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bigiagia utente attivo

Iscritto: 18 Set 2005 Messaggi: 1793 Località: milano
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Inviato: Mar 15 Nov, 2011 9:42 pm Oggetto: |
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ldani ha scritto: | Non sono completamente d'accordo; fare foto è un modo come un altro per capire la solita terna di domande esistenziali (chi sono, da dove vengo, dove vado) che ognuno di noi si pone. Non cercare di comunicare qualcosa ma metti tutto te stesso nella foto, curala e presentala al meglio delle tue capacità... presentati e mostrati agli altri con quella solo così sarà unica.
Daniele. |
Sbagliato!
La terna di importanti domande esistenziali riguarda la filosofia, la sociologia,
la religione e la vita in generale.
L'arte si occupa di estetica, bellezza, rapporto fra il particolare ed il tutto,
di equilibrio tra apollineo e dionisiaco( idea, concetto da una parte e pulsioni intestinali ed istintive dall'altra). |
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bigiagia utente attivo

Iscritto: 18 Set 2005 Messaggi: 1793 Località: milano
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Inviato: Mar 15 Nov, 2011 10:38 pm Oggetto: |
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Daniele Nesi ha scritto: | Ldani...chi ti imbecca farebbe meglio a crescere
ma andiamo avanti
una foto risponde sempre ad un perchè...e questo "perchè" lo si puo condividere o meno.
il solo fatto che portiamo la fotocamera all''occhio e selezioniamo un soggetto invece di un altro, con un ottica invece di un altra, con una pellicola invece di un altra ecc ecc..sono tutte scellte che rispondono ad un perchè
quindi chi fotografa per dare forma ad un concetto
chi per cogliere un tratto distintivo
chi per raccontare una storia
chi per cogliere un atmosfera
chi per documentere
chi per una ricerca introspettiva
chi perchè vuole anche lui fare quella foto
...
chi per testare carte, pellicole e chimici per il gusto di un manufatto al limite della perfezione fine a se stessa
ma anche chi usa la ricerca del manufatto perfetto perchè unico modo di veicolare un intento altrimenti impossibile..ed è il caso di a. adams.
l'autore, ricordo di aver letto, è ritornato piu volte sul posto senza mai scattare finchè un giorno ha beccato un temporale sulle montagne in fondo distanti chilometri con il sole che filtrava deciso tra le nubi e questo combinato con un paesaggio in primo piano arido, surreale ha creato una atmosfera unica, irripetibile
la volontà di cogliere la bellezza di una atmosfera che sai durerà un momento è il "perchè" di questo scatto
la varietà interpretativa si verifica quando l'autore davanti al soggetto non ha le idee chiare...o non è ingrado di trasferire su pellicola l'intento |
Adams è tornato più volte sul posto finchè ha scelto quando scattare!
Significa che Adams " costruisce una sorta di quinta fotografica".
Non copia la natura, ma, attraverso di essa produce un modello mentale
che diventa forma. Le sue sono fotografie di pura astrazione
attraverso la figurazione. Procede esattamente come Raffaello,
Caravaggio, Beato angelico e Mozart.
Le pulsioni dinamiche e le tensioni dionisiache del paesaggio, sono
in perfetto equilibrio con la figurazione astratta e mentale ( apollinea)
del paesaggio.
La fotografia in questo caso diventa una perfetta sintesi tra il particolare
ed il tutto, in una unità equilibratissima.
A differenza però dell'arte pittorica nella quale i colori possono essere
posizionati secondo criteri ritmici e compositivi personalizzabili, nella fotografia non è possibile scegliere la posizione dei colori,
per cui viene in aiuto il bianco/nero.
Siccome l'occhio umano non è in grado di vedere in biancoe nero,
tende a ricostruire il colore dove il colore non c'è, e lo fa,
per motivi biologici, in modo equilibrato.
Per questo che le foto in bianco e nero funzionano meglio.
Sono colorate dal nostro occhio in modo automatico e funzionale.
In Adams questa regola è perfettamente applicata, non so se
consciamente o meno.
Tutta la foto è puro ritmo visivo:
le nuvole in cielo sono richiamate nella forma dalle luci sagomate dei sassi.
I sassi si ripetono e si moltiplicano in modo modulare seguendo linee
orizzontali e diagonali che richiamano in modo ritmico l'orizzontale
dell'orizzonte e le diagonali delle montagne e dei fasci di luce.
Tutti i bianchi ed i neri sono portati in giro nella foto in modo ritmico,
come in uno spartito, come dei tocchi pittorici alla Rembrandt.
E qui mi fermo, ma potrei andare avanti per ore a raccontare gli
elementi della foto.
Da ciò si evince che la foto è di una complessità stratosferica ma risolta
in una semplicità disarmante.
Queste sono proprietà tipiche della genialità e non tutti possono avercele.
Ma se presi come modelli questi autori hanno molto da insegnare
se capiti e studiati in modo appropriato.
Purtroppo, fino ad oggi, i trend e i modelli sono stati altri tipo
appunto Nan Goldin che, citando Carlo Sini, non fa Arte ma solo
discorsi sull'Arte, non fa Fotografia ma solo discorsi sulla
Fotografia. |
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Daniele Nesi non più registrato
Iscritto: 19 Gen 2005 Messaggi: 805
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Inviato: Mer 16 Nov, 2011 2:00 pm Oggetto: |
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tre le cose che non condivido
<Le sue sono fotografie di pura astrazione attraverso la figurazione
l'astrazione figurata è per me solo teorica..nella pratica chi ha battuto sta strada ha di fatto negato la figura, negato ogni riferimento ad elementi legati al reale. puro sentimento, nient'altro che sentimento
<nella fotografia non è possibile scegliere la posizione dei colori
anche questo funzione in via teorica
nella pratica ci sono fotografi che hanno dimostrato di saper piegare il colore alla loro volontà
<Per questo che le foto in bianco e nero funzionano meglio.
funzionano meglio quando il soggetto per esprimersi ha bisogno del BN
il Bn ha un suo fascino..come il colore |
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