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photo4u.it - Tutorial
Bianco e Nero: sviluppo in camera oscura
Bianco e Nero: sviluppo in camera oscura
(autore Edgar)

PREMESSA
La camera oscura è un luogo che ci dà la possibilità di gestire in modo autonomo l’intera catena di produzione dell’immagine in bianco e nero: partendo dalla pellicola appena impressionata fino alla stampa finale.
Può essere utilizzata solo per lo sviluppo della pellicola oppure anche per la stampa del negativo, a seconda che decidiamo di gestire o meno in digitale la parte relativa alla stampa (chimica o inkjet).
Va detto che le complicazioni vere sono relative soprattutto alla stampa, mentre lo sviluppo comporta meccanismi più semplici e soprattutto non necessita di attrezzature di particolare costo e complessità. La stampa invece richiede investimenti molto più importanti e un training tecnico più complesso.
Oggi la tecnologia digitale ci permette di gestire facilmente le immagini con i software di Fotoritocco (Photoshop è il più conosciuto, ma ce ne sono molti altri validissimi) e di eliminare la parte di stampa chimica che è la più complessa, costosa e lunga, sostituendola con fotoritocco+stampa inkjet, con un’ottima resa qualitativa.
Perciò sempre più appassionati scelgono di effettuare in camera oscura solo lo sviluppo della pellicola, gestendo il resto del processo in digitale.


CHE COSA TROVERETE IN QUESTO DOCUMENTO?
Troverete una guida pratica alla camera oscura, che vi fornirà gli elementi base per partire con il minimo della fatica ed evitando i guai e gli errori più comuni. Troverete appena accennate le informazioni ovvie (NON vi verrà spiegato come diluire una polvere in acqua in un vaso graduato, perchè se qualcuno me lo spiegasse lo prenderei a sberle!! Sarò rincretinito, ma non fno a questo punto! Non vi verrà nemmeno detto che la polvere va sciolta bene, il perchè immaginatevelo voi!).
Invece troverete approfondimenti su argomenti e situazioni che di solito non vengono trattati in nessun testo “ufficiale” , probabilmente perchè ritenuti poco “professionali” e NON interessanti o ovvii, ma che comunque alla fine non vi dice nessuno. Con il risultato che poi nella “guazza” vi ci trovate voi. Per esempio troverete consigli su come gestire gli interruttori della luce o la VERA temperatura dello sviluppo.
Inoltre troverete un clima rilassato e volutamente “poco serio”, perchè sono convinto che la cosa più importante per partire bene sia partire rilassati e come se fosse un gioco. Le cose essenziali vanno dette e sapute, è ovvio, ma rilassati e giocando si lavora meglio e ci si diverte di più. Perciò fate camera oscura se amate divertirvi.
Se invece siete affetti da “sindromediperfezioneassolutaericercadelmassimopossibileatutticosti” e vedete ogni cosa come una titanica sfida della vita nei vostri confronti e siete dell’idea che conti solo il n.° 1 e gli altri siano destinati a scomparire dal mondo, vi suggerisco:
  1. NON leggete questo documento. NON è per voi
  2. Datevi a Flight Simulator 2004
A tutti gli altri che invece decideranno di leggere questo documento, chiedo umilmente perdono, poveracci!


