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Alessandro Frione utente attivo

Iscritto: 01 Set 2004 Messaggi: 4890 Località: Genova
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Inviato: Mer 22 Ott, 2008 8:24 am Oggetto: |
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claudiom ha scritto: | Non capisco perchè si discuta come diventare analista: per fare buone foto non serve assolutamente a nulla.
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Ma si parlava di come si guardano non di come si fanno, o no?
Ciao
Ale _________________ La mia foto della settimana
PaP, VaV |
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Daniele Nesi non più registrato
Iscritto: 19 Gen 2005 Messaggi: 805
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Inviato: Mer 22 Ott, 2008 12:12 pm Oggetto: |
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mi ci ritrovo in parte nel "E’ sottomesso alle potenzialità “ipnotiche” dell’immagine."
lungi da me l'analista
l'analista piu è lucido e "profondo" piu inaridisce
daniele |
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cotess utente attivo

Iscritto: 16 Feb 2006 Messaggi: 1188 Località: Bruino (TO)
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Inviato: Mer 22 Ott, 2008 12:29 pm Oggetto: |
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Discorso interessante….come molti di Claudio, ma di non facile approccio……come tutti quelli di Claudio
Penso siano due fasi distinte ma conseguenti: nasciamo fruitori e possiamo restarlo a vita ma possiamo “elevarci” ad analisti tramite un percorso culturale e tecnico.
L’analista è stato senz’altro fruitore e può continuare ad esserlo per due motivi:
1) L’immagine
Non necessariamente questa merita a nostro giudizio un approccio analitico e pertanto possiamo decidere di fruirne e di farci “sopraffare” da essa
L’immagine, per la nostra cultura o scuola di pensiero (fotografico) incontra il nostro desiderio di approfondimento ed ecco che allora ci avvicineremo a questa sviscerandola e analizzandola per ciò che il nostro percorso culturale e tecnico ci consentirà.
2) Il nostro desiderio
Dato per scontato che ci sentiamo all’occorrenza “analisti”, non è obbligatorio che noi ci si ponga davanti ad una immagine necessariamente in questa veste…….semplicemente perché magari in quel momento il nostro stato d’animo ci guida ad un approccio più leggero….più passivo
Faccio un parallelo con un brano musicale:
Posso decidere ad esempio di sentire musica senza “ascoltarla”, facendomi sopraffare dall’atmosfera ma senza per questo entrare in profondità nel brano……….situazione tipica di quando svolgo una qualunque attività in compagnia della musica…….riconosco il brano, lo canticchio ma non vado oltre.
Posso invece decidere di recarmi in una sala da concerto, sedermi davanti ad un pregiato impianto alta fedeltà o indossare un paio di cuffie elettrostatiche e fruire dei brani in maniera “analitica” ascoltando la timbrica degli strumenti, l’esecuzione tecnica, la costruzione armonica, il bilanciamento dei volumi, l’immagine stereofonica………. Ma non sono obbligato a farlo e non sempre ho voglia di farlo.
…..così,….per far due parole.
Un caro saluto.
Corrado _________________
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Mer 22 Ott, 2008 12:51 pm Oggetto: |
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Giusto, cotess.
L'unica cosa che "stona" è la sala da concerto con dentro l'impianto stereo e non gli omini e donnine che si affannano con quei buffi pezzi di legno metallo corde....
ciao claudiom |
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cotess utente attivo

Iscritto: 16 Feb 2006 Messaggi: 1188 Località: Bruino (TO)
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Inviato: Mer 22 Ott, 2008 1:03 pm Oggetto: |
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claudiom ha scritto: | Giusto, cotess.
L'unica cosa che "stona" è la sala da concerto con dentro l'impianto stereo e non gli omini e donnine che si affannano con quei buffi pezzi di legno metallo corde....
ciao claudiom |
Beh.....Claudio,.....la sala da concerto con gli omini è...."il riferimento"......le altre 2 situazioni (impianto/cuffie) ne sono il surrogato casalingo sicuramente più attuabile....e spesso anche di qualità molto elevata. Non stonano se uno può/vuole permettersi tutte e 3 le soluzioni.
Diciamo la differenza che c'è tra un 50x70 chimico e un A3 digitale stampato a pigmenti (o a carbonella se preferisci...che è un termine che ti piace tanto!! )
Corrado _________________
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Alessandro Frione utente attivo

Iscritto: 01 Set 2004 Messaggi: 4890 Località: Genova
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Inviato: Mer 22 Ott, 2008 1:21 pm Oggetto: |
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D'accordo cotess, non si è sempre l'una o l'altra cosa.
Però, pur calzante, il paragone musicale mi fa sorgere un dubbio: una volta intrapresa la strada del secondo approccio si può ancora scegliere?
Il mio maestro di musica, a proposito di paralleli musicali, mi disse una volta: "impara la composizione, non la tecnica. Quella ti apre la mente, vedrai che poi suonerai meglio". Aveva perfettamente ragione, però non sono mai più riuscito ad ascoltare musica in maniera passiva salvo in quei casi, che citavi, in cui sono impegnato a fare altro.
Ciao
Ale _________________ La mia foto della settimana
PaP, VaV |
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cotess utente attivo

