Inviato in Iraq ..?!

[photorepetto]

La mia Agenzia mi ha chiesto se ho sempre voglia di andare in Iraq per un breve servizio...ho già avuto esperienze di guerra e francamente fino a qualche mese fa mi sono dato disponibile.
Adesso non so ke fare, non è ke ho paura (lecita), ma che in quel periodo avrei dei lavori molto più tranquilli nelle isole del sud pacifico.
Sicuramente in Iraq guadagnerei molto e avrei nuove opportunità, però attualmente non sono pronto mentalmente.
Ke consiglio mi date ?
Vado a spassarmela al sole negli atolli oppure in mezzo alla polvere del deserto ?
Messa così la domanda, mi sembra ovvia la risposta, però alle Fiji andrei per un lavoro fine a se stesso invece in Iraq riaprirei il rapporto lavorativo con un'Agenzia molto interessante...
Ma ki mi fa fare questo sporco lavoro !!

[Izutsu]

[melarossa]

..quoto Izutsu...la risposta già la conosci ...non sei pronto mentalmente...quindi forse è il caso di non rischiare..il tuo è un lavoro difficile pieno di soddisfazioni ma anche di pericoli...la prontezza mentale ad accettare immagini forti drammatiche e dure è importantissima credo perciò che forse almeno per il momento...è meglio cambiare rotta e riflettere per un pò nelle isole del sud del pacifico!
..."purtroppo" la proposta ti sarà rifatta e forse...per allora non avrai alcun dubbio!

[reed]

[zuper]

non sono d'accordo...

ok che non ti senti pronto...

ma sei pronto alla sfida??
sei pronto a metterti in gioco??

hai paura delle sfide?

[edgar]

Si tratta di scelte importanti, dove la scelta professionale coincide in fondo con una scelta di vita.

Non credo che porre la questione in termini di capacità di reggere una sfida, in questo caso, sia corretto e vada al nocciolo del problema. Quello del reporter di guerra è un lavoro che hai già fatto e la sfida in quanto tale l'hai già vinta.

Il punto però è che noi non siamo SEMPRE in tutti gli anni della nostra vita uguali a noi stessi; la nostra condizione psicologica e la nostra capacità di vederci a nostro agio in certe situazioni non è sempre la stessa.

Soprattutto quando le situazioni di cui parliamo comportano condizioni limite, dove il perfetto equilibrio psico-fisico è essenziale e fa la differenza, è opportuno che la nostra predisposizione sia chiara.

Non puoi sapere in anticipo a che cosa ti troverai di fronte e, benchè tu sia un professionista e sappia certo come comportarti anche in situazioni critiche, il fatto di non affrontarle con la dovuta determinazione mentale, può metterti in pericolo.

In ultima analisi l'elemento chiave nelle situazioni critiche è proprio la completa determinazione. E' questo elemento che ci fa compiere le scelte giuste nei momenti critici e che ci dà la forza psicologica di reggere nelle situazioni di grande tensione. Determinazione che in questo momento tu non hai.

Stai molto attento, non sono situazioni da affrontare quando si è all'80%.

My two cents-

EDgar

[gilles]

[janchan]

La paura non solo è lecita, ma in questi casi fa bene.
Lascia stare i discorsi sulle sfide ed il coraggio...
...sono tornato da poco dall'Afghanistan e pur non essendo un fotografo di guerra, ti assicuro che a volte credi davvero di aver scattato l'ultima fotografia. Ed in Iraq la situazione al momento è di gran lunga peggiore.

Non cerco di scoraggiarti, ma se non sei convinto, preparato (anche praticamente sulla cultura e lingua araba) e più che motivato (a parte i soldi, naturalmente).... ti consiglio di andare alle Fiji...
ciao

Gianluca

[Paolo]

non me ne intendo di queste cose visto che non sono un fotoreporter, ma se non mi mancassero i soldi andrei alle fiji
in Iraq deve essere bello immagino, ma non in questi anni purtroppo

[photorepetto]

Gianluca,

Hai colpito nel segno..in questi casi bisogna avere un sesto senso e capire ciò che ti sta accadendo intorno, perché in certe zone non puoi fare affidamento su nessuno e rischi di cadere in qualche trappola.
Sono stato più volte in paesi arabi e francamente non mi fido molto, non è una considerazione razzista o razziale, ma hanno una mentalità ben lontana rispetto la nostra.
Sono stato in diversi posti caldi ed ho visto di tutto, solitamente la stampa veniva rispettata, ma già dal Kossovo ho vissuto di prima persona brutte esperienze e questo mi ha ridimensionato, perché per certi lavori non solo devi esserci tagliato, ma devi vivere al 100 % ogni singola situazione e non puoi mollare un istante la tua concentrazione.
I veri reporter di guerra vivono sempre questa condizione mentale, ed io non posso pensare di passare dal fare surf alle Maldive ( Parto questo Sabato ) e qualche giorno dopo capire quello che mi sta urlando un iracheno con un fucile in mano..
Mi sono già trovato con delle armi puntate, però grazie a qual sesto senso ed a tanta fortuna mi sono salvato, però a quanto pare in Iraq non viene presa troppo in considerazione il fatto che sei della stampa e sopratutto mi sembra che i fili vengono tirati da persone ben lontane dagli iracheni.
La cosa mi stimola molto e come ho detto mi sono offerto molto tempo fa, ma adesso le cose sono cambiate, ed al momento non ho voglia di ributtarmi in situazioni tese.
Grazie

Ps: Questa non è una sfida di coraggio, ma solamente un lavoro....

