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se i grandi fotografi postassero sui forum

 
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Antonio Conti
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Iscritto: 18 Ago 2010
Messaggi: 3517

MessaggioInviato: Dom 04 Mgg, 2014 7:45 pm    Oggetto: se i grandi fotografi postassero sui forum Rispondi con citazione

ho trovato in rete questo simpatico articolo,spero non sia già stato postato
volevo condividerlo con voi
http://www.dailybest.it/2013/10/30/se-grandi-fotografi-postassero-forum/#
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Santiago81
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Iscritto: 09 Apr 2011
Messaggi: 1866
Località: Fiano Romano

MessaggioInviato: Lun 05 Mgg, 2014 1:42 am    Oggetto: Rispondi con citazione

In effetti è un tema vecchiotto.
L'articolo, tra l'altro, ha un tono più "saputello" di quei critici da forum che vorrebbe contestare, usando alcune foto che vanno oltre la fama a livello fotografico.

A me, questo tipo di polemica suscita una riflessione opposta a quella nell'intento dei vari autori che l'hanno rinfocolata: quanti VeneratiMaestri meritano davvero la venerazione di cui sono oggetto e l'appellativo di "maestri"?
Alcuni arrivano all'occhio dell'osservatore occasionale / inesperto anche dopo 80 anni, alcuni richiedono un minimo di educazione all'immagine per essere letti, altri - non pochi - sono un po' come quel Re davanti al quale un bambino, che non leggeva riviste d'arte e non frequentava salotti e tavolini dove l'onanismo delle parole diventa un modo di essere, esclamò candido: "ma il Re è nudo!"
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Sisto Perina
bannato


Iscritto: 16 Giu 2007
Messaggi: 21882

MessaggioInviato: Lun 05 Mgg, 2014 9:38 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
quanti VeneratiMaestri meritano davvero la venerazione di cui sono oggetto e l'appellativo di "maestri"?

stramegaquotone! Wink
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Mario Zacchi
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Iscritto: 07 Giu 2008
Messaggi: 6656

MessaggioInviato: Ven 09 Mgg, 2014 8:01 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sì, l' articolo e il tema sono effettivamente noti e tutto sommato anche prevedibili. Ma non siamo nati grandi e ognuno scopre le cose al proprio tempo e magari le trova curiose. Per quel che riguarda la questione dei maestri, l' egemonia culturale, se c' è (in questo argomento, intendo), non si combatte con il qualunquismo. Ma in tempi in cui il web regala un palchetto a tutti; in cui egocentrici personaggi dalle teorie bizzarre diventano noti solo grazie all' esistenza dei blog; in cui si pensa di poter pescare dalla rete qualche sfaccendato sconosciuto da mettere alla guida di un aeroplano. ecc. In tempi così è dura a far capire che, seppure controversi, certi personaggi si sono guadagnati un posto nei musei, nelle pinacoteche, nei libri, nei programmi di studio e non nei blog. Per cui converrebbe interrogarsi sul oro significato, piuttosto che chiedersi, in maniera qualunquistica, chi mai lo ha stabilito che sono maestri (tra l 'altro la risposta è piuttosto facile: il confronto serrato, implacabile, protratto nel tempo con il resto del mondo dell' arte e dal quale sono emersi vincitori e non "blogger" con tanto di data di scadenza).
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Belle foto. O perlomeno belle idee ->
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Iggy
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Iscritto: 10 Ago 2004
Messaggi: 328
Località: Bologna

MessaggioInviato: Sab 10 Mgg, 2014 11:23 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi ricordo che l'anno scorso, mentre visitavo una mostra su Luigi Ghirri, afferrai da parte di due ragazzi con al collo delle nikon con grossi zoom, più o meno il seguente spezzone di discorso: "Boh, sì. Alcune foto sono carine, magari anche inquadrate bene, però non coglie mai l'attimo. Cioè, vuoi mettere?"

I forum e i circoli fotografici sono uno strumento ottimo per confrontarsi con altre persone, scambiarsi idee e pareri. La fotografia può e deve essere anche divertente.

Ma la fotografia è anche un'arte (e non mi riferisco alle stampe fine-art) e in quanto tale è oggetto di discussione anche in campo accademico e segue una sua evoluzione a pari passo con le altre arti e si riempie di significati che per essere letti vanno oltre la regola dei terzi ed i manuali di tecnica fotografica.
Vi è un mondo di addetti ai lavori fatto di critici e di curatori il cui lavoro è quello di studiarne i significati profondi.

