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Gabbie per fotografi?
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Leoconte
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MessaggioInviato: Lun 19 Dic, 2016 1:39 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ettore,
su questo, posso dare la mia interpretazione, siccome le cose da dire sono molte, dovrò fare sintesi e alcuni concetti saranno esposti in maniera sommaria.

Innanzitutto, il mondo della critica è, un mondo diverso da quello degli autori, tutto un altro aspetto. Certo, possono esistere mille tipi di contaminazione anche qui. Come dire che il mondo del paziente è, lo stesso dei medico. Non credo...

Fatta questa considerazione, ti parlo da autore, nelle mie possibilità.

Prima di tutto bisogna liberarci dalla gabbia, però, bisogna vedere se veramente lo si desidera. La gabbia è comoda, se si resta in gaggia, la maggior parte ti riconosce, pensa sinceramente che sei bravo e ti senti condiviso.

Andiamo affondo. Cerchi un critico per valutare il tuo album. Il critico con poche domande capirà se tu hai premura di vendere o se sei in ricerca per entrare per un progetto artistico. Se il critico intuisce che devi campare, ti consiglierà il filone che è più commerciale e che puoi guadagnare, mentre se capirà che sei in ricerca e desideri comprendere la strada che stai percorrendo, dell'arte, ti dirà la sua impressione, ma non ti garantirà nessun risultato, questo è certo. Ti dirà solamente che stai prendendo una strada difficile e incerta se percorri la strada dell'arte. Nella maggior parte dei casi, l'autore si arrende al bisogno e comincia a produrre le cose che possono piacere al mercato.

Allora, bisogna fare un passo indietro e sapere che dare via l'anima: richiede una controparte, il denaro che ti aiuta nella vita, se non altro.

La critica ha un altro scopo, quello di collaborare con il mercato, ossia, individuare un autore molto produttivo, in maniera da avere merce da vendere in abbondanza, con uno abbastanza bravo, si possono fare molti soldi portandolo agli allori con l'aiuto della critica e della galleria.

Invece la critica dell'arte pura, quella sui maestri del passato, sono progetti di promozione per vendere libri, mostre, insegnare, spesso virtuosismi per qualche interesse accademico.
In essenza, sono giudizi della storia dell'arte che valgono come considerazioni e studi della storia, qualche scoperta nuova di biografie o di opere. Poco, si concentrano sulle filosofie, che sono l'essenza di ogni autore.
Si da in pasto quello che il mercato compra di più.

Insomma, liberarsi dalla gabbia, se un autore vuole percorrere la strada dell'originalità, deve conoscere molto, mettersi in ricerca, deve sacrificare tutto, in nome di un'intuizione che non sa neppure se esista, entrare nell'ignoto.

La carriera di molti artisti del passato e molti di adesso, è basata sulla costante e progressiva liberazione delle regole imparate nell'apprendimento, che portano a uno stato di omologazione e conformismo mentale.

Ecco, sono solo alcune mie considerazioni, non so se ti troverai in accordo o possono aiutarti. Ciao

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Ettore Perazzetta
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MessaggioInviato: Lun 19 Dic, 2016 2:02 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Alla fine c'è chi si "sente" artista per il semplice fatto di "passare" da una gabbia all'altra eludendo la critica, Papillon insegna. Sinceramente la libertà di espressione per esser totalmente tale non ha nemmeno bisogno di venir "classificata" arte, rientrando perciò in qualche schema mentale. Fra esser artista e sentirmi libero di non esserlo preferisco di gran lunga la seconda. Un saluto.
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Leoconte
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MessaggioInviato: Lun 19 Dic, 2016 2:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Condivido, meglio sentirsi un uomo, prima di tutto.
Ciao

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MessaggioInviato: Mar 27 Dic, 2016 12:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Questo mondo di tutti connessi doveva essere un sogno di libertà, invece le post verità ci inducono a costatare che il pensiero si sta segregando in piccoli gruppi chiusi, dove si parla di cose che più o meno sono tutti in sintonia.
Pochi sono i luoghi dove c'è la necessità di apertura alle nuove tendenze, almeno cercare di capire.

