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Alice utente

Iscritto: 21 Giu 2004 Messaggi: 57 Località: Cesena
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Inviato: Ven 25 Giu, 2004 3:35 pm Oggetto: |
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Secondo me non è tanto il supporto su cui la fotografia si genera (analogico o digitale), ma è il modo in cui ciò avviene.
Creare una sovraesposizione per riuscire, per esempio, a catturare solo le ombre di un'immagine, escludere lo sfondo, variare tonalità... non fa la differenza che sia su pellicola o del file!
Differente è se la foto, messa a computer, viene trasformata da "normale" a sovraesposta.
Magari il risultato è identico, ma la persona che lavora alla realizzazione di questa immagine non è più un fotografo, ma un grafico o fotoritoccatore che dir si voglia.
Il rapporto uomo-macchina è diverso.
Ottenere in C.O. ciò che si ottiene su computer, richiede molto più tempo e dedizione.
E di solito, i risultati ottenuti in C.O. li possono ottenere solo coloro che hanno studiato fotografia. E non chi ha studiato grafica a pc. Mentre può essere vero il contrario. Ovvero, un fotoritoccatore può creare da una buona foto un capolavoro, ma non per questo saper fare buone foto. |
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edgar amministratore

Iscritto: 15 Dic 2003 Messaggi: 6378 Località: Milano
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Inviato: Ven 25 Giu, 2004 3:40 pm Oggetto: |
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Alice ha scritto: | Secondo me non è tanto il supporto su cui la fotografia si genera (analogico o digitale), ma è il modo in cui ciò avviene.
Creare una sovraesposizione per riuscire, per esempio, a catturare solo le ombre di un'immagine, escludere lo sfondo, variare tonalità... non fa la differenza che sia su pellicola o del file!
Differente è se la foto, messa a computer, viene trasformata da "normale" a sovraesposta.
Magari il risultato è identico, ma la persona che lavora alla realizzazione di questa immagine non è più un fotografo, ma un grafico o fotoritoccatore che dir si voglia.
Il rapporto uomo-macchina è diverso.
Ottenere in C.O. ciò che si ottiene su computer, richiede molto più tempo e dedizione.
E di solito, i risultati ottenuti in C.O. li possono ottenere solo coloro che hanno studiato fotografia. E non chi ha studiato grafica a pc. Mentre può essere vero il contrario. Ovvero, un fotoritoccatore può creare da una buona foto un capolavoro, ma non per questo saper fare buone foto. |
Alice, ogni tuo post è un concentrato di spunti!
Anche questo ne è pieno e sono molto interessanti.
Mi prendo qualche ora e ti rispondo.
Ciao a presto
EDGar |
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Alice utente

Iscritto: 21 Giu 2004 Messaggi: 57 Località: Cesena
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Inviato: Ven 25 Giu, 2004 3:48 pm Oggetto: |
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.. lo so che può sembrare un discorso prettamente filosofico, e che le terminologie sono solo limiti di espressione...
ma è dalla concezione delle cose che noi decidiamo di intraprendere delle strade...
se si pensa solo al risultato finale, potrei darmi alla grafica a computer...
se penso al fascino del rapporto camera oscura e luce, mi do alla fotografia...
fare affidamento sulle magie del computer inoltre, comporta una natura interiore sedentaria..
fare affidamento sulla sola fotocamera significa saper rappresentare sè stessi senza altro ausilio del proprio sguardo sul mondo
ma forse il nocciolo del discorso è su tutt'altra sponda...
ci sono diversi generi di foto, e diversi motivi per cui si fotografa...
e la risposta, probabilmente è tutta qui... |
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chinchillart utente attivo

Iscritto: 15 Apr 2004 Messaggi: 5227 Località: Ravenna
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Inviato: Ven 25 Giu, 2004 4:10 pm Oggetto: |
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Alice ha scritto: | .. lo so che può sembrare un discorso prettamente filosofico, e che le terminologie sono solo limiti di espressione...
ma è dalla concezione delle cose che noi decidiamo di intraprendere delle strade...
se si pensa solo al risultato finale, potrei darmi alla grafica a computer...
se penso al fascino del rapporto camera oscura e luce, mi do alla fotografia...
fare affidamento sulle magie del computer inoltre, comporta una natura interiore sedentaria..
fare affidamento sulla sola fotocamera significa saper rappresentare sè stessi senza altro ausilio del proprio sguardo sul mondo
ma forse il nocciolo del discorso è su tutt'altra sponda...
ci sono diversi generi di foto, e diversi motivi per cui si fotografa...
e la risposta, probabilmente è tutta qui... |
Certo, dalla percezione delle cose si decide di intraprendere una strada, ma non trovo saggio il fatto di perseguire quella strada senza fermarsi e guardarsi intorno, io intendo "la strada" come un cammino di crescita.. Si deve essere disposti a cambiare idea e a seguire nuove direzioni. In caso contrario si parla di utopia.. o distopia..
Io ho ricominciato a fotografare con il digitale, ma non ho certo venduto i miei preziosi obiettivi non-elettronici nè la mia macchina meccanica, per comprarmi una digireflex.. Anzi, adesso ho voglia di ritornare indietro e riscoprire l'analogico..
Se tu pensassi solo al risultato finale, forse ti limiteresti a fare collage di scatti fatti da altri.. Il fotografo agisce nel mondo, e sviluppa in una camera oscura: che poi sia chimica o "asciutta"..
Rob _________________ "The single biggest problem in communication, is the illusion that it has taken place." ~ George Bernard Shaw |
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gianca utente

