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JURASSIC CAMERA
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Swan
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MessaggioInviato: Mar 07 Nov, 2006 1:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ne potresti parlare stesso tu della rolleicord, no? Smile
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patbon23
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MessaggioInviato: Mar 07 Nov, 2006 3:15 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

il memo nn è mio, se al relatore interessa posso farlo tranquillamente... Very Happy
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MessaggioInviato: Mar 07 Nov, 2006 6:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non sapevo che vi fossero memo in prima persona, comunque avevo già invitato io stesso a postare con me, cerchero di dare il via a Patbon23 e a chi con lui volesse contribuire a rendere più completo questo capitolo.

La Rolleicord è stato per me il cavallo di battaglia di tutti gli anni 50, fino a quando nel 61 acquistai la sorella maggiore Rolleiflex con il Planar 2,8 l'altra aveva lo Schneider 3,5 (la facevano anche con il Tessar Zeiss) oggi suonerà strano ma con quella riuscivo a mandare avanti quasi tutto il lavoro di un negozietto in provincia. la focale di 75mm. era sufficentemente ampia se stampavo il formato quadrato (con bordo sotto)
come un normale inquadrando il 4x6 del fotogramma ed obiettivo da ritratto stampandolo con l'ingranditore del 35mm. Fece un onorato servizio per una diecina di anni e fui io stesso a rovinarla per completa idiozia, ero riuscito a pulire un vetro di un orologio tutto graffiato con un liquido abrasivo per cucina (Sidol) rendendolo perfettamente trasparente ebbi la luminosa idea di comportarmi con l'ottica della rollei che aveva quanche graffietto. Non vi dico i tragici risultati. Very Happy Very Happy Very Happy Non mi restò che buttarla.

Fu così la scusa per passare alla Rolleiflex......

Adesso la parola a Patbon23 per una visione da parte di un amatore ormai abituato a Zoom infiniti e supertecnologie dei nostri giorni.

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patbon23
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MessaggioInviato: Gio 09 Nov, 2006 9:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

OK...

Prima di tutto volevo ringraziare Edgar che mi consiglio di comprarla e poi volevo segnalare questo sito:

http://www.massacarrara.net/fotografia-altair/galleria_rolleicord.htm

che con amore e passione si dedica alla Rollei!

La parte storica è tratta dal suo sito poi ci sono le mie impressioni di uso

"La Rolleicord IV nasce con obbiettivo di presa Zeiss Triotar 3,5/70, sulle cui qualità non ho esperienza diretta.
Nella seconda parte della sua breve vita commerciale (agosto 1953 – settembre 1954) viene equipaggiata con lo Xenar 3,5/70 trattato per il colore (un triangolino rosso avverte di tale qualità). È un obiettivo che è poco definire meraviglioso.
La V offre in più l’accoppiamento tempi – diaframmi, sicuramente utile in determinate circostanze e in linea con le tendenze dell’epoca.
In pratica già la IV e la V meritano quindi di essere acquistate, non solo per far bella mostra di sé in qualche vetrina casalinga, ma soprattutto per essere utilizzate nella caccia alle immagini, in luogo di una 3,5 F il cui costo consiglia un uso moderato, come si conviene agli oggetti preziosi.
Vediamo cosa manca alla Rolleicord rispetto alla più corteggiata sorella maggiore:
Il caricamento della pellicola avviene col sistema dei ”punti rossi” e non col dispositivo tasto che sente l’inizio della pellicola e consente di cambiare il rullo anche alla cieca.
L'avanzamento pellicola è comandato da un anonimo bottone e non da quella meravigliosa leva che sembra anticipare i più moderni studi ergonomici, tanto è agevole da usare, rispettosa dell’integrità del cuoio della borsa, bella nelle forme sinuose, quasi un pezzo di oreficeria.
L’otturatore non viene caricato dall'avanzamento della pellicola ma da apposita levetta, che può servire anche da scatto, da azionarsi a parte. In pratica un operatore esperto con la Rolleiflex riesce a scattare due e forse tre foto in un secondo, con la Rolleicord passa almeno un secondo tra uno scatto e l’altro.
Manca il blocco dello scatto e quindi se avete caricato l’otturatore dovete stare attenti ad un azionamento accidentale del pulsante.
L’ottica di ripresa, anche nelle ultime versioni, è sempre l’onesto Xenar 3,5, non già un sofisticato Planar 3,5 magari a 6 lenti o 2,8; quello di mira ha una luminosità massima pari a 3,2 anziché 2,8.
Il bottone di messa a fuoco non va oltre il diametro di 28,5 millimetri, mentre sulla Rolleiflex arriva fino a 39 millimetri.
Il pozzetto, anche nella versione amovibile, manca dello specchio per messa a fuoco ad altezza d’occhio.
Tempi e diaframmi sono regolati da anonime levette e non da quelle ruote zigrinate che sono un po’ il simbolo della biottica di altissimo livello.
I bottoni che consentono la rimozione delle bobine di avvolgimento pellicola non rimangono bloccati con la chiusura del dorso.
Non è possibile incorporare un esposimetro e quindi, se non riuscite a procurarvi un raro Rolleilux ancora funzionante, dovete usare un esposimetro esterno."

