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Daniele Nesi non più registrato
Iscritto: 19 Gen 2005 Messaggi: 805
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Inviato: Mer 06 Apr, 2011 12:28 pm Oggetto: |
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giusto, a fini divulgativi e didattici aggiungiamo che
"meno male che Haas c'è"
battute a parte..proprio perchè "didattici" vanno messi ma con cautela per non dire con riserva |
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Haller utente

Iscritto: 05 Mgg 2009 Messaggi: 218
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Inviato: Mer 06 Apr, 2011 12:41 pm Oggetto: |
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Ciao Paolo,
Il problema di fondo della discussione, non di questa, ma della discussione in senso lato, è la categorizzazione dei temi. Per carità, la classificazione è utile e semplicemente per distinduere e renderci più facile l'identificazione di qualcosa. Ma pone un limite di ragionamento legato alla circorscrizione di una tematica e come tutti i sistemi rigidi, funzionano fino ad un certo punto per poi collassare.
Quindi, bene creare delle categorie per renderci la vita più facile, ma poi impariamo anche a dimenticarcele. Così come per le regole. Conosciamole per imparare a non rispettarle.
In questo punto di vista e tornando in discussione, il surrealismo nasce proprio in contrapposizione alla razionalità espressiva. Si pone infatti l'obiettivo di rappresentare la liberazione dell'individuo dagli schemi sociali, lasciando libera interpretazione ai propri sogni, deliri, immaginazioni legandoli ai segni reali senza un controllo suscitato dalla ragione.
Allora se questo è il surrealismo, cercare di definire cosa sia giusto fare o non fare, se può esistere in fotografia o no, è già un fallimento culturale.
Certamente il surrealismo può esistere in ogni espressione e come tale non deve essere vincolato da tecniche, tipologie di rappresentazione o addirittura definizioni.
In definitiva, la fotografia surrealista può esistere ed esiste e di certo il contesto e il modo in cui viene praticana non ne compromette l'esistenza. _________________
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Cejes utente attivo

Iscritto: 04 Lug 2006 Messaggi: 3320
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Inviato: Mer 06 Apr, 2011 2:04 pm Oggetto: |
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Citazione: | Ma pone un limite di ragionamento legato alla circorscrizione di una tematica e come tutti i sistemi rigidi, funzionano fino ad un certo punto per poi collassare. |
Anto'... Ovvio. E la discussione in oggetto è proprio su questo binario.
Se leggi bene dall'inizio, tutto lo scambio di opinioni partiva da una osservazione di Surgeon che appunto portava insita una sottocategorizzazione o ramificazione di un genere.
Citazione: | Quindi, bene creare delle categorie per renderci la vita più facile, ma poi impariamo anche a dimenticarcele. Così come per le regole. Conosciamole per imparare a non rispettarle. |
Questo discorso vale ma non può valere per tutti e soprattutto in tutte le fasi "storiche" della crescita personale di un individuo.
Una persona che ha delle basi culturali che gli hanno fatto digerire appieno alcuni concetti non si cura del dove sia colllocata la sua produzione, su quale scaffale e in quale scatola.
Ma quando ti poni obiettivi divulgativi evidentemente dei paletti devi metterli... Sennò vale tutto il contrario di tutto.
Citazione: | In definitiva, la fotografia surrealista può esistere ed esiste e di certo il contesto e il modo in cui viene praticana non ne compromette l'esistenza | .
Ma infatti io ti ri-invito a leggere tutta la discussione. Così ti renderai conto che io non metto in dubbio l'esistenza della fotografia surrealista, ma il fatto che possa esistere un'accezione surrealista della streetphotography... O per dirla nei termini di Surgeon
Citazione: | reinterpretazione e surrealismo in tema di Street |
Aspetto rispetto al quale chiedevo chiarimenti. Semplicemente perchè surrealismo (o meglio... un uso specifico di questo termine) e reinterpetazione sono elementi già di loro contenuti nella street. |
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Haller utente