VANTAGGI DELLO SVILUPPO IN PROPRIO
Sviluppare autonomamente la pellicola in bianco e nero ci dà una serie di vantaggi.
  • Costo: i liquidi di sviluppo hanno in genere un costo molto basso, che è sicuramente inferiore al costo di sviluppo del rullino in laboratorio
  • Tempi: appena rientrati a casa possiamo subito iniziare lo sviluppo dei rullini che abbiamo esposto. Il tempo del ciclo di sviluppo medio è di circa 1 ora + l’asciugatura della pellicola (un paio d’ore mediamente).
  • Flessibilità: possiamo decidere, secondo i risultati che cerchiamo, il tipo di sviluppo più adatto ad ogni pellicola. Non tutti i laboratori sono in grado di fornire sviluppi personalizzati sul bianco e nero.
  • Creatività: possiamo provare una serie impressionante di varianti e di combinazioni tra pellicola, sviluppo, sensibilità e tempi, ottenendo risultati espressivi vicini alle nostre esigenze.
  • Libertà: non ha prezzo. Possiamo gestire anche, senza alcuna differenza sostanziale, il Medio Formato
  • Divertimento e soddisfazione: SONO IL VANTAGGIO PIÙ clamoroso. Se lo fate con passione e rilassatezza, vi divertirete come bambini e quando toglierete dalla tank le pellicole sciacquate per appenderle ad asciugare, proverete una soddisfazione e una gioia che neanche Schumaker quando ha vinto il mondiale. Avrete la sensazione di POSSEDERE completamente il ciclo della creazione dell’immagine: dall’idea, alla ripresa, allo sviluppo, alla stampa (magari digitale inkjet). E il bello è che è vero. Come dire autonomia totale e totale libertà di gestire la propria creatività. Non ho parole! Che cos’altro potete chiedere a un hobby??????
Oggetto: Bianco e Nero: sviluppo in camera oscura
Autore: redazione4u - Inviato: Mar 06 Gen, 2009 6:54 pm
ATTREZZATURA NECESSARIA
Lo sviluppo NON necessita di grandi investimenti in attrezzature, e non comporta grandi sacrifici logistici. Solo una buona solidità psicologica (scherzo naturalmente!) per convincere la moglie a lasciarci monopolizzare il bagno o la lavanderia. Il materiale necessario è il seguente:
  • Tessuto per l’oscuramento porte e finestre. E’ una cosa importante, essenziale. La protezione dalla luce deve essere accurata e TOTALE. Le pellicole moderne sono in gran parte pancromatiche e quindi non possono essere nemmeno esposte alla luce di sicurezza giallo-verde o rossa come le carte da stampa. Non ci sono storie, l’oscurità deve essere completissima. Per ottenerla è necessario che OGNI VETRO, FESSURA SOTTO PORTE E FINESTRE, E BUCHI DELLA SERRATURA siano ricoperti con un tessuto a tenuta di luce. Si tratta di un apposito tessuto gommato che EFFETTIVAMENTE FA IL BUIO TOTALE. Sconsiglio altre soluzioni, tramite vecchie coperte o tessuti riciclati ecc, che non garantiscono sufficiente tenuta alla luce. RIPETO, l’oscuramento è una cosa seria: ogni minima infiltrazione potrebbe velare irrimediabilmente le vostre preziose immagini. Per essere sicuri che la stanza prescelta sia davvero a tenuta di luce è necessario chiudervisi e lasciar trascorrere almeno 4/5 minuti. Dopo di che, l’occhio acquisice la sensibilità necessaria a percepire eventuali infiltrazioni. Se ne trovate, anche minime, siate inesorabili e sigillatele. NON addormentatevi in camera oscura, NON è dignitoso.

  • Tank (Foto 1). Si tratta dello strumento fondamentale. E’ la vera e propria vasca di sviluppo, a forma cilindrica, con coperchio a tenuta di luce, che permette di introdurre e versare i vari liquidi di sviluppo e di lavaggio. Quelle storiche sono della Patterson e ci sono di varie dimensioni: da 1, 2, 3 e 5 pellicole. Le pellicole vengono disposte all’interno di una spirale di materiale plastico, disposizione che garantisce il perfetto distanziamento tra le spire e il movimento delle soluzioni di sviluppo intorno alla pellicola, assicurandone il corretto ricambio. Le spirali possono ospitare, tramite una semplice regolazione, sia pellicole 35mm che medio formato. Consiglio di acquistare una tank da 3 spirali, che consente di sviluppare contemporaneamente 3 pellicole 35mm oppure 2 pellicole formato 120 (medio formato). Tiene 1 litro circa e quindi sfrutta perfettamente le confezioni dei bagni in polvere, che sono tipicamente tarate su questa capacità.



  • Spirali (Foto 2). Alcune sono di solito in dotazione alla tank, ma se ne possono acquistare altre a parte. Per l’utente medio il numero corretto è 3.