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patbon23
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MessaggioInviato: Gio 09 Nov, 2006 10:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ora ecco le mie considerazioni:

Come si evince dal numero di serie 1548310 la macchina è stata costruita nel 1956.
Monta il bellissimo Xenar F 3.5 75mm
A prima vista, una volta aperta, uno si chiede e ora?
Tutto è più semplice di quello che sembra una volta caricata la pellicola basta impostare le levette dei tempi/diaframma poi si arma ed infine c'è il silenziosissimo "click" dell'otturatore centrale che permette di usare tempi anche di 1/15!
Una volta sviluppate le foto la qualità è notevole e le diapositive impressionanti! Surprised
Il peso di 900gr circa permette di portala facilmente in una borsa , certo quando ti vedono i più possono pensare che ti sei perso nello spazio/tempo, ma poi, una volta fatta l'abitudine diventa tutto normale.
L'unica pecca può essere rappresentata dalla impossibilità di cambiare ottica ma, nella realtà, molti utilizzano sempre la stessa focale quindi basta utilizzare i piedi e tutto si avvicina e si allontana!
Tuttavia esistono degli adattatori per "trasformare" il 75mm in 40mm o in 115mm e vengono prodotti dalla Mutar anche se si avverte comunque un calo di prestazioni ai bordi.
Dopo tutto questo che dire..... Io la consiglio a chi vuole veramente tornare alle origini della fotografia per riscoprire in questo mondo di bit il modo antico di scattare una foto, per fare questo bastano circa 130/170 € per acquistare questa macchina e un 70/80€ per comprare un esposimetro esterno visto che solo la Rolleicord non lo possiede.

Buona Fotografia a tutti.



rolleicord-V.jpg
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rolleicord-V.jpg



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niepce
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MessaggioInviato: Ven 10 Nov, 2006 1:49 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Il Tessar 3,5 non era 70 mm ma 75 come lo xenar, il triotar era un semplice tripletto (3 lenti) al limite della decenza, mentre il tessar e lo xenar sono dei buoni 4 lenti, uno schema asimmetrico nato all'inizio del secolo tutt'ora valido, non mi azzarderei a definire meraviglioso, tutt'altra cosa il Planar e lo Xenotar 2,8/80 che equipaggiano le Rolleiflex.

Per il resto concordo (con tanta nostalgia di quegli anni del mio debutto nella professione) con quanto da te scritto.

Allego una foto fatta con la rolleicord, per un servizio sulle miniere del Valdarno, purtroppo la compressione e la scansione del negativo, non permettono di controllare la nitidezza e la scala tonale delle immagini un pò retrò di quei tempi.


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Ultima modifica effettuata da niepce il Dom 12 Nov, 2006 1:18 am, modificato 1 volta in totale
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patbon23
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MessaggioInviato: Ven 10 Nov, 2006 9:54 am    Oggetto: Rispondi con citazione

nn so se era capito ma quella è proprio la mia rollei...
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Swan
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MessaggioInviato: Ven 10 Nov, 2006 11:54 am    Oggetto: Rispondi con citazione

bella la rollei
la foto è impressionante!!!
continuate!

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Moreno B
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MessaggioInviato: Gio 23 Nov, 2006 7:13 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciao,

vedo solo ora questo 3d.

Anche io ho preso tempo fa una rolleicord che dovrebbe essere del 1936 ed è una Rolleicord Model 1 Type 2.