Iscritto: 05 Mgg 2009 Messaggi: 218
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Inviato: Mer 06 Apr, 2011 2:18 pm Oggetto: |
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Cejes ha scritto: | Aspetto rispetto al quale chiedevo chiarimenti. Semplicemente perchè surrealismo (o meglio... un uso specifico di questo termine) e reinterpetazione sono elementi già di loro contenuti nella street. |
Si si, tutto chiaro.
Quello che contestavo, senza neanche nasconderlo più di tanto, è la necessità di stabilire cosa sia lecito e cosa no in un'ipotetico filone surrealista. E questo non per far valere in tutto e il contrario di tutto, bensì proprio per evitarlo. Se ho una categoria con delle regole, ma voglio fare tutt'altro, basta inventare un'altra categoria con delle regole opposte ed ecco creato il contrario.
Come hai ben detto, la street photography, per definizione, contiene già nella ideazione elementi surrealisti, ma anche in questo caso, quello che contestavo era la necessità di stabilire cosa si potesse fare o non fare per determinare il surrealismo nella street photografy, annientando, di fatto, il concetto surrealista.
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Cejes utente attivo

Iscritto: 04 Lug 2006 Messaggi: 3320
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Inviato: Mer 06 Apr, 2011 4:18 pm Oggetto: |
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Più che altro qua si discuteva di cosa sia lecito in un filone street... E se ha veramente senso parlare di sottofilone surreale in street come categoria. Cosa che per me non ha senso, perchè viene tolta dignità ad i due generi.
Ammettiamo per un momento che io sia un fotografo che ha iniziato a trovare divertente il genere della streetphotography e vuole prenderci mano.
Il primo obiettivo della street è riuscire ad innescare un effetto WoW o comunque una sensazione giustapponendo elementi offerti in maniera randomica dal contesto e ricodificarli in un messaggio totalmente diverso.
Oppure ritrarre l'inusuale, il bizzaro ed il divertente ferme restando le basi della non artificialità nella costruzione dell'immagine.
Se mi porto un attore o un figurante e faccio sgombrare la strada dalle macchine... Non sto più scattando street. Sto facendo altro. Di pari dignità. Ma non è street.
La fotografia surrealista non ha questo "limite etico". Magari ne ha altri...
Pertanto posso anche permettermi di portare con me un attore, creare una scenografia, artificializzare la scena a piacimento. E non sforo.
Citazione: | quello che contestavo era la necessità di stabilire cosa si potesse fare o non fare per determinare il surrealismo nella street photografy, annientando, di fatto, il concetto surrealista. |
Il mio è un mero esercizio di logica.
Dato per assodato che la street è bla bla bla... a valle aggiungevo semplicemente che una foto che è palesemente surrealista (astratta, interpretativa, ecc...) non può essere presentata come street.
Poi Haas può definirla e classificarla come vuole, ma verrà usata (forse) come eccezione per innescare una riflessione e stimolare un dibattito. Anche se nutro dubbi che un autore abbia tutta questa voglia di mettersi a classificare la sua produzione...
Parlando con le immagini: come riesco a spiegare a chi è digiuno del genere che questa
e questa
Fanno parte della stessa categoria?
A me frega lo zervirgolazero periodico sapere dove stanno collocate: le osservo e le apprezzo entrambe. Ma è una forzatura evidente accostarle..
Perchè allora anche questa sarebbe street
Ma evidentemente non lo è.
Si può discutere di accezioni surreali con questa
O questa
E comunque è sempre un panegirico che nulla toglie all'effetto che lo scatto in se innesca. |
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Daniele Nesi non più registrato
Iscritto: 19 Gen 2005 Messaggi: 805
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Inviato: Gio 07 Apr, 2011 6:31 pm Oggetto: |
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le street "costruite" valgono quanto quelle "naturali"
chi comincia a fotografare dovrebbe sempre e, magari fosse possibile, copiare solo i lavori dei grandi fotografi
abituarsi sin dall'inizio a farsi la bocca col meglio fa risparmiare un sacco di tempo...e vistose "retromarce"
premesso ciò capisco benissimo il bisogno di definire all'interno del forum le categorie...ma indottrinare chi comincia dicendo che questa è street e quella no è per me decisamente sbagliato.
chi comincia deve subito vedere le immagini dei maestri e rendersi conto, ovviamente nei limiti del caso, di cosa e quanto sia possibile...le conclusioni arrivano poi col tempo da sole se c'è un reale interesse.
opinioni,come sempre |
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Cejes utente attivo