  • Termometro. È importante disporre di un termometro preciso e di lettura chiara. Deve avere almeno la precisione del mezzo grado. Averne uno di scorta è buona abitudine, perchè se si rompe il termometro (è di vetro, può succedere e siccome può succedere, succede. E quando succede, succede in maniera bastarda, giusto prima dello sviluppo della pellicola più importante della vostra vita) e si rompe prima di una sessione di sviluppo importante siete fregati. Anche perchè, come da legge di Murphy, se uscite di corsa a comprarne uno in emergenza, scoprirete che non ne vengono più consegnati da mesi in nessun negozio della vostra città e che i prossimi arrivi sono previsti tra 6 mesi!

  • Timer. È fondamentale avere un timer per il controllo preciso dei tempi di sviluppo, dotato di segnale acustico.

  • Vasi graduati. (Foto 3) E’ bene disporre di un paio di vasi graduati da 1 litro, con beccuccio per non spandere liquidi durante i travasi.

  • Tubi graduati. (Foto 3) Ne servono un paio, uno da 250ml e uno da 50ml.



  • Bottiglie. (Foto 4) Le più comode sono quelle di plastica a soffietto.
    Ne occorrono almeno 5, più una per ogni sviluppo supplementare che si vuole utilizzare:
    • 1 per il bagno di sviluppo
    • 1 per il bagno di arresto
    • 1 per il bagno di fissaggio
    • 1 per il bagno di Selenio
    • 1 per il bagno di imbibente



    Le bottiglie per camera oscura sono dotate di una prodigiosa caratteristica, mai convincentemente spiegata da alcun esperto: si moltiplicano a dismisura e difficilmente dopo qualche mese di attività, ve ne trovate in giro meno di una ventina. Accettatela con serenità, non ci potete fare nulla.

  • Aprirullini. (Foto 5) E’ una specie di apribottiglie che serve ad aprire l’astuccio metallico dei rullini 35mm. In mancanza di meglio, si può rimediare con un normale apribottiglie per bibite. Se comprate quello specifico, NON lasciatelo usare ai figli come apribottiglie, altrimenti non lo ritroverete mai più (tra i giovanissimi diventa immediatamente un oggetto trendy e terribilmente irresistibile, soprattutto quello con scritto “Ilford”).



  • Forbici. Servono per tagliare la coda e gli angoli della pellicola. Se al mattino ci avete tagliato il pesce senza poi lavarle, avrete dei fotogrammi che puzzano di branzino. (è ovviamente un garbato modo di consigliarvi una certa minima ragionevole pulizia negli strumenti di camera oscura).

  • Pinze portapellicola con pesetti. Servono ad appendere le pellicole ad asciugare dopo lo sviluppo. Giusto perchè vi sappiate regolare, una pellicola 35mm da 36 pose è lunga circa 150cm. Tenetelo presente per decidere a che altezza da terra appendere le pinze (ed evitare l’umiliante situazione di vedere un pezzo della pellicola che striscia per terra!).

  • Pinze per asciugatura. Hanno la superficie delle branche rivestite di gomma morbida. Servono a detergere le pellicole appese dall’eccesso di acqua, per evitare che si formino macchie durante l’asciugatura. Non tutti le usano. Io non le uso più. Che dio mi banni per sempre se le uso ancora.

  • Guanti. Bianchi di cotone per maneggiare i negativi. DOVETE averli. Non chiedete altro.