Almeno credo.

Ciao, magari qualche volta passo per il tuo negozio ad Arezzo Smile

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niepce
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MessaggioInviato: Ven 24 Nov, 2006 2:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

un esemplare abbastanza raro, il numero di matricola dovrebbe essere tra 1.590.000 a 1.760.000.

Non ho un negozio, in quanto facciamo solo fotografia industriale e pubblicitaria(l'avevo nel valdarno nella prima gioventù), lo studio usiamo quello di Milano (più comodo per il casting e le redazioni) ad Arezzo avevo i labolatori dell'analogico (quasi in disuso) ed oggi i computer per la post produzione e l'editing video, oltre al plotter per le gigantografie, per la ripresa una sala relativamente piccola dove faccio lo still life.

Comunque se vieni a trovarmi potremmo anche andare a mangiare una pizza assieme.

Ciao

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Moreno B
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MessaggioInviato: Sab 25 Nov, 2006 6:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

niepce ha scritto:
un esemplare abbastanza raro, il numero di matricola dovrebbe essere tra 1.590.000 a 1.760.000.

Non ho un negozio, in quanto facciamo solo fotografia industriale e pubblicitaria(l'avevo nel valdarno nella prima gioventù), lo studio usiamo quello di Milano (più comodo per il casting e le redazioni) ad Arezzo avevo i labolatori dell'analogico (quasi in disuso) ed oggi i computer per la post produzione e l'editing video, oltre al plotter per le gigantografie, per la ripresa una sala relativamente piccola dove faccio lo still life.

Comunque se vieni a trovarmi potremmo anche andare a mangiare una pizza assieme.

Ciao


Esatto: 1593763

Peccato abbia dei problemi di infiltrazioni di luce e di trascinamento della pellicola, però è divertente

Ok!
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Rigoletto
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MessaggioInviato: Dom 26 Nov, 2006 3:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Voglio contribuire anch’io a questa interessante discussione sulle fotocamere che furono, presentandovi la mia prima macchina: una meravigliosa “FOCA deux etoils”:



Purtroppo non più funzionante: con il disuso l’otturatore non è più preciso e il telemetro, un tempo infallibile, mette a fuoco dove vuole. La casa produttrice, la société Optique et Precision de Levallois, aveva nel suo listino, tra l’altro, anche una fotomitragliatrice e una “gastrocamera” che, collegata ad un endoscopio, poteva riprodurre immagini a colori dello stomaco. L’OPL produceva anche fotocamere con il marchio FOCA l’appareil de haute précision.
Si tratta di un modello del 1952 ca. ed esattamente un PF2B di costruzione interamente metallica con inserti di pelle nera a buccia d’arancia, messa a fuoco a telemetro ed obiettivi intercambiabili (possibilità mai sfruttata per mancanza di obiettivi), con due contatti flash contrassegnati da F ed E mai utilizzati. I tempi, di tutto rispetto per quei tempi, andavano da 1/25 sec. ad 1/1000 sec più B, sincro flash (presunto) ad 1/25. Il caricamento dell’otturatore (a tendina di stoffa) avviene per mezzo della rotazione per ¾ di giro di una rotella zigrinata posta al centro del coperchio che contemporaneamente fa avanzare la pellicola. L’obiettivo a corredo è un OPLAR 5cm 3,5/18 (la focale sull’obiettivo è espressa proprio in cm e non in mm), ormai un po’ rovinato da problemi di incollaggio delle lenti posteriori; in condizioni di non utilizzo è bloccato in posizione di infinito tramite un semplice meccanismo a molla sbloccabile con la pressione di un dito (consigliabile il medio essendo l’indice impegnato sul pulsante di scatto). Il diaframma è circolare, apparentemente a 12 elementi, veramente ben realizzato. Il mirino è proprio minuscolo ma abbastanza luminoso, con immagine telemetrica a sdoppiamento, la messa a fuoco era (ora non più, purtroppo) molto efficace grazie al funzionamento impeccabile del telemetro dovuto anche alla buona distanza delle due finestre di traguardo (4 cm) ed avveniva tramite la rotazione per mezzo di una ghiera alla base dell’obiettivo stesso che riporta la scala delle distanze. Il riavvolgimento avviene tramite lo spostamento di una levetta sul frontale che provvede allo svincolo del trascinamento, ed alla rotazione di una manopola posta sul lato sx del coperchio. La slitta del flash è senza contatti che si trovano sul fianco sx del coperchio. Il tutto è completato da una custodia in cuoio marrone in due pezzi che consente di utilizzare la macchina anche senza toglierla. Questa macchina, nata dall’ambizione del duca Armand de Gramont di fare concorrenza ai prodotti tedeschi (Leica in particolare), è un oggetto ben progettato e ottimamente realizzato, compatta quanto basta per essere maneggevole (dimensioni del corpo: 143x77x34) e del peso di circa 500 grammi, in mano dà una sensazione di robustezza che si è perduta con le moderne fotocamere. I materiali impiegati: alluminio per le manopole e le ghiere, ferro trattato per il corpo, acciaio inox per il barilotto dell’obiettivo, ferro cromato per i particolari a contatto della pellicola sono di prima qualità, e dopo oltre cinquant’anni solo sul corpo si rilevano tracce non gravi di usura. Il progetto non ebbe la fortuna sperata, anche per il costo non esattamente concorrenziale con i prodotti germanici che, come ormai ben sappiamo, ebbero la meglio sui tentativi francesi (ed anche italiani vedi la straordinaria Rectaflex) di imporsi sul mercato. Negli anni ’60 FOCA produsse un’interessante modello reflex molto compatto che non ebbe fortuna.
Qualche particolare:



Con questa macchina ho cominciato a fare foto all’età di circa dieci anni grazie alla concessione di mio padre, solo pochi scatti ma sufficienti a farmi nascere la passione. Quando, verso i tredici, sono diventato il possessore della macchinetta ho potuto cominciare a fotografare con più libertà (sempre con parsimonia causa finanze), ed è stata mia compagna per cinque lunghi anni durante i quali avevo anche una camera oscura in società con un amico più grande. Ci ho fatto più di mille foto, lo so che questa cifra nei tempi dei duemila scatti al mese fa un po’ ridere, però posso dire che la gran parte di quelle foto le ricordo perché le ho pensate veramente e non semplicemente scattate. Questo uno scatto fatto con la mia FOCA (il negativo nel tempo si è un po’ rovinato, ma il soggetto vale ancora la pena):



Un saluto, Riccardo.

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niepce
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MessaggioInviato: Dom 26 Nov, 2006 6:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Comincio a pensare che questo invece di essere il thread delle macchine d'epoca sia diventato il thread dei toscani. Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy

Avevo quasi deciso di soprassedere con il postare le mie vecchie macchine (qualche centinaio) dato che era solo letto ma senza interventi o commenti, i vostri topic ni riinfondono coraggio, tanto che appena trovo una mezzoretta parlerò di qualche altra macchina, cercandola soprattutto tra le meno note e meno fortunate.

Per la tua Foca, ho purtroppo un brutto ricordo giovanile, avevo usato sempre macchine ad otturatore centrale (Sincro completo su tutti i tempi) mi feci prestare (causa un guasto) la Foca da un collega per foto ad una cerimonia di consegna diplomi, in un ristorante con grandi vetrate ed abbastanza luminoso, stupidamente volli usare il flash, successe purtroppo che la sincronizzazione sul 25° provocò due immagini sovrapposte, una nitida del lampo ed una fantasma mossa dalla luce ambiente, con la figuraccia che immagini e le maledizioni alla macchina.

Comunque è stata una delle migliori copie della Leica, assieme all'italiana S. Giorgio. (la Rectaflex che tu citi, fu invece, una vera novità, purtroppo sfortunata, stò cercando il modello con torretta per tre ottiche, che trovo solo a prezzi insostenibili) della Foca l'ottica specialmente è un vero e proprio clone con l'Elmar Leica infatti anche l'Oplar 3,5/50 è lo stesso 4 lenti con lo stesso schema ottico Gaus ma fortunatamente molto simile anche in qualità.

Erano macchine robustissime, una Laica 1B mi cadde da oltre 40 metri mentre stavo facendo foto industriali agganciato ad una grù, cavandosela solo con una piccola ammaccatura in un lato e continuando a fare il proprio dovere per anni senza interventi.

A sentirci.

