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photo4u.it - Articoli
Street.. senza l'uomo.
Street.. senza l'uomo
A cura di surgeon.

Una premessa generale: ciò che distingue la fotografia street, ancor prima della tipologia di “soggetto” rappresentato, sia questo un uomo o degli elementi che lo evocano è una ben precisa “forma mentis” del fotografo, una sua impostazione, una sua programmazione, una sua predisposizione ad interpretare la realtà. Per dare subito un concetto utile e spendibile si potrebbe riassumere nella capacità dello streepher di reinterpretare la realtà che sta vivendo.

Al fotografo spetta la consapevolezza di ri-contestualizzare la realtà, restituendo nella fotografia qualcosa di significativo, cosicché l’osservatore non si trovi davanti ad una scena normale, ma scorga una sorpresa, un aspetto insolito, in grado di trasmettere un contenuto. Questa premessa generale è valida sia per le fotografie street di stampo classico, dove abbiamo il giusto rapporto fra componente umana e ambiente circostante, sia per gli scatti in cui non è presente l’uomo.

Lo scopo della presente trattazione è quello di introdurre la seconda tipologia di scatti, quella dove l’uomo non è fisicamente presente. Talvolta esso può essere simboleggiato, da elementi eterogenei che lo richiamano, altre volte è del tutto assente, lasciando la scena a cose, animali, eventi atmosferici ed altro.
Oggetto: Street.. senza l'uomo.
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Lun 23 Nov, 2009 5:56 pm
Presenza umana simbolica

Iniziamo la nostra passeggiata virtuale con degli esempi concreti: le fotografie proposte di seguito, presentano scenari quanto mai diversi, e il loro comune denominatore è proprio l’assenza fisica dell’uomo ma la presenza di elementi che lo simboleggiano.


Aviofobia: di Surgeon
La prima fotografia è stata realizzata dall’autore in maniera casuale. Durante una semplice uscita fotografica per eseguire un reportage su altri temi, la sua attenzione si è soffermata su di un cartello stradale che raffigura un uomo stilizzato in caduta, elemento che evoca e rimanda all’uomo e alla sua azione. Siamo infatti vicino ad un vecchio crocevia per gli scambi ferroviari, in cui vi è effettivamente il pericolo indicato. Alzando lo sguardo verso il cielo, dove, in quel preciso istante, stavano passando due aerei ad alta quota, disegnando le loro scie, l’autore modifica il sistema fotografo-soggetto, seleziona alcuni particolari stimoli visivi e li ri-struttura contestualizzandoli e mettendoli in relazione fra loro. Un tipico esempio di re- interpretazione della realtà.


Questa foto rappresenta un altro esempio di ri-contestualizzazione della realtà. Durante una normale passeggiata l’autore concentra la sua attenzione su determinati elementi. Abbassando lo sguardo, seleziona un preciso segno stradale di “carico e scarico merci” dipinto in giallo sull’asfalto, simbolo che ricorda l’uomo ed il suo agire. Parte del segno è ricoperta da scatole di cartone che si trovano casualmente sui tratti disegnati del montante stilizzato del segno. L’autore confeziona il suo fotogramma scegliendo questi pochi elementi, organizzandoli nel fotogramma con l’ausilio di una specifica inquadratura rendendoli autosufficienti e capaci di per sé a sostenere l’interpretazione gustosa dell’intera scena, senza la necessità di un titolo. Un’altra ri-strutturazione della percezione visiva.

senza titolo: di Salvatore Carrozzini



Mala tempora: di Belgarath
Anche in questo terzo esempio l’autore ha utilizzato esperienza e tecnica per scegliere determinati elementi visivi in un contesto ben preciso che, per sua stessa affermazione, era ricchissimo di altri input visivi; questi ultimi se fotografati nel loro insieme avrebbero impressionato la scena banale di una baracca, caotica e soprattutto priva di un contenuto ben preciso. Qui invece abbiamo il disegno stilizzato di un uomo che richiama in maniera lampante l’essere umano e sullo sfondo delle macchie di colore che diventano una rappresentazione della pioggia. La scelta di questi precisi elementi seguita dalla loro organizzazione mediante la composizione ha reso possibile l’espressione di un contenuto molto originale e non immediatamente visibile.


L’autore dello scatto durante una passeggiata urbana viene attratto da una parte di imballaggio di cartone ed una macchia di sporco. Dalla scelta dell’inquadratura, che forza la lettura in direzione basso-alto, possiamo dedurre la volontà del fotografo di fornire una sua chiave interpretativa degli elementi ritratti. L’ancoraggio fra titolo (testo verbale associato alla fotografia) e nuovo contesto (visivo) creato non deve essere fondamentale per comprendere la denotazione del testo visivo ma serve unicamente per controllare il livello connotativo cioè le possibili interpretazioni di quella specifica immagine, lasciando un aiuto , un indizio. In questo caso il titolo “ambientalista” è lo strumento con cui l’autore controlla l’interpretazione della propria fotografia, suggerendo quella voluta ed escludendo tutte le altre possibili. Ecco che il cartone si trasforma nel viso indignato di un uomo (con tanto di occhi e bocca) di fronte al risultato dell’inciviltà (residui di sporco). Questo meccanismo ha un nome preciso, mutuato dal contesto anglofono: reframing.