Altro problema di gabbie, lo troviamo nella scelta, ossia, nel rifiuto dell'arte moderna da parte della maggioranza delle persone, come se l'arte non fosse una parte dell'uomo di oggi.
L'arte è analisi della contemporaneità dell'uomo, questo non viene capito, anzi, viene rifiutato, non viene accettata l'evoluzione.
Esiste, un rifiuto dell'informazione artistica, come qualcosa di incomprensibile, di lontano e estraneo alla realtà. Un'arroganza nel preferire la nostalgia del passato, un non credere nell'uomo del futuro, nemmeno porsi il problema.
Tutto quello che è buono deriva dal passato, il nuovo è solo un surrogato del pensiero, pensano i conservatori.
Costruire questi muri mentali è diventato un costume, una rinuncia al futuro.
Meglio imitare i grandi maestri, rifugiarsi nel consolidato e nel condiviso.

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Ettore Perazzetta
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MessaggioInviato: Mar 27 Dic, 2016 1:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Altro problema di gabbie, lo troviamo nella scelta, ossia, nel rifiuto dell'arte moderna da parte della maggioranza delle persone, come se l'arte non fosse una parte dell'uomo di oggi.
L'arte è analisi della contemporaneità dell'uomo, questo non viene capito, anzi, viene rifiutato, non viene accettata l'evoluzione.
Esiste, un rifiuto dell'informazione artistica, come qualcosa di incomprensibile, di lontano e estraneo alla realtà. Un'arroganza nel preferire la nostalgia del passato, un non credere nell'uomo del futuro, nemmeno porsi il problema.
Tutto quello che è buono deriva dal passato, il nuovo è solo un surrogato del pensiero, pensano i conservatori.


Vedi l'arte oggi assomiglia alla politica, si arrocca nei palazzi, non va incontro alla gente e, quando lo fa, è solo per cercar consensi. Inoltre c'è la pretesa che il nuovo sia "buono e bello" per il semplice motivo di rompere con il passato (del quale è figlio) senza bisogno di contradditorio:- "Io sono il nuovo, la verità, la vita". Per sua (del nuovo) fortuna non è così, c'è bisogno di lottare per dimostrare superiorità e, tutto ciò che non uccide fortifica. Ben venga quindi il nuovo se veramente dimostra di esser un passo in avanti, perchè di passi indietro ne son già stati fatti troppi proprio in suo nome. Un saluto.
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Leoconte
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MessaggioInviato: Mer 28 Dic, 2016 9:23 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Ettore,
ma sei proprio fuori strada. Quante volte ho sentito il discorso che tu hai fatto, pieno di convinzioni che non hanno a che vedere con l'arte, con la verità nel complesso.

Oggi l'arte non è più solo nei palazzi, ma è un patrimonio che tutti se ne servono. Certo, l'arte può essere addomesticata, può essere corrotta, può collaborare con i vari poteri, ma allora è arte che fa ridere.
Gli Esempi contemporanei sono moltissimi, ma basta tornare al passato di 70 anni per ricordarci che una certa arte era considerata degenerata, mentre quella del potere, rappresentava solo il servilismo.

E' uno dei compiti dell'arte l'analisi sociologica, per questo viene considerata inutile nelle forme contemporanee, proprio per screditare la verità che è nell'arte, quando si occupa di convivenza. Questo lo avevano già spiegato con molte opere e correnti dell'arte. Uno dei più recenti: Dario Fò, uno che ha spiegato bene il rapporto fra arte e poteri vari.
L'arte non cerca consensi, cerca la verità della realtà, anche se sogno, utopia. L'arte cerca l'ideale, il giusto rapporto, la realtà dell'intelligenza e combatte la dismisura.

Gli stereotipi, che hai comunicato con 4 parole e senza spiegazioni, non hanno fondamento, quando si parla di arte vera. Forse ti sei sbagliato, come molti, con l'arte al servizio di qualche potere, sopratutto economico nei ultimi tempi.