  • Prodotti chimici. Per il ciclo completo di sviluppo servono i seguenti prodotti:
    • Sviluppo. Può essere in polvere, da sciogliere e diluire prima dell’uso, o liquido che va solo diluito. Alcuni sono monouso e vanno gettati dopo l’uso, altri possono essere riutilizzati fino al numero massimo di rullini indicato sulla confezione. Attenetevi alle indicazioni del produttore sulle capacità dei bagni e sulle scadenze, onde evitare sviluppi incompleti e malriusciti. Una volta preparata la soluzione di lavoro essa può avere una durata che va da poche ore a una settimana, secondo il tipo.
      Esistono sviluppi “normali” che sfruttano tutta la sensibilità della pellicola e danno un risultato di notevole equilibrio (es.: Ilford ID 11, Kodak D79), altri che permettono un “tiraggio” della sensibilità (es.: Ilford Microphen), altri ancora che esaltano alcune caratteristiche, come la finezza della grana (es.: Ilford Perceptol).
      Consultando i siti dei principali produttori (Ilford, Kodak, Agfa, Ornano, ecc.), si possono trovare le indicazioni relative ai principali sviluppi e le tabelle con i tempi di riferimento per ogni tipo di pellicola.
    • Arresto. È un bagno necessario per fermare istantaneamente l’azione del bagno di sviluppo. In genere, essendo gli sviluppi soluzioni basiche, l’arresto è un acido. Il più diffuso è costituito da una soluzione di acido acetico.
    • Fissaggio. È il bagno che serve a completare lo smaltimento dei sali d’argento che non sono stati colpiti dalla luce, in modo che l’immagine sulla pellicola possa restare stabile nel tempo. Vi sono sul mercati diversi prodotti validi, nei cataloghi dei produttori di sviluppi.
    • Selenio. È un bagno che rende la pellicola ancora più stabile ed esercita anche un’azione sulle basse luci, migliorando la prondità dei neri.
    • Imbibente. È un bagno leggermente saponoso, che serve ad evitare la formazione di macchie di calcare sulla pellicola durante l’asciugatura.
Oggetto: Bianco e Nero: sviluppo in camera oscura
Autore: redazione4u - Inviato: Mar 06 Gen, 2009 6:57 pm
SI MA... COME SI FA?
  • Esercizi propedeutici. Per sviluppare la pellicola, essa va inserita nella spirale, che a sua volta viene inserita nella tank o bottiglia di sviluppo. Può sembrare sciocco o inutile, ma prima di affrontare la prima vera sessione di sviluppo, è fondamentale allenarsi ad infilare la pellicola nella spirale. Questa operazione non è affatto difficile e quando si è abituati si effettua in meno di un minuto. Ma le prime volte, nel buio totale della camera oscura diventa un incubo kafkiano se non ci si è allenati prima per un po’ alla luce. Quindi, sacrificate una pellicola nuova, toglietela dal contenitore metallico con l’aprirullini di cui abbiamo parlato (Foto 6), tagliate la coda rastremata (Foto 7) cercando di evitare i fori di trascinamento (sono i fori presenti sui bordi della pellicola 35mm), tagliate via le due punte laterali (Foto 8 ) e allenatevi ad infilare la pellicola nella spirale alla luce. Provate qualche decina di volte, prima alla luce, poi sempre alla luce ma con gli occhi chiusi, infine in camera oscura, ma sempre con la pellicola di prova. Finalmente sarete pronti per lo sviluppo vero.





  • Preparazione camera oscura. Per evitare situazioni imbarazzanti e rischiare di rovinare una pellicola, preparate con cura tutto quello che vi serve prima di chiudervi in camera oscura e spegnere la luce. Per il caricamento della tank dovete predisporre (Foto 9):
    • La tank aperta e con le varie parti disposte in modo ordinato e facilmente riconoscibili al buio.
    • Le pellicole
    • L’aprirullini
    • Le forbici