Molte persone sostengono che l'arte contemporanea è grosso modo una presa in giro, che un'opera di Fontana (l'artista, non il fotografo) è sostanzialmente una tela con uno squarcio in mezzo. Che se non c'è téchne, allora non vi è valore nell'opera. Tale concetto viene espresso spesso anche in fotografia, un campo che ha cominciato ad elevarsi ad arte proprio quando nel resto dell'arte si è superato il concetto di téchne e quindi ha potuto iniziare a giocare ad armi pari.

Di manuali su come operare correttamente una macchina fotografica, ne basta uno. Poi, c'è un mondo che va ben oltre Henri-Cartier Bresson (grandissimo fotografo, ma che fa parte ormai della storia della fotografia così come un quadro rinascimentale fa parte della storia dell'arte). La stessa regola del terzi è stata messa in discussione a partire dagli anni '80 con la rivoluzione che la scuola di Dusseldorf e le fotografia dei coniugi Becher portarono.

Il problema di quell'articolo che prende in giro i commenti dei forum di fotografia è sostanzialmente che nel linguaggio comune diciamo "fotografia" e diciamo "fotografi". Sono termini semplici che però a seconda del contesto possono significare cose diversissime. Non vi è una fotografia meno nobile di un'altra. Un fotografo di matrimoni non fa un lavoro meno nobile di un artista contemporaneo che utilizza la fotografia per esprimersi che però, pur utilizzando lo stesso mezzo (la fotocamera appunto), operano in due campi distanti anni luce.

Pertanto è forse qui che spesso si fa un errore, che è lo stesso dell'articolo linkato: nel considerare tutta la fotografia un unico grande calderone, analizzabile secondo gli stessi significanti, quando invece andrebbe sempre inquadrato il contesto di ciò che si sta guardando.
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Santiago81
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Iscritto: 09 Apr 2011
Messaggi: 1866
Località: Fiano Romano

MessaggioInviato: Sab 10 Mgg, 2014 1:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sicuramente dipende da cosa si vuole considerare arte, da cosa si considera usualmente importante per definirla.
Sfilacciando il concetto di arte e abbandonando il valore della tecnica in favore dello straripamento del significato (vero o presunto), molte cose sono potute diventare arte.
Si spaccia l'idea che la difficoltà realizzativa sia qualcosa che, con il tempo, è in fondo alla portata di tutti mentre è il concetto ad essere prerogativa dei geni.
Un'idea, questa, tanto forte quanto quella che ognuno di noi è speciale e importante; altrettando affascinante, suadente, consolatoria. E falsa.
Interrogarsi sull'effettivo valore di presunti maestri non è affatto qualunquistico: il qualunquista, da bravo uomo qualunque, non elabora un pensiero articolato e, soprattutto, non mette in discussione pensieri acquisiti perché soffre dell'incoffessabile paura di passare per ignorante.
Molte volte mi sono dovuto leggere o sorbire la spiegazione del perché questo o quell'artista moderno (non parlo solo di fotografia) fossero significativi ma mai ho trovato delle risposte convincenti.
Sarà che mi impongo di non lasciarmi mai stupire, meravigliare o suggestionare dal significato di un opera, sarà per la mia ricercata negazione di un coinvolgimento emotivo o forse perché considero l'essere umano e la sua esplorazione psicologica non di così grande importanza né così interessanti, sarà perché trovo estemamente banali e scontati i tormenti, le passioni, i conflitti interiori o le riflessioni sul proprio presente variamente espresse...
Purtroppo nessuno fra noi, e nemmeno fra i curatori di musei e gallerie, sarà davvero in grado di scoprire cosa e quanto dell'arte moderna verrà in un lontano futuro considerata ancora arte. Per ora possiamo solo scegliere di farci stupire o no.

Libero chiunque di vederci arte, ma non pretendete di dare dell'ignorante, dello stupido o del qualunquista a chi non si rassegna a dovercela vedere.
http://m.huffpost.com/it/entry/3650772/
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Iggy
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Iscritto: 10 Ago 2004
Messaggi: 328
Località: Bologna

MessaggioInviato: Sab 10 Mgg, 2014 7:29 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Santiago81 ha scritto:
Molte volte mi sono dovuto leggere o sorbire la spiegazione del perché questo o quell'artista moderno (non parlo solo di fotografia) fossero significativi ma mai ho trovato delle risposte convincenti.