Un' altra cosa, l'arte è per tutti, proprio in senso lato. Tutti possono produrla e capirla, ma se non viene studiata o indagata, non possiamo pretendere di comprendere la sua evoluzione. L'arte è un grande dono, arricchisce molto le persone che ne sono sensibili, ma non di denaro. L'arte, E' una formidabile chiave di lettura della realtà, ma se questa chiave non te la costruisci, non puoi leggere quello che vedi.
Con le nuove rivoluzioni culturali e artistiche, se noti, l'arte vera, è in piena critica verso il sistema economico e ambientale. Ora il potere economico è al di sopra di tutti gli altri, allora pensi che tutto questo potere resti fermo a guardare gli artisti che si esprimano? Li combattono, con l'arma più potente: l'indifferenza, screditando il valore della critica attuale e le pecore, chi seguono...?
Il nuovo, non è sinonimo di bello o altro: è volontà di ricerca, di cambiamento, di miglioramento. Da milioni di esperimenti, nasce sempre qualcosa di buono e bello, questo è importante.
Ma se mi dicono: vieni a vedere una mostra? C'è una bella e una nuova, di sicuro vado a vedere quella che parla di cose nuove.

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Leoconte
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Ettore Perazzetta
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Iscritto: 24 Dic 2015
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MessaggioInviato: Mer 28 Dic, 2016 10:22 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ho il grosso difetto di non idealizzare l'arte, e mi sforzo di trovarne il lato "terreno", non si può negare che al giorno d'oggi esista "l'arte per l'arte" senza nessun riscontro, neppure utopico. Che poi gli "artisti" siano tutti critici verso il sistema attuale, il potere, e lo stato ambientale è da dimostrare, analizzando anche le ragioni per cui lo sono, alcuni ce l'hanno con la crisi perchè toglie risorse che non possono esser destinate alla cultura. Come in tutte le cose ci sono positività e negatività, diciamo che in entrambi è possibile trovare un pò di verità. Un saluto.
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Crunchy
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Iscritto: 31 Ott 2015
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MessaggioInviato: Mer 28 Dic, 2016 1:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Spesso quando un'opera viene definita opera d'arte, viene universalmente riconosciuta come tale, e viene esposta in uno o più musei (tutti con ingresso a pagamento), in verità ha perso gran parte del suo reale valore sociale e le rimane esclusivamente quello estetico ed economico.
In poche parole è l'ottenere la visibilità (del solo pubblico pagante) quando si è perso l'originale incisività.
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Tropico
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MessaggioInviato: Mer 28 Dic, 2016 7:10 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:

Purtroppo oggi molto spesso il "percorso artistico" di un individuo non parte da una necessità intima di esprimersi attraverso un "prodotto" che nasce come personale e privato, e solo dopo molto tempo, a posteriori, e alla luce di tutta una "produzione" viene letto come prodotto artistico.
Oggi va molto di moda un principio narcisista che spinge l'individuo a pensarsi a priori come un essere sicuramente creativo e quindi a buttarsi in tentativi più o meno riusciti di imitazione di altri, finalizzati ad ottenere un immediato riconoscimento ed applauso.

Questo genera alcuni fenomeni molto visibili nelle arti visive (non solo in fotografia).
Ad esempio un forte effetto di omologazione all'interno di coordinate estetiche effimere che sono di moda oggi, ma un attimo dopo svaniscono per essere sostituite da altre.


Crunchy ha scritto:
Spesso quando un'opera viene definita opera d'arte, viene universalmente riconosciuta come tale, e viene esposta in uno o più musei (tutti con ingresso a pagamento), in verità ha perso gran parte del suo reale valore sociale e le rimane esclusivamente quello estetico ed economico.
In poche parole è l'ottenere la visibilità (del solo pubblico pagante) quando si è perso l'originale incisività.

