare alla "destinazione" della foto - perchè scattare per scattare può esser divertente, ma dopo un po' è un'attività fututile - se al committente fornisco una foto in cui il centro d'interesse sta nell'iperuranio mi spedisce a fargli compagnia con un'elevata probabilità.

Insomma ... io eliminerei a monte il concetto di "arte" applicato alla fotografia .. lo eliminerei proprio a monte perchè è deleterio in assoluto, ma lo è ancor di più se applicato ad un fotoamatore, perchè lo spinge a correre quando ancora non sa camminare.
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Bee2013
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Iscritto: 05 Ott 2013
Messaggi: 1198
Località: Milano

MessaggioInviato: Sab 12 Ott, 2013 10:51 am    Oggetto: anche se è prematuro ... Rispondi con citazione

mi piacerebbe dire la mia su un argomento che mi pare cruciale, però non linciatemi Very Happy

Secondo me nel commentare le foto altrui (ma anche le proprie) esiste un lato diciamo "oggettivo" tecnica, giusta luce, fuoco etc etc...ed una parte "soggettiva" che fa si che "a pelle" quella foto, magari non tecnicamente perfetta, mi comunichi qualcosa in più di un'altra stilisticamente ineccepibile, ed è per questo che io invito chiunque a commentare e fare critiche alle mie foto, anche un NON MI PIACE motivato a sensazione secondo me è importante, fa capire all'autore qualcosa.....
Secondo me chi si sottopone ad un giudizio, può sempre trovare degli spunti utili, e se lo dice un tipo egocentrico e orgoglioso come me .... Cool
Ora,se ho detto delle cavolate, picchiatemi ....! Very Happy

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Ugolino Conte
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Iscritto: 21 Ago 2012
Messaggi: 320

MessaggioInviato: Sab 12 Ott, 2013 10:55 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mario Zacchi ha scritto:


Ma se si ha di fronte una persona che ritiene che il centro d’ interesse non sta dentro la foto, allora il commento “educativo” non ha alcun senso se non per quella minima quota riguardante aspetti tecnici (che la persona eventualmente ritenga) formalmente necessari.

Se ci si trova di fronte una persona che non ritiene che il centro d’ interesse stia dentro la foto, allora si ha di fronte qualcuno che esprime un pensiero usando una macchina fotografica (un pennello, uno scalpello, ecc.). Vogliamo “educare il pensiero” ?


Questa parte l'avevo saltata.

Molto semplicemente, questa persona ha sbagliato forum.

Dovrebbe trovare non un forum di fotografia, ma di "meta-fotografia", "meta-letteratura", "meta-arte", "meta-qualcosa".
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dao
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Iscritto: 04 Apr 2013
Messaggi: 1469
Località: Roma

MessaggioInviato: Sab 12 Ott, 2013 11:34 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ok ok... recepiti i commenti sia di Mauro Zacchi che di Ugolino Conte. Forse sono stato io a parlare di "forma d'arte" per primo e me ne scuso perchè, effettivamente, l'aggettivo è troppo alto. Quindi torniamo con i piedi per terra Smile. Meglio forma di comunicazione (a volte).

Provo a rispondere alla provocazione in merito al centro d'interesse con le mie scarse capacità del mezzogiorno del sabato.

Osservando tante foto qui ed iniziando ormai ad analizzare le foto nelle mostre, riviste, giornali piuttosto che a guardarle meramente come ero solito fare prima, mi sono reso conto che le foto che "colpiscono" un "centro d'interesse" ce l'hanno sempre. Solo che in alcuni casi esso è esplicito e lampante; in altri non lo è ma agisce in modo più sottile sui sensi di chi osserva. Ad esempio: http://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=628728 (mi sono permesso spero che l'utente non si offenda ).

Qui c'è un centro d'interesse potente ? Da ignorante (perchè ignoro certi mezzi di espressione ) direi di no. Però poi penso:" caspita questa foto mi attrae mi piace cos'è che me la rende attraente ?" Beh a me personalmente il centro del fotogramma luminoso e la figura geometrica che si staglia che, ritengo sia, visivamente, una figura molto potente. Non per niente, potremmo associarla ad "un occhio" che è la prima cosa che osserviamo in un ritratto ben composto. Ecco... avevo il centro d'interesse davanti, la foto d'impatto comunica qualcosa al mio cervelletto ma il mio cervello.. non si è accorto di nulla. Ha bypassato totalmente.