Iscritto: 28 Mgg 2004 Messaggi: 132 Località: TREVISO
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Inviato: Ven 25 Giu, 2004 4:23 pm Oggetto: Re: Una foto perfetta |
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Alice ha scritto: | Domanda..
io faccio una foto.
L'idea è buona, ha i presupposti per dirsi venuta bene.
Ma magari il taglio è da perfezionare, e poi ha un particolare sullo sfondo di troppo che posso togliere, e magari metto meglio a fuoco l'oggetto principale e ritocco pure il contrasto per renderla "perfetta".
Il risultato è eccellente.
Ma:
può dirsi questa una bella foto?
può chiamarsi foto?
fotografia significa "disegnare con la luce"
significa racchiudere in un riquadro un angolo di mondo, che esiste, che è lì...
ha senso "dipingerci" sopra e chiamare il tutto, comunque, fotografia?
la foto perfetta non è quella che può dirsi tale semplicemente per ciò che è nella fotogramma impressionato?
Ditemi che ne pensate..  |
Anche se non è educato ti rispondo con un'altra domanda:
Quando lavoravo nel campo pubblicitario spesso mi capitava di assistere
alle realizzazione delle foto e un giorno (freddo, nebbioso e con la luce di novembre) in riva al Ticino ho visto fotografare con filtri, luci artificiali e
con raffiche di flash di tutti i colori.Il risultato è stato una serie di splendide foto.
La manipolazione è solo successiva o anche di impostazione. ?
Ciao |
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Alice utente

Iscritto: 21 Giu 2004 Messaggi: 57 Località: Cesena
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Inviato: Ven 25 Giu, 2004 5:21 pm Oggetto: Re: Una foto perfetta |
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gianca ha scritto: |
La manipolazione è solo successiva o anche di impostazione. ?
Ciao |
Credo che siamo già su una diramazione del discorso.
Ma rispondendo alla tua domanda.. posso dirti che a me non attira la foto "preimpostata".
Anche nelle foto di viaggio.. non mi piace far mettere in posa gli amici..
Ma queste sono scelte e gusti personali.
Come dicevo nel mio precedente messaggio.. credo che la risposta stia tutta nello scopo della fotografia.
Come dire.. non so se al comune accetterebbero come fototessera per carta d'identità una persona ritratta in un momento della vita. Lo stesso vale per certi "lavori"... Dipende il fotografo per chi fotografa, e a quale scopo. |
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eels utente attivo

Iscritto: 29 Apr 2004 Messaggi: 1912 Località: Milano
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Inviato: Ven 25 Giu, 2004 7:45 pm Oggetto: |
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Interessante tutto!
Io credo che in tutto ciò si sia discutendo su due basi: logica e sentimento. L'accezione logica del termine fotografia oggi comprende il digitale, proprio perchè il termine fotografia appartiene ad una lingua 'viva' e non 'morta': è normale che nell'evoluzione storica e culturale di una civiltà un termine abbia una sua mutazione.
Il sentimento è ben altro: carica di accezioni nuove il termine fotografia, arrichendolo delle nostre personali sensazioni, idee, pareri. Tutti espressi qui con estrema chiarezza. Sentimenti che non ritroveremo in nessun dizionario.
La logica del digitale ci guida a studiare strumenti come photoshop o altri software per 'lavorare' in un futuro.
Il sentimeno ci indica invece di usare la pellicola, la digitale, a usare o non usare photoshop, livelli, camera oscura o altro.
Continuate così  _________________ My personal portfolio| Album | Blog |
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edgar amministratore