Premesso che anche i grandi maestri di tutte le arti del passato hanno iniziato copiando e zoppicando (e non potrebbe essere altrimenti, nessuno nasce imparato) poi però hanno sviluppato una propria visione che partiva sempre dai canoni dell'epoca salvo poi se non proprio stravolgerli (i veri e profondi innovatori sono una piccola parte degli artisti bravi) almeno interpretarli con, appunto, una visione strettamente personale, personale al punto che se vediamo un Modigliani o ascoltiamo Bach diciamo: è lui, certo che è lui! Very Happy
Poi anche all'epoca c'erano gli imitatori o comunque quegli artisti minori che avevano una visione meno grandiosa, profonda, universale e perchè no esteticamente/formalmente meno apprezzabile, mi viene in mente il celebre film su Mozart/Salieri che affronta proprio questo tema.
La differenza, come voi accennate in quanto ho quotato, è che oggi manca da una parte l'humus che permetteva alle grandi opere di rappresentare una cultura ben specifica, da un'altra le scuole che non siano quasi solo nozionismo. In antica Grecia vi era l'arte della maieutica oggi la capacità di collegare le cose è un optional per i pochi che se ne vogliono addentrare, per tutti gli altri c'è il piattume del già visto e possibilmente scopiazzato, magari tecnicamente ineccepibile e ottimamente confezionato, quanti gruppi, anche osannati da certa critica, sono solo copie sbiadite dei favolosi Beatles ancora oggi? Il vero guaio è che da una parte la globalizzazione appiattisce quelle culture che in essa sono confluite, (purtroppo verso il basso) dall'altra le scuole sono al servizio del fenomeno, non serve pensare, sviluppare una propria visione, approfondire, collegare le cose, ma bensì che si sappia tutto il possibile a livello di dati, di informazioni, di tecniche.
Sviluppare una propria visione è anzi pericoloso al sistema, perchè questo è un sistema non so quanto costruito a tavolino (io credo abbastanza) ma certamente funzionale ai potenti e ricchi del pianeta per livellare le masse e non far venire loro in mente quale sia il vero problema dell'umanità e cioè proprio la tremenda disuguaglianza socio-economica vigente. In questo clima che arte vuoi creare? Cioè: a) da quali riferimenti culturali specifici puoi partire? b) a quale scuola devi rivolgerti per aiutarti a sviluppare un proprio pensiero c) ammesso che passi i due primi punti, a chi ti rivolgi se non ad una massa sempre più informe e piatta? Le grandi cattedrali, opere grandiose considerato pure l'epoca in cui vennero edificate, avevano una ragione e una funzione. Il jazz pure. E potrei fare altri cento esempi. Oggi un Mozart, un Picasso per non andare troppo lontano, potrebbero certamente nascere ma non avrebbero le condizioni per diventare quello che diventarono all'epoca. Rolling Eyes
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Leoconte
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MessaggioInviato: Mer 28 Dic, 2016 11:13 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ettore,
Non devi idealizzare l'arte, è l'uomo che devi idealizzare, l'arte lavora per l'uomo. Se l'arte non ci fa migliori, non serve a nulla.
Il dibattito dell'arte contemporanea si svolge dappertutto, ma se devi andare a guardare le opere (quadri, fotografie, sculture, istallazioni eccetera), devi andare alla biennale di Venezia, che è la più grande mostra e più longeva, di arte contemporanea universale del mondo. Appunto, nell'ultima Biennale il tema era il pianeta e l'ambiente. (Una fortuna averla in casa nostra).
Praticamente vedi, circa 200 artisti, da 70 paesi del mondo...in un colpo solo. Però devi essere allenato, si cammina moltissimo.


Crunchy,
la credenza che l'arte e la cultura debbano essere gratis è alquanto da sfatare, già che gli artisti al 99% sono poveri, vogliamo farli morire di fame?
Ma, forse ti riferivi al mercato dell'arte, che è tutto un altro mondo, quasi non ha a che fare con l'arte stessa.
Se leggi i messaggi precedenti, descrivo la mia visione, sui temi che sollevi.

Tropico,
quante domande....non posso rispondere a tutte, sezionale, altrimenti faccio confusione.


Citazione:
In questo clima che arte vuoi creare? Cioè: a) da quali riferimenti culturali specifici puoi partire? b) a quale scuola devi rivolgerti per aiutarti a sviluppare un proprio pensiero c) ammesso che passi i due primi punti, a chi ti rivolgi se non ad una massa sempre più informe e piatta?


1)Il clima culturale è migliore del passato, non soffriamo la fame, non rischiamo la galera o l'esilio come nel passato. Certo, abbiamo difronte un sistema che è vendicativo, che se non lo celebri, te la fa pagare cara. Riferimenti? sei tu, l'uomo, cos'altro?
2) dalla descolarizzazione, per me la scuola deve essere a pagamento e solo per le scuole che valgono, che non insegnano ad essere consumatori, limitatamente allo specifico che ti serve, poi decontaminarti.
3) devi rivolgerti a te stesso, osservarti dentro, lasciarti sorprendere dalla vita. Ogni vita può essere un'opera d'arte, se la tua scelta è di libertà e sincerità, costruirai una vita unica e irripetibile. Così, lo saranno anche le tue opere.