L'ambientalista: di ankelitonero
Oggetto: Il reframing
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Lun 23 Nov, 2009 6:05 pm
Il reframing

Il concetto fondamentale di reframing indica la ri-contestualizzazione della realtà, ovvero il complesso di selezione, organizzazione e interpretazione dell’insieme degli stimoli percettivi visivi. La ristrutturazione della realtà è una pratica diffusa specie in campo medico- psicoterapeutico. Il reframing consiste quindi nel modificare il quadro entro il quale una persona percepisce una particolare realtà. Alcuni elementi di esso vengono ri-organizzati allo scopo di cambiare il significato degli eventi e della realtà stessa, come in una sorta di gioco di prestigio: quando il significato cambia, le reazioni e i comportamenti delle persone cambiano anch'essi. Ma se questa idea è semplice, praticarla è tutt'altra cosa. Non vi è dubbio che questa dote aiuta nel dare senso ed originalità ai propri scatti in tutti i generi fotografici, ma sicuramente rappresenta un elemento fondamentale nella fotografia street.

Per comprendere meglio i precisi meccanismi che sottintendono questo tipo di scatti street analizzeremo dettagliatamente il processo interpretativo che li accomuna. In tutte le fotografie presentate gli autori hanno selezionato determinati elementi della scena reale che stavano vivendo, scegliendoli fra molteplici sensazioni e stimoli visivi. E’ da sottolineare che in ogni istante della nostra vita (e quindi anche nelle nostre passeggiate street) siamo bombardati da un numero enorme di stimoli percettivi, non solo visivi, ma uditivi, tattili, cinestesici. L’esperienza di tutti questi stimoli che ci invade contemporaneamente da vita a quella che il filosofo statunitense William James definiva “una frastornante confusione”.

A noi tuttavia il mondo sembra assai più ordinato e comprensibile e gli scatti proposti seguono lo stesso criterio di ordine, questo perché sono stati selezionati precisi input visivi. Ma perché sono stati selezionati quegli elementi e non altri? Semplicemente perché gli autori dotati di una particolare “forma mentis” avevano una loro “idea”, che ritenevano interessante, e quindi l’hanno cercata nella realtà da rappresentare.

Questi due momenti possono essere temporalmente separati oppure avvenire in maniera contemporanea. Noi tendiamo a selezionare le percezioni relative a cose che hanno richiamato, per un motivo o per l’altro, la nostra attenzione. Per fare un esempio pratico: la figlia di un mio collega ha tre anni e da poco ha preso consapevolezza delle barbe delle persone, e quando entra in un locale chiede a voce alta “Ci sono barbe qua dentro?”, e in caso affermativo inizia a contarle sempre a voce alta. Così facendo inevitabilmente attira sulle barbe l’attenzione di tutte le persone presenti, che incominciano a notarle. Riflettete ancora: quando ci interessa (ad esempio perché dobbiamo acquistarlo) un particolare modello di automobile, prendiamo consapevolezza della sua presenza (magari cospicua) nelle strade della città. Ma quella precisa tipologia di automobili era presente anche in precedenza, solo che noi non la notavamo, perché non ci interessava. In parole povere, è come se ci sintonizzassimo su una precisa lunghezza d’onda.

Quando andiamo a fotografare per strada fissiamo la nostra attenzione su oggetti, persone o eventi di un certo tipo, ignorando completamente altri. Un altro individuo può venire con noi a fare la stessa passeggiata e fare fotografie completamente diverse. Tutto dipende dagli interessi, bisogni e desideri di ciascuno di noi; in sintesi da quella “forma mentis” che ci appartiene. Anche lo stato emozionale può influire sulle percezioni da noi scelte.

Una volta scelti determinati input visivi questi devono essere organizzati all’interno del fotogramma in un modulo significativo, in una cornice dal quale scaturisca un contenuto. In ultima analisi questa cornice deve prestarsi ad essere interpretata, fornendo un messaggio, una storia, un contenuto. Il titolo può aiutare nell’interpretazione oppure essere completamente assente. Va da sé che l’elemento che influenza maggiormente ciò che percepiamo è il contesto. Nelle tre fotografie precedenti il soggetto umano è assente ma è palesemente richiamato dai segnali stradali che lo raffigurano in maniera stilizzata.