Iscritto: 15 Dic 2003 Messaggi: 6378 Località: Milano
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Inviato: Dom 27 Giu, 2004 4:03 pm Oggetto: |
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Alice ha scritto: | Secondo me non è tanto il supporto su cui la fotografia si genera (analogico o digitale), ma è il modo in cui ciò avviene.
Creare una sovraesposizione per riuscire, per esempio, a catturare solo le ombre di un'immagine, escludere lo sfondo, variare tonalità... non fa la differenza che sia su pellicola o del file!
Differente è se la foto, messa a computer, viene trasformata da "normale" a sovraesposta.
Magari il risultato è identico, ma la persona che lavora alla realizzazione di questa immagine non è più un fotografo, ma un grafico o fotoritoccatore che dir si voglia. |
In senso stretto non c'è comunque differenza. E' necessario chiarire il fatto che, all'interno dell'attività fotografica, ci sono storicamente ulterori "specializzazioni". Il "fotografo" vero e proprio è colui che immagina la foto, la costruisce e infine la scatta. Il resto del lavoro - e
parlo naturlamente dei grandi fotografi di ieri e di oggi - veniva effettuato da una figura diversa: il mitico "stampatore". Costui, conoscendo il modo di operare di un certo fotografo, e seguendone le indicazioni (quando fornite) riusciva ad ottenere il meglio dagli scatti del
fotografo. Ottimizzando lo sviluppo, scegliendo la carta della gradazione giusta, il bagno più adatto, i tempi di epsosizione, effettuando mascheratura, bruciature, ecc.
Esistevano ed esistono certamente grandi e piccoli fotografi che eseguono direttamente tutto il lavoro, ma la maggior parte si dedica solo a ciò per cui è adatto e per cui è in grado di dare il suo valore aggiunto.
Oggi il medesimo lavoro del mitico sviluppatore, lo può fare un "mitico" grafico con Photoshop. Quale differenza c'è? Solo di tipo di strumento: un cursore e un mouse, invece di una bacinella e un cartoncino per mascherare. Ma l'effetto, la logica all'interno del flusso produttivo
dell'immagine, e il livello di capacità richieste è il medesimo. E il medesimo è il significato rispetto all'ottimizzazione dell'immagine. Resta una differenza? Sì, è psicologica.
Alice ha scritto: | Il rapporto uomo-macchina è diverso. |
Il rapporto NON è diverso. E' differente, come abbiamo visto il tipo di strumento specifico, ma non il rapporto, che è sempre quello di uno specialista nei confronti della ottimizzazione dell'immagine. A volte lo specialista "stampatore/grafico" può essere lo stesso fotografo, a volte
(più spesso) possono essere persone diverse, ma i due ruoli sono comunque ben distinti. Molti grandissimi fotografi non erano assolutamente capaci di sviluppare e stampare. Così come
grandissimi stampatori non hanno mai fatto uno scatto decente. E lo stesso vale per il grafico che lavora con photoshop.
Alice ha scritto: | Ottenere in C.O. ciò che si ottiene su computer, richiede molto più tempo e dedizione. |
Questo è certamente vero. Ma che importanza ha la fatica, il tempo e la dedizione, rispetto al risultato? Gli strumenti NON sono ovviamente lo scopo di un'attività. Sono solo, appunto, strumenti. E gli strumenti si giudicano dall'efficacia che possiedono per raggiungere lo scopo.
Quindi, se ne esistono alcuni più rapidi e meno faticosi, perchè non dovrebbero essere utilizzati?
IL tempo e la dedizione non sono un valore assoluto.
Alice ha scritto: | E di solito, i risultati ottenuti in C.O. li possono ottenere solo coloro che hanno studiato fotografia. E non chi ha studiato grafica a pc. Mentre può essere vero il contrario. Ovvero, un fotoritoccatore può creare da una buona foto un capolavoro, ma non per questo saper fare buone foto. |
NON è assolutamente vero, come ho già detto prima. Si tratta di due attività complementari, ma profondamente diverse. Chi sa fare l'una NON è detto che sappia fare l'altra e VICEVERSA. I buoni risultati in camera oscura li ottiene SOLO chi è un bravo stampatore. Che sa anche o meno un buon fotografo. Se non credi a me, parla con qualche stampatore di alto livello e ti potrà confermare quello che dico.
Per contro NON è detto che un buon fotoritoccatore non possa essere anche un buon fotografo. Anche sotto questo aspetto, NON cambia nulla.
Alice ha scritto: | .. se si pensa solo al risultato finale, potrei darmi alla grafica a computer... |
Non credo sia oggettivamente possibile NON pensare al risultato finale. E' l'unico modo per giudicare una imagine e un fotografo. Se un domani diverrai importante ed esporrai a mostre sarai giudicata SOLO in base al risulato finale, cioè alle immagini che il pubblico e la critica sono in
grado di vedere esposte. Tieni però presente che questo è sempre stato vero, cneh quando il fotoritocco digitale era ancora lontano decenni. Ancora una volta, non cambia nulla.
Alice ha scritto: | se penso al fascino del rapporto camera oscura e luce, mi do alla fotografia... |
Come abbiamo già detto, fotografia nel senso di ripresa dell'immagine e ritocco sono due fasi diverse dell'attività. Puoi decidere di occuparti di tutte e due, oppure di fare elaborare i tuoi file da un bravo grafico. Esattamente come Bob capa NON stampava e faceva sviluppare e stampare da un bravo stampatore. Mentre Ansel Adams faceva TUTTO da sè. Erano tutti e due grandissimi fotografi.
Infine: NON è necessario sposare filosofie per fare ottime foto: basta fare ciò che ci è congeniale, qualsiasi cosa sia. E delegare il resto che non ci è congeniale a uno specialista bravo. Come è sempre stato fatto. Fotoritocco o camera oscura che sia.
Alice ha scritto: | ma forse il nocciolo del discorso è su tutt'altra sponda...
ci sono diversi generi di foto, e diversi motivi per cui si fotografa...
e la risposta, probabilmente è tutta qui... |
Adesso sì, SONO ASSOLUTAMENTE D'ACCORDO.
A presto ciao EDgar |
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Alice utente