Molte risposte sono nei messaggi precedenti.

Grazie per l'interesse al tema...

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Leoconte
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Tropico
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MessaggioInviato: Gio 29 Dic, 2016 6:29 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Leoconte ha scritto:


Tropico,
quante domande....non posso rispondere a tutte, sezionale, altrimenti faccio confusione.


1)Il clima culturale è migliore del passato, non soffriamo la fame, non rischiamo la galera o l'esilio come nel passato. Certo, abbiamo difronte un sistema che è vendicativo, che se non lo celebri, te la fa pagare cara. Riferimenti? sei tu, l'uomo, cos'altro?
2) dalla descolarizzazione, per me la scuola deve essere a pagamento e solo per le scuole che valgono, che non insegnano ad essere consumatori, limitatamente allo specifico che ti serve, poi decontaminarti.
3) devi rivolgerti a te stesso, osservarti dentro, lasciarti sorprendere dalla vita. Ogni vita può essere un'opera d'arte, se la tua scelta è di libertà e sincerità, costruirai una vita unica e irripetibile. Così, lo saranno anche le tue opere.

Molte risposte sono nei messaggi precedenti.

Grazie per l'interesse al tema...

La risposta è dentro di te insomma, peccato che sia sbagliata diceva quelo (non il nostro utente) LOL .
1- cosa c'entra il clima culturale con la fame, se me lo spieghi te ne sono grato. Grat Grat Io parlavo di culture, hai presente le culture autoctone, tipo quelle nostre regionali, tipo gli eschimesi, tipo i copti, tipo gli indiani d'america ecc., esempi all'estremo ma per farti capire. Quante di queste culture sono sparite o stanno per sparire? Quante stanno confluendo nel grande magma della globalizzazione?
Riguardo la fame beh che non ve ne sia è una tua opinione che non condivido assolutamente, vallo a dire per esempio a quelli che non hanno nemmeno l'acqua, non solo il cibo, sai quanti bimbi muoiono per questo ogni anno? Ma anche senza andare lontano, mi sembra che in Italia sia cresciuto il numero dei poveri che non moriranno di fame ma poco ci manca.
Per non parlare dello spirito, se ho da mangiare e poi soffro di depressione, male del secolo, sai che divertimento. Le galere esistono ancora, non c'è più il dittatore (in Italia, in altri posti ancora sì) ma una falsa democrazia che ti illude di decidere quando invece la casta comanda alla grande perchè ha potere, soldi e mezzi che tu te li sogni, per non parlare delle mafie che stanno sotto e che fanno quello che tutti sanno o dovrebbero sapere.
L'esilio esiste ma in altra forma, fanno in modo che te ne vai, soprattutto i cervelli migliori, perchè la casta si spartisce tutto e lascia solo le briciole. Se questo è il contesto tu sarai pure l'uomo ma essendo un essere sociale non puoi non risentirne a tutti i livelli, arte compresa.
2- certo a pagamento, così togliamo pure quel minimo di decenza verso i poveracci, facciamo come negli USA, tutto a pagamento, se sei disoccupato ti attacchi al tram per sanità, istruzione ecc.
Fermo restando che le scuole private non sono migliori come tu credi, non almeno nel senso che intendevo io, ti insegnano nozioni pure quelle, son solo meglio confezionate nell'involucro.
3- certo che devi guardarti dentro, ho citato più volte il conosci te stesso. Ma se ti guardi dentro e poi guardi fuori e vedi quanto sopra citato, un pò di sconforto ti prende. Poi vai pure avanti ma per moltissimi è dura e non solo per questioni strettamente economiche, quanti ricchi si suicidano, si drogano ecc.? Il problema nasce da quando esiste la proprietà privata con tutto quello che ne deriva (guerre, disuguaglianze ecc.).
Guardati questo spezzone dove tutto è spiegato molto chiaramente:
Wink

https://www.youtube.com/watch?v=IDXIwdAxMMw
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Leoconte
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MessaggioInviato: Gio 29 Dic, 2016 8:24 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Tropico,
pur condividendo abbastanza, il tuo punto di vista sociologico, le risposte che ti avevo scritto erano per un uomo che sente la necessità dell'arte come aiuto in senso artistico, nello specifico come fotografo. Quando osservi da quel quadratino ottico, devi esserci dentro.

