CROP - Limite etico nelle fotonaturalistiche e non...

[Luigi Piccirillo]

Ho letto con interesse (anche se, purtoppo velocemente) gli interventi sull'argomento e condivido in particolare la considerazione che non sia possibile codificare un limite etico riguardo la percentuale di crop entro cui una foto si mantenga nominalmente tale: dipende dall'esigenza funzionale legata alla sua rappresentazione.. Se pubblico in rete ho a disposizione un certo spazio in termini di dimensione e risoluzione e cerco di sfruttarlo nel migliore dei modi per ottenere un'immagine armonica o d'impatto anche ricorrendo ad un crop abbastanza significativo; se devo spedirla ad un concorso cerco di darle un'impostazione in fase di scatto il più possibile vicina al risultato finale che mi propongo di raggiungere, soprattutto perchè le dimensioni di stampa richieste in qualche modo lo impongono (accettando quindi i rischi legati ad una maggiore difficoltà in fase di realizzazione).
Sono d'accordo anche su una questione niente affatto secondaria: ciò che conta in fotografia è il risultato finale. Non mi riferisco solo a questioni riguardanti eventuali tagli, ma in particolare anche ad un altro aspetto che, pur rispettabilissimo, a volte mi appare elemento da codice cavalleresco: la difficoltà dello scatto riferita (nell'ambito della fotografia naturalistica) alla dicotomia ambiente naturale/ambiente controllato.
Pochi giorni fa su Foto Cult ho dato un'occhiata alle foto vincitrici del Glanzlichter, ebbene la foto vincitrice assoluta è stata scattata in uno zoo ..e così anche un'altra delle foto premiate (se non ricordo male una tigre). Insomma, quel che voglio dire è che ho il massimo rispetto per chi opta per foto che già in fase di relizzazione si avvicinano moltissimo al risultato finale che si intende ottenere; ammiro sinceramente chi si sobbarca sforzi e sacrifici enormi per rubare uno scatto in ambiente naturale, ma, come ripeto, dal momento che non è posibile verificare in maniera inequivocabile i modi, i tempi, i mezzi e le condizioni di scatto l'unico fattore che conta (e credo lo stiano comprendendo anche le giurie internazionali) è semplicemente il risultato finale.

[holden]

Io sono sinceramente ammirato dalla lucidità e dalla impeccabilità delle argomentazioni dell'Ingegnere.
Vorrei solo aggiungere che la produzione artistica non è fatta per gli altri, ma per se stessi. Così, allo stesso modo, non si è etici quando il primo ad essersi auto imbrogliato è l'artefice dell'opera.
Sotto questo punto di vista il fine non è più così rilevante. Ciò che conta è il percorso. Per questo motivo, se si produce un capolavoro,questo si può anche mettere in un cassetto e non pensarci più.

[One_more_time]

[dago]

io cerco sempre di scattare e non ritagliare mai il fotogramma, fino ad ora ha funzionato: sono contrario al ritocco/ritaglio dell'immagine