Iscritto: 21 Giu 2004 Messaggi: 57 Località: Cesena
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Inviato: Lun 28 Giu, 2004 7:06 am Oggetto: |
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Mi è capitato - più volte - di vedere una foto e di dire: "cavolo, che bella! pensa te che cosa è riuscito a vedere e fotografare in tempo questa persona! che fortuna! che pazienza! che bravura!". Mi sono emozionata davanti ad un'immagine e all'idea che qualcuno potesse trovarsi in quel posto ritratto, a vedere quella scena e aver avuto la capacità di "salvarla" su pellicola e riproporla al mondo.. con quelle luci, quei tagli, quei contrasti.
Ho saputo poi che era un postworks.
Forse se fossi più esperta me ne sarei accorta prima, o forse l'autore in questione è stato davvero bravo nel suo intendo.
Eppure, quella foto non ha per me avuto più lo stesso valore e la stessa intensità.
Credo che colui che espone le proprie foto ad una mostra, indicherà comunque (come per i grandi pittori, ceramiche o quant'altro) alcune informazioni sulla realizzazione dell'opera. Ci sarà una sala postworks, ci sarà una sala "purista", o ci sarà una tecnica univoca e dichiarata perchè appertenente allo stile dell'autore.
No?
Personalmente non biasimo l'aiuto di una seconda figura nell'ultimazione di una foto. Ma solo nei casi in cui l'autore dello scatto sia in grado comunque di raggiungere anche da solo il medesimo risultato finale. Diversamente ritengo che colui che ultima l'opera abbia un ruolo così importante da dover essere sempre nominato come co-autore.
Proprio perchè il risultato è ciò che conta, chiunque lavori alla foto in modo determinante ne è autore.
Inoltre... restando sulla questione della stampa come fase determinate dell'opera, c'è da dire che quella analogica, a contrario di quella digitale, è unica. E' assai difficile poter riproporre in modo identico due stampe da pellicola, mentre le copie identiche che si possono ricavare da un file sono infinite.
L'approccio psicologico di colui che lavora su un fotogramma e colui che lavora su un file, è necessariamento diverso. Emozioni e concentrazioni hanno gradiazioni distanti. L'ammissibilità di un errore rende l'approccio al lavoro diverso. E il mancato contatto diretto con la fisicità della foto ruba emozioni che non possono essere comunicate a colui che guarda.
Il discorso dunque è sì psicologico, ma il risultato è sempre determinato dalla psicologia.
E non ultimo, il risultato sarà giudicato da colui che guarda, non solo in base a ciò che vede, ma anche a come gli viene "venduto" il prodotto.
Infondo tu stesso Edgar, hai messo in stampatello la parola "TUTTO" per sottolineare il lavoro di Ansel Adams. Evidentemente il fatto che faccia tutto lui, a te comunica qualcosa di speciale. Eppure dici che è bravo quanto Bob, che però ha il suo stampatore. Allora, infondo... non è il risultato da solo che conta.. ma è anche il fatto di sapere quanto c'è dell'autore nel risultato finale.
Non voglio comunque insistere oltre col mio punto di vista.
Non voglio dare l'impressione di voler convincere di qualcosa.
Non ci trovo nulla di male nell'unire fotocamera e pc.
Ma seppur io sia una neofita, il mio amore per la foto - e l'arte pittorica - è antico.
Ridurre tutto al risultato mi svilisce. |
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bossolo utente

