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edgar amministratore
Iscritto: 15 Dic 2003 Messaggi: 6378 Località: Milano
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Inviato: Mer 07 Gen, 2004 2:18 pm Oggetto: La perfezione formale nella fotografia |
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La perfezione formale nella fotografia
Vorrei chiarire bene a tutti alcuni criteri estetici e critici in base ai quali cerco di commentare il lavoro degli appassionati che ci spediscono i loro lavori.
Credo che sia utile per tutti, perchè ognuno possa ricavare il massimo di utilità dai commenti, e cercare di camminare nella direzione del continuo miglioramento. O magari anche capire per tempo che un certo genere non è quello che fa per noi e dedicarci a ciò che ci è più congeniale.
La domanda in effetti è lecità: quanto conta la perfezione formale in una fotografia? E’ essenziale?
Naturalmente NON esiste una risposta definitiva e univoca, ma è necessario capire, di ogni genere fotografico, la propria intinseca estetica e di quali caratteristiche essa vive. Solo così potremo davvero valutare correttamente quale sarà l’impatto sul risultato finale di ogni parametro tecnico, e saremo anche in grado di giudicare le immagini di altri fotografi, basandoci su criteri motivati.
Quindi quando osserviamo uno scatto, dobbiamo innanzitutto cercare di capire a quale genere appartiene. I generi sono ovviamente tanti, per non dire infiniti e quindi non possiamo pretendere di conoscerli tutti. Ma questo non è necessario, basta avere coscienza a grandi linee del tipo di fotografia a cui ci troviamo davanti e soprattutto andare subito a cercare di chiarire l’estetica che fa vivere quel tipo di foto. Poi qualcuno lo chiamerà minimalismo, qualcun altro astrattismo concettuale, ma poco importa.
Il metodo migliore per identificare il criterio estetico chiave per un certo genere fotografico è capire di che cosa vive.
Per chiarire meglio farò qualche esempio.
Di che cosa vive la fotografia architettonica: ovviamente di linee, di superfici, di riflessi e ombre sulle facciate degli edifici stessi, di colori e di contrasti tra gli edifici e il cielo. Se questo è vero, allora automaticamente sarà anche facile risalire alle caratteristiche estetiche irrinunciabili che la fotografia a architettonica dovrà avere: gestione perfetta delle linee ( a meno che si voglia VOLUTAMENTE creare prospettive e punti di vista particolari, ma siamo alla gestione dell’eccezione), messa a fuoco eccellente, colore saturo e, dove sia presente il cielo, un adeguato contrasto, per far “staccare” gli edifici dal cielo stesso.
Potrei continuare, ma credo sia chiaro il concetto. In questo caso la perfezione formale è sicuramente essenziale. Poi potremo salvare tutte le eccezioni “creative” che volete, ma esse devono essere DAVVERO giustificate e non semplicemente essere causate dal fatto che il fotografo non conosce la regola di evitare le linee cadenti negli edifici.
Di che cosa vive la macrofotografia: di piccoli dettagli che sfuggono all’osservazione dei più e che il fotografo attento porta all’attenzione del pubblico. E’ ovvio allora che tali piccoli dettagli che “SONO” la fotografia, dovranno essere perfetti e dettagliati e “stupire” e colpire per la loro forma e colore e illuminazione. E la nitidezza dovrà essere “spietata”. Anche in questo caso la perfezione formale è irrinunciabile.
Di che cosa vive la fotografia di paesaggio: di inquadratura, di contrasti di luce, di colori. E allora la perfezione di una inquadratura, la correttezza dell’esposizione e la capacità di attendere il momento in cui i colori sono i più espressivi, in cui la luce colpisce “quel” particolare dettaglio, con “quel” particolare colore, saranno tutti parametri essenziali e funzionali a un panorama impeccabile e con la marcia in più.
Di che cosa vive il reportage: di attimi colti e “rubati” di atteggiamenti, di situazioni, di accostamenti drammatici o ironici, ma comunque diversi dal solito, di realtà anche brutale come i reportage di guerra. In una parola conta l’ ”attimo”. Qui allora la perfezione formale NON è essenziale. NON cestineremo certo le foto di Capa dello sbarco in Normandia, perchè sono “Slightly out of focus” leggermente fuori fuoco, come commentò all’epoca un redattore di Life!!!
Il che non significa che se c’è perfezione formale essa fa schifo e la buttiamo, diciamo solo che non è essenziale, perchè non è quella che conferisce alla foto la sua significatività, la sua ragione d’essere.
Mentre invece nei casi precedenti la perfezione formale FA l’immagine e ne costituisce l’essenza stessa.
Esempi di questo genere se ne possono fare molti altri, ma non era mia intenzione comporre un trattato di estetica fotografica. Solo dare alcuni spunti di analisi e di riflessione, anche per interpretare meglio i commenti che vi verranno rivolti nel forum.
Sempre a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Ciao EDgar |
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