Questo però non vuol dire che non vi sia un centro d'interesse.

Come si lega al discorso dei commenti tutto ciò. IMHO si lega perchè abbiamo, spesso, poco tempo per commentare, osserviamo la foto. A volte ci colpisce positivamente altre volte negativamente ma all'istante non capiamo il perchè. Quindi, lasciamo andare. Questo tipo di foto richiede più tempo di assimilizione e quindi più tempo per esprimere un parere "ragionato". Ognuno al proprio livello di cultura e di capacità di osservare le immagini ovviamente.

Ora, se nessuno avesse commentato la foto che ho linkato o qualcuno l'avesse stroncata (non per niente gli unici due commenti sono di Edgar e Romanelli, persone con anni di esperienza alle spalle ed un saper fare notevole), l'autore avrebbe pensato di aver mancato il bersaglio. Quindi, avrebbe approfondito la sua ricerca su altro e su altri aspetti. Non ritengo sia grave per carità; avrebbe potuto trovare altre forme di espressione più importanti. Tant'è una foto ottima secondo il mio punto di vista (mi è piaciuta subito ma non ho scritto nulla perchè non sono riuscito ad inquadrarla) sarebbe rimasta senza un commento degno o un consiglio su come approfondire quel tipo di forma di espressione

_________________
Dario
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Ugolino Conte
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Iscritto: 21 Ago 2012
Messaggi: 320

MessaggioInviato: Sab 12 Ott, 2013 12:20 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Inizio a percepire il lento scivolamento verso quei topic "cosmici" dai quali non se ne esce più Very Happy Sarà che son pragmatico ma tendo sempre a trovare, per restare in tema, il "centro di interesse" del discorso.

Quesito foto.
Il "succo" della foto sta tutto nella foto. L'autore ha usato tre strumenti espressivi che sono prettamente fotografici per catturare l'attenzione: colore, contrasto, composizione (faccio confluire nel concetto di composizione anche quello del punto di ripresa). Tanto basta cattuare lo sguardo dello spettatore. Poi i più fantasiosi ci appiccano su gli xmilioni di significati metafisici/esistenziali/etc, etc, ma il fotografo il suo lavoro lo ha svolto con strumenti espressivi esclusivamente fotografici. Quindi la risposta è si. Il centro di interesse c'è.

Centro di interesse.
Si possono scrivere pagine su pagine su cosa è il centro di interesse della foto (non l'altro nell'iperuranio). Io schematizzo a modo mio. Il centro di interesse è la muta volontà dell'autore sottesa all'immagine che si sostanzia in questa frase: "Tu che osservi, devi osservare quello che io voglio farti osservare e il senso principale sarà chiaro, non sarà che uno". Appare chiaro che se nemmeno l'autore sa cosa vuole che gli altri percepiscano, anche il centro di interesse sarà vago.

Commenti

"Ora, se nessuno avesse commentato la foto che ho linkato o qualcuno l'avesse stroncata (non per niente gli unici due commenti sono di Edgar e Romanelli, persone con anni di esperienza alle spalle ed un saper fare notevole), l'autore avrebbe pensato di aver mancato il bersaglio. Quindi, avrebbe approfondito la sua ricerca su altro e su altri aspetti. Non ritengo sia grave per carità; avrebbe potuto trovare altre forme di espressione più importanti. Tant'è una foto ottima secondo il mio punto di vista (mi è piaciuta subito ma non ho scritto nulla perchè non sono riuscito ad inquadrarla) sarebbe rimasta senza un commento degno o un consiglio su come approfondire quel tipo di forma di espressione "

Qua è meglio chiudere sin da subito la discussione Very Happy
Tocca tematica ataviche e irrisolvibili, visto che da anni la quantità di foto postate in maniera compulsiva supera di gran lunga la quantità dei commenti. Ci sono tonnellate di topic aperti e chiusi che non portano in nessun luogo. Più che esortare a commentare non si sa cosa fare. Se poi chi posta e non riceve un commento, trae conclusioni affrettate, "piange" e va su un altro forum .. è tutto legittimo, ma le problematiche sono di non così semplice risoluzione (anzi diciamo che ormai il caso è chiuso LOL )
Basta vedere le varie sezioni con la sfilza di foto ed il numero di commenti che, messi in colonna possono essere giocati al Totocalcio (1,2,0,2,1..)
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