Iscritto: 05 Ott 2004 Messaggi: 249 Località: Padova
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Inviato: Ven 22 Ott, 2004 2:42 pm Oggetto: |
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non ho letto tutto ma vorrei esprimere la mia a proposito..
ho cominciato a prendere in mano la macchina (konica T3) quando avevo forse 17 anni, più per curiosità vedendo mio padre scattare foto (amatorissimo anche lui) che per altro..
mi ha insegnato poche acca delle sue conoscenze, diaframma, esposizione, Asa etc, ma una cosa mi ha colpito.. difficilmente, diceva, si riesce a ritrarre con una foto quello che si vede nella realtà.. colori, limpidezza, ma soprattutto il taglio non sono mai quello che rivedrai sulla stampa, soprattutto per limiti costruttivi dell'attrezzo.
così il mio impegno (ho preso libri e fatto un corso "base") è nel riuscire a scattare con una manuale (vedi sopra) una foto che "impressioni" anche chi in quel momento non c'era.. provare a trasmettere le stesse sensazioni. se non ci riesco al primo colpo amen, non ce l'ho fatta punto e basta. il postwork è un artefatto ch mi porterebbe comunque a sbagliare anche la prossima volta. La digitale mi è utile proprio in questo senso.. (abberro a tutte le correzioni elettroniche che apporta in automatico ma men..) provo provo e provo a costi ridotti (pochi soldi in tasca sono una condanna..)
il pswork lo ritengo utile c.que (a volte lo uso anche io, ma su cose palesi! (tipo un fiore colorato in una foto in BN) anche e soprattutto per rendere una foto ridicola/divertente.  _________________ Preferisco rifare che ritoccare..
Konica T3 + konica 28 f3.5, 135 f3.5, 50 f1.7;Canon powershot G3 ;Konica-Minolta sony Alpha 900 + Minolta Dynax 7D + Minolta 28-70 f/2.8 G+ Sony 85 f/1.4 + Minolta 80-200 f/2.8 Apo G + Sigma 10-20 4-5,6 + Sigma 18-125
f3.5-5.6 + Battery Grip sony; Canon 7D + 15-85 f3.5-5.6 + 70-200 f2.8 + 100-400 f4-5.6 + Canon 580EX II + battery grip Canon; Honda Transalp 2005
La mia galleria  |
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numero6 utente

Iscritto: 02 Ago 2004 Messaggi: 165 Località: Pistoia
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Inviato: Ven 22 Ott, 2004 4:48 pm Oggetto: |
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Un po' di tempo fa avevo aperto un topic (postwork o non postwork) che trattava lo stesso argomento del presente. In quell'occasioni gli interventi non sono stati molto numerosi e mi fa piacere che il tema sia stato riproposto.
Da alcuni inteventi a me è sembrato di capire una cosa:
intervento in postwork = facilità = sicuro risultato di fotografia eccellente.
Quindi: sono capaci tutti a fare belle fotografie se dopo lo scatto intervengono sul fotogramma con software di fotoritocco.
Io credo che questa assimilazione non corrisponda alla realtà.
Si possono vedere facilmente fotografie con post interventi che non esprimono niente o in cui addirittura il postwork non è coerente con il significato stesso dell'immagine. Ci sono invece fotografie nelle quali non si è neneche intervenuto sui livelli di contrasto e che hanno una forza comunicativa dirompente.
Credo quindi che quello che conta siano sempre la visione, il progetto le capacità complessive che una persona esprime a fare la differenza il resto è filosofia della fotografia (cosa della quale mi fa comunque molto piacere parlare).
Ciao,
Stefano _________________ Good clicks today! |
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bossolo utente

Iscritto: 05 Ott 2004 Messaggi: 249 Località: Padova
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Inviato: Lun 25 Ott, 2004 9:32 am Oggetto: |
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numero6 ha scritto: | Un po' di tempo fa avevo aperto un topic (postwork o non postwork) che trattava lo stesso argomento del presente. In quell'occasioni gli interventi non sono stati molto numerosi e mi fa piacere che il tema sia stato riproposto.
Da alcuni inteventi a me è sembrato di capire una cosa:
intervento in postwork = facilità = sicuro risultato di fotografia eccellente.
Quindi: sono capaci tutti a fare belle fotografie se dopo lo scatto intervengono sul fotogramma con software di fotoritocco.
Io credo che questa assimilazione non corrisponda alla realtà.
Si possono vedere facilmente fotografie con post interventi che non esprimono niente o in cui addirittura il postwork non è coerente con il significato stesso dell'immagine. Ci sono invece fotografie nelle quali non si è neneche intervenuto sui livelli di contrasto e che hanno una forza comunicativa dirompente.
Credo quindi che quello che conta siano sempre la visione, il progetto le capacità complessive che una persona esprime a fare la differenza il resto è filosofia della fotografia (cosa della quale mi fa comunque molto piacere parlare).
Ciao,
Stefano |
vero, la bellezza di una fotografia è una cosa soggettiva, la riuscita della comunicatività dell'immagine è un'altra.. sono daccordo che per ottenere lo scopo desiderato ogni mezzo è valido, ma non sono più daccordo nel chiamare "fotografo" (N.B.:le virgolette le ho messe per non dare un'accezione troppo negativa alla frase..) chi presenta una immagine ritoccata.. lo chiamerei grafico piuttosto.. _________________ Preferisco rifare che ritoccare..
Konica T3 + konica 28 f3.5, 135 f3.5, 50 f1.7;Canon powershot G3 ;Konica-Minolta sony Alpha 900 + Minolta Dynax 7D + Minolta 28-70 f/2.8 G+ Sony 85 f/1.4 + Minolta 80-200 f/2.8 Apo G + Sigma 10-20 4-5,6 + Sigma 18-125
f3.5-5.6 + Battery Grip sony; Canon 7D + 15-85 f3.5-5.6 + 70-200 f2.8 + 100-400 f4-5.6 + Canon 580EX II + battery grip Canon; Honda Transalp 2005
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edgar amministratore