Iscritto: 04 Lug 2006 Messaggi: 3320
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Inviato: Ven 08 Apr, 2011 8:16 am Oggetto: |
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Citazione: | le street "costruite" valgono quanto quelle "naturali" |
Teoricamente sono tutte costruite, poi per il discorso etico pigliatela con i grandi fotografi non con me... In particolare con quelli che si possono rendere sigle di tre lettere...
Mi stupisce sempre questa adimensionalità che portano con se i forum... Suggerimenti e guide all'uso delle sezioni diventano d'un colpo indottrinamenti...
Guarda... Con me sull'argomento sfondi una porta non aperta... Spalancata. Ma quando il tessuto sociale è variegato e l'ambiente è multipurpose non si può prescindere dal tracciare due righe sull'asfalto e dire: se potete, passate di qua....
Poi ognuno fa come gli pare... Se ti fai un giro nella sezione di pertinenza ci trovi di tutto un po'...  |
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Daniele Nesi non più registrato
Iscritto: 19 Gen 2005 Messaggi: 805
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Inviato: Ven 08 Apr, 2011 1:11 pm Oggetto: |
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..parlo di "indottrinamento" quando leggo:
Street + scene di vita = Street & Life Photography La sezione Street si allarga ospitando ora "istituzionalmente" anche tutte [ .... ]
L'unica condizione da rispettare è che la realtà dev'essere genuinamente ripresa, senza manipolazioni sostanziali da parte del fotografo nè su di essa nè sullo scatto. Questo significa che è possibile, naturalmente, che i soggetti che fotografiamo reagiscano alla nostra presenza, ma non dobbiamo metterli in posa, dirigerli, "costruire" insomma quello che fotografiamo. Similmente è possibile (ed anche auspicabile) [...]
belgarath
la costruzione di una scena attraverso la collaborazione, quindi soggetti che accettano di posizionarsi e perchè no di "recitare", non è una scorciatoia che rende piu facile o che falsifica una scena di vita quotidiana, ma un superamento di quelli che sono, per forza di cose, i limiti della ripresa "naturale". La storia della fotografia propone una quantità enorme di scatti realizzati cosi.
è vero che teoricamente una street è sempre costruita visto che nel momento che scegli l'angolo di ripresa, per forza e per volontà, decidi le eventuali sovrapposizioni, la postura di questo e non di quello, l'espressione di tizio e non di caio, ecc...
voglio a dire.. alla base c'è sempre un intento..che questo sia raggiunto costruendo l'inquadratura al "naturale" o coinvolgendo i soggetti non fa differenza..il giudizio/commento va dato in funzione della capacità di rendere percepibile ciò che si "respira" li in quel momento
da sempre la street è fatta da chi rimane ai margini per propria indole e da chi, a seconda della situazione o del momento, entra nella scena coinvolgendo.
ripeto, non esiste una street piu autentica dell'altra o piu facile dell'altra.
naturalmente ognuno è libero delle sue conclusioni...personalmente trovo sbagliate questo tipo di distinzioni che portano evidentemente a commenti regolati con metri diversi..da qui, ripeto, l'indottrinamento |
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Cejes utente attivo

Iscritto: 04 Lug 2006 Messaggi: 3320
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Inviato: Ven 08 Apr, 2011 1:39 pm Oggetto: |
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Magari non sono la persona più indicata per risponderti a riguardo perchè quel pezzo non l'ho scritto io...
In alcuni passaggi non sono proprio allineato con la disamina del Belga, ma gli riconosco il pregio di dare dei riferimenti utili a chi parte da zero.
Lo sviluppo di un pensiero critico ci sta tutto ed è passaggio inevitabile, ma sta a valle, non a monte.
Concordo anche sul discorso dell'artificio ed dell'etica: la letteratura e gli acronimi a tre lettere spesso predicano bene e razzolano male non facendo altro che generare confusione.
Rimango però della convinzione che il ragionamento che fai sta ad un livello sopra a quello di cui parliamo o andiamo ad indagare su questo terreno (leggila sulla base dello spirito critico di cui sopra).
Nel momento in cui prendi cosapevolezza del fatto che fotografia è innanzitutto comunicazione, reportage, street, ritratto, studio, surrealismo diventano tutte scatole buone solo per questi contesti (forum o circoli fotoamatoriali che siano...). Ma contestarle nel terreno in cui assolvono ad una funzione non porta nulla a nessuno.
L'importante è non radicalizzarle (e in questo caso ci può anche stare il termine indottrinamento), tanto che tutta la discussione nasce proprio da una mia contestazione a riguardo.
Ci avete dato il contenitore della street con quelle linee guida?
Benissimo: non lo contesto e mi allineo.
Ora però non venitemi a parlare di subfiloni surrealisti nella street...
Ok basta sono arrivato a cottura...
Vado a mangiarmi una melakiwi... |
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Mario Zacchi utente attivo