Santiago81 ha scritto:
Libero chiunque di vederci arte, ma non pretendete di dare dell'ignorante, dello stupido o del qualunquista a chi non si rassegna a dovercela vedere.
http://m.huffpost.com/it/entry/3650772/



Perché mettersi così sulla difensiva? Anche nel bianco & nero, non è tutto bianco e nero. Non è perché in un'opera non vi si comprende l'arte, che questa smette di essere opera d'arte. Così come non è perché qualcuno non comprende l'arte in un'opera, questi è stupido o ignorante. Non tutti dobbiamo vedere dell'arte nell'urinatoio di Duschamp o nei tagli di Fontana. Va bene così (anche se un appassionato di fotografia con il concetto di ready made qualche affinità, seppur minima, dovrebbe pur riconoscerla).

Delle foto postate in quel link personalmente non ne saprei quantificare il valore. Ma questo perché non mi intendo di economia e sopratutto perché il collezionismo è un processo che non comprendo (ma ringrazio i collezionisti di esistere: è il modo principale con cui un artista viene remunerato). Conosco alcuni di quei fotografi però, li ho studiati, mi piacciono perfino. Sono forse stupido io perché apprezzo quelle opere? Dopotutto in un altro post dov'è stato postato quel link, vi era molta gente scandalizzata del fatto che quelle opere potessero essere considerate tali.

_________________
flavio
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Santiago81
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Iscritto: 09 Apr 2011
Messaggi: 1866
Località: Fiano Romano

MessaggioInviato: Sab 10 Mgg, 2014 8:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non è che un'opera diventa arte perché la critica stabilisce che lo è.

Mi sono ritrovato a difendendere un modo diverso di considerare l'arte semplicemente perché Mario Zacchi si è permesso, non troppo velatamente, di dare del qualunquista (definizione che include un certo grado di ignoranza e ottusità mebtale) a chiunque rifiuti - e non per ignoranza, ma per via di un ragionamento sempre in divenire - di accettare l'andazzo che chiede e talvolta, come nel suo caso, pretende di vedere l'arte in colori buttati su una tela, in lunghi silenzi (rigorosamente densi di significati) o in foto di chioschi di panini vista spiaggia dai colori spenti.

Ha presuntuosamente supposto che derubricare certi VeneratiMaestri a bluff sia dovuto alla loro non conoscenza, al non essersi interrogati sul significato della loro opera. Ebbene, si può conoscerne il significato, capire il percorso che ha portato a determinati risultati e, pur nel rispetto di tale percorso, non trovare quel significato particolarmente... significativo. O interessante, innovativo, meritevole di mani spellate.
Magari lui preferisce accettare i verdetti di quei confronti serrati, implacabili e protratti nel tempo (tempo? Quanto? Qualche decennio appena?).
Io - siccome non si tratta di matematica o di sport, dove sono numeri e punteggi materiali a determinare un risultato - mi chiedo da dove derivino certe presunte vittorie e se non mi convincono le spiegazioni, non lascio che sia qualche critico da carta stampata (che non si capisce perché dovrebbe essere per definizione più autorevole di un blog) pensi al posto mio e mi costringa a piegarmi al suo (sbracato) concetto di arte.

E se vuole un verdetto più serrato, implacabile e protratto nel tempo di qualsiasi libro, pinacoteca o programma di studio, si faccia bastare il fatto che alcuni autori di cui nessuno mette indubbio l'appartenenza alla sfera dell'arte sono apprezzabili da milioni di persone, senza che queste abbiano bisogno di ingozzarsi di salatini e parole ai rinfreschi post-mostra.
E quelle stesse persone, proprio perché non deviate e manipolate dai suoi preziosissimi programmi di studio, riconoscono certa roba moderna - che lui può benissimo considerare arte, se lo preferisce - per quello che è .
Ovvero le scatolette di Piero Manzoni.
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Carcarlo1
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Iscritto: 25 Nov 2013
Messaggi: 180

MessaggioInviato: Lun 12 Mgg, 2014 6:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Credo che si stia cercando di valutare il mondo di ieri col metro di oggi. L'argomento è molto complicato.

Facciamo un esempio calcistico. Chi di noi non ha mai visto l'esultanza di Tardelli nel gol della finale di Italia-Germania 1982 ? Bene, quella è l'icona del gol. Ma il calcio si giocava solo la domenica, era la religione profana; oggi lo sport è solo business. Migliaia di altri gol sono stati segnati, ma quello di Tardelli rimarrà unico, entrando a far parte in qualche modo della nostra cultura.