Iscritto: 15 Dic 2003 Messaggi: 6378 Località: Milano
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Inviato: Lun 25 Ott, 2004 10:48 am Oggetto: |
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numero6 ha scritto: | Credo quindi che quello che conta siano sempre la visione, il progetto le capacità complessive che una persona esprime a fare la differenza il resto è filosofia della fotografia (cosa della quale mi fa comunque molto piacere parlare).
Ciao,
Stefano |
sono d'accordo: il grande fotografo lo è perchè ha la visione dell'imagine come strumento per comunicare. ha in mente un progetto e lo svolge con immagini che ci parlano con le sue capacità espressive; che sono fondamentali......
bossolo ha scritto: |
vero, la bellezza di una fotografia è una cosa soggettiva, la riuscita della comunicatività dell'immagine è un'altra.. sono daccordo che per ottenere lo scopo desiderato ogni mezzo è valido, ma non sono più daccordo nel chiamare "fotografo" (N.B.:le virgolette le ho messe per non dare un'accezione troppo negativa alla frase..) chi presenta una immagine ritoccata.. lo chiamerei grafico piuttosto.. |
....il resto è tecnica, per ottimizzare l'immagine al servizio dell'obiettivo del fotografo creatore. non vorrei ripetermi per l'ennesima volta, ma tanti grandi fotografi scattavano e poi passavano settimane in camera oscura a "truccare" le immagini, per ottimizzarle ai propri scopi. e nessuno si è mai sognato di dare a costoro del "grafico".
a questo proprosito vorrei sottolineare due punti:
* filosoficamente, eticamente e nella realtà, non c'è differenza sostanziale tra il fotoritocco effettuato in camera oscura (che risale nientemeno ai primi decenni della fotografia) e quello effettuato al computer. se ammettiamo il primo tipo dobbiamo ammettere il secondo. altrimenti valgono solo gli scatti fatti in diapositiva. il che naturalmente sembrerebbe piuttosto limitativo.
* non trovo corretto l'atteggiamento che molti hanno nei confronti del fotoritocco. mentre sulle tecniche di camera oscura c'è sempre un alone quasi mistico di "magia e arte", quasi si parlasse di tecniche da iniziati, il fotoritocco al computer viene considerato una specie di videogioco. nulla di più sbagliato.
prima di passare al digitale ho fatto anni di C.O. in BN e vi assicuro che prima di poter dire di utilizzare in modo "fluido" le capacità di ottimizzazione di Photoshop mi ci sono voluti 5 anni. non basta giochicchiare un po' con 4 cursori per ottimizzare un'immagine. bisogna essere bravi, preparati e soprattutto sapere che cosa si vuole ottenere.
giusto per riportare le cose in una prospettiva un po' meno di parte.
edgar |
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victor53 utente attivo

Iscritto: 03 Apr 2004 Messaggi: 24845 Località: Lerici (SP) Liguria
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Inviato: Lun 25 Ott, 2004 11:18 am Oggetto: |
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edgar ha scritto: | numero6 ha scritto: | Credo quindi che quello che conta siano sempre la visione, il progetto le capacità complessive che una persona esprime a fare la differenza il resto è filosofia della fotografia (cosa della quale mi fa comunque molto piacere parlare).
Ciao,
Stefano |
sono d'accordo: il grande fotografo lo è perchè ha la visione dell'imagine come strumento per comunicare. ha in mente un progetto e lo svolge con immagini che ci parlano con le sue capacità espressive; che sono fondamentali......
bossolo ha scritto: |
vero, la bellezza di una fotografia è una cosa soggettiva, la riuscita della comunicatività dell'immagine è un'altra.. sono daccordo che per ottenere lo scopo desiderato ogni mezzo è valido, ma non sono più daccordo nel chiamare "fotografo" (N.B.:le virgolette le ho messe per non dare un'accezione troppo negativa alla frase..) chi presenta una immagine ritoccata.. lo chiamerei grafico piuttosto.. |
....il resto è tecnica, per ottimizzare l'immagine al servizio dell'obiettivo del fotografo creatore. non vorrei ripetermi per l'ennesima volta, ma tanti grandi fotografi scattavano e poi passavano settimane in camera oscura a "truccare" le immagini, per ottimizzarle ai propri scopi. e nessuno si è mai sognato di dare a costoro del "grafico".
a questo proprosito vorrei sottolineare due punti:
* filosoficamente, eticamente e nella realtà, non c'è differenza sostanziale tra il fotoritocco effettuato in camera oscura (che risale nientemeno ai primi decenni della fotografia) e quello effettuato al computer. se ammettiamo il primo tipo dobbiamo ammettere il secondo. altrimenti valgono solo gli scatti fatti in diapositiva. il che naturalmente sembrerebbe piuttosto limitativo.
* non trovo corretto l'atteggiamento che molti hanno nei confronti del fotoritocco. mentre sulle tecniche di camera oscura c'è sempre un alone quasi mistico di "magia e arte", quasi si parlasse di tecniche da iniziati, il fotoritocco al computer viene considerato una specie di videogioco. nulla di più sbagliato.
prima di passare al digitale ho fatto anni di C.O. in BN e vi assicuro che prima di poter dire di utilizzare in modo "fluido" le capacità di ottimizzazione di Photoshop mi ci sono voluti 5 anni. non basta giochicchiare un po' con 4 cursori per ottimizzare un'immagine. bisogna essere bravi, preparati e soprattutto sapere che cosa si vuole ottenere.
giusto per riportare le cose in una prospettiva un po' meno di parte.
edgar |  _________________ ° Vittorio ° www.photovictor.it
EOS 7D-5D-40D-20D - 12/24 HSM -Canon 24/105 L f4 - 135 L f2 -70/200 L f4 -
...che meravigliosa opportunità ha un fotografo, con un gesto porta nel futuro un attimo del presente! |
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The Doctor 46 utente attivo