Iscritto: 07 Giu 2008 Messaggi: 6656
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Daniele Nesi non più registrato
Iscritto: 19 Gen 2005 Messaggi: 805
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Inviato: Lun 11 Apr, 2011 11:25 am Oggetto: |
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>>Ma contestarle nel terreno in cui assolvono ad una funzione non porta nulla a nessuno
direi invece che è del tutto inutile contestarle su di un terreno diverso da questo visto che le persone alle quali puo risultare utile conoscere, fin da subito, il rovescio della medaglia sono proprio quelle che si avvicinano, che cominciano
vedete, superata la fase legata alla tecnica (iso, diaframmi, grana fine, profondità di campo ecc...) insegnare fotografia diventa estemamente difficile perchè si entra in un ambito nel quale non esite un formulario (e non puo esistere) ma solo le conclusioni alle quali i grandi fotografi sono arrivati e che a volte risultano in contrasto tra loro....a volte perchè tendono a obiettivi diversi, a volte in contrasto solo nel "modo" visto che arrivano poi allo stesso risultato.
nello specifico..ripeto, una street costruita da dentro la scena vale quanto quella costruita da fuori...e questo sarebbe corretto inserirlo nelle note introduttive
ad esempio se WILLIAM KLEIN non fosse, nella maggior parte dei casi, entrato in contatto col soggetto per dirigerlo, per farlo "recitare" come poteva fornirci quella immagine di "new-york"?
se ROBERT FRANK non si fosse mantenuto, nella maggior parete dei casi, ai margini della scena senza interferire come poteva fornirci quella immagine degli "americans"
si potrà dire che il primo mi piace di piu o viceversa ma non che uno è migliore dell'altro...o peggio spiegare ai novizi che i meriti di FRANK sono superiori perchè scatta da fuori la scena...lasciando intendere che questo obbliga ad giudizio contenente coeficcenti di difficoltà superiori.
altra cosa...la street è per molti non è un "genere" ma una "tecnica" alla quale occorre far ricorso se si vuole dar forma ad un determinato progetto...ma qui entra nel mondo della pura disquisizione.
concludo..anche il sottoscritto proviene dal mondo dei circoli...e posso dire che certe convinzioni, con le dovute eccezioni, si radicalizzano con una facilità che sa dell'incredibile |
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Cejes utente attivo