Iscritto: 16 Feb 2006 Messaggi: 1188 Località: Bruino (TO)
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Inviato: Mer 22 Ott, 2008 1:43 pm Oggetto: |
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Alessandro Frione ha scritto: | D'accordo cotess, non si è sempre l'una o l'altra cosa.
Però, pur calzante, il paragone musicale mi fa sorgere un dubbio: una volta intrapresa la strada del secondo approccio si può ancora scegliere?
Il mio maestro di musica, a proposito di paralleli musicali, mi disse una volta: "impara la composizione, non la tecnica. Quella ti apre la mente, vedrai che poi suonerai meglio". Aveva perfettamente ragione, però non sono mai più riuscito ad ascoltare musica in maniera passiva salvo in quei casi, che citavi, in cui sono impegnato a fare altro.
Ciao
Ale |
Si Alessandro....capisco cosa vuoi dire.......io non sono un "musicista"....per rispetto ai "veri" musicisti.....diciamo che sono un suonatore dilettante o all'occorrenza semi professionista di strumento musicale (bassista nella fattispecie)........ed è vero,..... spesso e sovente in maniera quasi automatica in un brano mi ritrovo a seguirne la linea melodica compositiva (del basso) o l'approccio tecnico...............mi capita però di "sentire" musica che non è "nelle mie corde" magari di generi a me poco affini e di farmela scivolare addosso in maniera piuttosto indifferente.
Credo che con le immagini il parallelo in parte possa calzare.
Ciao
Corrado _________________
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Alessandro Frione utente attivo

Iscritto: 01 Set 2004 Messaggi: 4890 Località: Genova
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Inviato: Mer 22 Ott, 2008 1:50 pm Oggetto: |
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cotess ha scritto: | ...............mi capita però di "sentire" musica che non è "nelle mie corde" magari di generi a me poco affini e di farmela scivolare addosso in maniera piuttosto indifferente.
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Perciò dico che non si torna indietro, ciò che ti scivola addosso è, credo, ciò che hai superato e che in qualche misura ti annoia. Se sei un musicista jazz o se hai studiato Bach difficilmente la cadenza perfetta potrà in qualche maniera appassionarti. Eppure è quella che, passivamente, fa più presa...
PS neanche io posso definirmi musicista, ho solo studiato musica per un pò.... _________________ La mia foto della settimana
PaP, VaV |
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twinsouls utente attivo

Iscritto: 09 Ago 2008 Messaggi: 675
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Inviato: Mer 22 Ott, 2008 8:59 pm Oggetto: |
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My two cents...
Cosa c'é di "male" a "non tornare indietro"?
Avere la possibilità di "fruire" emozionalmente di un brano musicale (o di una fotografia, o di un buon piatto, o di quel che volete) ed essere ANCHE in grado di risalire all'informazione di "cosa mi fa questo effetto e perché" vi sembra una cosa "cattiva"?
A me sembra che arricchisca l'esperienza...
Magari mi sbaglio.
Per me, la maggiore differenza fra un "fruitore" e un "analista" é essenzialmente proprio questa: un "analista" é un "fruitore" che è più consapevole di ciò che fruisce, delle proprie sensazioni ed emozioni, e di cosa glie le suscita... Più consapevole di "cosa", "come" e "perché" la sua fruizione è così come é.
Gli interessa il "linguaggio" e i suoi meccanismi.
Uno dei problemi di questo tipo di discorsi è che il linguaggio non è il mezzo più adatto a parlare... del linguaggio, ma è l'unico di cui disponiamo.
E così é difficile capirsi...
Ciao,
Davide _________________ Davide Baroni - "Our integrity sells for so little, but it is all we really have. It is the very last inch of us, but within that inch, we are free." (V for Vendetta) |
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Daniele Nesi non più registrato
Iscritto: 19 Gen 2005 Messaggi: 805
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Inviato: Sab 25 Ott, 2008 5:56 am Oggetto: |
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>>>Faccio un parallelo con un brano musicale:
Posso decidere ad esempio di sentire musica senza “ascoltarla”, facendomi sopraffare dall’atmosfera ma senza per questo entrare in profondità nel brano……….situazione tipica di quando svolgo una qualunque attività in compagnia della musica…….riconosco il brano, lo canticchio ma non vado oltre.
Posso invece decidere di recarmi in una sala da concerto, sedermi davanti ad un pregiato impianto alta fedeltà o indossare un paio di cuffie elettrostatiche e fruire dei brani in maniera “analitica” ascoltando la timbrica degli strumenti, l’esecuzione tecnica, la costruzione armonica, il bilanciamento dei volumi, l’immagine stereofonica………. Ma non sono obbligato a farlo e non sempre ho voglia di farlo. <<<<
terzo
puoi anche ascoltare l'impianto:
la qualità del lettore CD o il giradischi, quindi la testina ecc..
l'ingresso phono del preampli
l'amplificatore
i diffusori
valutare l'equilibrio complessivo dell'impianto e magari soffermarti anche sui cavi di collegamento
quarto
ad un certo punto durante l'ascolto ti si drizzano i peli sulle braccia dall'emozione, ti estranei da quello che hai intorno e decolli....e allora fanculo tutto il resto
ma che strano sto mondo
ps
non mi piace scoltare in cuffia...la musica sembra nasca dalla testa. Meglio un paio di casse...come fossi ad un concerto |
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