  • Ulteriori verifiche. Queste informazioni non le trovate sui libri, perchè... sono poco nobili! Ma vi assicuro che è meglio tenerle presente. Verificate bene la disposizione degli interruttori della luce, che agiscono sull’illuminazione del locale “camera oscura”. Infatti, soprattutto se siamo costretti ad usare un locale non dedicato al nostro hobby (cosa che accade nel 98% dei casi), tipo il bagnetto di servizio, la lavanderia, ecc, è fondamentale evitare che qualche nostro convivente, per sbaglio accenda la luce in camera oscura. Nessuno pensa che possa succedere, ma vi assicuro che le legge di Murphy se ne frega e, mentre state srotolando nel buio il rullino in cui ci sono gli scatti che riprendono il Principe Carlo che bacia appassionatamente il suo cameriere e che avete già promesso al “Sunday”, ormai sicuri del Pulitzer, vostra sorella accende la luce, entra, vi vede, vi sorride, si scusa ed esce. E voi restate a bestemmiare in lingua maori con in mano una striscia di plastica inservibile, la voglia di infilare la testa nel water o meglio di buttarci vostra sorella (non ho nulla contro le sorelle è solo un esempio; anche perchè non ho sorelle). Se tutti gli interruttori della luce sono INTERNI, limitatevi a chiudere la porta a chiave. Se non lo fate NON potete più essere iscritti a Photo4U.
    Se invece c’è anche un interruttore esterno, preparate un cartello in cartoncino pesante e rigido di almeno 30x30cm con l’immagine di un teschio, scriveteci a caratteri cubitali “Zona Militare vietato l’accesso – Pericolo di Morte” o “Keep Away” se siete anglofili e incollatelo con lo scotch sopra all’interruttore. Il cartoncino deve essere molto rigido per evitare che vostra sorella, per vendicarsi per lo scherzo del water della volta precedente, riesca a premere l’interruttore, deformando il cartoncino stesso. Prima di entrare in camera oscura annunciate pubblicamente che state per fare una sessione di sviluppo e che è vietato avvicinarsi alla camera oscura fino a nuovo ordine. Annunciate che starete dentro per un tempo almeno doppio rispetto a quello effettivo. Non si sa mai.......al buio! Anche in questo caso chiudete la porta a chiave.

    Prima di chiudervi definitivamente e irrimediabilmente in camera oscura fate un’ultima verifica: che le spirali siano ben asciutte. La cosa non è così ovvia, nel caso qualche ora prima abbiate fatto una precedente sessione di sviluppo; le spirali potrebbero essere anche solo un po’ umide, nel qual caso l’inserimento della pellicola diventerebbe un incubo di tale portata, rispetto al quale “Scream 7” diventa un film di Walt Disney. Se vengo a sapere che avete rovinato una pellicola perchè, dopo essere rimasta per 90 minuti infilata per metà nella spirale, avete avuto una crisi di nervi e siete usciti urlando con la spirale in mano, vi espello a vita da Photo4U.

    Un altro punto da tenere presente e da preparare opportunamente riguarda il risciacquo delle pellicole dopo il ciclo di sviluppo. Poichè è importante risciacquare le pellicole ancora avvolte nelle spirali in acqua corrente, il metodo più semplice è quello di disporre di un lavandino che permetta di indirizzare il getto del rubinetto esattamente nel tubo centrale di plastica nera della tank, nel quale si infilano le spirali. Così il getto d’acqua percorre il tubo fino in fondo alla tank, risale sui lati, passando tra le spire delle pellicole e esce dai bordi della tank. In questo modo il lavaggio risulta davvero perfetto. A volte però può accadere che la forma, le dimensioni e la disposizione dei rubinetti del vostro lavello non vi consenta di far cadere il getto d’acqua in mezzo alla tank e allora potreste trovarvi in difficoltà.
    Questa verifica va fatta preventivamente. Altrimenti rischiate di farla con le prime pellicole della vostra vita appena sviluppate e che non sapete come diavolo sciacquare. Ad esempio potreste notare che il rubinetto è troppo in basso per poter dirigere il getto nella tank. Allora la soluzione di solito è quella di collegare il rubinetto al tubo centrale della tank tramite un tubo di gomma del costo di pochi Euro. Rimedio semplice e d efficace, ma assolutamente da prevedere prima di qualsiasi attività di sviluppo.
Oggetto: Bianco e nero: sviluppo in camera oscura
Autore: redazione4u - Inviato: Mar 06 Gen, 2009 6:58 pm
  • Caricamento della tank. La prima e più importante cosa da fare se siete in camera oscura per il primo vero sviluppo è.......calmarvi! Spegnete la luce, sedetevi comodi (nel mio bagnetto di servizio sedersi comodi vuol dire sedersi in terra o sul water) e “acclimatatevi”. Quando sarete calmi cominciate le operazioni di caricamento, pensando con serafico sorriso (che fortunatamente nessuno potrà vedere) che ci vorrà molto tempo e che tanto vale prendersela comoda e stare rilassati.
    A questo punto semplicemente ripetete le operazioni per le quali vi siete brillantemente allenati con la famosa pellicola “di prova”:
    1. Aprite il rullino con l’apposito apribottiglie/aprirullino (Foto 6)
    2. Togliete il coperchietto e sfilate il rullino, senza svolgerlo
    3. Tagliate con le forbici la coda rastremata della pellicola (Foto 7)
    4. Se, come da legge di Murphy, nel tagliarla avete centrato in pieno i fori di trascinamento dei due bordi pellicola, ritagliate più in giù, finchè ottenete un taglio “netto”, senza scalinature o punte. L’importante è riuscirci.......prima di aver tagliuzzato l‘intera pellicola!
    5. A questo punto avete la pellicola che termina con un taglio netto. Con le forbici tagliate le punte dei due angoli, in modo che la pellicola possa scorrere più facilmente nella spirale (Foto 8 ).
    6. Appoggiate l’inizio della pellicola – con il lato emulsione (opaco) verso l’interno - sullo scivolo presente sulla periferia della spirale, prima delle sferette di trascinamento (Foto 10). Spingete fino a quando siete certi che la pellicola ha superato le sferette di qualche centimetro.