Per cambiare le comunità, prima bisogna cambiare le culture, cambiare il nostro rapporto con la natura, oramai indispensabile e in emergenza. Problema superiore a tutti, quello ambientale. Immagino, siano poche persone a determinare le sorti del pianeta, ma non riesco a credere al grande complotto.
Il flagello che l'uomo si è auto prodotto, secondo me, è un problema di scelte culturali devastanti, problemi che si sono rivelati in tutte le epoche, solo che adesso abbiamo i mezzi per auto distruggerci, partendo dal problema demografico. Quando sono nato io, 55 anni or sono, eravamo 3 miliardi, ora siamo in quasi 8 miliardi. E necessario prevedere cosa sarà del pianeta fra 50 anni, quando saremo 12/15 miliardi di persone...
Il problema quindi, è culturale, ma deriva dal grande numero di creature umane che desiderano la vita come tutti, ma il numero è insostenibile.
Stiamo trasformando il pianeta in una gabbia mortale, non ci sono possibilità di fuga, o ci salviamo tutti o non si salva nessuno. Se osservi la filosofia dell'uomo odierno, non si discosta molto da quella di uno dei più piccoli organismi viventi: il virus. Invade un corpo, si moltiplica a dismisura e poi si autodistrugge, uccidendo anche il corpo ospitante.
Mi sembra, che l'arte ai suoi massimi livelli, sta lavorando su questa megasuper-contraddizione.
Su questo collaboro anch'io da molti anni, per quel poco che sono: le mie capacità.

Allora, tu, come uomo razionale, se vuoi anche artista, devi cercare di comprendere la realtà nella sua essenza, non devi farti distrarre da problemi relativi.

Quando ti farai prendere dallo sconforto, rimarrai immobile, senza fare nulla, mentre è necessario essere freddi per capire i problemi essenziali, da qua nasce l'espressione necessaria.

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Leoconte
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Tropico
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MessaggioInviato: Gio 29 Dic, 2016 8:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Leoconte ha scritto:
Tropico,
pur condividendo abbastanza, il tuo punto di vista sociologico, le risposte che ti avevo scritto erano per un uomo che sente la necessità dell'arte come aiuto in senso artistico, nello specifico come fotografo.

Per cambiare le comunità, prima bisogna cambiare le culture, cambiare il nostro rapporto con la natura, oramai indispensabile e in emergenza. Problema superiore a tutti, quello ambientale. Immagino, siano poche persone a determinare le sorti del pianeta, ma non riesco a credere al grande complotto.
Il flagello che l'uomo si è auto prodotto, secondo me, è un problema di scelte culturali devastanti, problemi che si sono rivelati in tutte le epoche, solo che adesso abbiamo i mezzi per auto distruggerci, partendo dal problema demografico. Quando sono nato io, 55 anni or sono, eravamo 3 miliardi, ora siamo in quasi 8 miliardi.
Il problema quindi, è culturale, ma deriva dal grande numero di creature umane che desiderano la vita come tutti, ma il numero è insostenibile.
Mi sembra, che l'arte ai suoi massimi livelli sta lavorando su questa megasuper-contraddizione.
Su questo collaboro anch'io da molti anni, per quel poco che sono: le mie capacità.

Allora, tu, come uomo razionale, se vuoi anche artista, devi cercare di comprendere la realtà nella sua essenza, non devi farti distrarre da problemi relativi.

Quando ti farai prendere dallo sconforto, rimarrai immobile, senza fare nulla, mentre è necessario essere freddi per capire i problemi essenziali.