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kingcama
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MessaggioInviato: Gio 14 Dic, 2006 8:51 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Topic da urlo!!! molto bello rileggere il passato e tecnologia dellìepoca oltre alle tue esperienze.

Ok!

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Swan
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MessaggioInviato: Ven 15 Dic, 2006 4:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

mi è appena arrivata una voigtalnder vitomatic IIa degli anni sessanta. ci ho solo giocato un po' di tempo da stamattina e già mi sembra fantastica!
ora ci faccio qualche scatto e piano piano scoprirò tutte le bellezze di questa macchina!
spero poi di postare una bella recensione tra un po'!
ciao!

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scorpionred
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MessaggioInviato: Mer 17 Gen, 2007 7:39 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

una sola parole al topic in questione
" MERAVIGLIOSO " , complimenti all'idetore , ho letto queste pagine con estrema avidità, continua ancora, apri un sito , pubblica un libro scrivi sulla gazzetta sulla repubblica dove vuoi insomma fai qualcosa per tenerci sempre informati, ciao da
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MessaggioInviato: Ven 19 Gen, 2007 1:06 am    Oggetto: Rispondi con citazione

scorpionred ha scritto:
una sola parole al topic in questione
" MERAVIGLIOSO " , complimenti all'idetore , ho letto queste pagine con estrema avidità, continua ancora, apri un sito , pubblica un libro scrivi sulla gazzetta sulla repubblica dove vuoi insomma fai qualcosa per tenerci sempre informati, ciao da
SCORPIO


Grazie per l'incoraggiamento!!

Ti sarai accorto che avevo smesso di postare, in quanto ritenevo (dubbi che il tuo post ha solo in parte sopito) che a pochi ormai interessino le vecchie attrezzature.

Tanti lettori, ma pochi contatti.

Comunque in settimana cercherò di provare ancora, dato che avrei tanti originali apparecchi da mostrare.

Ciao, Maurizio

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marko82
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MessaggioInviato: Sab 20 Gen, 2007 12:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

grandissimo.....complimenti per la voglia e la passione che condividi con tutti noi!
parlando di copie di leica cosa mi dici?
le ottiche sono anche solo lontanamente paragonabili?
cmnque l attacco è compatbile?
ma chi faceva copie allora che la china nn c' era?(a livello economico dico)

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niepce
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MessaggioInviato: Dom 21 Gen, 2007 2:10 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Avevo promesso di postare ancora, ma purtroppo in questi giorni (tempo di fiere) il lavoro non mi permette di farlo, vedro in settimana.

Per Swan,

Attendevo pubblicassi tu la Vitomatic (non volevo soprascriverti) ma lo farò dato che è la macchina che regalai a mia figlia al tempo delle gite scolastiche, ritenendola robusta e senza le complicazioni delle reflex.

Per Marko82,

Se si escludono le copie Leica tipo Foca, Janua della S.Giorgio ecc. i veri e propri cloni dei modelli III sono stati fatti dai Russi, ne ho qualcuno, cercherò di postarlo, ti dico però find'ora che la qualità era quella di una brutta (anzi bruttissima) copia, ed anche le ottiche, pur rimanendo nella decenza non avevano niente in comune con i Laitz.

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MessaggioInviato: Dom 21 Gen, 2007 1:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Voigtlander - VITORET
Questa fu la mia prima fotocamera della vita Smile

Con questa imparai a scattare le diapositive esponendo ad occhio e mettendo anche a fuoco ad occhio ... Ai tempi avevo 13 anni e la ereditai da mio nonno. Un amico di famiglia mi introdusse nel mondo delle DIA. Mi aiutavo nell'esposizione con dei disegnini che esistono ancora oggi appiccicati sul retro della custodia

La macchina è ancora funzionante, con qualche problemino di trascinamento.
Una macchina ad otturatore centrale su tre tempi 1/30, 1/60, 1/125 più la posa B.
L'ottica è un ottimo 50mm f2,8. I diaframmi vanno da 2,8 a f22.
Il sincro flash è su tutti i tempi indicati ed utilizza il mitico spinotto syncro x

Di questa camera ci furono due produzioni. La prima risale al periodo 1962-1965. La seconda fu prodotta dal 1965 al 1971. Fu aggiunta una cellula esposimetrica

Una foto dell'interno a dorso aperto

Una foto del sotto, a destra il contatore dei fotogrammi a scalare
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