    7. A questo punto inziate a muovere le due metà della spirale con un movimento alternato che permetterà alle sferette di trascinare la pellicola verso l’interno della spirale (Foto 11). Se trovate degli intoppi “DON’T PANIC, PLEASE” siate dolci e con qualche movimento in più l’ostacolo si supera. Comunque se avete tagliato le punte degli angoli come consigliato, non dovreste incontrare impuntature nell’avanzamento.

    8. Introdotta la o le pellicole nella/e spirale/i, introducete la/le spirale/i nella tank, e chiudete la tank.
    9. Accendete la luce e svenite pure con dignità, ve lo siete meritato.
    10. Togliete il cartello “Keep away” dall’interrutore esterno.

  • Preparazione liquidi. Prima di entrare nella fase vera e propria dello sviluppo è necessario avere pronti tutti i liquidi che ci serviranno, oltre a verificare che l’accesso all’acqua corrente sia idoneo. Non mi soffermo sulla preparazione delle soluzioni, in quanto è sufficiente leggere le istruzioni fornite con la confezione. Si tratta semplicemente di sciogliere delle polveri e diluire poi la soluzione ottenuta, oppure semplicemente diluire e basta se si tratta di sviluppi liquidi.
    Ripeto: è importante seguire le istruzioni del produttore, sia per la preparazione della soluzione, sia per la durata: se trovate scritto che il bagno di sviluppo può sviluppare al massimo 5 rullini, non cercate di svilupparne 500, se no ovviamente gli ultimi 495 saranno di scarsa qualità! Se trovate scritto che la durata del fissaggio in diluizione di lavoro è di 7 giorni, non cercate di usarlo per un anno, perche otterrete 11 mesi abbondanti di pellicole di qualità non ottimale.

  • Temperatura. Prima di iniziare il ciclo di sviluppo è importante che il bagno di sviluppo sia alla giusta temperatura. Sulla confezione del bagno trovate i tempi suggeriti per ogni pellicola e secondo la temperatura a cui si desidera lavorare. In generale è comunque consigliato lavorare a 20 C°. Pertanto bisogna portare la soluzione di sviluppo a una temperatura leggermente inferiore ai 20C°, per evitare che, con il riscaldamento che il liquido subisce dopo essere stato versato nella tank, esso vada a superare i 20C°.
    La temperatura giusta PRIMA del versamento, varia tra i 19C° e i 19,5C°, secondo la stagione e la relativa temperatura della camera oscura. D’estate quando fa molto caldo è bene scendere a 19C°, per fare in modo che si mantengano i 20C° effettivi durante lo sviluppo. Fate comunque delle prove per trovare la temperatura perfetta.
    Se usate sviluppi che richiedono tempi piuttosto lunghi (es: Perceptol 1+3 con pellicola Delta 100 = 22 minuti) aspettatevi che, soprattutto d’estate, la temperatura dopo alcuni minuti tenda a salire con decisione sopra i 20 C°. Pertanto vi consiglio:
    • Verificate con il vostro termometro la temperatura del liquido nella tank ogni 5 minuti.
    • Tenete il lavello pieno di acqua a ca. 19C° o anche meno, per poter immergere la tank a “bagnomaria”, se vedete che la temperatura dello sviluppo tende a salire oltre i 20C°.