Altro esempio: la musica. Chi di noi non ha mai canticchiato le canzoni di Lucio Battisti ? Appena vent'anni fa, la musica era arte e cultura: oggi, con mp3 eccetera, la moneta cattiva scaccia quella buona e la musica è solo business. Né arte, né cultura.

La fotografia, quando il reddito medio era più basso di quello di oggi, era appannaggio di pochi. Il reddito medio basso è anche, spesso, sinonimo di basso livello di istruzione. Ovvero, come dice Eric Hobsbawm in un suo mediamente recente saggio, " La fine della cultura ", egli sostiene che l'innalzarsi del livello medio di istruzione ha cancellato le elite dirigenti ( sostituite nel loro ruolo da una vasta classe media ) che guidavano la cultura: pertanto, venendo a mancare i punti di riferimento, viene a mancare anche la cultura.

Cos'è la cultura ? E' l'insieme di riferimenti ideali e concreti che caratterizza una comunità. Ma, come detto, con la diffusione della comunicazione e l'innalzamento del livello di istruzione, non ci sono più punti di riferimento. Non ci sono più i Tardelli o i Lucio Battisti, ma solo pedatori e cantanti senza nome.
E, per chi ha cominciato nel momento giusto, quando tutto era da fare, è arrivata la cuccagna con una acquisita rendita di posizione.

Pensiamo all'arte moderna: è roba vecchia, già superata dal mare magnum di produzione intellettuale nella quale non c'è più filtro: è tutto lecito, è tutto valido, ognuno è la misura di sé stesso. Tutti scrivono libri, nessuno li legge, ma è bello così. Una società sempre più individuale che si autoreferenzia.
Ma le rendite di posizione rimangono: " L'ha detto Piero Angela ! " e allora non si discute. "L'ha scritto Pirandello ! " e allora non si discute.

E' una foto di Cartier Bresson ! Guai a dire che è brutta.

Ecco, questo pistolotto per dire che, oggi, molti "grandi maestri " non reggerebbero alla prova dei forum: dove c'è sì gente fotoamatorialdilettante come il sottoscritto, ma c'è anche gente davvero brava, ma che non ha avuto il colpo di fortuna: " La Natura fa il genio, la fortuna lo mette in opera " ( La Rochefoucault ).

E' perfettamente inutile andare a vedere una mostra di Van Gogh o di Robert Capa se non si hanno ben precise le coordinate culturali che ne fanno da contorno, per cui tutto diventa banale ( ricordate la canzone di Battiato già trent'anni fa: " ...carine le piramidi d'Egitto, un po' naif i lama tibetani, lucidi e geniali i giornalisti.." )
Ma ora è tardi, ognuno è artista di sé stesso, forse fa bene Santiago81 ad avere uno sguardo disincantato e prudente sul concetto di arte.

Viviamo nella società delle immagini, internet ce ne propone a miliardi, i siti di fotostock ne hanno decine di milioni belle e valide, ogni angolo del pianeta è stato fotografato, spesso piuttosto bene, siamo alla completa inflazione fotografica. Ma la fortuna ha arriso ai primi arrivati; chi tardi arriva male alloggia. I "maetsri della fotografia " non sono solo stati bravi ( di bravi ce ne sono e ce ne saranno sempre ): sono stati anche doppiamente fortunati, ovvero si sono trovati nel posto giusto al momento giusto.

Adesso le cose sono cambiate: per sopravvivere ci vuole il marketing. Siccome il pubblico non è più composto da sempliciotti ( ricordate le "vacanze intelligenti " di Alberto Sordi ? ), allora serve la critica autorevole, pomposa e criptica. Questo perché si presuppone che un'opera d'arte o presunta tale sia non più semplicemente relegata alla sfera del bello, dell'istintivamente bello, ma nasconda inesistenti significati dei quali i più non ne sono a conoscenza ed hanno bisogno di un mediatore cheè, appunto, il critico. Così facendo si confonde il valore di un'opera con il suo prezzo: " è bello perché costa un mucchio di quattrini ", ( dalla precedentemente citata canzone di Battiato, " ...supermercati sacri che vendono gli incensi di Dior..." )il che, nella attuale società dominata dal Dio Denaro, è un argomento assoluto per molta gente.

....non so se mi ho stato spiegato.... Surprised Smile Mah
ciao
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