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Andhaka utente
Iscritto: 27 Mgg 2014 Messaggi: 241
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Inviato: Gio 25 Set, 2014 8:49 am Oggetto: La fotografia, la Rete e il copyright |
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Stamattina ho letto questa interessantissima testimonianza di un fotografo e del suo rapporto con la Rete, il mondo dei Copyright e i problemi/dolori ad esso associati.
L'ho trovato molto equilibrato e instruttivo e pensavo potesse interessare ed essere spunto di discussione.
http://arstechnica.com/tech-policy/2014/09/one-mans-endless-hopeless-struggle-to-protect-his-copyrighted-images/
Purtroppo l'articolo non fornisce una possibile soluzione (ammesso che ce ne sia una) ad un problema che, probabilmente, influenzerà tutto il futuro della fotografia sia commerciale che amatoriale.
Cheers |
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Santiago81 utente attivo

Iscritto: 09 Apr 2011 Messaggi: 1866 Località: Fiano Romano
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Inviato: Gio 25 Set, 2014 11:11 am Oggetto: |
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E' un problema che chiunque faccia, abbia fatto o abbia provato a fare della fotografia il proprio lavoro conosce fin troppo bene.
Purtroppo una soluzione, semplicemente, non esiste.
L'unica sarebbe quella di portare la sorveglianza della rete ad un livello così alto e invasivo che quello che si recupererebbe sul piano della difesa del copyright lo si perderebbe con interessi esorbitanti su quello della libertà personale.
Chi produce foto (limitiamoci a quelle) deve essere cosciente di un fatto: se pubblichi qualcosa in rete, quella cosa l'hai già persa.
In Italia, questa verità va elevata al quadrato, visto che, a voler andare in causa con l'autore del furto, ci si può tranquillamente aspettare di spendere soldi e anni in cause che potrebbero anche non portare mai ad un giudizio o risultare in risarcimenti che non valgono il tempo perso.
Tantissimi, qualcuno anche fra professionisti affermati, pubblicano le loro foto spinti da una certa, umanissima vanità. Il costo di quella vanità è direttamente proporzionale al valore delle foto "sputtanate": se non valgono niente, non hai perso niente (e difficilmente qualcuno le ruberà); se valgono molto, hai appena dato fuoco a un gruzzoletto.
L'unico espediente è pubblicare le foto a risoluzioni infime (6-700 px) e marcate in modo devastante da filigrane.
Risulteranno orribili da vedere e anche la loro capacità di veicolare le qualità dell'autore può essere compromessa.
Non impedirà che qualcuno possa comunque rubarle ma, almeno, verrà rubato qualcosa di infimo valore. |
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Andhaka utente
Iscritto: 27 Mgg 2014 Messaggi: 241
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Inviato: Gio 25 Set, 2014 11:21 am Oggetto: |
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Tutto corretto Santiago, ma pongo l'attenzione su un elemento esposto dal fotografo nell'articolo, specialmente riguardo al concetto di "pubblica con qualità bassa e usa watermarks".
Lui ha chiarito che spesso quando poi vende le foto, il cliente chiede, giustamente, una versione di alta qualità e senza watermarks... e che è poi questa foto, magari pubblicata su qualche sito che viene fregata da altri e riutilizzata impunemente.
In poche parole ti fregano da dietro e da davanti e nemmeno ringraziano.
Come dici tu è una battaglia forse persa in partenza senza limitare in qualche modo la libertà della rete e degli utenti, ma rimane sconsolante che questo personaggio si vede costretto ad uscire dal mondo della produzione professionale e andare a fare altro perchè le beghe dei copyright hanno inficiato il suo lavoro e generato più stress e tempo perso che altro.
La Rete ha grandi vantaggi di diffusione, visibilità e via discorrendo, ma pare sia un enorme lama a doppio taglio per il creativo che della sua creatività vuole anche fare un mezzo di sostentamento.
cheers |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Gio 25 Set, 2014 1:20 pm Oggetto: |
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Credo che il problema sia soprattutto sul web. Nell'editoria ancora ci si salva.
Normalmente un'immagine "grande" sul web ha comunque ancora una risoluzione insufficiente per un uso editoriale serio. Può essere rubata e riutilizzata sul web, ma non su una rivista in carta patinata...
Un fotografo deve sperare di vendere bene il servizio al primo committente, ma poi sa che l'uso sul web che verrà fatto delle sue immagini può portare ad un "passaggio di mano" illecito.
Quel che si svaluta sono le potenziali vendite successive delle immagini. Cioè si svaluta l'archivio del fotografo, tradizionalmente fonte di reddito. Di questo si lamenta l'autore dell'articolo.
Però va anche considerato che oggi, tra stock e CC, c'è un'offerta vastissima di immagini di qualità medio-alta a prezzi ridicoli, se non gratuite. Quindi chi, nonostante questa opportunità, continua a rubare le immagini googolate è qualcuno che per varie ragioni mai pagherebbe un prezzo di mercato, ad es. di 50$ a foto come vorrebbe il nostro fotografo nell'articolo.
Ed è una sua illusione quella di considerare i ladri di immagini in sostanza come "potenziali clienti perduti". Semplicemente non sarebbero mai stati clienti.....
Quel che davvero impoverisce i fotografi, proprio non è il furto delle immagini, ma il meccanismo che anche nella distribuzione della fotografia ha portato a fenomeni di super concentrazione a favore di pochi colossi globali, leggi Corbis e Getty.
Questi signori trattano direttamente con i grandi gruppi editoriali da una posizione di forza, perché offrono abbonamenti forfettari ad archivi fotografici immensi a costi unitari ridicoli. La conseguenza è che il photo editor nella redazione del nostro mensile preferito non compra la foto che vuole, ma è obbligato a scegliere in un catalogo che gli impone l'editore (perché lo ha già pagato in anticipo fior di quattrini).
Risultato per i fotografi: i prezzi di compravendita delle immagini sono crollati verticalmente negli ultimi anni. Questo ha rovinato i fotografi.
In questo gioco al massacro, è il nostro fotografo di insetti a diventare insetto lui stesso....
L'autore dell'articolo ha sbagliato nemico.... _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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