[Daniele Carotenuto]

fare il reporter di guerra non vuol dire fare il fotografo... ho letto da qualche parte di qualche fotografo dei corpi speciali... loro non sparano... loro fotografano... sono dei fotografi di guerra... ma sono in guerra... e la guerra è guerra per tutti.. si scappa... ci si apposta... si rischia...

[Marina Vercy]

Senti Giuseppe, forse è un discorso stupido il mio, ma arrivando su questo Forum, mi sono trovata circondata da persone simpatiche e mi sembra di essere in un circolo di amici, e vi considero così!
leggere che uno di voi potrebbe forse rischiare la vita e andare in un posto in cui c'è guerra, ti giuro ma ha fatta intristire e preoccupare, ora prendi con "le pinze" il mio consiglio per quello che vale, perchè arriva dal cuore e non dal cervello! ma vorrei che partissi per i mari del sud, oppure per assurdo anche per un reportage a Brisighella.....
ma non in Iraq
Marina

[ChriD]

Andare in Iraq di questi tempi significa rischiare e pure parecchio!

Fosse una situazione più tranquilla, ma con tutti questi attentati, e con il clima che si respira io non ci andrei neanche mi offrissero 50.000$

Se ti posso dare un consiglio da compagno di forum (anche se non ti conosco) vattene alle maldive, così magari conosci anche quelche bella tiipa e ci fai qualche foto per noi


Il discorso finale è: Quanto vale la vita di un uomo?? Perchè alla fine in Iraq si rischia la pelle

[s0nik0]

Ciao Giuseppe
Fossi in te io partirei.
E onestamente io mi farei anche il corso di addestramento per andarci io stesso.
Ok ok si rischia la vita.
Ok ok e pericoloso.
Ok ok tutto ma.....
Quando mi viene in mente.... lo farei e basta.

Non so se hai letto nei miei occhi questo desiderio quando ne parlavamo.
Cmq la decisione resta al singolo individuo.
Decidi per te e solo per te stesso.

[gerarcone]

Ciao, io sono l'ultima persona che potrebbe darti dei consigli, ma visto che è un problema umano prima che professionale, mi permetto di dire la mia. Perchè vai in Iraq? Se è solo per i soldi, e se i soldi non sono l'unico scopo di vita non ci andare, senza pensarci nemmeno. Se ti succedesse qualcosa di brutto non te lo permetteresti mai (a patto di vivere abbastanza). Se invece la tua è una vocazione, se senti che c'è qualcosa di più del denaro, allora rifletti ancora un po'. Poi il resto lo decide il tempo. Ciao.

[mare_blu76]

Scelte difficili, ma se vuoi il mio parere...................forse non è il momento giusto per noi italiani per farsi vedere da quelle parti....

P.S.: se tra le righe leggete della polemica.... beh, sì... la polemica c'è!

[Corto]

Sinceramente fossi in te mi chiederei da solo perchè ci vorresti andare e perchè non ci vorresti andare.

Dico solo una cosa, cerca di non farti influenzare troppo dal fattore economico.
Se ti accorgi che quello che ti alletta sono i soldi, allora ti dico NON PARTIRE.

Ciao

[photorepetto]

No !! non lo si fa "solo" per denaro, qualche decine di migliaia di dollari non mi cambierebbero la vita.
E' solo una scelta di vita, perché sicuramente tornerei a lavorare al 100 % per la mia Agenzia che in passato mi ha dato tanto e che sicuramente mi creerebbe nuove opportunità professionali.
Forse molte puntate su eventi bellici, ma non solo.
Il mio dilemma non è tanto se andare o no in Iraq, ma sul bivio che mi si sta presentando davanti.
Circa tre anni fa ho mollato tutte le Agenzie con le quali lavoravo perché stavo diventando una loro pedina senza avere la possibilità di essere libero al 100 % e fare i lavori che più mi interessavano e stimolavano .
Non è che facessi brutti lavori, perché sia le Olimpiadi di Sydney, che L'American's Cup non sono lavori da poco, però amo la libertà.
Non potevo organizzare neanche una cena tra amici, perché spesso i miei lavori mi venivano comunicati solo con qualche giorno di anticipo.
Quindi se accetto l'incarico ed entro nuovamente nel giro, vorrebbe dire che avrei buttato via questi tre anni di lavoro e progetti.
Quando ho mollato tutte le Agenzie con le quali collaboravo, mi sono dato 4 anni per riorganizzarmi il mio lavoro ( lavorando sodo nel frattempo ) e dopo 3 anni devo dire che il mio progetto si sta realizzando come volevo, quindi la decisione se andare in Iraq dipende più che altro anche per questo.
Comunque sia vi ringrazio tutti e come dice Marina, considero tutti voi grandi "Amici" .
Per qualche settimana non avrò la possibilità di collegarmi in quanto alle Maldive la connessione è lentissima e carissima, nel frattempo avrò l'occasione di riflettere se tornare in Italia a se fermarmi a metà strada.
Un caro saluto a tutti.
Giuseppe Repetto

[melarossa]

...e anche qui la risposta è venuta da se
un saluto...e un grande in bocca al lupo per tutto quello che verrà...speriamo di rivederti qui sul forum ogni tanto

[Frisby]

augurissimi ciao Salvo.....