Mah io credo di aver parlato del problema più essenziale di tutti, la disuguaglianza sociale. Non che la natura devastata lo sia meno, però se rifletti bene è una conseguenza della disuguaglianza, del capitalismo, del profitto a tutti i costi. Le due cose son strettamente connesse.
Cambiare le culture dici? Già fatto, gli indiani d'America, gli indios in Amazzonia, gli aborigeni in Australia (solo per fare esempi molto chiari) non esistono quasi più e quei pochi rimasti sono contaminati quasi tutti, ahimè.
Queste culture erano armoniche con la natura, prelevavano solo il necessario, condividevano tutto. Pensa che potremmo ispirarci a quel modello rivisto e corretto, dove addirittura si potrebbe abolire il denaro. Ma sai cosa mi risponde la maggioranza delle persone a cui dico queste cose? Che è un'utopia, che non è giusto perchè non siamo tutti uguali, che è giusto premiare chi merita. Queste persone, la grande maggioranza purtroppo, hanno ben inculcato in testa il modello americano del self made man, vaglielo a dire a un poveraccio qualsiasi (che sono la maggioranza nel mondo, pochissimi detengono ricchezza e potere) che può diventare Bill Gates nascendo in un villaggio dove non c'è nemmeno l'acqua da bere ma anche nel ricco occidente dove nella quasi totalità dei casi chi va avanti è perchè ha i mezzi, una famiglia come minimo benestante.
Il numero delle persone? Certo è un problema oggi ma anche lì c'è soluzione però tocca dividere la torta in parti uguali sennò c'è chi si abbuffa e chi non ne sente nemmeno l'odore, converrai da ragazzo intelligente quale sembri essere oltre che mio coetaneo. Very Happy
La tecnologia moderna consente di sfamare tutti, hai idea di quanto cibo viene buttato via o di quanto viene limitato in produzione per non fare abbassare troppo i prezzi, solo per dirne una? Hai idea di come la tecnologia già oggi permetterebbe una drastica riduzione dell'uso del petrolio che però, guarda cacchio, sfavorirebbe certe lobbies?
Scusa se non ho parlato di arte ma l'arte c'è sempre anche se non nominata, pure in una società decadente... Wink
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Leoconte
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MessaggioInviato: Gio 29 Dic, 2016 9:18 am    Oggetto: Rispondi con citazione

(Ho fatto delle aggiunte al messaggio precedente)

Tropico,
ti assicuro che i problemi che citi li conosco abbastanza e condivido, ne ho idea.

Se l'uomo non si fosse evoluto, avesse continuato a fare sacrifici agli dei, sicuramente quelle culture arcaiche si sarebbero perpetuate per millenni senza compromettere la vita nel pianeta, noi la chiamiamo sostenibilità.

I conti, però, li dobbiamo fare con quello che abbiamo adesso.
Sono convito che pochi barlumi di luce sono rimasti, per non andare con tutto il treno in velocità giù dal burrone. Su questo cosa rimane, se non l'uomo, che può tirare il freno?
Il freno, l'evoluzione culturale, le uguaglianze, la giustizia, sono temi che tutto il mondo è coinvolto....
Io, mi sono reso conto che devo partire da me stesso, poi sarà quello che sarà.
Caro coetaneo, ecco perchè in parte ci condividiamo... Ciao

L'arte è profetica, tutto quello che sta succedendo era stato previsto da artisti, scrittori e uomini pensanti, già da un secolo e oltre...Munck, Vangog, Picasso e molti altri... ma li abbiamo considerati pazzi e scandalosi, arte degenerata, non abbiamo fatto l'esame interiore che ci avevano proposto.

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Ultima modifica effettuata da Leoconte il Gio 29 Dic, 2016 9:28 am, modificato 1 volta in totale
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Tropico
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MessaggioInviato: Gio 29 Dic, 2016 9:28 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Leoconte ha scritto:
(Ho fatto delle aggiunte al messaggio precedente)

Tropico,
ti assicuro che i problemi che citi li conosco abbastanza e condivido, ne ho idea.

Se l'uomo non si fosse evoluto, avesse continuato a fare sacrifici agli dei, sicuramente quelle culture arcaiche si sarebbero perpetuate per millenni senza compromettere la vita nel pianeta, noi la chiamiamo sostenibilità.