Iscritto: 25 Ago 2004 Messaggi: 2096 Località: siamo tutti figli della stessa madre Terra (+ precisamente Pesaro)
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Inviato: Lun 25 Ott, 2004 2:38 pm Oggetto: |
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Aaron80 ha scritto: |
...già i grandi del passato manipolavano le foto in camera oscura... col computer ora più semplice e si possono fare ancora più cose ma non illudiamoci che le foto perfette in stile Ansel Adams non siano anche merito di un notevole lavoro in camera oscura... chissà quanti "trucchi" per avere il massimo da ogni fotogramma sono stati utlizzati... |
eggià, il lavoro + grande lo faceva dietro le quinte, e inoltre per un soggetto faceva decine di foto per recuperare la migliore e usarla _________________ La fotografia: le parole non servono a niente, bisogna solo guardare (H.C.Bresson)
con Adobe Lightroom e Photoshop TUTTI diventano buoni fotografi (The Doctor 46 cit. ) ||| Se non avete da fare, commentate le mie foto, anche quelle vecchie, grazie  |
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Pixelcube utente attivo
Iscritto: 31 Mgg 2004 Messaggi: 2564 Località: Caluso (Torino)
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Inviato: Lun 25 Ott, 2004 3:22 pm Oggetto: |
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Secondo me il trucco sta nel non usare il fotoritocco (o postproduzione in CO) per correggere nostri errori o nostre incapacità.
Come insegnava Adams il negativo (nel nostro caso Raw o tif o jpg) deve essere perfetto, in modo da permettere in CO un lavoro altrettanto perfetto.
Nulla vieta che in CO si mascheri una zona o si usino altri "trucchi" per riuscire a ottenere l'effetto che il nostro occhi e la nostra sensibilità desiderano.
Ad esempio Cyano (Mittico!) ha postato una foto di paesaggio che era la fusione di due foto con diverse esposizioni, una per il cielo e una per la vegetazione. _________________ www.stefanomanca.com |
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bossolo utente

Iscritto: 05 Ott 2004 Messaggi: 249 Località: Padova
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Inviato: Mar 26 Ott, 2004 9:10 am Oggetto: |
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stefano73 ha scritto: | Secondo me il trucco sta nel non usare il fotoritocco (o postproduzione in CO) per correggere nostri errori o nostre incapacità.
Come insegnava Adams il negativo (nel nostro caso Raw o tif o jpg) deve essere perfetto, in modo da permettere in CO un lavoro altrettanto perfetto.
Nulla vieta che in CO si mascheri una zona o si usino altri "trucchi" per riuscire a ottenere l'effetto che il nostro occhi e la nostra sensibilità desiderano.
Ad esempio Cyano (Mittico!) ha postato una foto di paesaggio che era la fusione di due foto con diverse esposizioni, una per il cielo e una per la vegetazione. |
ecco quello che volevo dire.. il negativo deve essere di per se perfetto.. !! ..poi tutto è lecito.. _________________ Preferisco rifare che ritoccare..
Konica T3 + konica 28 f3.5, 135 f3.5, 50 f1.7;Canon powershot G3 ;Konica-Minolta sony Alpha 900 + Minolta Dynax 7D + Minolta 28-70 f/2.8 G+ Sony 85 f/1.4 + Minolta 80-200 f/2.8 Apo G + Sigma 10-20 4-5,6 + Sigma 18-125
f3.5-5.6 + Battery Grip sony; Canon 7D + 15-85 f3.5-5.6 + 70-200 f2.8 + 100-400 f4-5.6 + Canon 580EX II + battery grip Canon; Honda Transalp 2005
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Alice utente