Vorrei infatti appuntare la vostra attenzione su di un’altra importante riflessione: qual è il ruolo del fotografo in questo tipo di scatti? Ha semplicemente scattato una foto di una banale e didascalica porzione di realtà oppure è riuscito a coglierne aspetti non palesi, a crearla, magari a costruirla ex- novo relazionandosi con essa, alzandosi, abbassandosi , spostandosi… in parole povere, cercando un punto di vista originale dello sguardo?

Non vi è dubbio che nel secondo caso si può tranquillamente parlare di istante catturato: la sua esistenza è infatti limitata nel tempo non per il soggetto in sé, ma per il complesso fotografo-soggetto, che è la struttura che è importante considerare in ottica di valutazione degli scatti street: tutte e tre le fotografie proposte hanno soddisfatto questo importante requisito.
Oggetto: Assenza dell'uomo
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Lun 23 Nov, 2009 6:07 pm
Assenza dell’uomo

La casistica della Street photography, presente su libri, pubblicazioni o sul web, accoglie anche scatti dove l’uomo è del tutto assente, ma sono ancora i meccanismi di cui abbiamo parlato a creare quella sensazione di piacevole stupore.

Se la scena rappresentata nella fotografia riesce grazie alle scelte tecniche ed espressive dell’autore a far emergere un contenuto street al di là della reale presenza oggettiva dell’uomo o di qualcosa che lo simboleggia, si può considerare la foto come street a tutti gli effetti. Da sottolineare che le scelte del fotografo hanno il loro merito, non importa se obbligate o ricercate, se di comodo o volute. Il punto di vista, l'obiettivo usato, l’inquadratura, la messa a fuoco, il momento dello scatto, tutto accentua il carattere personale della scena; per gli stessi motivi, il bianco e nero può permettere di concentrarsi sulla valenza simbolica dello scatto, oppure, al contrario, l’utilizzo del colore può aiutare a dare enfasi ad altri aspetti della fotografia.

E’ da sottolineare che a qualche persona, specialmente se già smaliziata nel genere, il messaggio street può arrivare immediatamente, mentre ad altri è necessario un tempo più lungo per metabolizzare i contenuti nella chiave voluta dall’autore. Non vi è dubbio, comunque, che le foto di oggetti inanimati o di animali hanno bisogno davvero di una marcia in più per uscire dall'autoreferenziale, dal didascalico , dal pericolo di rappresentare in maniera banale e semplicistica un fatto oggettivo del reale.

Presentiamo ora alcuni scatti di questo tipo:


Blake Andrews


David Gibson
Ecco un esempio di fotografia dove la figura umana è assente, ma la sua presenza è comunque evocata in maniera molto forte: se il volatile avesse avuto attorno al collo un oggetto diverso, non si sarebbe parlato più di fotografia street per questa raffigurazione.



Lee Friedlander


Quando uno spazio tridimensionale come questo classico scenario di strada ripreso genuino dalla realtà viene proiettato monocularmente su di una fotografia piana e bidimensionale vengono a crearsi dei rapporti che non esistevano prima che l’istantanea venisse scattata. Gli oggetti dello sfondo fotografico vengono giustapposti a quelli che si trovano in primo piano e, se si cambia il punto di osservazione, cambiano anche questi rapporti. Chiunque abbia mai provato a chiudere uno dei due occhi e a guardare il suo dito tenuto di fronte al viso sa che, cambiando occhio, anche questo spostamento di cinque centimetri trasforma drasticamente i rapporti visivi con la realtà, ristrutturandola completamente. Il reframing della realtà, l’affermare che si creano nuovi contesti, nuovi rapporti visivi più o meno significativi non vuol dire che il segnale stradale triangolare e la nuvola trilobata del cielo in questa fotografia di Lee Friedlander non fossero lì, di fronte alla macchina fotografica, ma che la relazione visiva fra di essi è un prodotto soggettivo e personale della visione felice dell’autore: una sua speciale magia, che trasforma in un elegante supporto di zucchero filato la bianca nuvoletta e il cartello stradale.
Oggetto: Assenza dell'uomo
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Lun 23 Nov, 2009 6:08 pm
A volte la particolarità di una fotografia street senza protagonisti umani può scaturire anche soltanto in una semplice scena, dove si realizza un accoppiamento ma deve sempre essere ottenuta con degli elementi strani ed insoliti, degli accostamenti non immediati. Ricordiamoci sempre dell’importanza dell’effetto sorpresa al fine della riuscita della fotografia , l’immagine non deve risultare preventivata, prestabilita o banale.


Elliot Erwitt

David Gibson



Nils Jorgensen


Christophe Agou

Molto efficaci per stupire ed incuriosire il pubblico sono anche gli effetti scenici che si realizzano nella realtà che abbiamo davanti agli occhi, spontaneamente oppure amplificati ancora una volta con scelte personali dell’autore: per esempio delle condizioni ambientali ed atmosferiche particolarmente suggestive: quando queste sono tali da catturare l’attenzione dell’osservatore, la street è servita.



Trent Parke


Buone street.. anche senza l’uomo..

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