Iscritto: 04 Lug 2006 Messaggi: 3320
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Inviato: Lun 11 Apr, 2011 12:34 pm Oggetto: |
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Citazione: | direi invece che è del tutto inutile contestarle su di un terreno diverso da questo visto che le persone alle quali puo risultare utile conoscere, fin da subito, il rovescio della medaglia sono proprio quelle che si avvicinano, che cominciano |
Ma lo sai che con questa affermazione stai facendo (per astrazione) una classificazione?
Stai affermando che ragionare per eccezioni è la metodologia didattica migliore per divulgare questo particolare contenuto. Ma in verità è una metodologia didattica. Ce ne sono tante... Non si può sostenere a priori quale sia più efficace
L'apprendimento di una persona ha delle dinamiche complesse e non sempre innescare contraddittori risulta la strada migliore da percorrere.
Bisogna effettuare una scelta.
Questo forum ha scelto una linea didattica (a torto o a ragione) che apre alla possibilità di presentare eccezioni, ma non quella di fornirle come esempio di regola (stando all'articolo) perchè va in aperta contraddizione con l'articolo stesso.
Esiste sicuramente la possibilità di spiegare la streetphotography partendo da Klein o anche Haas magari. Così come esiste la possibilità di insegnare musica senza sapere cosa sia un pentagramma. Ma l'enunciato e la formulazione devono essere necessariamente diversi da come sono. |
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Daniele Nesi non più registrato
Iscritto: 19 Gen 2005 Messaggi: 805
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Inviato: Mer 13 Apr, 2011 1:27 pm Oggetto: |
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direi che sei ammirevole per tanta devozione alla causa
è vero,i fotografi citati sono eccezioni..non fossero tali non sarebbero targati "grandi fotografi"...o no?
la domanda..stringi, stringi è se è meglio insegnare fotografia per via teorica o attraverso l'esperienza...dove esperienza sta per immagini da guardare, da rigirare, da confrontare e da discutere
e se optiamo per la seconda si pone se meglio le "nostre" foto o quelle dei grandi fotografi...vale a dire quelli che negli anni dal mondo fotografico si sono beccati il titolo, appunto, di grandi.
ho citato HAAS per i suoi tentati surrealisti e klein e frank per "contraddizione" ma ce ne sono altri distanti per cultura, indole, stile,appartanenza a generazioni diverse
che so..CAPA-NACHTWEY, BRESSON-WEBB, BRESSON-BURRI, BARBEY-ERWIT....ma poi basta entrare nei siti magnum, VU, seven ecc.. per rendersi conto di quante visioni esistono
e qui chiudo, è evidente l'arroccamento...aggiugo solo che da quando leggevo
"le street sono tutte penosamente uguali"
e nessono ribatteva....trovo adesso una sezione e gente interessata.
direi che questo è solo grasso che cola  |
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mike1964 utente attivo

Iscritto: 09 Feb 2004 Messaggi: 22585 Località: Salerno
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Inviato: Mer 13 Apr, 2011 1:51 pm Oggetto: |
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Daniele Nesi ha scritto: | ...è meglio insegnare fotografia per via teorica o attraverso l'esperienza...dove esperienza sta per immagini da guardare, da rigirare, da confrontare e da discutere... |
Come per tutte le cose, probabilmente servono entrambe...
Citazione: | ....trovo adesso una sezione e gente interessata.
direi che questo è solo grasso che cola  |
Fa piacere che l'iniziativa sia piaciuta; ora sta a voi riempire la sezione di discussioni interessanti
 _________________ [size=10]Pentax K100DS - Qualche vetro - Fuji S6500 |
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Cejes utente attivo

Iscritto: 04 Lug 2006 Messaggi: 3320
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Inviato: Mer 13 Apr, 2011 2:23 pm Oggetto: |
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Citazione: | direi che sei ammirevole per tanta devozione alla causa |
Non sono devoto a niente, mantengo solo una coerenza di pensiero.
Non ti puoi fare un'idea di quante foto mi sono state ricollocate nel giro di pochi giorni... Il fatto che non abbia il tuo stesso punto di vista sulla questione non vuol dire che io sia arroccato su alcunchè...
Secondo me molto semplicemente un iter formativo che presenta subito le eccezioni non ha grandissima presa e rischia più di confondere prima che informare.
La storiella del fumatore nel confessionale:
Prima confessione
Fumatore: Padre, è peccato fumare mentre prego?
Prete: Scherzi figliuolo??? Fai ammenda!
Dopo un mese
Fumatore: Padre, è peccato pregare mentre fumo?
Prete: Figliuolo... E' un comportamento lodevole, osservo con piacere che ti sei redento.
Questo semplicemente per dire che lo stesso contenuto può passare, ma la forma può variarne il significato. E trarre in inganno.
Vogliamo parlare di street a gente digiuna del genere partendo dagli autori che citi? Possibilissimo, ma scordiamoci di farlo quando a monte della sezione ci sono formulazioni del tipo:
L'unica condizione da rispettare è che la realtà dev'essere genuinamente ripresa, senza manipolazioni sostanziali da parte del fotografo nè su di essa nè sullo scatto. Questo significa che è possibile, naturalmente, che i soggetti che fotografiamo reagiscano alla nostra presenza, ma non dobbiamo metterli in posa, dirigerli, "costruire" insomma quello che fotografiamo.
Inoltre... Non possiamo discutere di istante o momento, non è consentito parlare di presenza umana, in sostanza... Buona parte dei luoghi comuni decadono. A me interesserebbe la stesura di un approccio divergente, se ti va di collaborare possiamo provare a proporre un punto di vista alternativo ma coerente.  |
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