Iscritto: 21 Giu 2004 Messaggi: 57 Località: Cesena
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Inviato: Mar 26 Ott, 2004 9:18 am Oggetto: |
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Cosa si intende per negativo perfetto?
Nel senso che sono leciti "effetti speciali" ma non ritocchi di contrasto, luminosità, ritaglio!? |
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bossolo utente

Iscritto: 05 Ott 2004 Messaggi: 249 Località: Padova
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Inviato: Mar 26 Ott, 2004 1:18 pm Oggetto: |
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Alice ha scritto: | Cosa si intende per negativo perfetto?
Nel senso che sono leciti "effetti speciali" ma non ritocchi di contrasto, luminosità, ritaglio!? |
beh, posso dirti cosa intendo io per perfetto.. un negativo ottimo deve avere in primis un soggetto che catturi l'attenzione, posizione, colore, ambientazione, poi deve avere i parametri tecnici ad hoc (luce, inquadratura, messa a fuoco, diaframma, esposizione) e meglio se segue la regola dei terzi o c'è una diagonale (che attira l'occhio, come del resto il colore rosso..) e soprattutto deve emozionare =>>> intrattenere sulla foto un profano della fotografia, dell'immagine e dell'arte. _________________ Preferisco rifare che ritoccare..
Konica T3 + konica 28 f3.5, 135 f3.5, 50 f1.7;Canon powershot G3 ;Konica-Minolta sony Alpha 900 + Minolta Dynax 7D + Minolta 28-70 f/2.8 G+ Sony 85 f/1.4 + Minolta 80-200 f/2.8 Apo G + Sigma 10-20 4-5,6 + Sigma 18-125
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gerarcone utente attivo

Iscritto: 04 Mgg 2004 Messaggi: 5313 Località: Roma
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Inviato: Mar 26 Ott, 2004 1:53 pm Oggetto: |
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Mi permetto anch'io di dire la mia: io ho una concezione molto chiara della cosa. Dopo aver letto la trilogia di Ansel Adams con grande interesse, ho scoperto che il negativo pesa solo come poco più di un terzo nell'immagine finale. Spiacente che a qualcuno questa cosa non vada giù (parlo in termini generici naturalmente - qualcuno sicuramente ci sarà) ma è così. Solo nel caso delle diapositive la pellicola è quasi l'immagine finita, dato che tutti sappiamo che qualche cosa si può comunque cambiare in fase di sviluppo (per non parlare poi di un'eventuale stampa).
Ciò detto, per me è postwork tutto ciò che non si può raggiungere con mezzi analogici, ed è un'arte a parte, nel senso che cerco di evitarla per non complicarmi ulteriormente le idee. Il mio sforzo è tutto verso la creazione di un negativo tendente alla perfezione (la perfezione in quanto tale ce l'ha solo nostro Signore), dopodiché sto facendo quanto possibile per limitare ogni intervento esterno sulla pellicola (mi sono fatto la camero oscura, scatto diapositive, ecc.). Ad esempio, ho capito che mi conviene digitalizzare delle diapositive (magari da me sviluppate) e farle stampare piuttosto che lasciare dei negativi in mano ad un laboratorio, lo preferisco perché così sento l'immagine più mia. Naturalmente quest'ultima cosa mi sarebbe più facile con una digitale, anche se bisogna stare attenti, nel correggere i livelli e il contrasto, che non scappi troppo la mano, perché con photoschiòp a volte il passo é breve...
L'alternativa è la cara camera oscura e tanta pazienza.
In ogni cosa che facciamo dobbiamo distinguere mezzi e obiettivi. La fotografia come ogni arte si pone come unico obiettivo quello di suscitare emozioni, utilizzando i sensi (in questo caso la vista) come tramite. E' chiaro però che c'è bisogno di una certa bravura per giungere a certi risultati; sotto questo punto di vista io ritengo importante distinguere le varie fasi della creazione: il negativo (la ripresa) e la stampa (l'ottimizzazione dell'immagine senza superare i limiti dell'analogico), per dirla in termini anseladamistici. Insomma la solita storia di stare attenti, coscientemente, a ciò che si fa. Questa per me è la fotografia. Se si fa qualcosa in più, è qualcos'altro.
Ho detto la mia, magari con una buona dose di presunzione, ma del resto siamo nani sulle spalle di giganti, e quindi se dò l'impressione di ergermi in alto è perché le mie ali sono sostenute dalle autorevoli parole di Ansel Adams e dagli amichevoli consigli di molti in questo forum.
Approfitto dell'occasione per salutare tutti! |
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