    Non sottovalutate questi suggerimenti, perchè è inutile andarsi a cercare una precisione fenomenale nella temperatura del liquido di sviluppo PRIMA dell’uso e poi ABBANDONARLO a se stesso DURANTE lo sviluppo, che è la fase ovviamente più importante!

    Per fare un esempio pratico, è inutile spendere 400€ per un termometro elettronico ultrapreciso da laboratorio chimico del MIT, misurare la temperatura di 19,5C° con lo scarto del miliardesimo di C°, e poi lasciare andare avanti lo sviluppo senza controlli per 22 minuti in una torrida giornata di luglio con la camera oscura a 39C° , e con il bagno di sviluppo che potrebbe ormai cuocere la pastina di vostra figlia. Se non volete cenare con una squisita zuppa in bianco e nero gentilmente fornita dalla Ilford corporation, vi conviene dar retta ai miei consigli da camerascurista della domenica e controllare la temperatura dello sviluppo ogni 5 minuti!

    La temperatura degli altri liquidi (arresto e fissaggio), così come dell’acqua di lavaggio, è meno critica ed è sufficiente che stia entro + o – 5 C° rispetto alla temperatura di sviluppo, al fine di evitare uno shock termico eccessivo all’emulsione fotografica. Questa è un’indicazione importante: evitate di sviluppare a 20C° e di usare un bagno di arresto a 40C°! Otterreste solo la perfetta cottura dell’emulsione, con conseguenti immagini piuttosto “molli”! Oppure se usate al contrario acqua troppo fredda (es.: 10C°) l’emulsione potrebbe contrarsi troppo e fessurarsi “a mosaico” come il terreno argilloso quando secca sotto il sole (come sviluppare una pellicola e ritrovarsi con una bella immagine “grigliata”)!
Oggetto: Bianco e Nero: sviluppo in camera oscura
Autore: redazione4u - Inviato: Mar 06 Gen, 2009 7:12 pm
  • Sviluppo. Ecco come procedere:
    1. Togliere il coperchio esterno dalla Tank (Foto 12).

    2. Versare il bagno di sviluppo nella tank circa 15 secondi prima di far partire il conteggio del tempo (Foto 13).

    3. Chiudere il coperchio esterno
    4. Agitare la tank rovesciandola sottosopra 4 volte con ampio gesto ritmico della mano (Foto 14).

    5. Battere il fondo della Tank un paio di volte contro una superficie dura, per rimuovere eventuali bolle d’aria che si fossero formate durante l’agitazione. Evitate ovviamente di frantumare la Tank quando la battete! Controllate la vostra forza! Una Tank nuova ad ogni sviluppo vi costerebbe una fortuna! Nemmeno Ansel Adams ha mai speso tanto!
    6. Ogni minuto ripetere la sequenza “Agitazione e Battitura”. L’agitazione in 4 movimenti deve durare esattamente 10 secondi.
    7. Ogni 4/5 minuti controllare la temperatura dello sviluppo.
    8. Usare la tecnica del “bagnomaria” descritta precedentemente, per abbassare la temperatura se troppo alta.
    9. Durante l’ultimo minuto di sviluppo (come da tabelle tempi del produttore), preparare le due bottiglie dell’Arresto e del Fissaggio aperte e a portata di mano.
    10. Versare lo sviluppo nella sua bottiglia, iniziando 20 secondi circa prima dello scadere del tempo di sviluppo.
    11. Versare prontamente nella tank la soluzione di Arresto. Agitare e Battere secondo tradizione.
    12. Dopo circa 45/60 secondi rimettere l’arresto nella sua bottiglia.
    13. Versare il bagno di Fissaggio. Agitare e Battere ogni minuto come durante lo sviluppo. Seguire il tempo indicato dal produttore del Fissaggio.
    14. Alla fine rimettere il Fissaggio nella sua bottiglia.
    15. Aprire la tank e sciacquare le spirali nell’acqua a circa 19C°, presente nel lavello.
    16. Vuotare il lavello.
    17. Rimettere le spirali nella tank, ma senza rimettere il coperchio
    18. Riempire la tank di acqua corrente
    19. Mettere il coperchio esterno
    20. Rovesciare sottosopra la tank 10 volte.
    21. Cambiare l’acqua
    22. Fare altri 4 cicli di lavaggio
    23. Inserire un tubo di gomma collegato al rubinetto nel tubo centrale della tank e lasciare entrare acqua corrente. Sciacquate per circa 25 minuti.
    24. Alla fine versate via l’acqua e introducete nella tank la soluzione di selenio, senza chiudere il tappo e senza agitare. Questo bagno dura circa 1,5 min, max 2.
    25. Effettuare esattamente di nuovo tutti i cicli di risciacquo, come quelli fatti prima, a partire dal fissaggio (punti da 15 a 23).
    26. Finito il nuovo sciacquo in acqua corrente, versate nella tank per un paio di minuti l’imbibente.
    27. Rimettete l’imbibente nella sua bottiglia e, so che avevate ormai perso ogni speranza, potete finalmente togliere delicatamente le pellicole dalle spirali e appenderle alle apposite pinzette ad asciugare. AVETE FINITO LO SVILUPPO!!