I conti, però, li dobbiamo fare con quello che abbiamo adesso.
Sono convito che pochi barlumi di luce sono rimasti, per non andare con tutto il treno in velocità giù dal burrone. Su questo cosa rimane, se non l'uomo, che può tirare il freno?
Il freno, l'evoluzione culturale, le uguaglianze, la giustizia, sono temi che tutto il mondo è coinvolto....
Io, mi sono reso conto che devo partire da me stesso, poi sarà quello che sarà.
Caro coetaneo, ecco perchè in parte ci condividiamo... Ciao

Ma certo Leo, (posso chiamarti così, il conte lo aboliamo proprio per i discorsi che stiamo facendo? ) Very Happy che dobbiamo partire da noi stessi, se tutti lo facessero e soprattutto prenderebbero veramente coscienza di certe cose il mondo cambierebbe in un istante. Purtroppo quanti passano la vita cercando di essere altro/altri da sè stessi arte compresa come dicevamo prima? Quanti hanno paura, letteralmente, di stare soli con sè stessi? Se non stai bene con te stesso non puoi star bene con gli altri, questo è poco ma sicuro... Wink
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Leoconte
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MessaggioInviato: Gio 29 Dic, 2016 9:45 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Leo mi va benissimo...sono io.
Citazione:
Quanti hanno paura, letteralmente, di stare soli con sè stessi?

L'urlo di Munck parla proprio di questo.

Quando è entrata in Europa la filosofia orientale, all'inizio del 1800, metteva la cultura europea davanti lo specchio. Noi, con la rivoluzione industriale non capivamo più le nostre origini, le essenze, chi siamo.

Se avessimo adottato almeno in parte le saggezze delle altre culture, non avremmo esportato l'idea di globalizzazione, che ora crediamo un'idea di libertà ed evoluzione. Mentre, l'idea di globalizzazione, fin dalla scuola, cerca di formarci solamente come bravi consumatori di prodotti, fotografi compresi, uniformati.

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Leoconte
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Tropico
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MessaggioInviato: Gio 29 Dic, 2016 10:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Leoconte ha scritto:
Leo mi va benissimo...sono io.
L'urlo di Munck parla proprio di questo.

Quando è entrata in Europa la filosofia orientale, all'inizio del 1800, metteva la cultura europea davanti lo specchio. Noi, con la rivoluzione industriale non capivamo più le nostre origini, le essenze, chi siamo.

Se avessimo adottato almeno in parte le saggezze delle altre culture, non avremmo esportato l'idea di globalizzazione, che ora crediamo un'idea di libertà ed evoluzione. Mentre, l'idea di globalizzazione, fin dalla scuola, cerca di formarci solamente come bravi consumatori di prodotti, fotografi compresi, uniformati.

Bene stiamo addivenendo, come disse Totò, a conclusioni simili.
Le culture che ho citato prima e anche quella orientale che conosco abbastanza se non altro perchè le vivo hanno spesso in comune proprio l'uomo che tu citavi, il dio o non c'è proprio o ci sono divinità legate però molto al concreto, alla natura, all'uomo stesso. Sto nostro dio ci ha fregato e non per colpa sua, ammesso che esista, sono agnostico e lo scoprirò forse solo vivendo, ma dell'uso che ne abbiamo fatto, mi limito a citare le crociate e l'inquisizione come esempio. E' come, per usare un paragone laico, voler combattere la guerra con la guerra, anche qui la maggior parte delle persone ha inculcata questa idea che è una contraddizione eclatante e non solo dialettica.
Purtroppo adottare gli insegnamenti di quelle culture significava proprio rinnegare le basi di quello che poi sarebbe divenuto il capitalismo a partire dalla proprietà privata, non possono coesistere, se condividi non puoi esser proprietario, se non competi non puoi partecipare alla gara ecc.
Wink
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Leoconte
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MessaggioInviato: Gio 29 Dic, 2016 3:29 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Topico,
devi essere un pò più chiaro, non riesco più a seguirti, pregandoti di rimanere nel tema riferito all'arte e alla fotografia.
Riesco solo a intuire, ma non sono sicuro di quello che parli...
A presto

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Leoconte
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Tropico
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MessaggioInviato: Gio 29 Dic, 2016 3:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Leoconte ha scritto:
Topico,
devi essere un pò più chiaro, non riesco più a seguirti, pregandoti di rimanere nel tema riferito all'arte e alla fotografia.
Riesco solo a intuire, ma non sono sicuro di quello che parli...
A presto

Sì è vero, siamo andati oltre anche se il collegamento c'è, per cui, visto che mi preghi, non continuo su quei binari del discorso, no problem.
P.S. tropico, non topico, hai preso una topica.... Wink
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