      P.S. Se non volete effettuare il bagno di selenio, potete evitarlo, senza problemi. Esso infatti valorizza ancora meglio il negativo, soprattutto sulle basse luci, ma non è indipensabile. Se volete saltarlo, basta saltare le fasi 24 e 25.

  • Asciugatura. Le pellicole vanno appese ad asciugare alle apposite pinzette, dotate di piccoli dentini di tenuta. Una volta appese, esistono 3 opzioni, per fare loro affrontare l’asciugatura:
    • Togliere l’eccesso d’acqua dalla pellicola con la pinza apposita con branche in gomma. La pinza va aperta, la parte alta della pellicola infilata tra le branche, poi la pinza va mossa delicatamente verso il basso, in modo da togliere l’acqua sulla superficie della pellicola, come un tergicristallo dal parabrezza.
    • Come sopra, ma utilizzando le dita indice e medio al posto della pinza in gomma.
    • Non fare assolutamente nulla, fregarsene alla grande e lasciare che l’acqua evapori come le pare e piace. Con tutto suo comodo.

    Cosa consigliare? Non consiglio nulla, vi dico solo quello che faccio io: assolutamente nulla. Dopo avere rigato diverse pellicole con la pinza in gomma, probabilmente per poca delicatezza, sono passato all’uso delle dita. Poi siccome nemmeno così eliminavo mai completamente le macchie di sviluppo, ho deciso di non fare assolutamente nulla e di convivere con qualche occasionale macchietta di calcare. Non si può andare contro il fato.

    Appesa la pellicola ed eventualmente asciugata con pinza o dita, all’estremità in basso va agganciata una mollettina con pesetto, per fare in modo che la pellicola stia perfettamente tesa.
    Lasciate asciugare le pellicole in modo naturale, NON usate aria calda forzata, tipo l’asciugacapelli di vostra sorella, perchè potreste rischiare di far volare polvere (e non la togliereste più neanche piangendo in aramaico) o di surriscaldare inavvertitamente l’emulsione e rovinarla. E come da sfiga Freudiana in agguato, ci riuscireste benissimo. Inoltre rischiereste l’ennesima diatriba con vostra sorella, ancora molto alterata per la storia del water!
    Quando è asciutta, la pellicola va tagliata in strisce e infilata negli appositi fogli trasparenti con taschine, maneggiandola con gli appositi guanti bianchi di cotone da “camerascurista”. Questi guanti bianchi sono importantissimi per maneggiare i negativi, così faticosamente conquistati e strappati alla sorte avversa. Evitano di lasciare impronte digitali sul ritratto di vostra sorella, ma soprattutto VI DANNO UN’ARIA ESTREMAMENTE PROFESSIONALE... Pensateci.


Addio e buona fortuna!
Il vostro Edgar (Altrimenti noto come Il Don)

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